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Musica

Le listone di fine anno di Noisey

Ovvero le 10 cose preferite di ogni nostro collaboratore, in comodi elenchi pronti all'uso.

Ciao a tutti, questo che vedete ritratto qui sopra è il nucleo della redazione di Noisey, anche se ci sono tante persone che contribuiscono alla varietà e vitalità di questo sito. Come ogni anno, siamo giunti al momento in cui ricapitoliamo le cose belle successe negli ultimi 360 e passa giorni, ma dal momento che non è nelle nostre corde l'indole dittatoriale per cui da un anno ricco di musica ci si trova a classificare o ridurre a pochi album o pochi pezzi il materiale di valore prodotto, e dato che, come abbiamo specificato più volte, le liste sono una merda, abbiamo optato per chiedere a tutti i nostri collaboratori di elencarci le loro cose preferite del 2014. Per alcuni sono album, per altri concerti, per altri ancora cassette o esseri umani o iPod o gatti. Resta il fatto che, se non concordate con le nostre scelte non possiamo farci nulla se non invitarvi a compilare il sondaggio sui dischi dell'anno che abbiamo lanciato qualche tempo fa oppure, da bravi lettori di Noisey, a commentare con insulti qui sotto. Sì, vi vogliamo bene anche noi. Ecco quindi cos'è piaciuto a chi in questo matto anno appena passato:

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Sonia Garcia

- Litigare con la gente per via di Maruego. Un’esperienza su cui scrivere manuali. L’ho pure visto live quando non se lo inculava nessuno ed ero l’unica a urlare “Cioccolata”, e vantarsene in pubblico ha acuito i contrasti con gli intollerantissimi cavalieri della ratio. Quest’estate molti miei conoscenti si sono dimostrati profondamente ottusi quando si è trattato di motivare il disprezzo per la sua musica, e io ne ho riso molto. Cioè mi sono incazzata e ho odiato a dismisura, ma a pensarci bene è stato educativo. E non ho mai detto niente di meno ironico.

- Voices From The Lake al Terraforma. Il Terraforma ha dato senso al mio amarissimo giugno, e quel set lì, in quel luogo lì, per un attimo ha reso tutto perfetto. Ho anche quasi perdonato Mattia Costioli di non essere venuto.

- Concerti persi per cui uccidere. Chrome e Robedoor rispettivamente al Cox e a Macao. Nel primo caso colpa mia e solo mia—ho preferito andare a un concerto rap—nell’altro c’era di mezzo l’università, quindi ancora peggio. Non so perché infilo questo nella lista delle migliori cose del 2014, forse perché ha saputo farmi scagliare i migliori anatemi verso me stessa, la religione cattolica, e il Politecnico di Milano.

-

Sara.

Sara è la gattina di cinque mesi con cui vivo da fine agosto. Qui stavamo ascoltando

Ariel Kalma

.

- Ritrovare il mio scassatissimo iPod classic di 80 gb, praticamente della mia età, sotto al divano, dopo settimane di orrore in cui credevo fosse caduto in un tombino. Nessuno potrà mai capire.

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- La faccia di Matti nella foto con Ringo.

- Questa interazione su Facebook.

- Il post su Lou X. Sì, scusate se ne vado abbastanza fiera.
- Le reazioni dei rapper a Noisey Spit. Questo mi ha portato a fare la seguente scelta.
- La scelta di vita fatta quasi a fine anno. Basta rap, basta concerti rap al posto di concerti ben più grati all’intelletto, basta chiedermi premiere o recensioni—”recensione” è una parola che a Noisey non vuol dire un cazzo—di roba rap che fa oggettivamente schifo. Gel aveva ragione.

Valerio Mattioli

Vessel - Punish Honey
Un bel disco dall'Inghilterra.

E.E.K. - Live At the Cairo High Cinema Institute
Un bel disco dall'Egitto.

Golden Retriever - Seer
Un bel disco dagli USA.

Vanessa Rossetto - Whole Stories
Un altro bel disco dagli USA nonostante il nome sembri italiano.

Donato Epiro - Fiume Nero
Questo invece viene dall'Italia sul serio. In teoria è una raccolta di vecchi brani ma fa niente.

Umanzuki - Tropical Nature of Tiaso
Ancora italiani.

Sd Laika - Thatʼs Harakiri
Come quello di Vessel, anche questo è uscito su Tri Angle. Di tutta quell'infatuazione lì (quella pei triangoli, appunto), è l'etichetta che se l'è cavata meglio.

Fatima Al Qadiri - Asiatisch (vs.) Jar Moff - Financial Glam
Accelerazionismo turbocapitalista vs. Insurrezionalismo greco

Ragtime Frank - I'm A Rocketship For My Lord
Disco-disastro dell'anno.

