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Musica

Questo non è affatto il periodo d'oro dell'hip hop

Una risposta argomentata a chi dice che questa sia l'epoca migliore dell'hip hop internazionale.

Un po' di tempo fa il nostro rap-nerd, Ryan, ha proclamato il 2013 l’anno della nuova era dell'oro per l’hip hop. Non tutti gli davano ragione, quindi, per par condicio, ho pensato di chiamare il mio buon amico Dj Snips, un patito dell’hip hop di vecchissima data, che ci spiegherà eloquentemente e con opinioni abbastanza aggressive i motivi di questa contrarietà.

Noisey: Salve…

Dj Snips: Ciao Fuertes.

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Allora, il nostro pezzo sull’età d’oro dell’hip hop…

Innanzitutto, voglio cominciare dicendo che sono un grande fan di molti artisti menzionati nell’articolo. L’errore penso che sia il fatto che molta della musica che nomina come nuova era dell’hip hop non è in realtà la musica dominante nell’hip hop al momento. Se guardi i pezzi grossi, sono sempre i soliti artisti che usano sempre la stessa formula da sempre. Casomai è peggiorato negli ultimi tre o quattro anni. Rick Ross sta facendo lo stesso disco tutte le volte, così come Drake e Meek Mill. Kendrick Lamar probabilmente è l’unica persona giustificabile che in quella categoria sta avendo un impatto fondamentale.

Tu hai qualche risentimento verso Kendrick no?

Lui è un’artista fantastico ma penso che venga sopravvalutato, a causa della mancanza di concorrenza. Quando i tuoi avversari sono French Montana & co. allora non hai bisogno di essere Nas per farti vedere e sembrare un grande artista. L’altra cosa che non mi andava giù dell’articolo è l’idea che il rap appartenga ad Internet e questo è ciò che l’ha reso un fenomeno mondiale. Sarebbe stupido dire che Internet non ha aiutato, ha lanciato carriere nell’industria senza l’aiuto di etichette e di aziende, c’è da dire però che se si cita la prima era d’oro (1987/1988) e la seconda ondata della metà dei Novanta con il Wu-Tang, Nas, Biggie, entrambi erano periodi in cui la musica era fatta per le persone comuni, per gli scarti della società, per le persone che non avevano una voce ed apparteneva comunque ai sobborghi delle città.

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Oggi, con questa nuova ondata, l’hip hop si è distanziato, e penso che il motivo sia l’accessibilità del genere: è quasi diventato uno scherzetto per i ragazzi bianchi e privilegiati dei ceti medi che deridono il genere. Le persone non sono interessate a Kanye West, ma gli ridono in faccia, e questo è perché coloro che gestiscono il business non capiscono a fondo il background e lo stile di vita da cui vengono queste persone, lo trovano anzi ironico e divertente. E non è vero che questi ragazzi più vecchi hanno fatto album molto migliori in confronto a ciò che facevano tre anni fa. Penso che l’album di Jay Z sia mediocre rispetto a quelli precedenti, penso che Kanye abbia fatto l’album più brutto della sua carriera e che Drake stia usando sempre la solita formula. Non stanno portando alcuna innovazione nel genere.

Credo inoltre che artisti tipo Danny e Tyler siano importanti, ma penso anche che se vuoi proclamare questa una nuova era si debba menzionare gli artisti al top della loro carriera adesso. Non basta citare specifici artisti che sì, hanno un impatto nel genere, ma non vendono molto; Bisogna considerare che questi artisti underground non hanno lo stesso impatto di uno tipo Rick Ross.

E allora l’impatto critico?

È questo che sto dicendo, hanno un impatto nel mondo del non hip-hop…

E non è un passo avanti?

Non capisco perché l’hip hop pensa di necessitare l’approvazione di riviste tipo Pitchfork e Fader quando a queste stesse riviste non glien’è mai fregato un cazzo dell’hip hop.

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Quindi solo alcune persone dovrebbero ascoltare hip hop?

No, non sto dicendo questo, non dico che chi non viene da un background hip hop non puo’ ascoltare questa musica ed apprezzarla, dico però che, quando si crede ciecamente ai verdetti che queste riviste producono, si sbaglia, perché questi non conoscono e non capiscono la cultura. Si appropriano di una cosa che aveva originariamente un target diverso.

