Un giro tra i peggiori DJ set della Vogue Fashion Night Out 2016

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Un giro tra i peggiori DJ set della Vogue Fashion Night Out 2016

Anche Milano ha la sua street parade, solo che al posto dei carri ci sono i negozi di moda e al posto delle pasticche gli apericena. Siamo andati a conoscere i DJ più trendy della serata più trendy in città.

Noisey Italia è un po' come il festival di Glastonbury: un posto pieno di fango e gente poco vestita sotto stupefacenti a cui piace la musica che ogni tot anni si prende una pausa dalle proprie tradizioni per riassettarsi un attimo e affrontare al meglio il martirio successivo. Ed è per questo che l'anno scorso, dopo due bellissime sortite redazionali, non siamo andati all'evento più cool di Milano e dell'Italia e del mondo, cioè la Vogue Fashion Night Out: ci stavamo solo preparando psicologicamente all'edizione 2016, a cui siamo andati io e il buon Giacomo, essendo gli unici due della redazione non ancora passati per le forche caudine degli imperdibili DJ set che infestano ogni anno il centro di Milano. Ora: né io né Giacomo eravamo mai stati a una Fashion Night Out, né il prospetto di andarci ci aveva mai attirato particolarmente, come dimostra incontrovertibilmente il fatto che lui indossasse una maglietta dei Dicks e io una degli Sport. Ma, con il DIY nel cuore, ci siamo messi su un tram direzione Duomo per poter rispondere alle eterne domande che vi state ponendo da quando avete iniziato ad avere un minimo di senso estetico: 1) Chi è il musicista più fashion del momento? 2) Che musica ascolta chi va alla Vogue Fashion Night Out? 3) Quanti cocktail gratis è possibile tirare su in una sola serata senza avere alcun invito?

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Essendo preoccupati per l'eventuale prezzo dell'alcool in zona veri punx, abbiamo deciso di fermarci, prima di buttarci nella vita, a un tatticissimo Carrefour Express per acquistare delle birre da 66 che abbiamo inserito nei nostri zainetti. Bear Grylls scostate. Scesi dal tram in Via Torino / Via della Palla, ci siamo subito diretti verso il punto più hot della serata: il negozio OVS dove avrebbe suonato, due ore dopo, quel caliente chico españolo che è Álvaro Soler, che, dopo la sua prima e unica apparizione come giudice di X Factor, è conosciuto come "quello che è venuto in Italia a rubarci le italiane." Notiamo con sgomento che, anche se mancano due ore alla sua apparizione, c'è una coda che gira attorno all'angolo e si perde all'orizzonte. Intervistiamo quindi le minorenni in prima fila, accompagnate da una mamma che è probabilmente uscita prima dal lavoro per stare con loro quattro ore in strada ad aspettare un tipo carino che dimenticheranno nel giro di tre, quattro anni, dopo aver scelto di fare l'erasmus a Benidorm nella speranza di incontrare una versione paccottiglia del loro Soler che probabilmente attaccherà loro le piattole. Attente, mamme, attente!

Noisey:  Da quant'è che siete qua?
Ragazzina 1: Da quasi due ore! Siete qua solo per Álvaro o anche per la Fashion Night Out?
Ragazzina 1: Soprattuto per lui! Ci piace il suo stile, quello sì. Il fatto che riesca a essere casual e semplice, come ragazzo, eppure ha uno stile inconfondibile nella sua normalità. Ci siamo stancati delle popstar troppo costruite?
Ragazzina 1: Sì, lui è più terra terra. Che ne pensate di Manuel Agnelli?
Ragazzina 1: Non lo conoscevo! Però ci sta. 
Ragazzina 2: Sembra uno che sa di musica.
Ragazzina 1: Vabè, ovvio. Riveste bene il suo ruolo di giudice.