Noura Mint Seymali - Tzenni
Un bel disco dalla Mauritania.

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Edoardo Vitale

Klara Lewis – Ett (Editions Mego)

L’esordio della svedese Klara Lewis è un fiore all’occhiello tra i tanti bei dischi usciti quest’anno per la label austriaca di Peter Rehberg.

Vessel – Punish, Honey (Tri Angle)
Una classifica di fine anno senza questo disco è priva di qualunque raziocinio. Il mio decalogo è del tutto arbitrario e potrebbe subire modifiche ogni mezz’ora, ma di sicuro non metterei mai in discussione la presenza di Punish, Honey. Considerando l’esibizione allo scorso Club to Club e il recentissimo video di “Red Sex” (che potete vedere qui) il 2014 di Vessel è da incorniciare.

Il sito web di Arca
A novembre è uscito Xen, un disco bellissimo. Ma vorrei porre l’accento sul sito ufficiale di Alejandro Ghersi perché secondo me è geniale. È scomodissimo da digitare e assomiglia a un blog di msn con navigabilità voto 4, eppure non riesco a smettere di scrollare.

Il video di "Peplum" - Heroin in Tahiti
Gli Heroin in Tahiti sono una delle poche cose davvero interessanti che abbiamo in Italia. Qualche mese fa su Noisey abbiamo avuto il piacere di ospitare la premiere del video di “Peplum”, diretto da Massimiliano Bomba. L’avrò guardato cinquecento volte.

Forest Swords live @ Circolo degli Artisti, Roma

L’ultimo disco di Forest Swords,

Engravings

, mi è piaciuto talmente tanto che anche se è uscito nel 2013 voglio per forza menzionarlo anche quest’anno. Nella nuova leva di produttori britannici Matthew Barnes è tra quelli con una maggiore cura dell’immagine e della performance (non per essere ripetitivi, ma al C2C 2013 fu uno spettacolo). Di solito mi dimentico dei concerti a distanza di una settimana, invece il suo live di aprile, è stato uno dei migliori a cui abbia assistito quest’anno.

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SD Laika - That’s Harakiri (Tri Angle)

Ok, forse ho un debole per tutto quello che proviene dalla Tri Angle, lo ammetto. Ma anche questo disco è un piccolo gioiellino sottovalutato. Forse l’unico difetto è che le tracce sono troppo brevi, ma merita meno silenzio attorno a sé.

Current 93 e Swans

È vero, David Tibet partorisce qualcosa ogni sei mesi e

I Am The Last Of All The Field That Fell

non è di sicuro la cosa migliore mai incisa dai Current 93 (anche se a me piace moltissimo). Stesso discorso vale per To be kind: non riesco a metterlo tra i più bei dischi degli Swans, sebbene per tutto l’anno ci si è dovuti sorbire il proselitismo improvviso attorno alla band e guai a parlarne male o a non fingersi eccitati per il volume con cui suona Gira. Resta il fatto che si tratta di due delle mie band preferite, che nel 2014 hanno pubblicato un nuovo album l’uno a distanza di poche settimane dall’altro, perciò evviva.

HTRK - Psychic 9-5 Club (Ghostly International)

Gli HTRK sono una di quelle band a cui ci si affeziona un po’ di più solo perché scoperte per caso, quando i video che pubblicavano su YouTube avevano 7 visualizzazioni. E allora c’è quell’insensato moto di orgoglio quando vanno sotto contratto con la stessa etichetta di Com Truise, Gold Panda, Tropic of Cancer etc. A quanto pare il prossimo anno passeranno anche in Italia per qualche data, non li ho mai visti live e sarà una bella prova del nove, ma quando metto su un loro disco poi rimane a girare per giorni.

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Xiu Xiu live @ El Barrio, Torino

Ho sempre pensato che gli Xiu Xiu fossero una specie di tigre di carta, una di quelle band che si spacciano sperimentali e insane, ma che poi alla fine sono roba per mezze calze. Non ho ancora formulato un giudizio definitivo su questa cosa, però ho ascoltato abbastanza bene l’ultimo disco e non mi dispiace per niente. Lo scorso maggio ero a Torino senza un cazzo da fare e sono andato a un loro concerto, forse sono stato condizionato perché è una città fantastica in cui tutto può sembrare bello, sta di fatto che mi è piaciuto.

S S S S – Administration of fear (Haunter Records)
La Haunter Records è una delle rare etichette che mette in circolazione elettronica come si deve in questo strano paese in cui non c’è neppure l’ombra di una vera cultura rock degna, perciò figuriamoci con l’industrial come siamo messi male. Questo EP è uno dei miei preferiti, ma vale la pena farsi un giro su tutta la discografia.

Claudio Biazzetti

LONE - REALITY TESTING
Disco dell’anno sull’etichetta del decennio. Ma tipo che si sapeva già a giugno. E poi mi ha portato una fortuna che non sto a raccontarvi.

