Basta con Nevermind, ecco Newermind

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Musica

Basta con Nevermind, ecco Newermind

A 25 anni dall'uscita dell'album dei Nirvana, non possiamo fare a meno di chiederci: e se fosse stato diverso? Ci avrebbe comunque cambiato la vita?

Cari lettori, mi rendo conto che a volte la musica ha i suoi lati controversi; ad esempio il fatto ovvio che ci siano dei dischi, dei gruppi, insomma delle situazioni e dei movimenti che lasciano in qualche modo un segno fortissimo fino a che sparisce lo spirito critico ed entra in gioco il poster da attaccare in cameretta. E va benissimo, anzi: fosse sempre così avremmo un mondo a misura di sogno (ognuno con il suo poster e il suo mito indiscutibile preferito). Ma poi ci sono delle cose più grosse di tutta 'sta storia che, guarda un po', sono direttamente connesse con le entrate di liquidità nelle saccocce: come asfalto caldo su una buca, diventano un marciapiede al quale non si può sfuggire, devi per forza camminarci sopra e non puoi calpestare le aiuole, anche se ti si brucia la suola.

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Pochi giorni fa ad esempio mi sono concentrato sul quarantennale degli U2, ovviamente straosannati da più parti in quanto icone del rock: ma mentre scrivevo la mia sui quattro bravi irlandesi, mi sono scordato di tre americani che nel 1991 fecero uscire Nevermind, e neanche il tempo di dimenticarsi del ventennale di questo disco che ohibò è subito ora di venticinquennale. Nirvana, Nirvana e ancora Nirvana onnipresenti su tutti i social, in tutte le riviste, ovunque. Mi chiedo a che servano queste ricorrenze; non potremmo aspettare direttamente il trentennale? Cos'è, una scusa per fare una festa? Oppure solo un modo per far ripartire la macchina ben oliata dell'industria discografica? Boh. Fatto sta che a un certo punto questo osanna totalizzante rispetto a Nevermind mi ha un pochetto come dire… irritato. Davvero piace a tutti tranne che a Valerio Mattioli? Davvero tutti devono dire qualcosa su questo disco tanto che anch'io lo sto quasi per fare? E no: io vorrei uscire da questo meccanismo e, ovviamente fallendo giacché ho appena tirato in ballo l'album, vorrei esaminare la faccenda da un'altra prospettiva.

Mettiamo che Nevermind non fosse mai uscito: mettiamo che i nostri tre paladini della musica alternativa non avessero in mente quella scaletta lì ma un'altra, messa su pescando dal ricco e abbondante canzoniere che avevano a portata di mano. Mettiamo anche che 'sto Nevermind alla fine è stato una rivoluzione sì, che ci ha fatto sognare sì, con cui siamo cresciuti sì, ma che è durata il tempo di una scoreggia. Ha creato dei cloni imbarazzanti (penso ai Nil, ai Silverchair… Gente che è stata pure premiata per questo!) e in un certo senso ha coinvolto solo il pubblico di MTV, fino ad allora abituato ad altro, e i curiosi che dei Nirvana non avevano mai sentito parlare. Considerato poi che i Nirvana stessi erano decisamente scontenti del risultato finale del disco, a loro dire troppo "polish", il mito sembra pronto a cadere. Per gli autori era un mezzo fallimento dunque: certo un bell'album, con canzoni di un certo calibro, ma evidentemente (come da pensiero di Kurt) figlio di cose totalmente mainstream come i dischi dei Boston o dei Knack.

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Molto probabilmente, a differenza di Nevermind, In Utero era più vicino a quell'idealismo a lungo inseguito di essere power pop ma rimanere "uncompromised", anche se, forse, la scaletta di tale disco lo era fin troppo, e lì il pop finiva per dare più fastidio del noise rock, creando così uno sbilanciamento evidente e paradossale. Non è però, da sempre, proprio questo il fascino della band, il suo tratto distintivo? Io sono un loro grande fan, sia chiaro: ma non voglio mettermi la lonza davanti agli occhi per questo. E allora scodelliamo questo ipotetico Newermind, perché è proprio con le outtake o le B side che si capisce se un gruppo ha le carte in regola e, soprattutto, se la storia a volte non ci nasconda il meglio per colpa del caso, sovente scambiato per "decisione". Perché Nevermind, come tutti i veri successi, ha funzionato per caso: e stavolta decidiamo noi un possibile catartico insuccesso.

