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Musica

Recensione: Low - Double Negative

Siamo di fronte a un capolavoro che prende le canzoni e le guarda distruggersi nell’oscurità più profonda.

I Low tornano con un nuovo album a venticinque anni dalla loro formazione, l’undicesimo in carriera. Cosa è lecito aspettarsi con queste premesse? Non tantissimo. Il trio di Duluth è un gran bel gruppo. Hanno fatto cose bellissime, se ne stanno belli tranquilli nella storia della musica alla voce "slowcore" e non sono invecchiati male. Non hanno mai fatto un brutto album. Alti e bassi, cose più riuscite e meno, tanti bei dischi, a volte più storti, a volte più normalizzati, sempre grande classe. Ci si poteva aspettare un buon disco dei Low, come ne hanno fatti tanti, ma senza nulla che facesse gridare al miracolo. Hanno già dato.

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Invece i Low si sono chiusi in studio con BJ Burton, già dietro la svolta pazza di Bon Iver (e già al lavoro con loro in passato, ma in modo meno radicale), e se ne sono usciti con un disco incredibile. Una svolta totale, il capolavoro che non ti aspetti. Double Negative è un disco in cui i Low se ne fregano di quello per cui sono famosi e ci vanno giù pesante di ambient/drone, di glitch, perfino di noise, e il folk, lo slowcore, lo shoegaze sono dei ricordi, degli echi lontani. Presenti, ma in lontananza.

Il risultato sono canzoni distrutte, trasfigurate, distorte. Disintegrate, potremmo dire, citando quel prezzemolino di William Basinski. E non per modo di dire. Alle volte quando si leggono ‘ste cose nelle recensioni poi ci si trova davanti canzoni normalissime con in mezzo due rumorini. Ecco, non in questo caso. Questo è un disco che prende le canzoni, il formato canzone, le melodie vocali (è presente, un po’, in lontananza, il marchio di fabbrica dei Low, quegli incroci di voci) e le guarda distruggersi nell’oscurità più profonda.

Non è un lavoro fine a se stesso: c’è profondità, fascino, ragion d’essere, cognizione di causa. I suoi autori parlano di un disco politico e non è difficile cogliere la metafora dell’incapacità di comunicare se stessi in maniera limpida all’interno di un mondo così martoriato. Fascino, dicevamo. Non è solo un disco interessante, è anche un disco bellissimo, che forse più che agli appassionati di indie rock piacerà agli amanti del drone e dell’elettronica rumorosa.

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Quello che non ci aspettavamo (ma perché siamo noi gente di poca fede, i Low tante volte hanno fatto scelte molto serie e radicali) è che una simile presa di posizione, un disco così coraggioso, potesse arrivare da una band al suo undicesimo album e dopo venticinque anni di carriera. Massimo rispetto. Uno dei dischi più importanti del 2018, e per ora ci fermiamo qui.

I Low suoneranno il 5 ottobre al Teatro Dal Verme di Milano, i biglietti sono disponibili online.

Double Negative è uscito il 14 settembre per Sub Pop.

Ascolta Double Negative su Spotify:

Tracklist: 1. Quorum
2. Dancing and Blood
3. Fly
4. Tempest
5. Always Up
6. Always Trying to Work It Out
7. The Son, The Sun
8. Dancing and Fire
9. Poor Sucker
10. Rome (Always in the Dark)
11. Disarray Segui Noisey su Instagram e su Facebook.