TODD TERJE - IT’S ALBUM TIME
Era proprio tempo di cacciare fuori un album. Non so descrivervi l’affetto che provo per quel norvegese scampanato.

MR. OIZO - THE CHURCH
Vorrei essere un hacker per dare un’occhiata alla cronologia del browser di Quentin Dupieux aka Oizo. Credo che ¼ dei video porno dell’Internet arrivi dal suo hard disk sporco di pizza. Mi spiace solo che abbia abbandonato la nave Ed Banger, ridotta ormai ad una bagnarola fantasma.

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GHOSTFACE KILLAH - 36 SEASONS
Non ascolto altro da una settimana. E’ come se il disco dei Wu-Tang non fosse mai uscito.

[MOGWAI - RAVE TAPES](http://MOGWAI - RAVE TAPES)
D’accordo, siamo a qualche parsec da Hardcore Will Never Die, But You Will però bisogna riconoscere che sia stato il primo discone del 2014.

GODFLESH - A WORLD LIT ONLY BY FIRE
Ciao Alessandri Birsa Francesco, so bene che non è Disconnettected e loro non sono i Greymachine però ammetterai che certi comeback sono meglio di altri (leggi: Rancid).

MR. MITCH - PARALLEL MEMORIES
Ottimo per spegnere le sinapsi e abbandonarsi a strumentali grime viaggiosi. “Bullion” è un tunnel.

CLARK - CLARK
Clark. Warp. Non servono altre parole.

FKA TWIGS - LP1
Disco assurdo. Credo che FKA Twigs sia la donna più sensuale mai esistita. Nei miei sogni erotici ha superato persino Sabrina Salerno, capolista incontrastata sin dall’età puberale.

Demented Burrocacao

Premessa: fare liste dei migliori dischi dell’anno è veramente una cazzata, anche perché i veri dischi della madonna si vedono alla lunga distanza e non in 12 mesi, per dio. Diciamo che questa è la lista di quelli usciti da poco che mi ascolto. Altrimenti boh, preferisco ascoltare il silenzio che è la migliore musica, come diceva Zucchero. 1 – EEK - Live at the Cairo High Cinema Institute (Nashazphone)
Che dire se non che questo disco è uscito proprio ai primi del 2014, superando ogni aspettativa nel campo della world music “degenerata”. È registrato col culo, le saturazioni sono ovunque, ci sono spruzzi di 8 bit, di roba tradizionale egiziana, di metal riveduto e scorretto tutto suonato a manetta come usa nei selvaggi party capitanati dal tastierista Islam Chipsy. Bomba atomica.

2 – NASTRO – Terzo Mondo (Upside Down Recordings)
Ma la world music indisciplinata ce l’abbiamo anche noi: i Nastro sono alla loro seconda prova in duo, superato il primo periodo in cui erano troppo new wave per fare breccia, oramai sono maturi per il botto. Roba registrata col cellulare, ma in maniera che manco agli Electric Ladyland. Ritmi spezzati di un Africa da stazione Termini, synth impazziti tipo Residents de Decima, musica di pregio trovata nella spazzatura e venduta al mercato zingaro. Uno dei migliori–e ahimè non spinti a dovere–gruppi italiani degli ultimi anni. 3 – Clipping - CLPPNG (Sub Pop)
In un'era in cui l’hip hop sta diventando una barzelletta è necessario schierarsi in zona abstract. E i Clipping ci fanno un discone infilando l’old school nel rumore digitale e in liriche da neo scenari urbani: dalla strada si è passati a campionare i fischi degli ascensori rotti del centro commerciale. Ci sono anche membri dei Captain Ahab quindi che volere ancora dalla vita? Magari un prossimo disco ancora più duro.

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4 – The Group — The Feedback (Shema)
Non poteva mancare una ristampa fra i miei likes, e non c’era dubbio che cadessi su questo disco. Non tanto per come è rimasterizzato (a mio parere troppe compressioni), quanto per quello che significa: riscrivere la storia mondiale del kraut, del jazz rock e anche della impro weird partendo dall’Italia. Ancora nel 2014 nessuno ha raggiunto Morricone, Egisto Macchi, Franco Evangelisti e compagnia bella, tant’è che appunto è come fosse uscito ieri. Ma l’anno è il 1970. 5 - Prince – Art Official Age (Warner Bros)
Fra le vecchie glorie l’ultimo postumo del fu Micheal Jackson mi aveva quasi accecato. Poi invece ritorna Prince vivo e vegeto con questo discone, in cui tutte le sue influenze storiche vengono riattualizzate con arrangiamenti improbabili ed estremi, pitch vocali al limite e la tipica schizofrenia gender/musicale del genietto di Minneapolis. Stavolta la Warner Bros si è piegata, non poteva fare altrimenti: un disco suo batte tutte le nuove leve r’n’b, non ci sono cazzi.

