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Musica

John Carpenter è un nerd dei synth

Oltre a scrivere sceneggiature e a dirigere i propri film, John Carpenter è anche un mega nerd dei synth e ha composto una vagonata di terrificanti partiture cinematografiche.

John Carpenter e Alan Howarth

Il regista John Carpenter non è uno che si perde in stronzate. Non l’ha fatto con Michael Myers in Halloween, né con il pallone gonfiabile alieno fluttuante nello spazio in Dark Star, o con gli alieni dominatori che controllavano le nostre vite in Essi Vivono. Perché John Carpenter è un uomo che pensa per sé. Grazie al suo impegno Dark Star, sua tesi alla scuola di cinema, è diventato un classico della fantascienza e sempre grazie a lui Jon Bon Jovi ha potuto indossare i panni dell’ammazza vampiri. Lo stesso Carpenter ha passato una carriera intera a battersi contro mostri dalle sembianze più svariate e a mettere alla prova i propri cast con situazioni pressoché insormontabili.

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Ama buttarsi a capofitto nei propri lavori, e ed è a lui che devi rivolgerti se vuoi parlare di regia, di sceneggiatura o di colonne sonore. Praticamente gli rimane giusto il tempo per respirare. Abbiamo fatto due chiacchiere con lui, per capire perché preferisce comporre lui la colonna sonora della maggior parte dei suoi film, che tipo di attrezzatura usa, e perché secondo lui il digitale è sempre la soluzione migliore.

Noisey: Parliamo un po’ del fatto che sei tu a comporre la colonna sonora nella maggior parte dei tuoi film.

John Carpenter: Ti dirò tutto quello che riesco a ricordare.

Ti ricordi che tipo di attrezzatura hai usato per Dark Star (1974)?

Oddio. Non ho in mente il nome esatto ora, ma ricordo che dovevi infilare queste puntine dentro una cosa, delle puntine di legno che producevano un suono. Cambiavi la frequenza e cose simili. Ma non ne ricordo il nome adesso.

Dark Star.

EMS VCS-3.

Il medioevo dei synth.

[Ride.] Brutale.

Conoscevi molta gente che aveva accesso a quei macchinari?

C’era un tizio che viveva nella San Fernando Valley e ne aveva uno. Sono andato a casa sua e praticamente ho registrato la colonna sonora su quello…era un macchinario estremamente primitivo. Abbiamo fatto tutto in quattro ore.

Immagino che costo e tempo fossero elementi fondamentali…

Giusto. Era un’ottima opportunità per una persona—in questo caso il sottoscritto—tirchia, quella di poter amplificare i suoni. Raddoppiare, triplicare e quadruplicare le tracce di un determinato suono. Ecco perché ho usato quella macchina.

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Non ha contato anche l’impressione che quelle fossero le sonorità adatte a un film di fantascienza?

Be’, sai, mi sono sempre piaciute moltissimo le colonne sonore sia di Ultimatum Alla Terra e de Il Pianeta Proibito, che erano puramente elettroniche e per l'epoca erano rivoluzionarie.

Certo. Immagino usassero cose come i theremin?

Hanno usato il theremin per Ultimatum Alla Terra, ma ne Il Pianeta Proibito c’erano solo loop pazzoidi e altra roba elettronica.

Ultimatum Alla Terra — Bernard Herrman.

Il Pianeta Proibito

È incredibile quante emozioni possano veicolare i suoni elettronici, una sorta di sospiro passionale esalato da una macchina.

Esattamente.

Tornando agli umani, per Dark Star hai scritto la canzone country “Benson, Arizona.”

Sì, l’ho scritta insieme al ragazzo che ha fatto gli effetti speciali, che ha convertito la pellicola da 16 mm a 35mm, Bill Taylor. Lui ha scritto il testo, io la musica.

E preferivi lavorare da solo con un synth o con dei musicisti in carne e ossa?

Be’ i synth sono meglio perché posso sempre arrabbiarmi con me stesso se combino qualche casino. No, è stato divertente lavorare con dei musicisti, davvero.

Grosso Guaio A Chinatown.

Hai formato i The Coupe Devilles appositamente per la colonna sonora di Grosso Guaio A Chinatown?

No, eravamo già una band, a livello “ufficioso”. Tre di noi erano andati a scuola di cinema insieme, eravamo tutti appassionati di rock&roll, quindi iniziammo a trovarci, cantavamo e suonavamo le chitarre acustiche, tanto per divertirci un po’. E praticamente siamo diventati famosi con Grosso Guaio a Chinatown.

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Nepotismo bello e buono?

[Ride.] Conoscevo la gente giusta, è vero.

Tornando ai synth, ho letto un saggio in cui si diceva che i luoghi in cui ci sentiamo a disagio producono un ultrasuono naturale, così da darci l’impressione che il posto sia stregato.

Eh già.

E mi domandavo se trovi che i synth ci diano una gamma sonora con cui esprimere ogni nostra emozione.

Non ci avevo pensato, ma mi sembra ragionevole. I synth sono così…be’, sono trascendenti, sai che il suono che stai sentendo è elettronico, vero, lo sai. Ma se puoi renderlo musicale, se puoi arrangiarlo in modo da farlo sembrare orchestrale, allora ha qualcosa in più. E può racchiudere in sé un forte elemento di disagio, sì. Sono d’accordo.

C’è stato un sintetizzatore con cui ti sei trovato particolarmente bene?