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Ci allontaniamo con il cuore pieno di gioia, pensando che adesso, grazie a Manuel Agnelli, "uno che sa di musica" nelle teste delle minorenni ha le fattezze di Manuel Agnelli, quindi anche noi dovremmo farci crescere i capelli e darci un due tre ritocchini di botox se non vogliamo essere scambiati per degli Álvari Soler qualunque. Mentre pensavo a quale angolo del mio volto ritoccarmi per primo, vengo fermato da due ragazze vestite come una cantante K-Pop che mi regalano due spille di "Maggie e Bianca Fashion Friends," da settembre su Rai Gulp, serie che parla di una scuola "dove moda e musica si incontrano". Ne indosso prontamente una sul petto, perché anche nel mio cuoricino moda e musica si incontrano, non c'è dubbio. Per ora, ci sembra che il target d'età a cui si rivolge via Torino sia un po' basso per noi. Ci dirigiamo quindi verso Corso Vittorio Emanuele.

Passando di fronte a via San Raffaele, però, sentiamo l'inconfondibile cassa dritta generica che sarà un po' il leitmotiv musicale della serata. Alla consolle, che sta nella vetrina dello Straf (che è un "Hotel & Bar", ci fanno sapere), c'è un tizio con un fedora che sta sparando "You (Todd Edwards Remix" di Etienne de Crécy e Madelline Folin. La gente non sembra particolarmente interessata alla cosa, e tutti si bevono qualcosa facendosi i cazzi loro. Enzo Miccio viene intervistato di fronte al bar mentre la cassa continua imperterrita. Chiedo alla tipa che balla accanto al DJ come si chiama il DJ: non mi sa rispondere. Chiedo a lui: "Andy Rosh", mi dice. Grande Andy.

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Una ragazza cerca di carpire i segreti della consolle di Andy Rosh

Di fronte a Victoria's Secret incontriamo due ragazze con in mano alcuni palloncini brandizzati, altro leitmotiv della serata: ogni volta che qualche commesso in giacca e cravatta esce da un negozio tenendone un tot in mano, viene assalito da un branco di gente che neanche quando bisogna prendere i gettoni degli autoscontri alle giostre di paese. Le approcciamo con una domanda, per rompere il ghiaccio.

Noisey: Chi sono secondo voi i DJ più fashion?
Ragazza 1: Oddio, io non ne so niente! Che cosa ascoltate?
Ragazza 2: Devo talmente tanto studiare che…
Ragazza 1: Commerciale! Elettronica, quindi.
Ragazza 1: Tipo?  Musica da ballare.
Ragazza 1: Esatto. Poi del DJ non me ne frega niente. Da Álvaro andate?
Ragazza 2: Sì, conosco la canzone che ha fatto… ma a che ora è? Alle nove. C'è già una coda della madonna, muovetevi!
Ragazza 2: Ma voi siete suoi fan? Sconcertati da questo affronto, ci chiediamo se davvero il nostro look sia assimilabile al target di Álvaro, di conseguenza ripensiamo all'ipotesi capelli lunghi-botox-"ne sa di musica". Ma proprio mentre pensiamo alla musica vera, le nostre orecchie vengono catturate dalle vetrine di Tezenis, da cui esce "Yeah!" di Usher con Lil Jon e Ludacris. Subito presi dal ritmo sexy dell'R&B e contenti di non essere finiti in mezzo a un altro DJ set con house pacco, chiediamo all'amico in vetrina come si chiama: DJ Orkid, ci dice. Il pensiero corre prima all'infelice orchite, poi immediatamente agli Orchid, quelli che fanno powerviolence, e siamo tutti un po' più felici.

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Da Wycon Cosmetics c'è Anané Vega, che dal suo sito ufficiale pare essere decentemente famosa e scopro essere lei grazie al tatticissimo sticker con il suo nome che ha messo sul portatile. È un esempio di personal branding perfettamente riuscito che ce la fa subito stare simpatica. Nel pubblico, c'è una signora particolarmente sorridente che la guarda estasiata. "LE PIACE?", le chiedo. "NON CAPISCO!", mi risponde lei. Scopro che viene da Capo Verde, e che è la mamma di Anané Vega. Le vorrei dare un abbraccio e dirle che è ok se sua figlia mette delle robe che sembrano contemporaneamente i Disclosure, Avicii e i Duck Sauce, è comunque bellissimo vederle assieme.