EVEN IN HIS YOUTH 

Prima B side del singolo "Smells Like Teen Spirit", questo brano idealmente piazzato in apertura non è entrato in Nevermind per un soffio, ma lo potete trovare nella raccolta Hormoaning, uscita solo per il mercato giapponese e australiano (e ovviamente nel poderoso boxset With The Lights Out). Il testo parla del rapporto di Kurt con il padre, come sappiamo poco idilliaco. Anzi, diciamo che era una vera merda, considerando che il piccolo si sentiva una nullità di fronte al genitore che (dolce) si vergognava di lui: le tematiche aspre, tipiche del discorso Nirvana, trovano però qui una sublimazione pop, in un equilibrio che pare fosse proprio la direzione che la band voleva dare al suo discorso post-Bleach. C'è chi la considera meglio di "Smells Like Teen Spirit" per questo motivo, ma evidentemente, ahimè, sono pochi.

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ANEURYSM

La vera rivale di "Smells Like Teen Spirit", però, forse è proprio questa: considerato fra uno dei migliori pezzi scritti dal gruppo se non proprio la migliore in assoluto, "Aneurysm" piglia per il culo tutta una serie di luoghi comuni del rock come il fatto che chi canta debba essere per forza fatto (questo non vuol dire che poi Cobain non lo fosse effettivamente, anzi). Come "In Bloom", che ironicamente si scaglia contro l'ortodossia underground, l'ironia amara è presente in dosi massicce ma si mescola a una dichiarazione d'amore disperata per la batterista delle Bikini Kill, all'epoca partner di Cobain. Musicalmente è un perfetto dosaggio fra caciara spaccatimpani e …i Beatles. Non c'è altro da dire se non che è la "Twist And Shout" dei nineties (quindi di ritorno i Nirvana sono i nuovi Top Notes). Purtroppo non è mai entrata in Nevermind ma solo in uscite sparse, cosa che in effetti stupisce. Paura di fare il botto troppo presto?

ENDLESS NAMELESS

A questo punto, come terzo brano, ci sta bene l'anima dei Nirvana che forse amiamo di più: cioè quella del CASINO GRATUITO. Come i fan sanno, leggendari sono i momenti finali dei loro concerti, in cui si lasciano andare a jam cacofoniche che forse superano il concetto estetico del noise fino a sfondare tutto il palco. Più Hendrix che Townshed per il suo modo "romantico" di distruggere chitarre, è indubbio che Kurt fosse portatissimo nella materia, rendendola anche qua una performance capace di unire il disastro al pop e i feedback a un senso tragicomico dell'esistenza. Una delle migliori è quella su MTV durante il live periodo In Utero nella quale il rapporto fra Cobain e il suo pubblico forse era unidirezionale (il pubblico lo amava, lui invece non ne poteva più).  Ecco, questo pezzo è la madre di tutte le zozzate, almeno in sede ufficiale di registrazione (l'altra, più o meno conosciuta, è "Gallons Of Rubbing Alcohol Flow Through The Strip" famosa per essere skippata alla fine di In Utero dai fans più delicatini d'orecchie). Dite che già sta su Nevermind? Beh insomma.. nelle prime copie del disco non fu inserita per "errore" e solo più tardi tornò al suo posto. Pensata come ghost track, in realtà ha la sua devastante importanza (anche testuale) come dimostrato dall'inserimento nel 12" del singolo di "Come As You Are", stavolta allo scoperto. Perché relegarla a ghost track? Avrebbe reso Nevermind meno vendibile? E chi lo sa…

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CURMUDGEON

Registrata poco dopo Nevermind e inserita immediatamente fra le B side del singolo "Lithium", condivide con il testo di quest'ultimo una sorta di micidiale apatia demente. Si segnala un inedito uso del phaser da parte di Kurt, effetto onnipresente che avvolge tutto in un umore tra lo spaziale e il goffo. Il pezzo recupera in salsa pop-rock la intro della magica e maligna "Floyd The Barber": fosse al posto di "Breed", non sfigurerebbe, l'ipnosi è assicurata come anche lo spirito hardcore e quella giusta dose di frustrazione che rende tutto più verace.

