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Musica

I compositori sono i nuovi re dei festival

Perché Hans Zimmer, John Carpenter e Philip Glass ormai tirano tanto quanto i loro colleghi che fanno rock, rap o elettronica?
Fotografia di Jim Dyson.

Di solito quando un festival annuncia la propria line-up il "fattore ohmmerda" può essere ricondotto a una di queste tre categorie. Innanzitutto: quella balena bianca che è la reunion, e alcuni esempi recenti sono gli Outkast, gli LCD Soundsystem e i Guns N' Roses—tutti tornati assieme negli ultimi anni per un po' di soldi e gloria. Poi: l'album suonato dal vivo per intero, vedi i Television che fanno Marquee Moon al Primavera, Brian Wilson che fa Pet Sounds in giro per il mondo, Roger Waters che fa The Wall un po' dove gli capita da quattro anni a questa parte. E infine ci sono i vecchiardi che non hanno mai smesso di suonare dal vivo—gente tipo Elton John, Lionel Richie, Billie Joel e tutta la line-up dell'Oldchella.  Ma, nonostante quello che i Mötley Crüe vorrebbero farvi credere, non si può riciclare il passato indefinitamente. Dato che il mercato è sempre più saturo, chi organizza i festival è spinto a innovare costantemente le proprie formule: e chiamare compositori a suonare è, a quanto pare, il metodo che tutti stanno provando ad adottare per offrire ai fan un'esperienza diversa dal solito. L'internet è impazzito quando ha visto che Hans Zimmer avrebbe suonato al Coachella di quest'anno—con il suo nome ad apparire, sul cartellone, tra DJ Khaled e i Future Islands.

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Oltre a Zimmer, che ha scritto la colonna sonora di più di 120 film tra cui Il Gladiatore, Il Cavaliere Oscuro, Inception, Pirati dei Caraibi, Interstellar, e Il Re Leone, anche altre icone del settore come John Carpenter, Giorgio Moroder e Philip Glass sono apparse negli ultimi tempi nelle line-up di festival americani e europei come il Primavera Sound, il Wireless, il Pitchfork e il Day for Night. La scelta di chiamarli, però, non nasce solo dalla ricerca di "qualcosa di nuovo". I festival li stanno usando per evolvere e ampliare la portata della loro offerta musicale, adattandosi ai gusti sempre più acuti del loro pubblico e alla tendenza all'inclusività dei trend culturali contemporanei. "I festival diventano sempre più formulaici, ed è sempre più comune vedere tante versioni leggermente diverse della stessa line-up; credo, quindi, che chiamare compositori non sia tanto un'innovazione quanto una correzione," dice Omar Afra, produttore del Day for Night Festival di Houston, che ha chiamato a suonare recentemente sia Glass che Carpenter. "Zimmer, Glass e qualsiasi artista che spinga i limiti di ciò che è possibile proporre a un festival si merita di apparire tanto quanto qualsiasi altro. Le loro cose fanno parte del DNA della musica che ascoltiamo ogni giorno." Molte delle colonne sonore di Carpenter, Glass e Zimmer si sono incastonate nella coscienza collettiva—sono filtrate nel DNA emotivo di chiunque si sia mai cagato sotto a guardare Halloween o abbia mai pianto disperatamente quando Mufasa è morto nel Re Leone. E la loro influenza si sente nella musica tutta: M83 potrebbe non essere mai esistito senza Vangelis, o i Muse senza Morricone. C'è poi chi si è dato alle colonne sonore in prima persona, come i Daft Punk o, appunto, M83. I film danno inoltre alle composizioni una lunga vita di conservazione, e quindi un potenziale pubblico multigenerazionale—un altro argomento di vendita per chi organizza i festival, e cerca quindi di soddisfare il maggior numero di persone possibile. "Mio figlio ha 19 anni," dice Afra, "E ovviamente sa chi è John Carpenter, perché i suoi film sono classici della cultura americana, forse anche più di quanto lo siano molte cose uscite in quest'ultima generazione."