Facciamo due passi e incontro Michael, che è alla sua prima Fashion Night Out.

La musica è importante per la Fashion Night Out?
Michael: Dipende. Alla fine è sempre una notte dove i negozi sono aperti, cercano di far acquistare alla gente più prodotti. Quindi sì, se sei in un negozio, c'è un bel DJ set, stai bevendo, qualcosa qualcuno la prende. Qual è il tuo programma per la serata?
Ero partito che volevo prendere qualcosa ma i negozi dove volevo acquistare sono chiusi. Gucci e Saint-Laurent. Chi sono i tuoi modelli, a livello di stile?
Kanye West!

Daje! Dove sono le Yeezy?
Sono difficili da trovare, fratello! Chi sono secondo te i rapper più alla moda, a parte Kanye?
Drake e Future. Gli italiani non li guardo neanche! Saluto Michael e con lui saluto il divino Yeezy che segue la VFNO da ovunque lui sia nell'iperspazio dei geni-semidei, nonostante chi ne sa di moda gli stia spalando merda addosso da mesi. Nel frattempo, da Mango c'è una ragazza bionda che mette "Fancy" di Iggy Azalea, in un'inception di ragazze bionde che mi fa sentire immediatamente in difetto perché non sono una ragazza, non sono bionda e la cosa più vicina a una definizione socioculturale che ho ricevuto stasera è "fan di Álvaro Soler". Resta che ci sono persone che la fotografano (che io, a mia volta, fotografo) e lei è piuttosto convinta di quello che sta facendo. Mi avvicino e le chiedo come si chiama: "Natasha Slater." Giacomo mi fa giustamente notare che sugli schermi dietro di lei c'era scritto a caratteri cubitali "NATASHA SLATER." Dopo questa poli-umiliazione decido quindi di farmi un'altra bionda, nel senso di birra.

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A questo punto ci scattiamo una foto tatticissima con le birre in mano sponsorizzata da Zalando (le cui ragazze immagine non ci hanno dato il cartellino con il codice per lo sconto del 15% che invece parevano distribuire piuttosto liberamente, quindi noi per ripicca abbiamo messo quella foto in cima a questo articolo senza segnare nei credits i nomi delle ragazze che ce l'hanno fatta, TIÈ, chi è lo stronzo adesso?). Fuori da Kiko, che è un negozio tutto nero, c'è una consolle tutta nera con una DJ vestita tutta di nero coi capelli neri che non capisco se essere una Tumblr Girl o una Goth che si è rotta il cazzo dell'EBM. Ad ogni modo, sta mettendo quel capolavoro che è "Silver Screen (Shower Scene)" di Felix Da Housecat e io torno subito ai miei momenti più tamarri degli anni Novanta, quando c'erano dieci cento mille mani che si alzavanooo e si andava alla discoteca tutti i giorni tranne il mercoledì, quando si aveva mal di testa. Nessun altro pare essere interessato alla musica, dato che ci sono, di nuovo, dei palloncini gratis. Considero l'idea di andare dal mio caporedattore e chiedere se magari non sarebbe meglio ripensare a Noisey come un sito dedicato ai palloncini.

