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Musica

Recensione: Jung An Tagen - Agent Im Objekt

Se tutto il pop si convertisse a roba come questa forse finalmente ci libereremmo dell’indie.

Fortunatamente l'Austria non produce solo grandissime teste di cazzo razziste, ma anche dei capoccioni multiformi che con la loro concezione di musica elettronica astratta e nello stesso tempo “molecolare” (cioè proprio collegata a discorsi fisico-matematici e per questo naturali, perché la natura è chimica) sono in grado di aprire la mente e abbattere ogni frontiera.

È il caso del nostro Stefan Juster a.k.a. Jung An Tagen, militante nel collettivo audiovisivo Virtual Institute Vienna: lo avevamo lasciato con lo scoppiettante Das Fest der Reichen (che tra l’altro per quanto ve ne possa fregare possiedo in vinile) e ora ritorna con questo disco a perfezionare la formula del precedente. Sempre supportato da Editions Mego, che da sempre ci propone dischi che pendono più dalla parte della qualità che delle mode (a parte qualche eccezione che conferma la regola), stavolta Stefan si dà a un certo tipo di “accelerazionismo cinetico”. Possiamo usare quella parola senza bestemmiare perché qui, finalmente, non si scimmiotta nessuno, ma si cerca un angolo di paradiso elettronico dove invece di solito regna la posa.

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In punta di piedi Stefan ci fa entrare dentro le forme invisibili di un DNA artificiale che però, guarda caso, è il nostro. Siamo tutte macchine quindi? Siamo tutti oggetti? Come recita la seconda traccia, “How is that possible” che ancora campiamo? Misteri irrisolti che nella loro aleatorietà ci riportano alla sensazione iniziale di un big bang tutto da esplorare.

Il disco, insomma, è una piacevole conferma e potrebbe portare il nostro Stefan verso un pubblico molto meno di nicchia, oserei dire anche più pop nell’accezione nobile del termine. Se tutto il pop si convertisse a roba come questa forse finalmente ci libereremmo dell’indie. Ma non divaghiamo. Abbiamo detto che è una conferma, ma nessuno è perfetto. Quella di questo disco è che a volte il nostro si sofferma ancora sulla tecnica dello Shepard tone, che a nostro parere il suo collega d’etichetta Marcus Schmickler aveva già sviscerato in passato con eccellenti risultati, mentre qui nulla si aggiunge e nulla si toglie. Ma è un peccato veniale, considerato che nell’elettronica moderna la vanagloria è ancora di casa, qui invece c’è solo ciccia; e la ciccia, a volte, se è buona si può pure bruciare.

Agent Im Objekt è uscito il 23 febbraio per Editions Mego.

Ascolta Agent Im Objekt su Spotify:

TRACKLIST:
1. 20:02 [3] starts logging #public
2. 20:03 HOW IS THAT POSSIBLE?
3. 20:03 IT WAS TOTALLY INVISIBLE
4. 20:32 8°13'03.6"N 16°21'35.1"E
5. 20:36 [3] is now known as 0
6. 20:37 … (idle for 38mn)
7. 21:14 IT’S BURIED OUT THERE
8. 22:53 [0] sets mode
9. 22:54 … (layer two)
10. 23:02 NINE SECONDS LOST
11. 23:08 THIS WAS THE LAST MESSAGE
12. 23:59 [0] off (Ping timeout: 2sec)

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