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Musica

La guida di Noisey al Primavera Sound 2014

Per chi ci andrà, ecco alcuni suggerimenti. Per chi non ci andrà, comunque in questo post c'è qualche video carino.

Foto di Guido Gazzilli.

Il Primavera Sound è decisamente un festival che mi piace parecchio. Forse non strettamente per la scelta della lineup (ci buttano sempre dentro un sacco di robe screamo o gruppi ble tipo le dum dum girls di cui non è che mi batta granché), ma più per un'affezione che ho nei confronti di Barcelona (fu mia casa), oltre che per quel particolarissimo clima vitaminico che si crea in quel contesto.

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Quest'anno è già la terza volta che ci andrò (se non perdo aereo/biglietti/vita prima del suo inizio), dello scorso anno ricordo molto poco, forse solo i Dead Can Dance, Omar Souleyman e un terribile gelo, di quello prima ricordo Marianne Faithfull (sita in un orario tale per cui la mia sobrietà era ancora più che integra), ma la cosa che mi ricordo di più è una continua migrazione da un palco all'altro e uno sforzo disumano per star dietro ad ogni band che si esibisce, a volte sovrapponendosi ad altri tuoi beniamini. Questo festival è un po' esistenzialista, in questo senso: ti mette spesso di fronte a scelte strappa-anima e a fatiche psicofisiche per arrivare a una parvenza di obiettivo. La cosa peggiore, appunto, è che ogni possibile pianificazione viene scardinata, quantomeno per quanto mi riguarda, dalla mia abilità di perdere ogni coordinata: orientamento e mappe del festival con gli orari in primis. L'anno scorso, forse per andare incontro alle esigenze di persone divelte come me, hanno creato un'app del festival in cui ci si poteva segnare gli act imperdibili, con una specie di mini-calendario. Sicché avevo lavorato per giorni alla preparazione della cosa, creando un piano praticamente perfetto, se non che anche in quel caso ce l'ho fatta a non farcela, dato che ho perduto il telefonino.

Viste le premesse, per stavolta ho deciso di creare, più per me che per voi (a meno che la vostra personalità non combaci con la mia) una guida preventiva al festival. Chiaramente i gusti da cui si parte sono i miei, non sarei una persona onesta se volessi fare la tuttologa, ma forse qualche mio suggerimento potrebbe rivelarsi utile, almeno spero. Consiglierei comunque di non perdere il cellulare.

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COSE CHE NON MI PERDEREI

Iniziamo dalla categoria più semplice, ovvero quegli act definitivi che sarebbe sconsiderevole perdersi. Alcuni di loro sono già passati in Italia, altri sono completamente inediti da queste parti e sarebbe uno scempio prediligere una pausa cibo (inutile) a loro. In questa categoria metterò gli act che prediligo, che ritengo davvero nuovi e interessanti per una prospettiva del panorama attuale. Quest'anno alcuni nomi del Primavera stanno sull'argine dello sperimentale e io ne sono abbastanza contenta. Non sono molti, ma sono validi.

FKA TWIGS

Perché è bella, perché ha alle spalle produzioni di lusso (è stata presa sotto l'ascella di Arca, uno dei producer più talentuosi del momento, oltre ad aver collaborato con gli Inc.), certo, suona esattamente a cavallo tra The Twilight Sad e Slowdive—di loro parleremo dopo—ma alcune cose vanno sacrificate. La ragazza è in giro da un po', ma questo è decisamente il suo anno e nei miei sogni più rosei tutti dovrebbero riconoscere la sua preziosità. Suona alle 21.30 di venerdì, palco Pitchfork.