D-7

C'è da dire che i Nirvana a differenza di tanti gruppi che fanno i paraculi, hanno sempre tributato il giusto onore ai loro ispiratori. Che siano i Flipper celebrati con una maglietta o che siano i Devo, o i Vaselines, o i Meat Puppets sempre protagonisti e coverati nei dischi del terzetto di Seattle, si sentono la devozione e l'umiltà che solo un grande amore per la materia musicale può suscitare. Come fu nel caso dei Pixies, che Cobain ha continuamente indicato come fonte d'ispirazione per gli "stop and go" melodico/noiserock di Nevermind (erroneamente anche qui attribuiti solo alla farina del sacco dei Nirvana), anche i Wipers sono stati fondamentali per la band di Seattle, e in questo caso sono omaggiati con una cover. Anzi direi di più: se si ascolta il brano originale, si rimane sconcertati per quanto sia simile l'impianto dei Wipers con quello dei Nirvana, che diventano quasi i Silverchair dei Wipers! Incredibile davvero, una somiglianza imbarazzante. Ma voi vedete qualche fan dei Nirvana che si mette lì a recuperare un vecchio gruppo punk degli ottanta come i Wipers? Ma neanche per sogno. Ad ogni modo, grazie all'inserimento di questa cover nel cd singolo di Lithium (insieme a "Return Of The Rat" faceva parte di una doppietta per un album tributo alla band di Is This Real?, si spera che una minoranza si sia degnata di fare qualche ricerca, a sottolineare lo spirito (per quanto ingenuo) divulgativo e contro informativo contro tutto e tutti che albergava nei tre di Seattle in una lotta impari contro la soffocante "civiltà delle immagini".

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OLD AGE

Uno dei pezzi più interessanti scartati dalle session pre-Nevermind, "Old Age" (oltre a ricordare qualcosa uscita dalla penna dei R.E.M.) fu poi letteralmente catturato da Courtney Love per farne un pezzo ufficiale delle Hole, contenuto nel lato B di "Violet" con un testo completamente riscritto e struttura modificata (a proposito: lo vogliamo dire che Live Through This è un discone, importante per il '94 quanto Nevermind nel '91 o dobbiamo aspettare che qualche porporato si ricordi l'anniversario?). Anche qui è un vero peccato che Cobain abbia ceduto (o almeno così ipotizziamo) il brano a sua moglie, sarebbe potuto diventare uno dei pezzi forti dell'album. Ma evidentemente non trovava il testo giusto, ecco la ragione per cui la Love rimediò al problema creando un testo superiore a livello lirico (e direi anche autobiografico) ma cui manca la leggerezza delle parole originali che l'avrebbero reso comunque un A side anziché un lato B di lusso come poi è stato per le Hole. Ad ogni modo uno dei pochi esempi documentati ufficialmente di songwriting Cobain/Love. Chissà cosa avrebbero potuto combinare quei due matti se non fosse successo tutto quel casino.

VERSE CHORUS VERSE 

Da non confondere con "Sappy" di cui parleremo fra poco e di cui all'inizio condivideva il medesimo nome, leggenda vuole che fosse in pole position per dare il titolo all'album che poi diventò In Utero. Ad ogni modo durante le sessioni pre-Nevermind il brano era fisso in scaletta: dell'In Utero che sarà, mantiene il cordone ombelicale di "Rape Me", poiché il giro di chitarra è molto simile.  Fosse uscito prima, sarebbe stato un inno da stadio solo per la frase "You're The Reason I Feel Pain", proseguendo poi con la descrizione dei dolori di stomaco e l'ulcera esorcizzati da un Kurt sofferente e schiettamente autobiografico. Meglio il Litio ai dolori, effettivamente.

