La Festa dei Gigli è la tradizione più hardcore della Campania
Tutte le foto di Michel Liguori tranne dove indicato.

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Musica

La Festa dei Gigli è la tradizione più hardcore della Campania

C’è una città della provincia di Napoli che nel mese di giugno si riempie di musica, paranze, parolieri e obelischi alti 25 metri portati a spalle. Una specie di rave vecchio qualche secolo.

Nola è la città natale dei miei genitori e quando sei figlia di genitori meridionali campani ci sono diverse cose delle quali sei riconoscente: la prima è che sai che sapore ha davvero un pomodoro e la seconda, nel mio preciso caso, è che conosci la Festa dei Gigli.

Spiegare cos'è la Festa dei Gigli penso sia uno dei compiti tra i più difficili che mi siano mai capitati perché la festa, come per ogni situazione o cosa che non sai come definire, la devi solo vivere per anche solamente avvicinarti alla sua essenza. E qualora aveste l'opportunità di parteciparvi sono altrettanto convinta che vi ci vorrebbero dei giorni per metabolizzarla e riprendervi del tutto.

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La Festa dei Gigli, patrimonio immateriale dell'Unesco dal 2013, nasce come festa popolare e coniuga storia e leggenda in una manifestazione che inizia in onore di San Paolino, Vescovo di Nola. Paolino, nel 431, di ritorno da un lungo periodo di prigionia presso i Vandali, fu accolto dalla sua gente con dei grandi gigli, divenuti quindi simbolo della fede e dell'amore per il Santo Patrono che si fece schiavo per andare a salvare in Africa il figlio di una vedova. Questi fiori, utilizzati in un primo momento come semplice ornamento dei ceri portati in processione, sono mutati, nel tempo, in vere e proprie strutture lignee create da artigiani, carpentieri e falegnami. La Festa che ha tutta l'aria di inciampare nelle reti del tradizionalismo meridionale esagerato e distorto rimane per i nolani un bisogno, una necessità. Una Festa cristiana ma con venature pagane, mistiche e grottesche che lascia davvero poco spazio all'immaginazione.

nola festa dei gigli napoli

La festa è 'nu burdell', si protrae per quasi praticamente tutto il mese di giugno e si attende un anno intero.

I gigli sono otto più la barca, simbolo reale delle venuta via mare di San Paolino. Questi obelischi alti 25 metri e pesanti più di 40 quintali sono costruiti a regola d'arte sul sistema della borda: un asse centrale sul quale sono collegati tutti gli elementi strutturali, divisi in sei blocchi dal basso verso l'alto, garantendone flessibilità ed elasticità. I Gigli vengono sollevati da 120 uomini circa attraverso una serie di varre e varritielli, ovvero barre e barrette. Le prime sono fisse mentre le seconde, laterali, sono mobili così da poterle sfilare nei punti più stretti dei vicoli. Entrambe sono realizzate in legno di castagno o pioppo e manovrate a spalla dai cullatori, in dialetto cullature, che insieme compongono la paranza. Il termine stesso rimanda al moto del cullare, di fatti il plotone di uomini che fanno danzare il giglio si muovono secondo un moto oscillatorio deciso e costante.

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Quello che sorregge e fa funzionare da sempre la festa è sicuramente la dedizione e professionalità organizzativa di chi la mette in piedi.

Tutti si vestono di superpoteri e in brevissimo tempo falegnami e maestri d'arte si trasformano in eroi. Sfidano la forza di gravità per dare forma agli obelischi mastodontici e si arrampicano senza paura lungo i 25 metri della struttura. È tradizione che i gigli non possano essere costruiti o trasportati fuori dal centro storico chiamato volgarmente 'ncopp'e serece, cioè oltre il selciato antico. Il rivestimento di ogni giglio è interamente nelle mani di artisti cartapestai e decoratori di stucco napoletani che creano, montano, dipingono, assemblano e infine controllano la perpendicolarità della struttura cercando di rispettare la centralità della borda.