6 - Tommaso Battistelli – Purpose (Selvaelettrica / Supremal Unjustice)
Per una volta mi sbilancio alla grandissima, essendo coproduttore di questo piccolo capolavoro. Ovviamente se lo avesse pubblicato qualcun altro l’avrei comprato a scatola chiusa, essendo uno dei pochi punti di contatto italiani fra le esperienze à la Marchetti e l’attualità rumoroso/meditativa/dronica. Paesaggi mangiati da un nastro magnetico in cui il tempo diventa sostanza. Certo, il ragazzo è una testa calda, ma se saprà aprire il terzo occhio ne vedremo delle belle.

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7 – Behemoth – the Satanist (Nuclear Blast)
Bè, già dal titolo un capolavoro, questa storica band polacca senza mezzi termini ti spappola in faccia un death metal black che ha già fatto il pieno di recensioni positive, perché non potrebbe essere altrimenti. D’altronde i pezzi sono un continuo inno a Satana orchestrato coi controcazzi, e più che altro sono un manifesto teologico: la musica migliore per ricordare ai vostri vicini di andare a messa.

8 - Underground wave vol. 4 (Walhalla Records)
Acquistata in una delle mie ultime scorribande oltralpe, questa compilation raccoglie alcune fra le migliori esemplari della “cassette scene” della minimal wave belga anni Ottanta, talvolta oscure ai più. Con titoli rassicuranti come POWER HATE DESTRUCTION tutto è possibile e si aprono nuovi scenari post apocalittici e monocordi sui quali ballare a slego.

9 - Nazoranai - The Most Painful Time Happens Only Once Has It Arrived Already… ? (Ideologic Organ)
Il supergruppone di Stephen O'Malley, Oren Ambarchi e Keiji Haino ci regala questo live registrato come in una grotta umida. Il contenuto è un vuoto infernale fatto caciara che è quello che chiediamo dalla musica di oggi: essere esausta prima ancora di emettere un solo suono. Colonna sonora dei bombardamenti che verranno. Disco immenso.

10 – Market - s/t (Guggenheim Archive)
Questi simpatici finlandesi fanno quello che chiamerei “inascoltabile pop”, fatto con intenzioni pop ma redatto con suoni al limite del mal di testa. Una specie di “electronic sound” di George Harrison virato Jar Moff virato boh… che cazzo ne so? Qualcosa che probabilmente piacerà ai vostri figli in futuro, per ora stiamo qui a origliare cercando il bandolo della matassa sonora.

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Francesco Farabegoli

LE CANZONI SCEME CHE HO FAVORITO NELL’ANNO 2014
Nel 2014 ho ascoltato poca musica. Queste sono le canzoni che preferisco.

SHELLAC – RIDING BIKES
È una canzone costruita su un uno-due di batteria sempre uguale a cui corrisponde un giro di basso sempre uguale, una di quelle cose per cui stravedo e per cui se non stravedete (parere personale) state perdendovi qualcosa. Nell’ultimo minuto Steve Albini iniza a cantare EEEEEEEEH I’m riding bikes e tutti e tre gli Shellac si mettono a fare il coretto “EEEEEEHHH” a turni casuali, tipo Vasco Rossi ma minimal-noise. Vince di misura sulla canzone successiva, nella quale Albini canta CHAH CHAH CHAH al posto di EEEEEH. Disco del decennio in corso, btw.

SUN KIL MOON – JIM WISE
Se non erro è l’unica canzone del nuovo disco di Kozelek (il più clamoroso caso di risurrezione dal 33 dC a oggi) in cui non è presente la chitarrina acustica, una canzoncina pop di tre minuti fatta con un organetto o un mellotron o quel che è (non me ne intendo). Oltretutto è il più solare: racconta di Mark Kozelek che va a trovare un amico del padre di nome Jim Wise, che sta ai domiciliari perchè ha fatto un'eutanasia alla moglie e poi s'è sparato ma la pistola si è inceppata e ora vive col braccialetto alla caviglia.

CHARLI XCX – BOOM CLAP
Beh non è che quest’anno ci siano stati pezzi superpop che ci hanno detto davvero qualcosa della nostra vita. Di Charli XCX non so niente a parte che ha delle X nel nome come i Roxette e ha fatto una canzone dal titolo Boom Clap che cita i Roxette sia nel titolo che copiando brutalmente la musica (che ok, non sarà eticamente correttissimo ma sempre meglio che copiare black music casuale e far sempre e solo la figura dell’artista soulful).