D'altra parte, però, che ne pensi dell’hip hop che monopolizza il mainstream in questo periodo?

Il dominio della cultura pop è un dono ed una croce per qualsiasi genere di musica, ovviamente si possono vendere più dischi, più artisti possono emergere ed avere una carriera, e per ogni dieci artisti merdosi che si approfittano di questa situazione, ce n’è uno che spacca davvero. Ma quando vedi qualcuno come Miley Cyrus che se ne approfitta penso che sia degradante.

Appropriarsi di qualcosa per il suo guadagno personale…

Esatto, è pericoloso quando le persone si appropriano di culture nelle quali non si sono mai immerse. Non penso che sarebbe successa in "epoche d'oro" precedenti dell'hip hop.

Dal Terry's Diary

Ok. Cosa ne pensi di robe come Odd Future che ha messo sotto i riflettori L.A.? A me è sembrata un’anomalia.

È stato grande, specialmente in un genere che è stato dominato da persone più vecchie per un sacco di tempo e tutti i nostri rapper preferiti hanno tipo trenta o quaranta anni. Ma non penso che fosse un’anomalia. Perché lo credi?

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È un’anomalia il modo in cui OF è esplosa così velocemente.

Più di uno come Drake?

Drake è Drake. Qualcosa tipo “Yonkers” non puo’ avere un pubblico così vasto come le tracce di Drake. Non era facile da ascoltare quando è uscita….

No, ma neanche Rocky allora.

Credo di no, ma Rocky…

Rocky ha fatto un ottimo lavoro incorporando non solo musica nel suo brand. È diventato un artista a 360 gradi.

Pensi che la sopravvivenza nell’hip hop di oggi dipenda dal rappresentare un brand o meno?

Di sicuro. Penso che Rocky abbia fatto un buon lavoro perché è un’icona fashion credibile, è un artista credibile e non sembra mai forzare ciò che fa. Penso che il fatto che essere un brand è così importante, spinga gli artisti a fare cose in cui non si sentono molto ferrati, e questo succede a causa di Internet. Internet ha rimosso le vendite di dischi e gli artisti si devono inventare altri modi per rimanere al top, di conseguenza gli artisti fanno cose pur non avendo talento e molti di questi non dovrebbero neanche provarci.

Quindi la loro musica ne risente perché loro si sentono in dovere di sperimentare cose nuove?

Sì, sicuramente. Non solo ne risente la musica, ma tutta la cultura ne soffre. C’è una saturazione complicata e le persone cominciano ad apprezzare solo ciò che è facile e indirizzato a loro, come il junk food.

Forse è l’era d’oro dell’hip hop come brand?

Penso che l’hip hop adesso più di prima faccia ridere. È una gigantesca industria di cazzate.

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Sei un po’ duro…

C’è una piccola parte di persone che comunque si interessano di ciò che succede all’infuori delle classifiche, quindi capiamo la credibilità e perché le persone vogliono farne parte. Ma è molto facile rimanere bloccati nel mondo dell’industria musicale dove pensiamo che le persone a cui siamo interessati siano più grandi di quanto sono. In realtà, i volti dell’hip hop americano sono Rick Ross, French Montana, ecc. Tutti quelli che conosco che non ascoltano hip hop ma sono amanti della musica pensano che sia un mondo bizzarro in cui i privilegiati ridono di quelli che non lo sono.

Ma come distingui i “veri” fan? Non penso sia giusto.

Non dico che la gente non deve ascoltare hip hop per il modo in cui l’industria musicale lo controlla. Sto solo dicendo che chi è ai vertici è diventato un menestrello dei giorni d’oggi perché ciò che diverte ed intrattiene è lo stile di vita esagerato della povera America afroamericana.

Fanno dell’humour sull’ignoranza e la mancanza di educazione nelle aree più povere.

Non penso che ci sia un taglio preciso, però mentre c’è questo elemento nella scena di Chicago, allo stesso tempo si è venuto a creare un apprezzamento e rispetto sincero verso la scena…

Certo, ma sappiamo tutti chi è l’audience che compra. I giovani bianchi che pensano “questo è da matti, oh mio Dio parlano di pistole, non ha la maglietta ed è ricoperto di roba di Louis Vuitton, oh mio Dio, è stupendo!” Questo è quello che recepiscono. Capisco e posso apprezzare artisti tipo Chief Keef e Waka, di cosa parlano, da dove vengono, ma mi incazzo davvero nel vedere questi ragazzini hipster che pensano che sia figo. Non ho problemi con gli artisti, ho problemi nel modo in cui vengono sfruttati.

