I miei 19 anni hanno coinciso con due cose: l’ascesa dei sushi all you can eat e la mia fobia dei carboidrati. Questo ha fatto sì che, ogni volta che uscivo a cena con il mio fidanzato o i miei amici, la scelta ricadesse sul giapponese, e che io prendessi sempre e solo tripla porzione di sashimi e quadrupla porzione di insalata di alghe wakame, Goma Wakame sul menu. E sono purtroppo sicura che così abbiano fatto - o facciano ancora - in molti convinti che quella ciotolina verde fluorescente sia una magica panacea a ogni male.“Goma wakame? Cioè wakame… in salsa di sesamo? No. Qui a Tokyo non è un modo comune di mangiarla”
Cos’è la Goma Wakame
Goma Wakame significa letteralmente Wakame al Sesamo. Non si riesce a rintracciare un’origine precisa, ma pare che sia una “tradizione” nata e diffusa nei ristoranti giapponesi in Europa (che, come sappiamo, spesso non sono gestiti da giapponesi). Quando ho chiesto alla giornalista gastronomica giapponese Melinda Joe, che vive e lavora a Tokyo, mi ha risposto: “Goma wakame? Cioè wakame… in salsa di sesamo? No. Non è un modo comune di mangiarla qui.” Le ho mostrato la foto e mi ha detto che sì, le è capitato di vedere qualcosa di simile, ma raramente. E che sicuramente è un diverso tipo di alga wakame da quello comunemente usato in Giappone.“È una pietanza cinese, non giapponese, che viene pesantemente trattata con coloranti prima di essere commercializzata”
Come si fa la Goma Wakame?
Per preparare la Goma Wakame l’alga essiccata viene immersa in acqua, scolata, tagliata a pezzettini e poi mescolata con una serie variabili di ingredienti che di solito include salsa di soia, mirin, olio di sesamo e semi di sesamo, succo di yuzu, zenzero grattugiato, aceto di riso, peperoncino e zucchero. Su Internet ho trovato diverse ricette, quasi tutte simili. Questo, insieme alle foto di stock e al fatto che non menzionavano quale tipo di wakame utilizzassero (gambi o alga?), mi ha fatto sospettare che fossero ricette copiaeincollate senza la minima cognizione di cause.Mangiarla non vi deve far sentire né moralmente superiori all’amico che preferisce gli uramaki salmone e philadelphia, né spiritualmente affini ai giapponesi
Racconta sempre la chef Jun Giovannini: “L’alga wakame è davvero un alimento tipico giapponese. È entrata nelle nostre abitudini alimentari almeno dal 700 DC, nel periodo Asuka, ma solo successivamente è diventata cibo comune. Noi la consumiamo solo nella cosiddetta insalata Kaisou, un piatto composto da più tipi di alga. Ne esistono moltissime, come la meno conosciuta alga mozuku, "alga spaghetto" prodotta quasi esclusivamente a Okinawa.“Nell’insalata Wakame aggiungiamo cetriolo, avocado o pomodoro. Oppure la usiamo nelle zuppe, saltata in padella, con il pesce… ”
E quindi potete continuare a mangiare la vostra wakame in pace, ma magari ora sapete che non è esattamente come mangiarsi un’insalatona verde e che mangiarla non vi deve far sentire né moralmente superiori all’amico che preferisce gli uramaki salmone e philadelphia, né spiritualmente affini ai giapponesi.Ho parlato poi con il dottor Edoardo Mocini, Medico Chirurgo Specialista in Scienza dell'alimentazione, di come gli italiani percepiscano la cucina giapponese come più sana. Spesso a torto: “I giapponesi, ad esempio, consumano quantità di sale importanti. Oppure tra di loro si riscontra un’alta incidenza di cancro allo stomaco e all’esofago: fra le altre cose, correlato probabilmente con il consumo frequente di alcol e brodi caldissimi. O ancora il riso del sushi: spesso viene bagnato in sciroppo di prugna e acqua e zucchero. A livello di marketing in Occidente dà l’idea di una cosa sana e tantissimi sono convinti che abbia pochissime calorie. Ma non è così.”“Il riso del sushi viene bagnato in acqua e zucchero. Ma a livello di marketing in Occidente dà l’idea di una cosa “sana”
Questo appunto non vuol dire che non dobbiate mangiare sushi. Uno dei miei posti preferiti in Italia è Yuzuya, un ristorantino giapponese di Bologna dove faccio incetta di pollo fritto, cotoletta al curry e rotoli giganti farciti di ogni salmone e frittata. Prosegue Mocini: “Niente è sbagliato in senso più ampio all’interno di una dieta. Ma di frequente vedo che per i miei pazienti tutto ciò che è asiatico assume un'aura di "salutare" - basta pensare al controverso China Study. Se il sushi è un momento di svago e piacere nel nostro pattern alimentare ok. Ma se lo prendiamo per farci del bene sbagliamo. È come l’omeopatia. Il problema non è praticare l'omeopatia, è quello che non facciamo perché facciamo ‘già’ l’omeopatia convinti che sia la soluzione ai nostri problemi..”Niente è sbagliato in senso più ampio all’interno di una dieta. Ma di frequente vedo che per i miei pazienti tutto ciò che è asiatico assume un'aura di "salutare”
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