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Grazie, Betty Dodson - Ho provato il metodo 'infallibile' per raggiungere l'orgasmo

Una tecnica di masturbazione per chi non ha mai avuto un orgasmo, con o senza sex toy, ideata da Betty Dodson nella sua rivendicazione del diritto al piacere.
Giorgia Cannarella
Bologna, IT
Juta
illustrazioni di Juta
orgasmo

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Betty Dodson, scomparsa a ottobre 2020 all’età di 91 anni, era un’artista, una delle protagoniste della seconda ondata femminista degli anni Settanta, ma soprattutto una guru della masturbazione. Non uso il termine “guru” a caso. Per tutta la sua vita Dodson ha fatto del diritto al piacere sessuale e all’orgasmo uno strumento di emancipazione, parlandone e affrontandoli in modi inediti per l’epoca.

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La storia di Betty Dodson

Nata nel 1929 nella conservatrice cittadina di Wichita, in Kansas, Dodson raccontava di avere sempre praticato la masturbazione, che, come la maggior parte delle donne dell’epoca, viveva come un piacere solitario e vergognoso, da nascondere perfino al proprio partner.

È solo dopo i trent’anni, quando si trova a New York dopo un matrimonio sessualmente insoddisfacente, che decide di esplorare la sua sessualità. Nel 1968 fa la sua prima mostra di dipinti, in cui lei stessa compare nuda mentre fa sesso con i suoi amanti. Da quel momento diventa una figura sempre più pubblica, ma non incontra necessariamente il favore di altre attiviste del movimento femminista.

Il suo focus sul sesso come strumento di liberazione non veniva facilmente accettato: all’epoca nel movimento era più diffusa una visione del sesso come un interesse eminentemente maschile, la pornografia come una degradazione (quest’ultima idea spesso presente tutt’oggi) da parte del patriarcato, e in generale la sessualità come un tema secondario.

Dodson invece inizia a tenere workshop, ispirandosi al modello dei gruppi consciousness raising delle femministe radicali, in cui insegnava alle donne a masturbarsi tutte insieme, in cerchio, tenendosi specchi davanti alla vulva e usando vibratori, allora venduti come ‘massaggiatori personali’, di cui lei era fervente sostenitrice.

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La NOW's Sexuality Conference del 1973, dove Dodson mostrava l'uso del vibratore. Foto per gentile concessione del sito dodsonandross.com

Il metodo di masturbazione di Betty Dodson

Dodson ha continuato a tenere questi workshop quasi fino alla sua morte e nel 2007 ha aperto il suo sito insieme a Carlin Ross, avvocata, imprenditrice e presidente della Betty Dodson Foundation. In esso si possono trovare diverse risorse utili, tra cui una tecnica di masturbazione per chi non ha mai avuto un orgasmo. Pur specificando che i suoi libri e corsi possono essere più utili alle donne che non hanno mai raggiunto un orgasmo—invece di “anorgasmiche” lei le definisce “pre-orgasmiche”—la tecnica viene definita praticamente infallibile.

Per questo post, abbiamo chiesto a una ragazza di testarla. C. ha 35 anni, non aveva mai avuto un orgasmo e inizialmente era molto scettica: “Pensavo che non sarebbe stato un metodo qualsiasi di una sciura americana a farmi trovare il Santo Graal,” spiega. “Non credo in questi metodi molto incentrati sul corpo, pensavo che la mia mancanza di orgasmo fosse più legata alla mente. Di sesso ne ho sempre fatto tantissimo, specialmente da molto giovane, ma per me era più una questione di ego, di ‘conquista personale’, che di esperienze orientate al mio piacere.”

Aveva anche provato la masturbazione con i sex toy, ma non le era mai piaciuta: “Mi sembrava qualcosa di freddo. Di meccanico. Non provavo nessun piacere, anzi mi irrigidivo. Invidiavo le altre ragazze, mi chiedevo cos’avessero loro che io non avevo, perché non ‘funzionavo’ e non riuscivo a raggiungere l’orgasmo.” Questa sensazione nel mio personale viaggio verso l’orgasmo l’ho provata più volte: perché non riesco a farmi piacere la masturbazione di cui tutti parlano così bene?

