Una giornata di cibo e palestra con l'uomo 'più forte d'Italia'
Raffaele alza l'autore sul lungomare di Fano. Tutte le foto di Mattia Micheli.

FYI.

This story is over 5 years old.

Sport

Una giornata di cibo e palestra con l'uomo 'più forte d'Italia'

Raffaele Lotito ha 22 anni, pesa 120 chili ed è lo Strongman italiano: l'uomo più forte d'Italia.

Quando arrivo a casa di Raffaele, lo trovo in cucina che si sta preparando una pasta alla boscaiola. “Non mi volevo far trovare a mani vuote,” mi dice quando gli chiedo se le 11 e 45 non siano un po’ presto per pranzare. “E comunque ho già mangiato due volte da quando mi sono svegliato: tendo ad assumere dalle 1000 alle 1500 calorie a colazione e a mangiare sei volte al giorno.” A essere onesto, la cosa non mi sconvolge particolarmente—d’altronde non mi aspettavo che l’uomo più forte d’Italia facesse colazione con latte e Coco Pops. Già, Raffale Lotito lo scorso novembre ha vinto Strongman Italia e, anche se non c’è un modo esatto per definirlo, è quello che più si avvicina alla definizione di “uomo più forte d’Italia”.

Pubblicità

Raffaele è uno studente di 22 anni e vive a Fano, nelle Marche. Solo due anni fa ha iniziato ad allenarsi da power lifter [ disciplina sportiva che prevede l’esecuzione di tre esercizi: lo squat, la distensione su panca piana e lo stacco da terra] e da uno si allena come strongman. Uno sport ideato, appunto, per misurare la forza degli atleti tramite diversi test. “Poco dopo che ho iniziato ad allenarmi da strongman ho capito che volevo sfondare in questa disciplina, e quindi ho iniziato a concentrarmi principalmente su quello,” mi racconta mentre scola la pasta.

strongman italia raffaele lotito

Raffaele mangia il suo piatto di pasta alla boscaiola.

“Sin da quando ero piccolo mi sono sempre piaciuti i grandi sforzi fatti da grandi uomini. A proposito di VICE, ti ricordi quel video che avevate fatto in Islanda? Quello con gli uomini più forti del pianeta?” mi chiede. “Ecco, per me è stato una grande ispirazione, e poi ho sempre sognato di andare in Islanda. Mi piacciono il freddo, il paesaggio e soprattutto l’idea di confrontarmi con con le forze della natura.”

A proposito di viaggi, nella prima metà del 2017 Raffaele è stato a Barcellona per l’Arnold Classic, un evento incentrato sul culturismo ideato da Arnold Schwarzenegger . “Là, anche se sono riuscito ad alzare un super yoke di 385 chili per 17 metri," racconta, "purtroppo non è andata benissimo: a metà competizione mi sono fatto un taglio su una mano. Ma punto a riprovarci presto.”


Il video sui giganti islandesi citato da Raffaele:

Pubblicità

Pochi mesi dopo quell'incidente, Raffaele è poi diventato l’uomo più forte d’Italia, totalizzando la media più alta all'interno della competizione nazionale per strongman tenutasi a novembre a Vicopisano, in provincia di Pisa. La competizione, per parlarci chiaro, funziona con una serie di prove ciascuna delle quali frutta un punteggio: è un po’ come misurare il QI di una persona, solo che al posto di domande di logica, test di memoria a breve termine, conoscenza lessicale e visualizzazione spaziale, hai prove con il bilanciere, Car Walk [ trasportare per tot metri una macchina], sollevamento pesi, overhead medley e atlas over the bar [ sollevare più volte un masso oltre una sbarra].

Inizialmente Raffaele non sperava troppo nella vittoria—è molto giovane e non pensava di poter competere con persone che si allenano da molto prima di lui. Ma anche oggi stenta a crederci. “In linea di massima è vero che c’è sempre l’ambizione di arrivare fra i primi, ma personalmente lo vedo anche come uno sport che ti permette di migliorarti nella vita, perché la forza—come è intesa in questo sport—non è solo fisica ma anche mentale. E questo, secondo me, permette di spingerti oltre il limite fisico dell’essere umano e oltre le tue barriere psicologiche."

strongman italia raffaele lotito

Il condimento della pasta alla boscaiola di Raffaele.

Ovviamente spingersi "oltre il limite fisico dell'essere umano" ha le sue regole, che investono tutti gli aspetti della vita di Raffaele: quella mattina, invece dei Coco Pops, ha mangiato piade con petto di pollo, frutta e un litro d'acqua. Poi ha mangiato di nuovo, tre ore dopo. In totale cerca di assumere almeno 5mila calorie al giorno, e si allena dal lunedì al venerdì per almeno un'ora e mezza. In palestra fa squat, deadlift, overhead press—sì, lo so, anche io ho dovuto cercare tutto sui vlog di fitness di YouTube—e trasporti di pesi. Conduce una vita equilibrata senza alcol e sigarette e ascolta un sacco di gruppi death metal, ma quest'ultima cosa non so se sia funzionale all'allenamento.