Arrivati in San Babila incontriamo quello che è palesemente il miglior DJ della serata, The Perseverance, con cui chiacchero amabilmente in vetrina per qualche minuto. Mi dice di essere finito da Sisley tramite un'agenzia e pare divertirsi. Sta mettendo Mura Masa, spio nella sua playlist i Rae Sremmurd. Appena lo saluto, mi fa lo scherzone e spara a mille "Nikes" di Frank Ocean perché in cuor suo lo sa che sono emo e che stasera sono anche abbastanza fragile emotivamente per via di quella storiaccia di Soler. Io la ballo da solo, felice come la merda e convinto che nulla potrà andare storto mentre grido "PUNK MADRE, PUNK PAPA." Tutta la gente attorno a me sta zitta a guardare o si fa i fatti propri. Capisco in quel momento che il mio entusiasmo e, in generale, la passione per la musica di qualità sono abbastanza lontani dall'atteggiamento fashion. Dopo quel breve momento di Frankoceanicità, torno quindi triste alla mia birra. Alla fine di Vittorio Emanuele, ci accorgiamo immediatamente della presenza di uno stand sponsorizzato dalla polizia municipale di Milano. Dopo esserci assicurati che non fossero accompagnati dai loro simpatici amici cani antidroga, ci avviciniamo e ci rendiamo conto di essere entrati in una real life version della pagina Facebook "I tesori dei carabinieri", di cui siamo particolarmente fan. Un agente fa annusare dei profumi paccottiglia a una signora, mentre un altro analizza con sguardo attento la Hogan spaiata esposta con orgoglio sul banchetto. Un'altra meritata vittoria per la  legalità e il buon senso.

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Quella che si dice la "fashion police".

Appena entrati in via Montenapoleone, noto un gruppo di ragazzi e ragazze vestiti come comparse della Melevisione. Mi si presentano, a turno e con molto entusiasmo, come: Astoria Raperonzolo, Rose Cenerentola, Joy Ranocchio, Luke Biancaneve e Travis La Bestia.

Siete bellissimi.
Rose Cenerentola: Anche voi!

Grazie. Come mai avete scelto questo look per stasera?
Astoria Raperonzolo: Bé, è la divisa della nostra accademia. Noi frequentiamo una scuola di magia. 
Rose Cenerentola: Ma non siamo ancora maghi, ci proviamo. Siamo i nipoti dei personaggi delle favole. Per esempio, io sono la nipote di Cenerentola. E così via, immagino. Secondo voi la musica è una parte importante della Fashion Night Out?
Astoria Raperonzolo: Certamente! Noi passiamo sempre il nostro tempo libero a cantare, anche mentre dobbiamo studiare. 
Luke Biancaneve: Anche qua per strada, in realtà.
Joy Ranocchio: È un bello sfondo! Avete sentito qualche DJ set che vi ha colpito particolarmente?
Luke Biancaneve: Siamo appena arrivati, non abbiamo ancora visto niente.
Astoria Raperonzolo: DJ set? Ho cercato sui libri, mi sono informata sulla terra degli umani, ma non ho mai sentito parlare di DJ set. Mi informerò su questo. Ci sono libri che posso consultare?
Rose Cenerentola: A me interessano solo le scarpe. Metto décolleté, principalmente. Vi piacciono queste scarpe? Sì, sono carine. Voi che musica ascoltate nel mondo delle fiabe?
Joy Ranocchio: Bé, ci inventiamo canzoncine. Ce ne cantate una?
Tutti: "Fianco a fianco, insieme per sempre / Questo è il mondo di Regal Academy!  / Scopri il tuo potere, vivi la magia / Tu sei eccezionale!" Scopriamo quindi, con sommo rammarico, che i nostri nuovi amici non vengono realmente dal mondo delle fiabe ma sono solo un astuto stratagemma che la Disney ha ordito per pubblicizzare una sua serie a cartoni animati. Resta che Travis La Bestia sarà il nome che sceglierò per la mia futura carriera da rapper, dovesse andare tutto in merda nella mia vita. Proseguendo lungo via Montenapoleone fermo un ragazzo e una ragazza che stanno filmando la vetrina di Gucci, che è chiuso. Secondo lei, il musicista più fashion d'Italia è Biagio Antonacci. Le dico che sono d'accordo, e la rimando al nostro articolo dedicato. Lui, invece, cita Malika Ayane. Io provo a pensare a qualcosa che non renda la Ayane un generico nome nel mio cervello ma non mi viene in mente nulla. Veniamo poi colpiti da tre ragazzi che si stanno scattando un selfie mentre mangiano una brioche: Martina, Erika e Francesco. Ci consigliano di andare da Michael Kors a prendere lo champagne e da Diesel a rubare degli spritz (cose che non faremo, perché siamo stupidi).

