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Musica

La rinascita dell'hip hop internazionale

Ecco perché il 2013 è stato l'anno d'oro dell'hip hop.
Ryan Bassil
London, GB

C’è stato un momento, verso la fine del 2000, in cui l’hip hop era entrato in un periodo di transizione. Gente del calibro di Jay Z, Eminem e Lil Wayne hanno fatto uscire i dischi più mediocri delle loro carriere. Young Money aveva prodotto un album pieno di mezze-cagate nel quale praticamente ogni verso era stato registrato al telefono da uno studio diverso. Mr Hudson stava rovinando una traccia alla volta con le sue sofferenti vocalizzazioni alla Kentish Town e l’album “rap” più figo nelle classifiche parlava di pantaloni larghi, con stivali con la pelliccia–praticamente un ode a Giorgino, impiegato della Coop.

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Come un ex-calciatore della Premier League che adesso gioca per la Lega 2 a Cheltenham, l’hip hop era esausto, senza idee, e riposava sui propri allori. (Per gli Americani: inserite la vostra metafora sul football qua.)

Nello stesso periodo, però, nuovi artisti tipo Drake, Kid Cudi, Tyler the Creator hanno messo in evidenza un cambiamento nel genere con l’uscita dei loro primi mixtape che avevano un sound innovativo e nuove estetiche. Nel 2010 la diga era aperta e, cavalcando le onde del web 2.0, è emersa una miriade di nuovi artisti, che esercitavano spavaldi la loro creatività e la promuovevano alla loro nuova fanbase dell'epoca digitale.

Gli ultimi due anni sembrano essere stati i migliori per l’hip hop, hanno visto nascere un nuovo esercito di artisti creatisi tramite internet: Kendrick, A$AP, Danny Brown, Tyler, che–cogliendo al balzo l’interesse creatosi attorno a loro–hanno fatto uscire album di debutto dal successo assicurato e mixtape che spaziavano tra diversi generi, portando novità interessanti anche a livello grafico. Inaspettatamente il 2011, ed anche il 2012, erano in realtà solo prologhi di un 2013 più vivace, vario, che ha dato vita ad una carrellata di album hip-hop come non si vedevano da anni.

Quasi ogni settimana, quest'anno, sono usciti nuovi dischi di Kanye, Mac Miller, J Cole, Jay Z, Drake, Pusha T e Danny Brown, quasi accatastati l’uno sull’altro.

In realtà, invece che saturare il mercato, le uscite top dell’anno quali WOLF, Nothing Was The Same, Yeezus, Old, Acid Rap sono tutte incredibilmente diverse. Non solo dal punto di vista musicale, ma anche nelle grafiche, campagne di marketing (o assenza di queste), e identità visuale.

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L’hip hop è diventato una forma d’arte. Non che non lo fosse in passato, è solo che adesso è tutto studiato molto più meticolosamente. I banali luoghi comuni tipo: "l’hip hop riguarda armi, puttane e demonizza la figura dei bambini," anche se ancora presenti, sono un dettaglio di scarso rilievo se si fa un’analisi ad alta definizione. Il mondo dell’hip hop è al suo picco creativo, c'è gente che proietta video sui muri dei palazzi, produce cortometraggi, e trasforma giovani stelle del pop in cibo da tabloid. Quando Kanye dice che i rappers sono le nuove rock star, ha quasi ragione. Sono soldati della cultura, senza paura e convinti nelle loro decisioni di tracciare nuovi orizzonti e farli propri, catapultando il genere nelle direzioni più disparate.

Certo, la gente coi pali nel culo negherà sempre l’importanza della musica moderna per la mancanza di scene tangibili. Ma quest’anno abbiamo banchettato ad un buffet all-you-can-eat di ogni cucina, in un ristorante musicale che è frequentato da una grossa fetta del mondo della cultura. Questa nuova oasi che l’hip hop si è creato, sovrastando le critiche e i battibecchi su Twitter, si è sviluppata nel periodo transitorio intorno al 2010.

Non importava se erano dei “fucking walking paradox” che avevano “threesomes with a fucking triceratops”, o un “pretty motherfucker” che rappresentava Harlem e la nuova scuola dell’hip hop, perché comunque facevano esattamente il cazzo che volevano.

Invece di seguire le ormai usurate orme del passato, si sono creati le loro, tramite internet, convolgendo tutti i loro fans in questo processo. Sono andati oltre qualcosa che ormai non funzionava più, tipo Tha Carter IV o Lasers o anche, trascurando l'hype, Watch The Throne (siate onesti, quante volte vi siete pompati l’album da cima a fondo da quando è uscito?)