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Noisey

I Butthole Surfers erano punk fino al paradosso

Disadattati, incomprensibili, poi venduti: un nuovo libro getta luce sulla band texana più odiata di sempre.

Il capitolo più divertente di Our Band Could Be Your Life: Scenes from the American Indie Underground, 1981–1991, libro cult di Michael Azerrad sull'indie americano degli anni Ottanta, racconta di quegli scapestrati punk texani dei Butthole Surfers. Azerrad racconta di come la band, capitanata da Gibby Haynes e Paul Leary, si trasferì ad Athens, Georgia per stalkerare i R.E.M., e di quella volta che il presidente Carter prese in mano la valigia di sua figlia dopo che i membri del gruppo ci avevano strofinato sopra, appunto, i loro membri. Insomma, parla tanto delle loro pagliacciate demenziali e del copioso uso di droga quanto del loro punk perverso. Nell'introduzione alla sua nuova pubblicazione, intitolata Life Makes Me Nervous; I Like the Butthole Surfers, lo scrittore australiano Max Easton nota come la discussione di Azzerand si interrompe con la loro firma di un contratto con una major, e guarda solo brevemente a come le loro azioni erano considerate "antitetiche all'etica DIY". Il suo, invece, è un approfondimento su come i Surfers volessero agire in maniera così sovversiva che "persino svendersi e fare soldi era, per loro, un atto di ribellione".

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