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GIUSY FERRERI – TI PORTO A CENA CON ME
Vincitrice morale dell’ultimo festival di Sanremo e del premio della Critica allo stesso Festival, di un vitalizio Bacchelli e di un trapianto di cuore a chi lo ha ascoltato con la mia frequenza (quindici-sedici volte al giorno per quattro mesi).

DEERHOOF – TINY BUBBLES
Inizia con un arpeggio vagamente Morricone epoca western per settare l’atmosfera, poi attacca una chitarra tipo Santana e piastra giù un riff tamarrissimo, finchè inizia una batteria math a rovescio che fa il solito giochino Deerhoof della decontestualizzazione, la chitarra di Santana smette e inizia quell’altra che arpeggia pulita tipo pezzo funky senza il funk sotto, poi torna la chitarra di Santana ma fa una roba diversa che non c’entra un cazzo, a metà nu metal ma non distorto e ribassato e stoner di quei gruppi minori tutti uguali che uscivano nel ’99, diciamo. Quando tutto sta diventando ridondante entra la voce di Satomi e inizia a definire a grandi linee la linea melodica del pezzo. Questo nel primo minuto e dieci secondi di canzone, poi cambia un po’.

LO STATO SOCIALE – TE PER CANZONE UNA SCRITTO HO
Non voglio spiegarla perché arriverebbe qualcuno di simpatico e sagace e intelligentissimo e tirerebbe fuori argomentazioni contro Lo Stato Sociale, questa canzone nello specifico e qualche stupidissima idea su uno snobismo culturale di secondo, terzo o quinto grado che il simpaticone in oggetto si degna di lanciare alla mia direzione cercando di farmi annegare nella sua sborra. Nel frattempo questa canzoncina inaccettabile continua a essere meravigliosa e da me ascoltata in barba alle vostre lauree del cazzo.

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THE FLAMING LIPS WITH MILEY CYRUS E QUALCUN ALTRO – LUCY IN THE SKY WITH DIAMONDS
È impossibile non tifare per Miley Cyrus e la sua strategia di uscite a cazzo per diventare la nuova Marilyn Manson e la nuova Papa Francesco del pop. Sul serio, è adorabile e tifo per lei, e se si prendesse il disturbo –la prossima volta- di realizzare un disco ascoltabile, le sarei ancora più grato. Nell’attesa che ciò succeda mi godo questo ennesimo rigurgito artistico realizzato con la mano sinistra assieme ai Flaming Lips (dei quali è diventata la nuova musa, sostituendo una Ke$ha in caduta ormai libera); lanciatissimi in tag team a sconvolgere la terribile Lucy in the Sky with Diamonds, rendendola piacevole e meritevole di riascolti, 10.0.

ALVVAYS – ADULT DIVERSION
Se c’è una cosa che detesto sono i rigurgiti tra surf e shitgaze con voce femminile tipo vorrei essere le Ronettes del post-11 settembre, uno sport ultra-praticato che ci ha dato artisti che odio ricordare di tanto in tanto, tipo Beasty Coasty o quelle robe pesaresi (no, scherzo, sono persone bellissime, davvero, li adoro, ma la musica non la sopporto). Questi qui, di nome Alvvays con due V al posto della W come quel burino di Wavves, mi hanno dimostrato che bastava fare un disco con dei pezzi della madonna per rendere sopportabile persino questo specifico genere musicale. Continuo a non considerarlo un genere di cui ricordo i titoli, per cui metto quello della traccia 1, ma insomma.

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NINOS DU BRASIL – LEGIÕES DE CUPINS
Nico Vascellari ha questa capacità di sembrare un turista della musica pop, uno di quelli che sono sempre post-tutto quello che fanno, e al contempo tutte le cose musicali a cui mette mano sono progetti che nella loro linearità mi fanno desiderare di copiarli a man bassa, di far proprio quella roba specifica lì come se avessi diciassette anni. Mica marmellatine.

U2 – THE MIRACLE (OF JOEY RAMONE)
No, scherzo, mi son fatto rimuovere il disco da iTunes. Volevo metterci un pezzo del disco di Aphex Swift ma mi fa fatica cercare i titoli.

Mattia Costioli

Mi hanno detto che la foto che è stata scelta per me fa molto ridere, ma purtroppo non mi è permesso di vederla prima della pubblicazione, quindi non so immaginare con che tono starete leggendo questa roba. Ad ogni modo, queste sono le mie cose preferite del 2014, ne mancano alcune (ad esempio il mio gatto o Virginia W. Ricci sexy con gli occhiali), ma a un certo punto della lista mi sembrava giusto cominciare a parlare di musica (lol, no).

-Quella volta che Furtherset mi ha mandato la cassettina
Se c'è una cosa che ho capito nell'ultimo anno è che l'ultimo posto del centopiedi umano è occupato da Tommaso Pandolfi. Tommaso, hai rovinato internet, ma il tuo disco è ok.

