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Le parti migliori della nuova intervista di Kanye West, tradotte

In questa lunga chiaccherata, Kanye ha coperto molti argomenti, dalla salute mentale a Taylor Swift, da Donald Trump alla sua idea di America.
Foto via Youtube

Nelle ultime settimane, Kanye West è riuscito a confonderci un po' tutti. Ye è passato dal twittare messaggi d'amore a sostenere personaggi di destra e esprimere stima per Donald Trump. E nel frattempo è riuscito a pubblicare un paio di canzoni decisamente strane per diversi motivi. In tutto questo, sulle varie comunità online continua a vivere la speranza che a un certo punto Mr. West decida di spiegare questo tsunami di pensieri senza filtri in un album o un libro o un documentario, qualcosa.

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I desideri sono stati esauriti quando Kanye ha caricato un'intervista con Charlamagne Tha God su un sito chiamato wegotlove.com. Nel corso di una conversazione durata circa due ore, Kanye ha parlato della sua lotta contro i problemi mentali, del suo rapporto con JAY-Z e della sua nuova filosofia. Abbiamo tradotto qua sotto alcuni passaggi chiave dell'intervista.

Su salute mentale e psicanalisi

“Nah, uso il mondo come analista. Chiunque mi ascolti è il mio analista. Ti tiro dentro alla conversazione. Parlo delle cose per capirle… e lo consiglio a tutti: usate le persone che vi circondano come analisti perché probabilmente vi conoscono meglio. Un analista fa un corso intensivo di Ye e poi viene da me e vuole darmi dei consigli. Non voglio dire che gli psicanalisti siano il male ma preferisco parlare con conoscenti, amici, familiari. Li tengo al telefono 45 minuti per parlare delle cose e capirle meglio."

Su JAY-Z, "Kill JAY-Z" e i loro problemi

“Penso che i problemi tra me e Jay - il mio problema - fosse solo una questione di informazioni. Io sono estremamente assetato di informazioni. Ne ho bisogno più di quanto ne abbia di riconoscimento. Più di quanto abbia bisogno di soldi. Se imparo a pescare, posso dare da mangiare alla mia famiglia per sempre… L'idea che lui mi abbia dato i soldi, è quello che mi ha dato fastidio in realtà; i soldi, lui, li ha avuti da Live Nation. È normale che uno venga pagato per un tour. Ma il fatto che fosse detto come se i soldi venissero da lui… Io sono una persona artista molto leale ed emotiva. Mi ha fatto sentire come se gli dovessi di più dei soldi per il fatto che arrivavano da lui. Mi faceva sentire più controllato.”

Sul famigerato episodio con Taylor Swift ai VMA 2009 e l'impatto che ha avuto sulla sua carriera

"Fin da quella storia di Taylor Swift non ho più avuto lo stesso rapporto con le radio. Che c'entrino dei poteri forti o meno, è stato tutto più difficile.

Sulla perdita di fiducia in sé dopo il ricovero all'ospedale

“Una delle cose davvero incredibili che sono successe all'uscita dall'ospedale è che avevo perso la mia fiducia in me stesso. E si vedeva, ecco perché loro continuavano a dire che ero 'affondato' e robe del genere. E wow. Non ho mai avuto empatia per chi non aveva fiducia in sé. Io ne avevo così tanta, che non sapevo cosa volesse dire non avercela. […] Non era più al livello Black Panther/Superman. Era stata inserita nella simulazione. Avrei potuto essere completamente modellato e controllato se qualcuno avesse voluto. Non mi sarei ribellato. […] Non avevo autostima. Quindi quel superpotere, se fossi stato senza casa, o in qualunque situazione, avresti potuto provare di tutto. Avresti potuto fare come in Black Mirror. Pubblicare roba sui media e dire che Ye si scopava le capre… e non saresti mai riuscito a portarmi via la mia fiducia in me stesso."

Sui Bitcoin (sì, sul serio, sui Bitcoin)

“Quello è stato il momento in cui volevo usare i Bitcoin, quando ho visto Harriet Tubman sulla banconota da 20 dollari… Perché devi continuamente ricordarci la schiavitù? Mettici Michael Jordan sulla banconota da 20.”

Sul razzismo e Trump:

“Quando ho detto quello che ho detto mi sono sentito come in uno sketch di Clayton Bigsby [personaggio del comico USA Dave Chappelle, un uomo di colore cieco che si crede bianco ed è un membro chiave del Ku Klux Klan, N.d.T.], di aver fatto esplodere la testa a tutti. Tipo "Caro 'Ye, a George W. Bush non importa della gente di colore, questo tipo dovrà dissare Trump a tutti i costi". Tantissime persone attorno a me mi hanno detto di non esprimere i miei sentimenti. Per via del suo brand […] beh, che cosa rende George Bush più razzista di Trump? La mia risposta è: il razzismo non è una questione decisiva per me. Se così fosse, non vivrei in America. In questa comunità recintata, io lo affronto [il razzismo]."