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La musica è una parte importante della serata?
Martina: No. Cioè, guarda: mi vedi? Purtroppo in questo contesto non è importante. L'alcool, però… poi magari è importante vestirsi bene, ma sono tutte cesse. È la sagra delle paesane.
Francesco: Della musica non ce ne frega assolutamente niente. Nessuno se lo caga il DJ set. Andrete da Alvaro?
Francesco: No, io lo odio. È da quest'estate che sento quella canzone di merda nelle orecchie.
Martina: Io non lo odio perché in realtà è carino. Solo perché è bello mi avvicino a lui. Però non lo ascolto perché la sua canzone fa effettivamente cagare. Chi è secondo voi il musicista con il miglior senso dello stile?
Martina: Dua Lipa.
Francesco ed Erika: Hai ragione! Bellissima, l'anno scorso stava da Calvin Klein.
Martina: Ma perché ha un suo stilista che la veste sempre. Si veste benissimo, e mi piace anche come voce.  È fondamentale che un musicista si vesta alla moda e abbia un look particolare?
Erika: L'importante è che non sia uno che ci provi e non ce la fa. 
Martina: Tipo Emma Marrone. Povera Emma. Arrivati quasi all'incrocio con via Manzoni, con la coda dell'occhio ho una visione paradisiaca: senza pensarci, mi dirigo verso un uomo alto, imponente, con un cappellino e delle cuffie in testa. In quattro anni e poco più che ho vissuto a Milano, non lo avevo mai incontrato di persona: ché concerti non ne fa, ed è notoriamente schivo e riservato. Giustamente, dato che è il rapper più incompreso d'Italia e, al contempo, il più sfaccettato e, forse involontariamente, profondo: Raffaello Canu aka Caneda aka Cano16k aka L'angelo da un'ala sola. Dato che lo rispetto estremamente, rispetto anche il fatto che non voglia farsi scattare fotografie dato che "non è vestito bene." Ci indica di proseguire per Brera, se vogliamo sentire altri DJ Set. Lo abbraccio. Passo i seguenti dieci minuti a declamare suoi versi assieme a un amico, soprattutto "Piscio su Milano / Sull'essere umano."

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All'angolo tra via Borgonuovo e via Fiori Oscuri, totalmente scevre di DJ set, ci imbattiamo però nel primo free drink della serata, un vodka lemon gentilmente offerto da Mario Valentino. Mentre i miei compagni di avventura vanno a pisciare nel cesso gentilmente offerto da Mario Valentino, intervisto un gruppo di ragazzi che cazzeggia lì di fronte. Tre di loro fanno i designer di qualcosa, una è una stylist brasiliana che studia allo IED (e si vede perché ha una sorta di ano tessile sull'ombelico). Alessandra, che "lavora per una società di computer", è la più interessata alla cosa.

Noisey: Com'è stata la serata finora?
Alessandra: È un'altra serata in cui esco e mi ubriaco. Però è bello perché almeno ci sono i posti aperti, ti bevi una cosa… Non che di solito non sia così. Ma bordello, bordello! Secondo voi la musica è una parte fondamentale della Fashion Night Out?
Alessandra: Molto. Ci piace la musica.  Quando volete ballare, che cosa ascoltate? 
Alessandra: Io vado a ballare perché sono ubriaca lercia, sennò vado ai concerti.  Qual è l'ultimo a cui sei stata?
Alessandra: Beyoncé. Ma il più bello è stato Florence + The Machine. Chi sono i musicisti più fashion secondo voi?
Alessandra: Florence, sicuramente.
Stylist brasiliana: [Incomprensibile] …Beyoncé. E Adam Levine dei Maroon 5.

