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10 domande a...

10 domande che hai sempre voluto fare a un personal trainer

Abbiamo parlato con Saverio Ricciuti, personal trainer e runner a Milano.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
Saverio mentre dimostra un esercizio. Foto per gentile concessione dell'intervistato.

"Quasi quasi mi iscrivo in palestra." Ogni volta che pronunciamo frasi come questa, qualcuno da qualche parte nel mondo ha un sussulto—e quel qualcuno è un personal trainer. Ovvero, nell’immaginario comune, un motivatore avvenente che ti osserva inflessibile mentre prendi familiarità con muscoli che non pensavi di avere e conclude la compilazione della scheda ricordandoti che il tuo vecchio stile di vita era tutto sbagliato.

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Per sapere un po’ di più sulla categoria e capire quanto gli stereotipi sulla palestra coincidano con la realtà, ho fatto due chiacchiere con Saverio Ricciuti. Runner e personal trainer a Milano, Saverio ha 32 anni e da otto svolge la professione.

VICE: Ciao Saverio, iniziamo da questo: come si diventa personal trainer, e che fai una volta che lo sei?
Saverio: In Italia le strade sono sostanzialmente due: puoi prendere una laurea in scienze motorie e in un secondo momento iscriverti ai corsi di specializzazione, oppure accedere direttamente a questi ultimi una volta diplomato. Adesso i requisiti sono meno stringenti, ma all'epoca avevo dovuto presentare un punteggio cumulato all'agonismo nel calcio.

Io ho seguito tre anni di corsi, ottenuto i livelli conseguenti, e nel frattempo ho frequentato anche il corso per diventare allenatore di calcio per ragazzi.

Oggi sono un personal trainer a tempo pieno, e la mia giornata tipo consiste in: sveglia alle 5.45, primo cliente in palestra alle 7 e così via fino alle 18 circa. Dopo passo in Adidas per dare lezioni di potenziamento ai runner—di cui faccio parte a livello agonistico. In tutto questo, cerco di ritagliarmi sempre un’ora per me e per allenarmi, soprattutto quando le gare si avvicinano.

Ecco, parliamo di allenamenti e costanza. Succede sempre che a gennaio un sacco di gente—tipo me—si iscrive in palestra con le migliori intenzioni. Ma come fai a continuare dopo che le migliori intenzioni vanno a farsi benedire?
Se sei una persona seguita, ovviamente sei più incentivata: prendi appuntamento, ti alleni, vedi i risultati, e vedere i risultati ti motiva a continuare—perché noi personal trainer alla fine vendiamo questo, risultati.

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Ovviamente c’è anche quella storia di iscriversi con un amico, per farsi forza a vicenda. Ma capita spesso che magari quell’amico molli, e in quel caso devi essere bravo a perseverare da solo. Quindi, il mio consiglio è: pensa che l’estate è più vicina di quanto credi, anche a gennaio. Se ti alleni i risultati arrivano per forza, e uno dovrebbe intercettare da questo la motivazione.

Quali sono i classici miti della persona che si iscrive per la prima volta in palestra?
La prima cosa che chiedono sempre gli uomini è di migliorare il petto—e in diversi poi si concentrano solo su quello. Il risultato è che vedi spesso diverse gradazioni di prototipi maschili enormi sopra e 'stecchini' sotto. “Eh ma tanto poi faccio la corsetta, così alleno le gambe,” mi sento dire. Ma non è proprio così, perché la le gambe sono il pilastro del corpo e se le trascuri vai incontro a uno stallo: non ci sarà più crescita muscolare per tutto il resto del corpo.

Invece le donne dicono spesso che vorrebbero “modellarsi”, ma categoricamente non ingrossare gambe e braccia. C'è anche chi dopo un allenamento con piccoli pesi mi chiede, “Ma non è che mi si gonfiano troppo le braccia, così?”

Più in generale, infine, ci sono quelli convinti che facendo tanti addominali sparirà la pancia—e invece no. Puoi andare in palestra quanto vuoi, ma se non segui un’alimentazione corretta la pancia non sparirà mai e quelli rimarranno nascosti sotto.

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Mi racconti le cose più strane che hai visto in palestra?
Il capitolo abbigliamento è ampio: gente che si allena coi jeans, con scarpe inadatte (ma quello è il meno peggio), ritorna il giorno dopo con gli stessi indumenti (e pensi abbia un’asciugatrice super veloce). Poi c’è la questione della mancata doccia, e di chi tutto sudato entra in spogliatoio ed esce due minuti dopo per andare a casa.

