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Musica

Recensione: Vessel - Queen Of Golden Dogs

Vessel ha usato la moda neoclassica del momento per superarla e scrivere un disco ispiratissimo.
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Ahinoi, è successo quello che temevamo: la moda del “Medioevo digitale” o, meglio, del ritorno al neoclassico ha preso piede. Il che da una parte è curioso, perché di fatto è un ritorno a un’attitudine progressive che potrebbe far rabbrividire (e non parlo di progressive dance, ma proprio di progressive nel senso di Emerson Lake and Palmer). Stupisce che uno come Vessel cada nel tranello, nonostante ci abbia abituato ai cambi di pelle.

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Appena facciamo partire la prima traccia di Queen Of Golden Dogs rimaniamo incuriositi da questa sterzata netta rispetto alle sbriciolate elettroniche che ricordavamo. E la cosa ancora più interessante è che non è affatto neoclassico. Lasciamo da parte il discorso dei clavicembali, del ritorno al Medioevo, del barocco o del vittoriano, che salta fuori ogni volta che c'è un'uscita come questa: non c'è nulla di tutto questo. I “clavicembali” che qui sentite non sono altro che imitazione digitale di chitarre classiche con corde di nylon, al massimo un accenno di spinetta. La musica da camera qui contenuta, così come quella vocale, in realtà è più vicina a situazioni simil-Luigi Nono, a roba contemporanea o dodecafonica, che al Medioevo. In breve, chi si concentra sugli strumenti non si rende conto che è invece l’insieme delle cose a darci qualcosa di originale, che non ha reali riferimenti storici ma semmai mescola le carte.

Almeno per quanto riguarda Vessel, la cui intelligenza musicale è indiscutibile e lo mette al di sopra di Oneohtrix Point Never, che del “concept neo-prog” ha invece solo sviluppato l’aspetto più superficiale, infilandoci anche delle orrende canzoni che il David Gilmour di A Momentary Lapse of Reason faceva duemila volte meglio. Vessel, al contrario, pensa questo album come un continuo skip tra personalità multiple, generi sessuali e magia: ogni brano è dedicato a scrittrici e astrologhe e altre eroine, con un riferimento quasi fisso a Pessoa. Viene il dubbio che dietro ci sia anche uno strizzare d’occhio a Rick Wakeman col suo storico The Six Wives of Henry VIII, in cui ogni brano era una dedica alle sfortunate consorti del suddetto sire (anche la copertina alluderebbe a ciò).

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Ad ogni modo, soffermarsi troppo su sta cazzata del neoclassico vorrebbe dire non apprezzare i momenti sintetici articolatissimi, a volte davvero risucchia-mente, e all’abbondanza di ritmiche afro condite da campanacci finali che di classico hanno davvero poco e sono invece in zona reel to reel. Insomma, per dirla in due parole: Vessel ha scritto un grande disco che per ispirazione si stacca dalla media, relegando alla moda del momento il mero ruolo di mezzo per arrivare a un fine più importante, cioè la musica. Finalmente.

Queen Of Golden Dogs è uscito il 9 novembre per Tri-Angle.

TRACKLIST:
1. Fantasma (For Jasmine)
2. Good Animal (For Hannah)
3. Argo (For Maggie)
4. Zahir (For Eleanor)
5. Arcanum (For Christalla)
6. Glory Glory (For Tippi)
7. Torno-me Eles E Nau-e (For Remedios)
8. Paplu (Love That Moves The Sun)
9. Sand Tar Man Star (For Aurellia)

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