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Come raggiungere l’orgasmo col metodo di Betty Dodson

Per mettere in pratica la sua tecnica per l’orgasmo, Dodson consiglia subito di creare un ambiente piacevole, comodo e accogliente, inviando “pensieri d’amore al tuo corpo” e cercando di rilassarti il più possibile—magari facendo anche uscire una bella risata.

Racconta la ragazza: “Io ho scelto di farlo al tramonto, con una bella luce bassa che entrava dalla finestra. Ho steso un asciugamano per terra, come suggerisce lei, appoggiata a dei cuscini.”

A questo punto la tecnica prevede un passaggio fondamentale: guardarsi la vulva allo specchio. “Lì è iniziato il momento più difficile,” spiega. “Nei porno tutte hanno una vulva perfetta, e nel tempo mi sono convinta che la mia fosse brutta. In realtà guardandola bene, provando ad apprezzarla, non è poi così male.”

Altri strumenti fondamentali per la tecnica: un olio da massaggio, qualcosa di piccolo per la penetrazione interna—“Io ho scelto una carota, come consiglia anche Dodson. Mi sentivo un po’ una teenager che ha paura di farsi sgamare mentre compra sex toy e allora rovista nel frigo. Ho usato un preservativo eh!”—e un vibratore, che per Dodson è necessario se chi non ha mai avuto un orgasmo ha più di trent’anni. Nel caso di C. è stato l’ovetto vibrante della linea VICE e MySecretCase (che, come abbiamo visto, funziona in coppia ma anche individualmente).

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Dopodiché comincia la parte più seria. La tecnica di Dodson prevede un mix di tensione e rilassamento del pavimento pelvico, di movimenti del bacino e di respirazione, che lei chiama la “rock ’n roll technique.” Per chi volesse vederla dal vivo, nel terzo episodio del documentario di Goop su Netflix viene messa in atto da Ross in persona, di fianco a Dodson.

Com’è stato provarla? “Un continuo alternarsi di sensazioni nuove di piacere e scetticismo. Oscillavo da ‘Sta funzionando!’ a ‘Nah, non sto sentendo abbastanza’.” Dodson consiglia di continuare a contrarre e rilassare i muscoli del pavimento pelvico, muovere il bacino, non dimenticarsi di respirare e contemporaneamente portare avanti sia la penetrazione che la stimolazione del clitoride. C. spiega di aver capito in fretta quanto fosse “importante continuare a fare tutte le cose che richiede. Quando se ne smette anche solo una, non so come dire, ma le sensazioni diminuiscono.”

Dodson specifica di non avere fretta e non mettersi pressioni, bensì semplicemente di andare avanti: “Alla fine mi sono lasciata andare e mi sono quasi costretta a proseguire, pensando che comunque non dovevo andare da nessun’altra parte, stavo godendo e quindi anche se non avessi raggiunto l’orgasmo sarebbe stato lo stesso tempo ben speso. Facevo piccole penetrazioni con la carota, usavo l’ovetto sul clitoride e a un certo punto ho sentito una roba veramente incredibile, una scossa elettrica in tutto il corpo. Mi sono messa a ridere, poi a piangere, cos’è questa roba, wow, non ci credevo. Insomma, ho avuto un orgasmo!”

Ammetto che mi sono commossa anche io ad ascoltare la storia: un primo orgasmo è una cosa da ricordare. “Non potevo credere che il metodo con me avesse funzionato davvero,” ride. “Ora non vedo l’ora di rifarlo, ma anche di provare altri metodi, e soprattutto di raggiungere l’orgasmo con il mio ragazzo. Mi sembra di fare una di quelle pubblicità motivazionali, ma è così.”

La morale di questa favola dove non ci sono carrozze ma ovetti vibranti? Non bisogna per forza provare il metodo Dodson, anche se, be’, sessant’anni spesi a far avere orgasmi a persone in tutto il mondo a qualcosa saranno serviti. Non deve essere per forza un metodo brevettato, non deve essere per forza un sex toy (anche se, certo, quelli aiutano), non deve nemmeno essere un orgasmo: qualsiasi forma prende la vostra rivendicazione del diritto al piacere, la vostra liberazione da sensi di colpa e vergogna riguardo la masturbazione, la vostra esplorazione di una sessualità libera da dogmi e pregiudizi, vale comunque la pena celebrarli.

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