DOMINICK FERNOW CHE FA TUTTO

Questo è Dominick Fernow aka Prurient da giovine. Ora è un uomo grosso e imbraccato di vita che continua a violentare le orecchie di chi ascolta i suoi set terroristici. Nonostante nell'ultimo album Through The Window i suoni siano belli cassadritta, Dom nella sua splendida storia musicale ha tirato fuori mine letali, mistiche, e il suo approccio scardinato e viscerale alla musica non è cambiato negli anni, non è cambiato cambiando nomi e spero non cambi nemmeno davanti a un pubblico di gente piena di metanfetamine. Capisco che in questo mood preferireste ascoltare tutta la vita Laurent Garnier e basta, ma non c'è niente di male a varcare i propri limiti. Quest'anno il Primavera ha deciso di concedergli UN PO' DI SPAZIO e ci saranno, nella serata di venerdì, ben tre suoi set, uno come Prurient (mezz'ora, dalle 23 alle 23.30), uno come Dominick Fernow (01.15-02.15) e uno come Vatican Shadow (dalle 4 alle 4.45, per veri duri). Il giorno dopo ci sono anche i Cold Cave, sia mai che voglia fare un'ospitata anche lì.

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ANDY STOTT

Andreino è forse la cosa più vicina all'idea che mi faccio di me stessa quando proprio sto persa nelle nubi, credo sia abbastanza barbarico che suoni all'una e mezza di giovedì e non tipo alle tre del mattino di domenica, quando ogni essere umano avrà perso talmente tanta dignità da lanciarsi in un'orgia rituale scandita dalla pulsazione della sua techno oscura e sensualissima, roba che se si prendeva con più anticipo io avrei visto benissimo nelle scene di scambismo massonico di quel film di Kubrick con l'attore di Scientology. Qualunque sia la vostra predisposizione d'animo del giovedì, non è intelligente perdersi il suo set. A meno che non vogliate tirare fuori l'abito buono per gli Arcade Fire, lì sono già problemi non miei.

DEMDIKE STARE

Dove c'è Andrea c'è Millie, anche se dovrò aspettare il Terraforma per vederli suonare come Millie & Andrea, ma nel frattempo mi fa pure piacere che si godano ancora un po' delle loro esistenze separate in altri progetti. Anche perché Demdike Stare è uno degli esperimenti più conturbanti di recupero e rivisitazione e distorsione, come se Miles Whittaker e Sean Canty fossero due organismi che digeriscono ogni suono che inglobano e te lo risputano sottoforma di animali inquietanti, blattoidei umanoidi ved. Burroghs o Kafka. (venerdì dalle 2.15 alle 3, palco Boiler Room)

JESU

Certo, a questo festival ci sono anche i cari Mogwai, ma io di muri di suono come quelli creati da Justin Broadrick ne ho sentiti ben pochini. In un'intervista per VICE, Justin aveva detto che il suono dei Godflesh era più un suono di protesta, mentre quello di Jesu una riflessione interiore, ai limiti della rassegnazione. Ho visto i Godflesh un paio di anni fa, sempre al Primavera, e mi hanno letteralmente fatto salire un'ansia apocalittica e un dolore quasi fisico. In pochi riescono a distorcermi così tanto le budella. Bello pensare che la sofferenza quest'anno sarà interiore, una cosa di cui non vedevo l'ora. Però ne vale la pena. Suonano al palco di VICE il venerdì, dalle 2.35 alle 3.30.

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TY SEGALL

So che a un certo punto avrò bisogno di un po' di sano rock'n'roll, e Ty Segall è la persona giustissima per darmelo.

Altri set consigliati: Bo Ningen, Midlake, Antibalas, Wolf Eyes, Lunice, The Haxan Cloak.