Be’, per anni ho usato il Korg Triton, se non sbaglio. Mi piaceva moltissimo perché potevi farci un sacco di bei suoni. Era semplice da usare. Ora uso Logic Pro sul computer, che adoro. Una libreria di suoni enorme, è molto divertente da usare.

La Cosa.

Gli strumenti nella colonna sonora de La Cosa

Be’, ecco, non ho ufficialmente composto o suonato la colonna sonora de La Cosa, ho fatto solo un po’ di lavoro di riempimento. Con ciò intendo i vari effetti tonali. Molto poco, comunque.

E a parte quello, avete usato l’orchestra o un sintetizzatore?

Abbiamo usato i synth, ma c’erano un paio di suoni proprio all’inizio e ho aggiunto un altro paio di cose. Ennio ha composto la musica separatamente dal film, ed era fenomenale, ma ho pensato gli servisse giusto un po’…C’erano un paio di cose che andavano sistemate qui e là. Minuzie.

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Quale musica è stata più divertente da comporre?

Più divertente. Wow. Mi è piaciuto molto lavorare alla partitura di Grosso Guaio A Chinatown—quello è stato molto divertente. Mi sono anche divertito parecchio con le musiche de Il Signore Del Male, altre partiture che ho fatto successivamente sono state molto belle da comporre. Quando puoi connettere tutto, hai il film di fronte a te e i synth e una certa gamma di suoni, quello è il vero divertimento.

Il Signore Del Male.

Quindi anche quando hai iniziato ad avere più tempo e soldi a disposizione, hai comunque scelto di continuare sulla strada dell'elettronica.

Sì. Ho scelto di lavorare principalmente con i synth, talvolta aggiungendo un paio di elementi orchestrali. Soprattutto synth, non so perché. Poi è diventato molto complicato e ha iniziato a portarmi via troppo tempo quindi mi sono fermato un attimo e ho cercato altra gente che potesse comporre al posto mio.

È un bel po’ di lavoro extra in aggiunta a tutto l’insieme di regia, sceneggiatura e produzione.

[Ride.] Oddio, sì.

Forse però tieni particolarmente alle musiche perché sono una componente molto potente nei film…

Devi aggiungere un’altra voce creativa, in aggiunta alla semplice opera di regia, scrittura o qualsiasi altra cosa fai. È una voce ben diversa, uno strato completamente differente che puoi sommare al resto. Quindi mi è piaciuto comporre, dico sul serio.

Alcuni registi hanno detto di essere stati attirati al cinema perché ci si può permettere di interessarsi di mille cose contemporaneamente.

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Giusto. Tantissimi campi di espressione diversi, sai. Vere aree tattili, potrei dire. Sì, sono assolutamente d’accordo con quello che hanno detto.

Eri affascinato anche dal lato tecnico dei synth?

No. Assolutamente. Lo odio, lo odiavo! Quindi chiedevo ad altra gente di occuparsene per me. Per Halloween e Assault On Precinct 13 ho lavorato con Dan Wyman. Era professore alla USC, insegnava musica elettronica. Aveva una propria attrezzatura, completamente modulare. C’erano delle valvole, amplificatori a valvole. Dovevi accordare i synth, ma dio, non voglio averci nulla a che fare. Voglio solo schiacciare un bottone. Quello posso farlo. Un solo bottone posso gestirlo.

Uno strumento di tortura.

Negli anni Settanta accordare quei cosi dev’essere stato peggio che farsi cavare un dente.

Dio! E non per forza ci riuscivamo. Alcune volte finivano per essere fuori di un intero semitono.

Magari aggiungeva quel non so che.

È quello che mi dico anch’io.

Penso sempre che in un film horror ben riuscito si dovrebbe essere in grado di chiudere gli occhi e continuare ad apprezzarlo — possiamo sentire la paura. Nel tuo caso è andata così?

Assolutamente. Sì, assolutamente. E la maggior parte delle volte si deve togliere la musica da scene che non ne hanno veramente bisogno. A volte invece va tolta. Le musiche che ispirano paura o terrore nel pubblico le conosciamo tutti. La colonna sonora di Lo Squalo in primis. Psycho.

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È stupefacente vedere quante volte sia stata riutilizzata la partitura di Halloween. È come se vivesse di vita propria.

È decollata. E mi fa piacere. Più semplice di quel pezzo non si può.

Halloween.

Ascolti musica elettronica per diletto?

Sì…a volte ascolto la techno, la trovo estremamente interessante.

Puoi farmi dei nomi di artisti che ascolti?

Be’…no. Non ne sarei in grado in realtà. Conosco un gruppo francese che suona alcuni dei miei pezzi, si chiamano Zombie Zombie. Sono un gruppo techno, credo. E c’era un’altra band che ascoltavo alla fine degli anni Novanta…dio, ora non riesco a ricordarmi il nome. Praticamente un paio di ragazzi con delle macchine. Mi sfugge di mente adesso. Tutti i dettagli sono svaniti svaniti, che peccato.

Sono sicura che le cose più importanti ci sono ancora.

Be’, alcune.

Zombie Zombie.

Hai progetti musicali all’orizzonte?

Sì. Sto collaborando a un disco di Jean Michel-Jarré. Lo sta aiutando un bel po’ di altra gente, quindi io devo solo fare un paio di cose a distanza. Uso Logic Pro, inizio questo weekend.

Perfetto, grazie mille per la disponibilità.

Figurati, amico mio, è stato molto bello parlare con te.