L'Islanda è un luogo musicale tanto evocativo quanto, ormai, codificato. Terre spente, cieli illuminati dai colori dell'aurora. Vulcani bollenti, ghiacciai eterni. Scariche di violenza sonora, distensioni pacifiche. Stramberie digitali, legami inscindibili con la natura. Tutte parole che potrebbero essere usate per descrivere la musica di artisti nella pratica distanti gli uni dagli altri: i Sigur Rós, Björk, i múm, i Sólstafir. E lì va a lavorare chi quel suono gelido e cristallino vuole adottare nei suoi lavori, come l'australiano Ben Frost.
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Questi caratteri tornano anche nell'opera di Ólafur Arnalds, ragazzino prodigio diventato compositore a un'età in cui è più normale tirare su due soldi lavorando al McDonald's, ma non la definiscono. Nato e cresciuto nell'ameno borgo di Mosfellsbær, cittadina immersa nella natura a pochi chilometri dalla capitale Reykjavík, Ólafur è cresciuto a squalo fermentato, musica classica e metal. Sua nonna gli faceva ascoltare Chopin, lui imparava a suonare il pianoforte. Il caso gli mise di fronte le chitarre distorte, lui si mise a imparare a suonare pure loro. E anche la batteria, già che c'era.A far spiccare l'albero di Arnalds dal bosco artistico che l'Islanda ha fatto crescere rigoglioso è proprio questa sua poliedricità di ascolti ed esperienze musicali. Ólafur compone quieta musica orchestrale ma non disdegna batterie e distorsioni. Scrive immediate melodie per pianoforte ma si sa perdere a produrre la techno più sognante su Ableton. Sa infondere colonne sonore di epica tensione ma anche creare pure esplosioni di gioia.A soli 31 anni Arnalds ha già accumulato una discografia decisamente ampia e variegata. Quattro album, due EP, tre collezioni di singoli, quasi una decina di colonne sonore, innumerevoli collaborazioni - e questo senza contare la sua produzione elettronica a nome Kiasmos. In occasione dell'uscita del suo nuovo album re:member e della sua ormai prossima unica data italiana (il 16 ottobre all'Auditorium Cariplo di Milano), ho provato a creare quattro punti di ingresso nel suo mondo.
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Playlist: "3704 / 3837" / "Sudden Throw" / "Frá Upphafi" / "Out to Sea" / "Til enda" / "Going Under" / "Tell Us What Happened" / "Vigil" / "Sonar" / "The Meeting"Quando si mette al pianoforte Ólafur entra spesso in una zona ovattata, come protetta dagli sconvolgimenti del mondo, e ci invita dentro chiunque gli presti un paio d'orecchie. "20:17" è un orario, quello in cui si è messo con il suo amico Nils Frahm a improvvisare in uno studio: il risultato finale, una notte di musica inventata sul momento chiamata di canzone in canzone con l'orario di nascita, sarebbe diventato il suo piccolo capolavoro Trance Friendz. Le tastiere di Frahm e Arnalds camminano mano per mano su un prato soffice e si spengono lentamente, distese, sorridenti.La quiete, in Arnalds, sa però anche essere pacifico distacco: sentire i grandi spazi di "I Could Hear Water", tratta dalla colonna sonora di Broadchurch, o la sua esecuzione della "Raindrop" di Chopin, pensata come esecuzione volutamente sporco d'ambiente di un compositore il cui lavoro è stato storicamente registrato cercando la fredda perfezione. Oppure, tintinnio di cristalli: vedi lo "Study for Player Piano (II)" tratto dalle sue Island Songs; e infine pura contemplazione, come nei cullanti archi di "The Wait".Playlist: "20:17" / "momentary" / "Allt varð hljótt" / "Prélude in D Flat Major ("Raindrop"), Op.28, No.15"/ "Þú ert sólin" / "Erla's Waltz" / "Study for Player Piano (II)" / "I Could Hear Water" / "The Wait" / "Someday"
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"Þau hafa sloppið undan þunga myrkursins", pezzo di chiusura del suo piccolo capolavoro ...and they have escaped the weight of darkness, è però forse la distillazione più pura dell'inebriante felicità che scorre nelle vene dell'islandese. Pianoforte ed archi si abbracciano danzando un lento senza ritmo al cui apice compare una batteria che inizia a tenere il tempo più disteso; al termine, una timida fanfara demarca il raggiungimento dello stato di leggerezza suggerito dal titolo. L'oscurità e il suo peso sono ormai seminati, resta solo la libertà della fuga.Playlist: "undir" / "Old Skin" / "Hægt, kemur ljósið" / "unfold (feat. SOHN)" / "3055" / "Carry Me Anew" / "Tomorrow's Song" / "Doria - Island Songs VII" / "03:06" / "ekki hugsa" / "Þau hafa sloppið undan þunga myrkursins"Ólafur Arnalds si esibirà in concerto martedì 16 ottobre all'Auditorium Cariplo di Milano, i biglietti sono già in vendita.
Elia è su Instagram.
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