Attraversiamo Brera, e vedo nel dehors di un ristorante giapponese un amico che suona col vinile, quindi dev'essere uno TRUE. Gli chiedo come mai si fa quello sbatti—tra l'altro assolutamente superfluo dato che qui se metti YouTube dal cellulare e ti parte la pubblicità della disfunzione erettile non se ne rende conto nessuno—e mi risponde che "lo fa sempre", e chi suona senza è "uno stronzo." Si presenta come "DJ The Robinson", inconscio dell'inutilità dell'articolo nel suo nome d'arte. Sta mettendo su "Thank You (Maw 12'' Mix)" del cantante gospel/R&B americano Bebe Winans, dimostrando la sua innata capacità di mettere brani caldi e soulful, mica quelle stronzate elettroniche finte che ascoltano i giovani d'oggi. Svoltiamo verso la piazzetta di via Formentini, e incontriamo Ron Jeremy che guarda un elegante cellulare.

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Nella piazzetta c'è un palco con sopra delle ballerine latino americane che ballano musiche latino americane un po' tamarre. Dal commento entusiasta, "MINCHIA, È IL TARGAMY" di uno degli astanti capiamo che si tratta del mini-festival con superospite Rovazzi organizzato dalla nuova joint venture J-Ax e Fedez di nome LaLaLand. La reazione di Giacomo è  di conseguenza altrettanto entusiasta.

Conosciamo poi tre baldi giovini che paiono aderire alla cultura hip-hop. Chiediamo loro, quindi, che cosa ne pensano della migliore crew hip-hop boyband italiana della storia, cioè la Dark Polo Gang. "Super innovativi, veramente fighi. Secondo me hanno tirato fuori una moda che adesso sta prendendo piede. È trash-hop. Se guardi, tutti stanno utilizzando molto il loro genere, le basi musicali adesso son molto simili. Voi siete pro o contro?" Gli rispondo che siamo pro, ovviamente.

La nostra serata continua con un tramezzino e uno spritz col Cynar (che paghiamo, come veri barboni incapaci di ottenere gli inviti giusti, e mangiamo seduti per terra). Percorriamo corso Garibaldi e Corso Como, dove più che alla Fashion Night Out sembra di essere in una Normal Night Out: da 10 Corso Como ci sono solo tizi incravattati seduti ai tavolini, di fronte all'Hollywood i soliti zarri. Sentiamo però, verso piazza Gae Aulenti, l'inconfondibile suono della cassa in quattro generica: esce dal negozio di Moschino, e Shazam ci rivela essere minimal olandese, cioè "Surge" di Patrice Bäumel. Proviamo ad avvicinarci al negozio, ma un gentile signore in completo nero nota l'assenza di un apposito braccialetto al nostro polso. Consideriamo per un secondo di rubare dei Campari abbandonati per strada apparentemente intatti. Con un pensiero agli amici fashion-carabinieri, decidiamo di non cedere alla mononucleosi.

L'ora è ormai tarda, e abbiamo ottenuto solo un free drink. In fondo, non è che la conferma del nostro approccio iniziale alla serata: la totale mancanza di un approccio definito e/o di un piano d'azione, affiancato a un vestiario non propriamente alla moda e a una spiccata avversione per le liste, gli RSVP e i +1. Ci salutiamo: Giacomo va verso casa, io mi incammino su Garibaldi per tornare verso Duomo. Passiamo a lato di un palco da cui viene suonata dell'EDM generica, di fronte c'è pieno di gente. La prima fila si muove un po', il resto della gente è ferma a chiacchierare e/o a guardare i cellulari. È un'altra grande vittoria per la musica, parte fondamentale della vita degli italiani e sottofondo delle serate più belle della nostra esistenza di redattori per una rivista di palloncini.

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