Quando Carpenter si è esibito al Day for Night a Houston, in Texas, il mese scorso, ha portato con sé una band di cinque elementi con dentro suo figlio, il suo figlioccio e la sezione ritmica dei Tenacious D, e un visual show con delle clip da Halloween, Fuga da New York e molti altri film a cui ha lavorato nei suoi quarant'anni di carriera. A quanto dice Afra, le luci preparate da Carpenter per il suo concerto erano della stessa qualità di quelle dei vari DJ e producer che avevano suonato al festival, e avevano quindi avuto un ottimo riscontro anche tra i più giovani, che ormai si aspettano una componente visuale sofisticata quando vanno a un evento simile. Assieme a Carpenter suonavano, su altri palchi, Aphex Twin e i Run the Jewels, ma nonostante questo aveva un pubblico decisamente fitto. Lo scorso giugno, Carpenter ha portato lo stesso spettacolo al Primavera, a Barcellona, che ha circa centomila presenze annuali. E Carpenter stesso non aveva idea di quanto sarebbe stato grande il suo concerto finché non è salito sul palco. "Il Primavera è stato incredibile," ha detto Carpenter, che recentemente si è tenuto impegnato demolendo nazisti. "Ho guardato le migliaia di persone che avevo di fronte e ho pensato, 'Oh mio Dio, che ho fatto?' Era la prima volta che suonavo a un festival così, e ci sono rimasto. Sono un vecchio ormai, ma devo fare cose come questa. Ho adorato ogni secondo." I compositori suonano sempre di più le loro colonne sonore dal vivo. John Williams ha suonato regolarmente all'Hollywood Bowl di Los Angeles, proponendo estratti dal suo lavoro per Indiana Jones, Guerre Stellari, Lo Squalo e molti altri. Persino Skrillex ha anticipato la moda mettendosi a sparare "Il cerchio della vita" nei suoi DJ set. E non sono solo i film a godere di queste nuove attenzioni. La TV ha tratto grandi benefici dall'era-Netflix a livello qualitativo, e lo stesso è successo per le colonne sonore delle serie e dei programmi più famosi di questa generazione. E allora David Lynch ha organizzato un festival, sempre a Los Angeles, in cui sono state suonate dal vivo delle musiche da Twin Peaks, mentre il Sundance NextFest proietta film indipendenti e ospita concerti di artisti emergenti. I compositori delle musiche di Stranger Things, Kyle Dixon e Michael Stein dei S U R V I V E, suoneranno dal vivo a diversi festival quest'estate, e si sono già esibiti in un concerto dedicato alla serie a Cracovia, in Polonia, l'anno scorso. "Se al pubblico piacciamo e i promoter continuano a chiamarci, che problema c'è? Stiamo tutti facendo due soldi!" dice Carpenter, anche se ammette che non tutti i compositori possono trovarsi a proprio agio a suonare in contesti simili. "Dipende dalla persona, da quello che ha fatto, e da quanto il pubblico può sentirsi coinvolto," dice. "Penso che Hans Zimmer sia una scelta incredibile per il Coachella. Ha un sacco di temi che la gente riconoscerà senza problemi."

Artisti come Zimmer possono richiedere un investimento maggiore da chi produce i festival—prove, palchi da montare e strumenti per orchestre e ensemble richiedono più tempo, soldi e forza lavoro di quanti ne richiedano due chitarre o un setup da DJ. Ma presentare musica classica in un contesto non tradizionale significa creare esperienze uniche (Insomma, provate a pensare alle possibilità: chi potrebbe cantare i pezzi di Zimmer?). Chiamare dei maestri simili, inoltre, permette ai fan di trovarsi di fronte a un'abilità musicale non così comune sotto ai tendoni dei festival contemporanei. "La maggior parte della musica da festival è scritta da artisti che dipingono con tre o quattro colori," dice Afra. "Hans Zimmer ne usa a migliaia. È una vita che compone. All'arte serve semplicità ma anche abilità, e il pendolo oscilla tra i due estremi. E in base a dove il pendolo è ora, credo che abbiamo davvero bisogno di maestri come loro, che sembrano quasi alieni quando si esibiscono." E poi va detto che non sono solo i fan e gli organizzatori, a trarre vantaggio da tutto questo: per i compositori, è un'occasione per sentirsi delle vere rockstar. "Insomma, solitamente i compositori non sono considerati qualcosa di figo, ed è come se le nostre cose non valessero la pena di essere suonate dal vivo," dice Carpenter. "Quindi è tutto favoloso." Segui Noisey su Facebook e Twitter. Altro su Noisey: Dietro alla colonna sonora di Stranger Things, la nuova serie preferita di tutti John Carpenter è un nerd dei synth Ennio Morricone: il cacio sugli Spaghetti-Western