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Musica

Cosa abbiamo ascoltato davvero questa settimana

Nonostante quello che possiate pensare leggendoci, la musica spacca e a noi piace un sacco. Ecco cosa ci è piaciuto ultimamente.

Ogni settimana, da queste parti parliamo tanto di musica e poi ne ascoltiamo altrettanta senza parlarne. Poi siccome ci viene voglia di parlarne scriviamo questa rubrica qui in cui ognuno di noi si dà pacche sulle spalle da solo. Se volete seguire il nsotro esempio e godervi della musica che spacca, leggetevi questi brevi resoconti. Altrimenti ciao, vi vogliamo bene uguale.

FRANCESCO BIRSA ALESSANDRI

A differenza della scorsa settimana, questa mi sono proprio pippato un sacco di musica. Più che altro ci ho dato dentro con gli Ex, che mi generano un sacco di interrogativi. Soprattutto i loro primi dischi, che sono poi quelli che mi piacciono di più: sono contemporaneamente dei classici del post punk e dell’anarcopunk, ma sono sempre esclusi da tutte le narrazioni su entrambi i generi. Il nome degli Ex emerge solo quandi si inizia a parlare di impro, o di integrazione tra musica africana e occidentale, quindi per i loro dischi dagli ani Novanta in poi. Non è poco però, cazzo, Blueprints For a Blackout è un capolavoro di distruzione tanto quanto Scrabbling At The Lock, ma nessuno lo dice mai. Perché? Sarà perché sono olandesi… A proposito di Olanda: un’altra band che meriterebbe dieci volte gli onori che ha ricevuto sono i Legendary Pink Dots. L’altro giorno mi sono riascoltato più volte Island Of Jewels e ragazzi, che disco… MONDO DELLA MUSICA, COS’HAI CONTRO L’OLANDA?

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Poi vediamo… ho ripescato con orgoglio Orange Canyon Mind di Skullflower, che è uno dei miei dischi preferiti di sempre, insieme aun po’ di robe prese a caso dalla discografia dei Fall. Più invecchio più mi piacciono i Fall. Ho passato notti insonni a cantare alternativamente “All The Madmen” di Bowie e “In Every Dreamhome A Heartache” dei Roxy Music, che sono due delle più belle canzoni della storia. Non ero sbronzo, e ho dei vicini vecchi e sordi. Ho ascoltato molto Karen Gwyer per esorcizzare lo stress, cosa in cui è efficace quasi quanto Ras G. Mi sono anche spupazzato parecchio Pre Language dei Disappears, sentendomi un coglione per non averlo cagato granché finora. Mi accorgo di non essermi goduto quasi nessuna nuova uscita di questa settimana, tranne forse il disco dei Verdena, ma me ne sto già pentendo.

CLAUDIO BIAZZETTI

La mia settimana musicale è stata rovinata ufficialmente qualche giorno fa, quando Federico Nejrotti di Motherboard ha condiviso sul proprio Facebook il video di "Let Me Love You" di Mario. Più che un brano RnB del 2004 è una maledizione terribile. Mi pento ancora adesso di aver cliccato play perché le narici del cantante esercitano sul effetto ipnotico sul malcapitato fruitore del filmato. I vocalizzi sdolcinati fanno poi il resto e tu ti ritrovi a vergognarti in mezzo al supermercato per via di quel "Mmmmmmmmh. Ye" che ti è appena scappato involontariamente, facendo così innamorare perdutamente la signora del reparto sottaceti.
Per riacquistare quel briciolo di eterosessualità rimasta, ho rispolverato Diamond Eyes dei Deftones, disco che mi ricorda i tempi in cui fingevo di studiare Informatica a Torino. Se per caso qualcuno dello staff dovesse linkare un video in cui faccio il pirla, sappiate che ero sbronzo e che ci hanno mandato a casa 48 birre da mezzo litro come premio al ritardo mentale. In caso contrario, ignorate l'ultima frase.

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MATTIA COSTIOLI

Forse non tutti sanno—e manco gliene frega niente—che la mia autoradio disponde soltanto di un mangianastri e, da quella volta che i vigili mi hanno fatto una multa perché avevo gli auricolari nelle orecchie (hanno fatto bene, tra l’altro,) ho cominciato a considerare la pessima collezione di cassettine di mio papà qualcosa più che un oggetto di arredo. Questa settimana le emittenti radiofoniche si sono rivelate più spigolose che mai, quindi mi sono dedicato a Tracy Chapman e al suo album omonimo e forse ho scoperto cosa ascoltavano i miei mentre venivo concepito, o almeno spero sia così. Il secondo ascolto settimanale offerto dalle magie del nastro magnetico è Kaiwanna di Bennato che avevo scoperto di avere in casa dopo l’articolo di Demented, ma che non mi ero mai filato veramente: fico. Seguito a ruota dall’obbligatorio Burattino senza fili. Ho provato anche ad ascoltare One Step Beyond dei Madness, ma siccome la mia macchina non è molto pulita avevo paura mi fermassero ad ogni semaforo. Sono sicuro che questa riscoperta mi riserverà altre meraviglie. Dell’era post-adsl ho ascoltato il mixtape di Lil’ Wayne (il titolo sarebbe dovuto essere Sorry e basta) e l’album di Joey (sì, è fico come tutti dicono).