Inoltre, c’è chi beve i bibitoni già durante l’allenamento. Io sono sempre per l’integrazione naturale, ma ben vengano le proteine biologiche per chi non riesce a integrarle col cibo normale. L’importante è non farne un abuso: assumerne quantità maggiori causa il rallentamento di alcuni organi (reni e fegato) e per riprendersi velocemente bisognerebbe bere il triplo di acqua che un soggetto normalmente beve.

E io che avrei voluto chiederi se mangi solo petto di pollo e bibitoni. Quindi che magia un personal trainer?
La mia alimentazione è molto semplice e naturale, perché ammetto che a un certo punto diventi anche un po’ fissato. Al mattino yogurt greco con frutta/frutta secca o cereali. Più un succo di frutta (rigorosamente 100 percento frutta che contiene antiossidanti) e un semplice caffè.

A metà mattina, se faccio una corsa e necessito di zuccheri a rapida assimilazione, un frutto o della frutta secca prima e subito dopo una banana o uno yogurt greco e un pezzo di parmigiano, fonte proteica per il reintegro. Poi a pranzo sempre una fonte di proteine, una di carboidrati, una di vitamine e fibre. Quindi: cereali integrali di tutti i tipi (riso, quinoa, farro, orzo) che non hanno un indice glicemico alto, pesce o carne bianca (la rossa la mangio una volta al mese/ogni 20 giorni) e poi verdura di tutti i tipi o frutta. Lo spuntino del pomeriggio lo alterno a quello della mattina.

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E non è vero che alla sera una persona allenata non può mangiare carboidrati, basta che il pasto non sia a ridosso del sonno e di dimensioni ridotte. Poi è anche una questione soggettiva: bisogna trovare i cereali giusti per il proprio organismo. Inoltre, non è neanche vero che non si possono bere alcolici: una persona allenata può bere “quattro porzioni” di vino o birra a settimana. I superalcolici non valgono.

Qual è il minimo indispensabile che devo fare per essere in forma?
Come diceva un mio professore: una [volta a settimana in palestra] è meglio di niente, due meglio di una e tre è la giusta quantità—con recupero tra un allenamento e l’altro di almeno un giorno. Per quanto riguarda gli esercizi, [quelli che non devono mai mancare sono] squat, piegamenti e plank.

Hai qualche specie di deformazione professionale, per cui quando non stai lavorando e vedi la gente che si allena tra te e te la correggi?
Mentalmente sempre. E ti dico: al di là dell’altezza del sellino degli attrezzi, tra gli esercizi che si sbagliano più spesso ci sono lo squat, perché carichi troppo o sbagli il movimento, e gli addominali, a causa di una posizione errata della schiena o una respirazione scorretta. Tra l’altro non bisognerebbe strafare con gli addominali: più ne fai, più il corpo li richiede.

Fare il personal trainer rende la vita amorosa più facile? O meglio: in palestra ci provano con te? E i clienti tra loro? La gente va davvero in palestra per rimorchiare?
Data la mia fitta agenda diciamo che poter mantenere una relazione stabile sarebbe complicato, però potenzialmente per qualcosa di meno impegnativo è piuttosto semplice. Capita di trovare anche dei bigliettini col numero di telefono al desk. Penso che succeda perché la figura del personal trainer è esposta. In ogni caso ho fatto una scelta: con le clienti basta, sennò alla fine si sfiora sempre il disastro.

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Per quanto riguarda [gli intrallazzi tra] i clienti, invece, la leggenda è vera: molta gente va in palestra per rimorchiare. Gli approcci sono un po’ tutti diversi, ma con la stessa finalità.

Ecco, potrebbe essere un altro incentivo a sfruttare l'abbonamento. Detto ciò, da fuori il personal trainer sembra un lavoro fighissimo: ti alleni, passi tutto il giorno in un ambiente movimentato e variegato e tendenzialmente giovane, a volte ti lasciano i bigliettini. Ci sono dei lati negativi?
Oltre alla stanchezza e alle faccende che si accumulano nel weekend, il dover essere in certi casi molto pazienti. In generale bisogna esserlo sempre, ma a volte ti capitano clienti che ti portano davvero all’esasperazione. In questi casi glielo comunichi: “Guarda è meglio se risolviamo il rapporto e cambi personal trainer, è meglio sia per te che per me."

Mi irrito anche quando mi danno buca un quarto d’ora prima dell’appuntamento: se hai vomitato “tutta la notte,” avresti potuto avvisarmi anche prima.

Ultima domanda. Cosa fanno i personal trainer quando invecchiano?
Di solito diventano direttori di palestra, aprono un centro in proprio o si buttano in quello che funziona adesso. La ristorazione.

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