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SAPPY​ 

Di "Sappy" i Nirvana hanno inciso diverse versioni già dal lontano '89 ed è sicuramente uno dei migliori pezzi della band, quasi un classico. Un attacco al vetriolo alla religione, ha una struttura che è quella degli hook senza tempo ma nonostante ciò sembra che il risultato delle varie incisioni non fosse mai soddisfacente. Tant'è che, nonostante fosse in lista per entrare inNevermind, fallì l'obiettivo e fu registrata ufficialmente solo nel 1993 da Steve Albini, finendo nella compilation anti-AIDS No Alternative. La cosa curiosa è che fu inserita come traccia nascosta, ancora una volta penalizzata come non fosse mai stata registrata. Insomma, a un certo punto ai Nirvana questo pezzo suscitava un amore e odio che forse tendeva più al disprezzo: nella raccolta risultava anche come "Verse Chorus Verse", spersonalizzata quasi fosse 'na merda. La cosa invece interessante è che i fans dei Nirvana la amavano alla follia tanto che la chiedevano ai concerti quando ancora non era stata pubblicata da nessuna parte (da lì la famosa frase di Novoselic "ma l'avete sentita in un bootleg??")​

TALK TO ME

Ecco, se devo dire il nome fra i miei pezzi preferiti dei Nirvana, questo è proprio "Talk To Me". Ovviamente non è mai stato registrato, l'unico documento sonoro di questo brano deriva dal DVD contenuto nel prezioso cofanetto With The Lights Out, nel quale i Nirvana la eseguono live con intro di Kurt che chiede agli alternativi che lo osannano, malizioso e velenoso al contempo: "Sapete quanti soldi abbiamo??" Eseguito proprio nel periodo Nevermind, è un mistero il perché non sia mai entrato nell'album con il suo potenziale da hit single e i riff che ricordano i migliori Cars e ancora una volta le melodie del miglior Lennon pre-figli dei fiori (Kurt ne era un patito). Anche qui le Hole, fiutando il pezzone, lo presero in prestito durante le session di Live Through This ma non se ne fece niente. Come "Sappy" è uno dei pezzi "maledetti" dei Nirvana: quando gli aborti superano in bellezza i nati.

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HORRIFIED 

E se volevate la ghost track, eccovela pronta: "Horrified" (chiamata così per comodità, non ha un vero titolo) è una jam della band targata 1991 in una radio olandese, nata in un frangente in cui probabilmente si erano rotti il cazzo di suonare continuamente i pezzi decisi per la registrazione. Anche in questo caso, abbiamo un potenziale pezzone, fra "Something In The Way" e .. la solita "Endless Nameless" (il testo è un'incomprensibile mugugno scojonato).  Ecco, immaginate un ibrido fra queste due cose e avrete il perfetto Nirvana sound.

Non possiamo certo rimettere indietro le lancette dell'orologio, ma possiamo forse azzardare l'ipotesi che un disco del genere, assemblato in maniera diversa, sarebbe comunque esploso: forse la rivoluzione non era tanta in Nevermind, non tanto nei suoi suoni (che potremmo in fondo apprezzare anche in un disco dei Penetration degli anni settanta), quanto nell'attitudine. Ovviamente fallimentare: un disco che trasudava una grande ambizione risolta in tentativi riusciti in parte. E se lo dicessi io, potrebbe pure essere una stronzata di un opinionista: ma se lo stesso Cobain nel '93 esclamò imbarazzato  "sembra più un disco dei Motley Crue che un disco punk", allora forse c'è qualcosa di vero. Altra gente al loro posto avrebbe fatto un disco al di sotto di qualsiasi tasso tecnico col minimo sforzo possibile, giusto per fregare i soldi alla label (ricordiamo i Megadeth, i PIL e chissà quanti altri): loro no, ci s'impegnavano al cento per cento, era una missione donchisciottesca.

Questa fragilità, quest'umanità quasi disarmante è stata il grimaldello delle classifiche, in un mondo in cui i giovani loser aumentavano e si riconoscevano in quelle "tensioni mancate", in quell'irraggiungibile felicità: un fatto in primis antropologico. Ed è per questa stessa ragione quando uscì il video di "Smells Like Teen Spirit", di primo acchito la cosa non mi convinceva: mi sembrava uno dei soliti gruppi rock usa e getta costruiti a tavolino per sembrare ribelli…. Quel video patinato, quei luoghi comuni da teppisti culturali… Poi però vidi e ascoltai "Come As You Are" e piansi. Per capire i Nirvana non bastava un brano solo, paradossalmente erano troppo veri per essere credibili. Ma che sto facendo? Parlo di Nevermind? No, basta… nevermind Nevermind. Non facciamolo diventare un classico, dovremmo ammettere che è invecchiato e che la "teenage angst has paid off well".  E che il bambino nell'acqua ha raggiunto la banconota ed è… Ahimè diventato un uomo.

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