Nola festa dei gigli Napoli

Ogni giglio è simbolo di un'arte o mestiere e sfila per la città secondo un ordine ben preciso: Ortolano, Salumiere, Bettoliere, Barca, Beccaio, Calzolaio, Fabbro e Sarto. Ogni corporazione ha il suo capo paranza che ha il compito di porsi davanti al giglio e impartire ordini di andatura. Ogni anno per ogni paranza subentra un nuovo Maestro di Festa, una sorta di MC, che supervisiona e segue l'amministrazione del proprio giglio.

Sappiate che quello che fin qui potrebbe sembrarvi una semi canonica prassi da processione folkloristica italiana non lo è.

Il clima di festa, lo sforzo innaturale dei cullatori, l'intera organizzazione, l'arte, la musica e la devozione che accompagna tutta la cerimonia è qualcosa capace di annullare ogni tipo di pregiudizio. Niente è banale o retoricamente fastidioso, tutto è eccessivamente fantastico.

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Sono diversi i momenti che scandiscono il giugno nolano, ma quello clou è sicuramente la sfilata della domenica: "la grande ballata". Dopo un anno di attesa i gigli posso sfilare a tempo di musica lungo un percorso circoscritto e ostico per il centro storico di Nola. Il percorso nei secoli è rimasto quasi invariato e si snoda per le viuzze della città superando non pochi ostacoli.

I punti salienti del percorso lungo il quale si svolge la Ballata dei Gigli sono quattro: Girata Addù Ciccio 'a caparossa (via S. Felice), Girata For'e carcere (via Merliano), Passaggio For'o Salvatore (piazza Calabrese), Passaggio 'O vico 'e Piciocchi (via Camillo de Notaris).

Nola Festa dei Gigli Napoli

Ogni snodo ha delle particolarità, degli intralci da superare e quando a sfilare è un mostro altro 24 metri le cose si complicano notevolmente.

Tutto è nelle spalle dei cullatori e del capo paranza che studia e dirige la marcia degli uomini. Poter trasportare il giglio in spalla è un onore e quello che avviene alle fondamenta dell'obelisco è davvero impressionante. I giglianti esibiscono con fierezza i segni della loro fatica: un'enorme massa di grasso che si viene a formare sulla schiena dovuta al peso che trasportano.

A seconda della via, della pendenza e della difficoltà del percorso la marcia e le regole cambiano. Mia zia possiede una casa proprio in via Merliano, nella "girata delle Carceri". Di solito salgo per fare rifornimento di acqua e cibo, riprendermi un attimo e godermi lo spettacolo da un vecchio balcone in ferro battuto. Il giglio mi passa a dieci centimentri dalla faccia, quello che si nota dall'alto è altrettanto spettacolare. Questo punto, chiamato in dialetto O' pésol alpino, è un po' stretto, curvo ed erto.

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Nola festa dei gigli Napoli

Foto dell'autrice.

Un altro punto che tutti aspettano con ansia è la girata nel vicolo di Piciocchi. La strada è la più stretta della città, anche una macchina farebbe fatica a passarci attraverso. In questa tratta ci si prepara per bene, i varrittielli laterali vengono eliminati del tutto. A trasportare il gigante di legno con tutta l'orchestra sono solo gli uomini davanti e dietro il giglio. I palazzi stessi sembrano toccarsi. Vengono scelti solo i 'cullatori' migliori, quelli con più esperienza; quelli in grado di sopportare la fatica di percorrere il pezzo tutto d'un fiato senza permettere al giglio di barcollare perchè altrimenti toccherebbe i balconi dei palazzi.

I più temerari, quelli che per sentirsi parte del momento metterebbero a rischio la propria vita, si arrampicano sui palazzi aiutandosi coi cassonetti della spazzatura nel tentativo di trovare un posto sicuro dove godersi l'attimo. In questi momenti la danza incalza, la gente spinge in avanti per fare spazio all'obelisco che non può fermarsi.

Ora immaginatevi la scena: giganti di legno danzano per la città sorretti da uomini sudati e sofferenti, guidati da una fiumana di persone che ballano e accompagnono il giglio lungo tutto il percorso che dura più di dodici ore.