Sulla sua rottura con Nike

"Mi piace Obama. Ho un po' di amore per tutti. Ma penso che Obama fosse perfetto. Era quasi come la Nike. O la Nike quando c'ero io alla Nike. Quando arriverà il mio karma, lo accetterò subito. So che ho un bel po' di karma ad attendermi. È stato molto triste per me lasciare la Nike. Ma loro si rifiutano di darmi quello che mi spetta per la mia scarpa e sapevo di avere la scarpa più calda del mondo. Loro hanno detto soltanto che avrei potuto fare cinque o diecimila scarpe e che avrebbero dato le mie royalty a un'associazione benefica di mia scelta. Ma non c'era niente da costruire. Ora costruiamo fabbriche."

Sul suo affetto per Donald Trump, in cui 'Ye sembra identificarsi in quanto outsider

Adoro il vero cambiamento. Amo sfidare la norma. Amo le persone che non lo amano. Amo il fatto che si facciano sentire. E tutti stanno esprimendo la propria opinione. Tutti si esprimono. Mi piace tantissimo. Ho atteso a lungo questo momento storico. Questo è un momento Ye. Mio padre è un attivista e mia madre era un'attivista. Andavamo ai cortei e cose del genere. Sento quell'energia che si sta per fermare ora.

Non ho tutte le risposte che ci si aspetta da una celebrità ma posso dirti che durante la campagna elettorale ho sentito qualcosa. Il fatto che abbia vinto prova un fatto. Prova che ogni cosa è possibile in America. Che Donald Trump sia diventato presidente degli Stati Uniti. Non sto parlando di ciò che ha fatto da quando è in carica. Ma del fatto che sia stato in grado di farlo. Ricordi quando ho detto che mi sarei candidato alla presidenza. C'erano delle persone che mi erano vicine, amici, che ci scherzavano, facevano i meme, mi prendevano in giro. Ora invece ecco la prova che ce l'avrei fatta. Ho sentito il momento anti-convenzionale. Anche da quello che stiamo facendo nella moda, io ero quello che le polo rosa, io ero quello che parlava troppo, io ero quello che veniva ostracizzato per via della storia di Taylor Swift o per quella di George Bush o per con chi uscivo o per chi ho sposato, o per quello che ho detto. Questa è roba da outsider, quindi quando vedo un outsider che si infiltra, sento una connessione.

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Virgil che lavora a Louis Vuitton, Trump in carica, è il tempo del non-convenzionale. Non sono un pensatore tradizionale. Sono un anticonformista. Questo si lega alla mia parte anticonformista. Ora, sai, sono anche un produttore, mi piace collegare le cose che mi piacciono, prendere 'Otis' e tagliarla e ricucirla. Qual è la versione di Ye? La versione di Ye è la campagna di Trump e i principi di Bernie Sanders. Quello sarebbe il mio miscuglio. Ma penso che servano entrambi.

Sul ricovero in ospedale e come quel periodo abbia contenuto alcuni dei momenti peggiori della sua vita

Nah, nah. Sono contento che sia avvenuto. Sono contento di essere stato dall'altra parte e di essere tornato. Voglio ricordare quel momento in cui sei nel letto di ospedale e sei vicino a un tuo amico e dici "Fate restare questa persona vicina a me" e invece loro ti mettono in un ascensore e ti portano via da tutti i tuoi amici. Quello è stato il momento più terrificante della mia vita. Pensavo che sarei morto.

La conversazione si conclude su una nota positiva. Mentre i due camminano nei 120 ettari di terra che Kanye ha appena comprato, Charlamagne chiede che cosa penserebbe il Kanye di College Dropout del se stesso di oggi.

"Penso che sarebbe felice, soddisfatto, e che ci crederebbe", dice. "Spesso la gente dice che non ci crederebbe, io invece ci ho sempre creduto. Stiamo calpestando la mia prima proprietà. Sarò uno dei più grandi imprenditori edili di tutti i tempi, come Howard Hughes per gli aeroplani e Henry Ford per le automobili".

Poi conclude così: "Costruiremo città".

La versione originale di questo articolo è stata pubblicata da Noisey USA. Se stavate cercando le sue ultime dichiarazioni sulla schiavitù, le trovate invece in questa intervista rilasciata a TMZ.

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