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Musica

Colonne sonore bellissime: Santa Sangre

Abbiamo analizzato la colonna sonora di Santa Sangre, uno dei più grandi capolavori di Alejandro Jodorowsky.
Sonia Garcia
Milan, IT

La prolifica alchimia tra Alejandro Jodorowsky e l’occulto è uno degli aspetti di cui ogni sua attività recente e non—cinematografica, letteraria, teatrale, mediatica—è permeata. Trovandomi a condividere col regista gran parte di quegli interessi e gusti, è stato inevitabile imbattermi nel suo cinema e rimanerne a mia volta suggestionata, se non incantata. Che sia vero ciò che negli anni ha cercato di tramandare attraverso la psicomagia non ha grande importanza, anche se personalmente meno mi concentro su lui cartomante, curatore della “Psicoposta” su XL, organizzatore di sedute spiritiche dalla dubbia riuscita meglio sto. In questa sede mi limiterò a parlare di uno dei suoi film che più mi ha genuinamente colpito e di cui qualcuno prima o poi avrebbe dovuto parlare in ogni caso: Santa Sangre.

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Mi piace sempre interpretare Santa Sangre come una storia d’amore profana, sorta in mezzo a una serie di circostanze, personalità e traumi che fin dal principio rendono potenzialmente autodistruttiva la psiche dei protagonisti—Fenix e sua madre. Gli elementi demoniaci e di redenzione, così come l’allusione religiosa del “Sangue santo” unita alla simbologia della figura femminile blasfema, sono la chiave di lettura attraverso la quale il regista riesce a combinare ragionevolmente elementi Freudiani e surrealisti alla semplice narrazione storica intinta di abbondante ispanicismo, ottenendo, a mio avviso, un’opera d’arte completa.

In una vecchia intervista per Suicidegirls.com—che continuerò a citare in tutto l'articolo—Boswell pare aver avuto la stessa intuizione: “La mia prima impressione è stata di avere davanti più un’opera d’arte che un film. Ha un’atmosfera strana, la recitazione potrebbe sembrare mal riuscita, e invece è solo bizzarramente leziosa, levigata. ‘Santa Sangre’ è stato realizzato in inglese, ma con un forte accento messicano. Ero consapevole di quanto tutto fosse perfettamente bilanciato, dai colori, alla storia in sé… era surrealismo.”

Santa Sangre è il quarto lungometraggio di Jodorowsky (risale al 1989), scritto assieme a Claudio Argento e Roberto Leoni, e musicato da Simon Boswell, ai tempi già noto compositore di colonne sonore per Lamberto Bava e Dario Argento. A differenza dei precedenti El Topo e La Montagna Sacra, in cui Jodorowsky aveva supervisionato la stesura dei brani, Santa Sangre è affidata interamente a Boswell, messo in contatto col regista tramite Dario Argento.

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Riprende: “Sono arrivato a Jodorowsky attraverso Dario Argento. Il primo film che abbia mai fatto era suo, si chiamava ‘Phenomena’. Il suo assistente, Michele Soavi ha girato il mio secondo film, che è stato a sua volta prodotto dal fratello di Dario, Claudio Argento. Lui mi ha chiesto di occuparmi di ‘Santa Sangre’, e già allora si era instaurata una sorta di connessione creativa tra di noi. Da studente avevo visto ‘El Topo’ al cinema, e mi era rimasto molto impresso. Non avevo visto niente del genere prima di allora, in qualche modo ero consapevole dello stile di Jodorowsky.”

Neanche a dirlo, Boswell ne sapeva. Jodorowsky era da subito rimasto intrigato dalla sua musica—proveniva dalla scena post punk inglese e in quel periodo stava cominciando a sperimentare la musica elettronica—organica e caleidoscopica, ideale all’immaginario che il regista voleva apportare al film. L’accozzaglia di melodie popolari, canti, ballate, nenie, crescendi di suoni scarnificati e sintetici, hanno senza dubbio contribuito a delineare la natura distopica e grottesca dietro a Santa Sangre.

“Più che altro,” continua Boswell nell’intervista, “è stata l’idea di realizzare una sorta di finta orchestra musicale, con suoni sintetici e campionamenti, ad averlo affascinato. Un po’ forse ricordava la colonna sonora di ‘Arancia Meccanica’, ma era chiaro che Jodorowsky avrebbe voluto qualcosa di diverso, di unico. È un vero artista e ha affidato completamente alla mia creatività tale compito, e senza dubbio era suggestionato dall’avere sonorità elettroniche in un film organico, ambientato in Messico.”

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La trama è ispirata—e reinterpretata molto liberamente—alla storia di Gregorio Cárdenas Hernández (1915-1999), serial killer messicano che negli anni Quaranta, a Città del Messico, assassinava le proprie partner e le seppelliva nel giardino sotto casa. Dopo anni alternati tra carceri e istituti psichiatrici, Cárdenas incontrerà per caso Alejandro Jodorowsky in un bar di periferia, e da lì avrà inizio tutto. Protagonista della pellicola è Fenix, la cui infanzia viene raccontata durante la prima parte del film. Figlio di Ogro e Concha, rispettivamente lanciatore di coltelli e trapezista—nonché fanatica cultrice della religione del “Sangue Santo”—di un circo itinerante chiamato "Circo del Gringo" e momentaneamente trasferitosi a Città del Messico, Fenix lavora assieme agli altri come piccolo prestigiatore ed è succube delle dirompenti personalità di entrambi i genitori.