Pubblicità

In tutto ciò rimane anche uno studente di Scienze motorie a Urbino: “Diciamo che ho iniziato l’università per avere un piano b,” mi dice. “Anche se è uno sport che in Italia ha preso piede da poco e che quindi ha margine di crescita, le entrate qui non ci sono. È un peccato perché fuori dall’Italia, in paesi come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e molti paesi del Nord Europa lo strongman è già uno sport affermato e ci sono ricompense che ti permettono di sostentarti e di viaggiare di più.”

A pranzo terminato usciamo a fare una passeggiata per Fano, approfittando del fatto che prima di cominciare gli allenamenti quotidiani Raffaele deve fare una pausa-digestione di un'ora. Dopo una quindicina di minuti di camminata però mi accorgo di essere da solo. Raffaele è rimasto indietro. O meglio, si è fermato per alzare un’enorme roccia. Già, una cazzo di roccia gigante degna delle vicende di Eracle. “È un buon riscaldamento pre palestra, non credi?,” mi chiede mentre cammina reggendo la roccia con la facilità con cui io terrei in mano un pallone.

Pensando al fatto che anche solo per provarci io mi sarei rovinato la schiena per almeno sei lunedì, gli chiedo se non è uno sport ad alto rischio d’infortunio. “Sì, visto che comunque cerchiamo di portare il nostro corpo al limite,” mi risponde. “Negli ultimi anni però accadono sempre meno infortuni. Ciò è dovuto al fatto che le strutture di supporto sono aumentate e migliorate e al fatto che gli atleti stessi stanno affinando la tecnica.”

Pubblicità
strongman italia raffaele lotito

A quel punto, Raffaele butta in terra la roccia e sorridendo mi dice di farlo spesso per impressionare i suoi amici. E non sono sicuramente solo gli amici a stupirsi delle capacità fuori dal comune concentrate nei suoi 120 kg: per strada noto che molte persone ci lanciano sguardi timidi e curiosi.

"Nonostante abbia fatto il buttafuori, non mi sono ritrovato quasi mai in mezzo a delle risse," continua Raffaele quando gli chiedo se ha mai usufruito della sua forza per menare qualcuno. “Averne però la capacità potenziale mi fa sentire sicuro.” A vederlo, in effetti, sembra in pieno possesso di sé—e mi chiedo se non lo sarei anche io, sapendo che sono il più forte nel raggio di centinaia di chilometri.

Siamo arrivati quasi in palestra quando dalle persone che hanno paura di lui passiamo a discutere di cose di cui abbiamo paura noi. O meglio, io. “Non ho paura di nulla,” mi risponde infatti Raffaele. “Non ci credo, tutti abbiamo paura di qualcosa,” controbatto. “No, io non ho paura." “Dai, io ho paura di mille cose. Ho paura dei tumori, ho paura degli aerei, ho paura del futuro, ho paura di non essere in grado di fare le cose che voglio fare, ho paura di non piacere alla gente," continuo. "No, mi dispiace. Non so se ha a che fare con il modo in cui psicologicamente mi approccio allo sport, ma credo che stare ad avere paura di cose che succedono nella vita non abbia senso," è l'ultima gelida risposta che mi dà, mentre ormai sta entrando nello spogliatoio ed è troppo tardi per convincerlo del contrario.

Pubblicità
strongman italia raffaele lotito

La palestra è piuttosto piccola. Ci sono dei calendari con delle donne seminude ai muri, due ragazzi, una donna anziana e alcuni istruttori che ci accolgono con gentilezza. “Quanti milioni di dollari ti hanno dato quando hai vinto?” chiede uno di loro a Raffaele, che si riscalda sollevando pesi da venti chili. Raffaele sorride e dice che non ha vinto niente, ma spera di essere messo sotto contratto da qualche brand.

Vedendolo tirare su il bilanciere, e poi fare un sollevamento dopo l'altro alla panca piana, mi chiedo come mai il suo corpo sia così diverso da quello degli uomini più vicini a lui che posso immaginare: i bodybuilder. Il body building, mi spiega Raffaele, si concentra soprattutto sull'aspetto estetico, e ha ben poco a che fare con la forza intesa in senso pratico.

"Anche se c’è anche una categoria 'natural', in genere [ nel body building] si ha la possibilità di doparsi perché non ci sono federazioni antidoping che monitorano,” aggiunge. “Gli atleti sono liberi di assumere ciò che vogliono, consapevoli di andare incontro alle conseguenze, soprattutto in base al paese in cui si trovano: qui in Italia, per esempio, ci sono leggi che te lo permettono. Io personalmente non ho mai provato o abusato di nessuna sostanza e non ho neanche interesse nel farlo, per il semplice fatto che penso che l’uomo sia in grado di superare le proprie capacità anche senza l’aiuto di quelle sostanze.”

Un'ora dopo l'allenamento è finito. Sul lungomare, poco prima di salutarci, Raffaele mi alza e mi solleva come ha sollevato la roccia di prima e per un secondo mi sento effettivamente al sicuro; sulle spalle dell’uomo più forte d’Italia.

Segui Leon su Twitter e Mattia su Instagram.