-Quando Cuushe ci ha fatto un mixtape
Ci siamo mandati 24 mail in inglese senza che nessuno dei due fosse in grado di farlo. Cuushe, sei sempre più la mia cantante preferita.

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-Tutte le volte che proponete qualcosa di bello
Perché forse l'avete fiutato che sono l'unica persona dotata di un cuore a Noisey, vi prego, smettetela di propormi la merda, perché io ci soffro a dirvi di no.

-Lese Majesty

Per fortuna non abbiamo fatto una classifica dei dischi del 2014, così posso mettere questo, che è stato inciso tra vent'anni. Disco dell'anno (2034).

-Quando ho trovato Dal Basso al mercatino
L'ho pagato coi soldi del rimborso spese per il concerto di Povia, il che mi porta direttamente a Giuseppe Povia, ma la mia foto preferita l’ha già postata Virginia…

-Quindi scelgo il pranzo a Newtopia con J-Ax
Se a un certo punto vi rendete conto che Povia e J-Ax capiscono internet meglio di voi, allora è il momento di farsi due domande.

-Benji
Tutto già detto.

-La festa di Noisey con Evian Christ

-L'osservatorio della musica di Francesco Birsa Alessandri

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Pubblicazione di Alberto Innella.

-Peacemaker
Disco dell'anno (2014).

LO $WAGGHETTO

10) OVVIAMENTE NELLA NOSTRA CLASSIFICA NON PUÒ CHE ESSERCI UN EVERGREEN CHE MAI MORIRÀ COME IL PICCOLO LUCIO, PRIMA NELLE VESTI DI EMINEM

POI NELLE VESTI DI BRACCIO DESTRO DI A$AP ROCKY.

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9) DOPO IL GIOVANE TALENTO LUCIO VARIO, FA CAPOLINO NELLA NOSTRA TOP 10 L’UNICO E INIMITABILE REDMAN, CHE CON LA SUA ULTIMA HIT “DUNFIATO” HA SPIAZZATO ANCHE IL PIÙ ALLENATO DEI SPARA-RIME SPUTANDO VERSI PER 3 MINUTI SPACCATI MENTRE SI SPACCAVA UNA ZANCA DI OTTIMA INDICA.

8) SI SCALA LA CLASSIFICA E COME DIMENTICARE L’UNICO, INIMITABILE, ESA? CUORE VERO DEI SANGUE MISTO, QUEST’ANNO IL FUNKYPREZ HA AVUTO UN MOMENTO DI DIFFICOLTÀ AFASICA QUANDO, POCO PRIMA DI DISSARE FRITZ IL GATTO, SI È BRASATO UN TOT DI SILLABE GENERANDO RISULTATI PIUTTOSTO ILARI. NOI DELLO SWAGGHETTO ABBIAMO SFRUTTATO L’OCCASIONE PER DARE SPAZIO A GRANDI TALENTI ITALIANI, CON UN CONTEST BASATO SU UN BEAT DONATOCI NIENTEPOPODIMENO CHE DAI VERSI GUTTURALI DI ESA.

7) DOPO DI ESA SI UNISCE ALLA LOTTA PER LA VETTA UN ALTRO FUORICLASSE. LUI. L’UNICO. CARLO GIOVANARDI, CHE IN UN EROICO SCONTRO CON FEDEZ E COR CHICORIA HA LETTERALMENTE SBARAGLIATO LA CONCORRENZA, SPUTANDO DEI DILANIANTI VERSI DA DISS E CONQUISTANDOSI ANCHE UN POSTO NELL’ULTIMO MACHETE MIXTAPE.

6) QUESTO È STATO L’ANNO DELLE COSE BELLE. SE L’ANNO SCORSO LA METÀ CLASSIFICA SAREBBE STATA INDUBBIAMENTE CONQUISTATA DA CHIEF KEEF CON LOVE SOSA, È FUTURE IL CHIEF KEEF DEL 2014 CON LA SUA, ELOQUENTEMENTE DIDATTICA ‘MOVE THAT DOPE’, IN COLLABO CON NIENTEPOPODIMENO CHE PHARELL WILLIAMS E PUSHA T. MOVE THAT DOPE NIGGA. SMAZZACE LA BAMBA. 5) IL QUINTO È UN POSTO INFAME, PERCHÈ SE DA UN LATO CHI STA QUI È GIÀ NELLA TOP 5, DALL’ALTRO RIMANE SEMPRE L’ULTIMO DELLA TOP 5. QUINDI PER NON FARE TORTI A NESSUNO IL QUINTO POSTO DI QUESTA CLASSIFICA È ASSEGNATO AD UN BONUS. IL NOSTRO QUINTO POSTO È DEL GABIBBO CHE SI SPEZZA L’OSSO DEL COLLO.