FIN DEL MUNDO

Il culto del Sangue Santo ha divinizzato una giovane ragazza a cui, secondo la leggenda, dei bruti avevano tagliato le braccia dopo che lei non si era voluta far violentare dagli stessi. Il suo corpo era rimasto dissanguato e morente là dove in quel momento sorge la chiesa di cui Concha è prima sacerdotessa. Il primo brano del film che vorrei riproporre è l'emblematica "Fin Del Mundo", canzone popolare cantata dai devoti della chiesa, in protesta alle autorità militari che volevano demolirla. I sacerdoti protestano pacificamente di fronte alle ruspe e ai militari, e di questo Boswell parla anche nell'intervista. "È una canzone messicana sulla fine del mondo," ricorda il compositore, "che esisteva già. Gran parte delle cose che ho dovuto fare in 'Santa Sangre' era aggiustare o aggiungere elementi a quello che avevamo registrato a caso sul set. Quando ho sentito quel clip c'erano solo voci che cantavano. La chitarra si sentiva in lontananza. Ho dovuto inserirci un sacco di chitarre ed effetti che lo rendessero un attimo più energico, che gli dessero maggior vitalità."

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ALMA

La redenzione ai suoi mali è Alma, pressoché dell'età di Fenix, equilibrista sordomuta brutalmente addestrata e maltrattata dalla madre (vera o adottiva?), la Donna Tatuata. Il primo incontro tra i due bambini è coronato dalla meravigliosa "Kid's Theme" di Boswell, motivetto tanto semplice e innocente quanto triste.

ACID REVENGE

A scatenare gli eventi apocalittici che porteranno Fenix alla rovina sono i tradimenti del padre con la Donna Tatuata, e l'esempio più famoso è la scena del lancio dei coltelli. Una sera, dopo l'ennesimo avvistamento dei due in pose inequivocabili, Concha, con un gesto di furia, evira il marito gettandogli l'acido. "Acid Revenge" è ciò che fa da fondo all'ira cieca e fuori controllo della donna mentre si prepara all'atto. In generale ogni scena di follia omicida è accompagnata da questo brano.

Il momento del taglio delle braccia di Concha, ad opera del marito, furente dall'evirazione subita è in realtà un'estasi per lei: "'Sta andando in paradiso' mi disse Jodorowsky, 'è un'estasi religiosa. La musica qui deve essere qualcosa di meraviglioso, di bellissimo'. Mi è stato di grande lezione" conclude Boswell. L'intera scena di omicidio-suicidio avviene davanti agli occhi impotenti di Fenix.

ALEJANDRA

La seconda parte del film tratta di Fenix adulto, traumatizzato a vita dalle scene a cui ha dovuto assistere, dapprima rinchiuso in un istituto psichiatrico, alle prese con le proprie follie e paure. La maggiore tra queste è l'allucinazione della madre, che, monca, gli appare fuori dalla cella dell'istituto e lo spinge a fuggire. Tra i due nasce un rapporto di amore/odio morboso, malsano, che spinge Fenix ad annientare del tutto la sua personalità e a identificarsi nelle braccia della madre. Una sottomissione immaginaria che lo porterà poi a compiere omicidi sotto suo "comando" (leggi: possessione). Fenix, nella sua mente, convive con la madre e Aladino, il fido assistente del circo, e instaura uno stile di vita analogo a quello della sua infanzia, fatto di spettacoli ed esibizioni in pubblico e in privato, come questa scena in cui i due interpretano al pianoforte il brano intitolato "Alejandra".

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Gli omicidi che andrà a compiere sono tutti di donne verso cui Fenix prova in realtà attrazione. Sono molteplici e strazianti per Fenix stesso, poiché frutto della sola volontà della madre, che vuole mantenere il figlio puro e incorrotto dalla presunta malvagità delle donne.

TRISTE

Il dolore e la sofferenza sono temi ricorrenti nel lungometraggio, e Boswell ha saputo tradurli in sfumature di uno stesso, struggente, motivo musicale. "Triste" è uno dei più significativi. Come prevedibile sarà Alma a salvare Fenix. Finalmente libera dalla Donna Tatuata—uccisa in precedenza dallo stesso Fenix—torna da lui per liberarlo definitivamente dal demone della madre. Chitarre e probabilmente organi, accompagnano la scena qua sopra, in cui Fenix ritrova Alma con le stesse fattezze di quando erano bambini.

LA BARCA DE ORO

Il ritorno di Alma è il momento di redenzione massima di tutto il film, e sicuramente il più toccante. Boswell e il regista hanno evidentemente deciso di musicarlo con un brano non presente nella colonna sonora ufficiale del film, ma che non per questo è da escludere da questa rassegna, in quanto di una bellezza disarmante. La canzone si chiama "La Barca de Oro" e, stando a quanto letto su Internet, è stata registrata dal compositore inglese dopo che una donna ubriaca, irrotta casualmente nel set, l'aveva cantata a squarciagola davanti a tutti.

"Yo ya me voy, al puerto donde se haya la barca de oro que debe conducirme, yo ya me voy. Solo vengo a despedirme, adios mujer, adios para sempre, adios. No volveran tus ojos a mirarme, ni tus oidos escucharan mi canto. Voy a aumentar los mares con mi llanto, adios mujer, adios para siempre, adios."

[Me ne vado al porto dove c'è la barca d'oro su cui devo salire, me ne vado. Solo vengo a salutarti, addio donna, addio per sempre, addio. I tuoi occhi non torneranno a guardarmi, né le tue orecchie ascolteranno i miei canti. Ingrandirò i mari con i miei pianti, addio donna, addio per sempre, addio"]

Santa Sangre ai tempi ha sancito il ritorno di Alejandro Jodorowsky nel cinema, dopo quasi quindici anni di inattività, se si esclude Tusk del 1980. È l'unico film che ha realizzato in collaborazione con Simon Boswell, e la sua colonna sonora rimarrà per sempre una delle più semplici, umili e laceranti di sempre.

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