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Pensi che vengano sfruttati?

Assolutamente sì. Queste etichette gli dicono “rimanete il più gangsta possibile” perché questo è ciò che i bianchi del ceto medio vogliono vedere.

Credo che questa sia una generalizzazione.

Pensa che ci sono giocatori del West Ham che segnano gol e vengono applauditi da gente che contemporaneamente gli urla "scimmia", e lo fanno perché quello è il modo in cui si guadagnano da vivere. Non significa che sia giusto e non puoi dare la colpa ai giocatori neri, però puoi incolpare i fan e le associazioni di calcio razziste.

Ok, ma allora cosa ne pensi riguardo a media grossi e popolari che intellettualizzano l’hip hop? Giornali e siti tipo Jezebel non ne discutevano così tanto anni fa. È una cosa positiva?

Dipende. Penso che uno debba essere educato riguardo a dove vengono i samples che usi e la storia della musica. Non voglio vedere gente scrivere una review su un album dei GKMC se non hanno mai sentito un album di Nas. Penso che qualsiasi opinione debba avere un valore.

Ok. E se ti rispondessi “sei vecchio”?

Guarda, un fan del rock di 19 anni non dice di essere un’autorità in musica se non ha ascoltato i Led Zeppelin. E un fan di 19 anni di reggae non si considera un’autorità nel genere se non ha ascoltato Bob Marley. Siamo così ossessionati con l’età nell’hip hop quando è totalmente irrilevante. Più sei stato sul pianeta, più esperienza hai. Non importa l’età: chi ha più da dire, un sedicenne o un trentenne?

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Sì è un business per ragazzi giovani, c’è la brutta abitudine di non cagare quelli più avanti con gli anni che ancora non hanno avuto successo.

Sai chi lo fa? Le persone che hanno più o meno la mia stessa età. Quando sento la gente dire “sei fuori dal gioco” è sempre altra gente di trent’anni. Non sono quelli di diciannove anni, loro sono sempre felici di parlare di hip hop e sono interessati quando gli propongo cose di cui non erano a conoscenza. Sono quelli di trent'anni che cercano disperatamente di lavorare con i giovani, scartando la gente della loro stessa età.

Penso anch’io. Ti sei disamorato dell’hip hop?

No, per niente. Nonostante provi sempre ad intellettualizzarlo, quando mi metto nei panni del consumatore e non nella modalità “industria” ascolto tutto senza pregiudizi. Ma quando espongo le mie opinioni su una visione generale di come funziona l’industria e come credo che le etichette sfruttino questi artisti, ne parlo perché mi sono seduto a riunioni di discografici e ho discusso di musica con loro. Non sono elucubrazioni, sono fatti.

Ok, quindi puramente da fan pensi che questa sia un’era migliore?

Non direi che è un’era d’oro. Direi che è in fermento, ma le scene davveroeccitanti sono sporadiche. Penso che stiamo gettando le basi per una nuova era dell’hip hop, ma non ci siamo già. Stiamo tirando su i pilastri di un cambiamento, il problema è che ci sono troppe cose che influenzano ciò che può arrivare al top ed essere lucrativo in questa cultura. Guarda Kanye West, è progredito dal rapper “conscio” che parlava di cambiamento, contro i gioielli e le sport cars, ad un rapper che rappresenta tutto ciò che prima disprezzava. Nello stesso modo in cui si è posto Kendrick Lamar, mi chiedo quanto famoso deve diventare un rapper prima che venga uniformato agli altri.

Non posso dire di essere d’accordo con tutto quello che hai detto. Qualche pensiero finale?

Mi piace molto l’album di Danny Brown.

No intendevo un pensiero finale stile Jerry Springer.

È un momento eccitante nell’hip hop, ma non è un’era d’oro. Come fa ad esserlo quando vedi Justin Bieber nella foto dell’articolo. Anzi, questo è il mio pensiero finale: “Discutere se questa sia un’era d’oro per l’hip hop o meno, basandosi su un articolo con una foto di Justin Bieber in primo piano, riassume il motivo per cui questa non è un’era d’oro per l’hip hop.”