La musica è sicuramente un punto forte della festa, e come di certo saprete, la tradizione musicale napoletana da sempre coinvolge e attira la curiosità dei più scettici. Il dialetto riesce ad arrivare lì dove l'italiano non può, lo sfottò è dietro l'angolo. Ogni giglio accoglie sopra di sè un vero e proprio arsenale di musicisti. Tranquilli: nessun mandolino, tricchebalacche o calascione. Un tempo, nelle primissime edizioni della Festa, la musica che accompagnava il giglio era di tipo bandistico senza amplificazione audio. A salire sugli obelischi erano per lo più fanfare di ottoni che intonavano stornelli popolari. Dagli anni Novanta a oggi l'assetto è completamente cambiato tanto da accogliere strumenti elettrici quali basso, chitarre e tastiere. Senza dimenticare rullanti, grancassa, piatti, sassofono, tamburi e cantanti. Ogni band si riunisce tutto l'anno per esercitarsi. Un paio di mesi prima del grande giorno viene addirittura inciso un CD, giusto in tempo per far imparare al popolo della festa le canzoni.

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Nola festa dei Gigli Napoli

La musica dei gigli è particolare perchè mantiene un tempo costante e ha un unico grande scopo: accompagnare la cullata di questi colossi di legno. Le note riprendono infatti il ritmo di una marcia, quasi un bounce solenne che può essere tanto più veloce quanto più lento in base all'oscillazione dell'obelisco. Quest'anima di legno avanza ora lenta e ora veloce e infesta tutti. La perfetta sincronia tra musicisti e cullatori lascia a bocca aperta. Nelle ultime due decadi, grazie alla bravura delle band, si è riuscito ad adattare al tempo della ballata tutto il panorama internazionale della musica. A Nola, durante la festa, non solo s'intonano canzonette della tradizione campana ideate ad hoc dai parolieri di ogni paranza, ma ogni corporazione sceglie di rifare la propria versione di qualsiasi cantante fuori confine che si voglia. Negli anni ho sentito Jamiroquai, Usher, AC/DC, Tina Turner e molti altri, giusto per rendere l'idea. Quest'anno Ed Sheeran e Despacito ahimè sono andati per la maggiore, ma alla festa perdono qualsiasi cosa.

Quello che può sembrare un comunissimo corteo popolare di cui l'Italia è piena, qui a Nola vive di una sfumatura completamente diversa. C'è tutta un'atmosfera soprannaturale che non vi so spiegare. La Festa è di tutti e per tutti. Dal sorgere del primo sole, passando per la notte fino a sbucare nelle prime ore del giorno successivo, Nola è gremita di cittadini e forestieri che assiepano le strade, gli angoli e le piazze per partecipare alla grande nottata. Anche a New York nel mese di agosto ogni anno un gruppo ristretto di emigrati nolani festeggia le Festa dei Gigli nell'East Harlem, nel ricordo di una manifestazione che è molto di più di una semplice parata.

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Nola festa dei gigli Napoli

Tutto ciò che sfiora anche alla lontana il concetto di tradizione rischia spesso di dividere l'opinione pubblica. Alcune manifestazioni quali eventi, sagre, palii o processioni possono effettivamente illuderci di rievocare un passato remoto che potrebbe non essere mai esistito ingenerando fraintendimenti, illusioni, speranze e disillusioni.

Senza per forza dover appesantire il discorso di come una società non funzioni senza tradizioni, o di come invece ce ne dovremmo liberare, mi sento di dire che la Festa dei Gigli è l'esperienza più assurda che da vent'anni, ogni giugno, mi obbligo a rivivere. Nella Campania felix di Ottaviano Augusto generosità, forza, coraggio, condivisione e musica animano il popolo di Nola in una notte che ha tutte le carte in regola per essere definita magica.

Passare da Nola vuol dire sentirsi piacevolmente sorpresi all'eventualità che, in un giorno qualsiasi dell'anno oppure in un momento anche inatteso della giornata, possa capitare di essere avvolti, e, in un modo o nell'altro, coinvolti da una musica.

Sarà anche un discorso di appartenenza e identità, ma non immagino un solo giugno senza spalle d'acciaio, anime di legno e paranze. Questo video di Michel Liguori riassume al meglio la festa. Ogni momento, per quanto assurdo, tragicomico e paradossale, regala emozioni forti che vivono in un alveo di follia e cultura.

Tutte le foto sono di Michel Liguori eccetto dove indicato.

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