COSE CHE NON MI SAREI PERSA NEMMENO 10 ANNI FA

Quest'anno sembra che chi ha deciso la lineup abbia prima frugato un attimo tra i miei cd adolescenziali, dato che ci sono praticamente tutti i gruppi che mi ascoltavo quando ero pischella. Ai tempi credo avrei dato un rene per vedere queste persone suonare, ora ho quasi paura che mi faccia un effetto un po' strano, come quando ho rivisto le Breeders in stato superboffolo e mi si è allargato il cuore ma allo stesso tempo ho pensato di essere anziana. Quando ho visto gli Smashing Pumpkins (la scorsa estate) ho pensato che avrei voluto rimuovere dalla mia memoria il fatto di essere stata loro fan. Questo è il rischio che si corre quando si fa i nostalgici, e spero di riuscire ad uscirne non troppo destrutturata. La lineup di quest'anno è effettivamente un po' da trentenni, quindi c'è questa gente qua:

TELEVISION che rifanno Marquee Moon (un sogno)

SLOWDIVE (credo di aver perso la vita più volte per questo pezzo)

CHROME o come rimpiangere per sempre di non essere nati negli anni Cinquanta a San Francisco.

SLINT non c'è dubbio che questo gruppo abbia il merito e la colpa di aver creato un genere che ha dominato ogni produzione alt rock da quest'album in poi. Per questo motivo io li amo e li odio insieme, ovviamente l'amore vince sempre sull'odio.

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PIXIES (anche se qui il rischio di veder infranti il proprio immaginario adolescenziale è abbastanza forte)

GODSPEED YOU! BLACK EMPEROR ovunque mettiate il punto esclamativo, sto ancora tanto male per loro da concedermi di tagliarmi le vene al loro live piuttosto che a quello di Justin Vernon di merda e i suoi Volcano Choir. (sabato, 21.50, ATP)

NINE INCH NAILS beh.

I VECCHIOTTI

Che belli i vecchiotti, quest'anno ce ne sono pochi rispetto al solito. Penso a Caetano Veloso che canta "O Leãozinho" e a Charles Bradley che fa la cover di "Heart Of Gold" e mi vien voglia di non drogarmi mai più e di diventare vecchia bene. Poi penso alla mia vecchiotta preferita, Marianne Faithfull (la mia apoteosi del Primavera di due anni fa) e dico fanculo a tutto si può invecchiare bene anche distruggendosi.

RAP FIGO OK

Se non fossi già stata innamorata di Kendrick Lamar, mi avrebbe fatto re-innamorare la sua performance con gli Imagine Dragons ai Grammy di quest'anno. Oltre a Kendrick bello, ci sarà il giovane Earl Felpa, il bimbo di OFWGKTA, il ventenne con la faccia più riposata del mondo (forse lo batte solo Furtherset).

GLI ITALIANI ESPORTATI

Una volta un mio amico italomessicano mi ha detto che è assurdo che i musicisti messicani fanno del sano patriottismo e tutti si gasano, mentre quando il patriottismo è italiano o è una merda o è da fascistelli/forzitalioti. Esiste un modo per essere orgogliosi dei prodotti a km 0 senza per forza essere la Meloni. Gli italiani al Primavera sono pochi, ma molto buoni.

TEHO TEARDO & BLIXA BARGELD

Oramai anche Blixa è diventato italiano, OH. Oltre ad essere uno dei musicisti più intelligenti (benché ignorato dalle masse di stronzi che stanno dietro ad Allevi e forse Allevi se lo meritano pure) che abbiamo in Italia ora, Teho è un genio e questa accoppiata è la mia preferita di sempre dopo Bud Spencer e Terence Hill e credo che nelle condizioni emotivamente fragili in cui mi troverò rischierò di sciogliermi in pianti a cascata sul pezzo qui allegato.

Gli altri italiani che parteciperanno al festival sono i nostri amici LN Ripley, i toscani psichedelici The Vickers, i romanticoni C+C=Maxigross e i jazzisti Junk Food.

Poi ovviamente ci saranno anche una madonna di italiani che non suonano e migreranno come me a Barcelona settimana prossima. Ecco, se leggete questo articolo sappiate che quelli qui sopra erano semplici suggerimenti in nessun modo coercitivi nei confronti del vostro libero arbitrio, ma che avete un solo obbligo, un'unica legge, un comandamento imprescindibile: non è un vero Primavera Sound se non rimanete fino alla fine del set di DJ COCO.