SONIA GARCIA

Lo scorso weekend ho pulito la cucina facendo ascoltare ai miei coinquilini i Wipers seguiti da ben due dischi dei Cramps, senza ottenere proteste, ma neanche l’entusiasmo che speravo. Come al solito ho ballicchiato praticamente su tutto Stay Sick, e come al solito, quando è partita la creatura dalla laguna di pelle nera sono proprio impazzita male.

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L’inizio della settimana è stato una merda: ho debellato frustrazioni varie con la sempre eccellente cura dei Rudimentary Peni alternati agli ABORTISCIMI CAGNA dei Nerorgasmo, per uscirne solo parzialmente vittoriosa. Dopodiché l’amico di un amico mi ha passato un po’ di boleros messicani, sottolineando di averli scoperti grazie ai film di Almodovar. Questo mi ha fatto venire in mente che anche io ho tratto insegnamenti musicali dai film latinoamericani, e il mio pensiero è chiaramente andato a Santa Sangre di Jodorowsky. Così mi sono fatta un ripassone della colonna sonora, rischiando di piangere duro a “La Barca de Oro”, come di consueto.

Incapace di ripigliarmi ho proseguito con un poco impegnativo La realtà, La Lealtà e Lo Scontro di Lou X, il cui ascolto, rigorosamente a occhi sbarrati, è stata un piacevole ritorno all’amarezza delle origini. Ho provato quasi affetto per il magone che piglia quando parte “Via da qua”. Superata questa non-fase ho migliorato le mie giornate con la coldwave che non conoscevo di Kline Coma Xero e Kirlian Camera, i rituali caotici di Pacific 231 e Metgumbnerbone, Bowery Electric, Vessel e i boati degli Earth, che mi sono persa live perché mi sono addormentata come una povera vecchia.

Oggi ho pure saputo che è morto Maurizio Arcieri dei Krisma, quindi sì, stamani ho ascoltato solo Chinese Restaurant. Pace a te, Maurizio.

VIRGINIA W. RICCI

Iniziamo da stamattina, un venerdì PROG ITALIANO come piace a me. Mi sono riascoltata gli Area, nello specifico Arbeit Macht Frei (scusa giorno della Memoria), e i miei cari Banco del Mutuo Soccorso, Darwin, che quando sento “750.000 anni fa l’amore” mi commuovo. Parlando di persone che non ci sono più, è morto come saprete dall’esaustivo articolo di Libero non Riccardo Fogli (che si darà una grattatina) ma Demis Roussos, io e Birsa abbiamo rispolverato sto capolavoro che è 666.

Per non farci mancare mai del reggae, mi sono ascoltata Experience, il secondo LP di Prince Lincoln, 8 e poi una sister, nello specifico Sister Carol. Poi, fighissimo, Machine Conspiracy dei Conforce, e quest’album che ho scoperto giusto due giorni fa che in pratica è una roba matta witch house che ho trovato molto figa e l’ho anche inviata a un mio amico a cui piace la witch house il quale mi ha risposto “che è?”—fine della conversazione in chat. Lunedì sono andata alla presentazione del disco nuovo di J-Ax e devo ammettere che l’ho trovato in forma. C’era pure IL CILE che ha inviato i suoi distinti saluti a Sonia Garcia. Forse un inizio di una nuova amicizia? Chi lo sa.
Di bellissimo ho sentito la nuova canzone “Marò Liberi” e il disco di Giovanni Allevi, che ho pure recensito . Ho ascoltato i nuovi Mina, i WOW, che hanno un nome di merda per quanto riguarda le ricerche internet, ma mi piacciono, ah se mi piacciono! E poi quel capolavoro che è il nuovo album di un mezzo dei Zombie Zombie, Etienne Jaumet, che si chiama La Visite e ha una copertina di Heinz Schulz-Neudamm (grazie Elena, grazie google) che è il tipo che faceva le locandine di Fritz Lang.

Poi—tadaaaaa—ho ascoltato il nuovo disco dei Verdena, che mi piace, ma meno dei due precedenti, cosa ci devo fare? Almeno io non sono Birsa.
Ho invece riascoltato più e più volte QUESTO PEZZO DI BUSTA RHYMES E JANET CHE ERA ED È UNA BOMBA, il disco dei Gaussian Curve che trovate qui sopra e mi porta in una dimensione parallela, e poi dato che era lì nell’aria ho riascoltato questo disco di Nujabes.