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4) UNO DEI BEST TORMENTONI RIVELAZIONE DEL 2014 È SENZA DUBBIO DA RICONOSCERE A QUEL FENOMENO DI T-PAIN, CHE HA FATTO IL BABBO DI PROVINCIA PER DEGLI ANNI A SUON DI AUTOTUNE PER POI SALTARE FUORI DI PUNTO IN BIANCO CON UNA VOCE CHE FREDDIE MERCURY STATTE FERMO E IMPARA.

3) LA SITUA SI STA FACENDO TESA, SIAMO ORMAI SUL PODIO E DA QUI IN POI LA LOTTA SI FA SPIETATA. ORA RIFLETTIAMO ASSIEME. VE LA RICORDATE ‘IL RAGAZZO D’ORO’? DI GUÈ P E CANEDA, QUALCHE ANNO FA. COL LORO ‘BIANCO’ AVEVANO LETTERALMENTE SBANCATO IL BANCO DEI TORMENTONI, DEVASTANDO E OBLITERANDO QUALUNQUE TIPO DI CONCORRENTE. E IL 2014? CHE CI HA REGALATO? … TI PRENDO DAI CAPELLI KHO TI DO UNA GINOCCHIATA. MARUEGO È COLUI CHE TU VORRESTI ESSERE E MAI SARAI.

2) LA MUSICA È MOLTO BELLA. IL RAP È MOLTO BELLO. LA POLITICA TALVOLTA È MOLTO BELLA. MA LA COSA PIÙ BELLA CAPITA QUANDO QUESTI DUE MONDI COLLIDONO. L’ABBIAMO GIÀ VISTO PRIMA CON GIOVANARDI E CHICORIA, CHE ADDIRITTURA ARRIVA A FILMARSI MENTRE CONCORRE PER DIVENTARE IL RAPPER OF THE YEAR 2K14. COSA PUÒ ESSERCI, QUINDI, DI MEGLIO DI LUI? ESATTO CARI SWAGGHERI: R-E-N-A-T-O-B-R-U-N-E-T-T-A, CHE NELLE SUE DISCUSSIONI TWITTERESCHE CON FEDEZ, ARGOMENTO: RAGAZZE GRASSE, SBARAGLIA OGNI AVVERSARIO CON UNA PUNCHLINE TANTO SINTETICA QUANTO L A P I D A R I A:

1) DOPO 9 EROICHE POSIZIONI IL PODIO RIMANE UNO SOLO. PENSAVATE SAREBBE STATO DI MARUEGO CON ‘CIOCCOLATA’? SBAGLIATO. PENSAVATE SAREBBE ANDATO A QUALCHE DISS ESTEMPORANEO COME PER LA SECONDA POSIZIONE? ASSOLUTAMENTE NO. SAPPIAMO TUTTI QUAL È STATO L’UNICO VERO TORMENTONE DEL 2014, SENZA ALCUN TIPO DI RIVALE. È LUI: IL PABLO ESCOBAR DELLO ZUCCHERO A VELO, IL SICK BOY DELLE BUSTE PIENE DI CIOBAR, L’OSAMA BIN-LADEN DELLO SHOW BUSINESS. L’ASSO NELLA MANICA DEI FRATELLI VANZINA: GIANCARLO MAGALLI.

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Francesco Birsa Alessandri

- IL DISCO DELL’ANNO, che per me è Punish, Honey di Vessel: oscuro e violento in una maniera molto sensata, emotivamente contorto, erotico e allo stesso tempo piuttosto concettuale, direi anche politico. Fa un uso molto originale dello spazio organico e dei corpi elettronici. Lo vedo un po’ come una prosecuzione di un altro capolavoro degli ultimi tempi, cioè l’album dei Raime: reazione violenta dopo la loro distopia trascendentale. CI vorrebbero più dischi così in giro. Anzi, ci vorrebbe più gente con l’urgenza di fare un disco del genere. - ALTRA ROBA BELLA USCITA QUEST’ANNO: James Hoff, Stefan Jaworzyn, V/Vm, TCF, Valerio Tricoli, SD Laika, Untold, Croatian Amor, Shapednoise, Puce Mary, Haf Haf, Monica Hits The Ground, Vladislav Delay, Donato Epiro… - IL BANGERONE DA DANCEFLOOR Paula Temple - “Deathvox”. Se serve che ve lo spieghi non capite una sega di techno e io non voglio parlare con voi.

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L’INTERVISTA CHE MI È PIACIUTO DI PIÙ FARE

: Sono indeciso. A

Morphosis

ne ho fatte due, una meglio dell’altra (la seconda la vedrete tra poco), ma pure quella con Florian Hecker è stata cibo per il cervello. Si tratta, in entrambi i casi, di persone molto intelligenti, per cui interrogarsi e riflettere sulla propria musica non è niente di nuovo, ma parte della loro ricerca personale quotidiana. Il che rende ovviamente bellissimo conversarci.

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LA MUSICISTA CHE SONO PIÙ CONTENTO DI AVERE CONOSCIUTO

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: Suzanne Ciani. Perché in vita mia non avevo mai incontrato una persona di 68 anni con una storia così importante alle spalle ma ancora dotata di tanto entusiasmo e tanta energia. Era contentissima di suonare in uno spazio occupato e riconvertito, di conoscere giovani musicisti, di stare in giro tutta la notte, di imparare cose nuove. Ce l’avevo seduta davanti a cena ma ho evitato di dirle che quando ho visto

questo

mi sono un po’ innamorato di lei.

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L’ARTISTA PIÙ AVANTI DI TUTTI

È ancora Holly Herndon. Non sono tanti ad avere le idee così chiare sull’iper-contemporaneità.

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IL DJ SET DELL’ANNO

: Di nuovo

Morphosis, a Terraforma

. Riottoso, eclettico, spirituale e molto personale. Tutto quello che voglio dalla musica, sul serio. Certo, pure quando Regis al Tresor ha suonato quei remix assurdi di “Join In The Chant” e “Come To Daddy” mi sono venuti i brividi.

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LA SODDISFAZIONE PERSONALE LEGATA ALLA MUSICA

: I piccoli passi fatti da Haunter Records e quello che è successo tra le mura di Macao. Non è per farmi pubblicità: in queste cose sono coinvolte tante persone dotate di idee e fotta fuori dal comune, gli voglio bene e sono orgoglioso di stare in mezzo a loro. Lo stesso vale per la redazione di Noisey.

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IL LIVE PIÙ BELLO

Ne ho visti talmente tanti che non saprei davvero decidere. Probabilmente Shapednoise a Macao.

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IL REMIX DELL’ANNO

Akkord - “HTH020 (The Haxan Cloak’s Cloud of Witness)” Ci resto scemo tutte le volte che lo riascolto.

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Virginia W. Ricci

In questo 2014 mi sono resa conto che le mie affinità con il rispettato collega Birsa sono sempre più accentuate, tanto che concordo con gran parte dei punti del suo elenco (il remix di The Haxan Cloak è davvero una bomba così come il pezzo di Paula Temple, e lo stesso vale per i set da lui menzionati) e ho iniziato pure a vestirmi di nero. Ahia. Per spezzare questo preoccupante processo di morphing, oltre a non tagliarmi MAI i capelli come lui, riempirò la mia lista di cazzate. Le mie cose preferite dell'anno sono state:

- Dario Margeli che difende VICE.

- Le foto di Sonia G con i suoi idoli rap

- Il Terraforma.

- Haunter Records e Gang Of Ducks.

- Il live di Lorenzo Senni al Club2Club.

- Il video di FKA che canta in messico

- Sloweddownfunk di Delroy Edwards (Another proof that G-Funk is more than music)

- Leyland Kirby (1) e (2) che tra l'altro ha 40 anni ora, auguri vecio.

- Il mix dei Dylan God per Impeto Records:

- Questa foto in cui Povia si prende gioco di Mattia Costioli.

- E infine ecco un breve elenco degli album che hanno accompagnato il mio 2014: per evitare classifiche che non sono assolutamente in grado di redigere, ho creato una playlist in cui ci sono più o meno tutti, premesso che il titolo di miglior album lo vince Vessel, parimerito, a mio parere, con gli Iceage. Siccome Spotify è deficiente, alla playlist mancano alcuni album che mi sono piaciuti parecchio (Gunnar Haslam, Weval, Andy Stott, Answer Code Request… E ce ne saranno circa altri mille ma ho la memoria molto labile) e ho escluso quelli italiani, che per comodità ho elencato da un'altra parte (oh se proprio li volete sapere, sono Niagara, Furtherset, Lorenzo Senni, Populous, Clap! Clap!, Chevel, Petit Singe, Donato Epiro, Johnny Marsiglia). Però la mia playlist contiene esattamente 366 tracce, ovvero i giorni di un anno bisestile, manco a farlo apposta.

- Questi video:

Fatti i giusti bilanci, vi comunichiamo che l'uomo dell'anno della redazione di Noisey non è Vessel, non è Bono, non è FKA Twigs, non è Mattia Costioli, ma il titolo è stato vinto a mani basse dal nostro personale idolo Deckard Soundman Fonico, di cui potete ascoltare il concept EP qui.

Ok, eccoci giunti alla fine. Vi auguriamo felici feste e uno splendido anno nuovo, pieno di musica che vi piacerà molto e di persone a cui vorrete bene e che stimerete come noi amiamo e stimiamo i nostri collaboratori.

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