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Don Kates vuole che giriate armati

Questo ex attivista per i diritti civili finito a lavorare alla NRA è uno dei motivi per cui i sostenitori del movimento pro-gun americano sono sicuri di avere ragione.

Immagine via TheTruthAboutGuns.com

La prima volta che mi sono trovato un'arma davanti agli occhi ero al liceo, quando un mio amico fumato ha deciso che sarebbe stato divertente puntarmela alla testa.

Dopo cinque lunghissimi secondi l'ha abbassata, sbellicandosi dalle risate, e così quella sera non sono uscito come prima notizia sul telegiornale locale. Considerato il dibattito sul possesso di armi in voga di questi tempi negli Stati Uniti, non posso fare a meno di pensare che, in caso il mio amico mi avesse ucciso, il movimento pro-gun mi avrebbe portato a esempio per provare che servono più armi, non meno. Avrebbero detto che la mia morte dimostrava che le persone sotto l'effetto di droghe devono essere sbattute in carcere, per evitare che sparino a qualcuno. Oppure avrebbero detto che se nei dintorni ci fosse stata un'altra persona armata, questa avrebbe sparato al mio amico prima che lui sparasse a me.

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Avendo qualche problema a capire la logica dietro questi ragionamenti, ho chiamato Don Kates—uno degli responsabili dell'odierna retorica americana "pro-gun".

Dopo essersi laureato in giurisprudenza a Yale, Kates ha cominciato la sua carriera combattendo per i diritti civili nel Sud durante gli anni Sessanta. Pochi anni dopo, tuttavia, è finto alla NRA [National Rifle Association], destreggiandosi tra contenziosi giudiziari, pubblicando articoli in difesa del Secondo Emendamento e ispirando molti dei mantra del gruppo. Il suo lavoro è usato da anni per sostenere la causa del possesso di armi da fuoco e ha svolto un ruolo importante nella decisione del giudice Antonin Scalia nel caso DC v. Heller, in cui la Corte Suprema ha decretato che gli individui, come i militari, hanno il diritto costituzionale di possedere e usare un'arma.

VICE: Ti descrivi come un Democratico liberale di lunga data. Come hai fatto a diventare un esperto di "gun rights" che lavora per la NRA?
Don Kates: Ho sempre avuto una predilezione per le armi, fin da adolescente. E quando studiavo giurisprudenza, lavoravo come attivista per i diritti civili nel Consiglio degli Studenti per la Difesa dei Diritti Civili, un'organizzazione che probabilmente è morta da decenni.

Visto che facevo l'attivista nel Sud, giravo con diverse armi—come tanti altri bianchi nel movimento—per proteggermi. E quasi tutti gli attivisti neri erano armati. Mi ricordo di una sera che avevo passato di guardia fuori dalla casa di un insegnante di colore che era stato minacciato. Io ero disarmato, visto che avevo con me solo una carabina M1 scarica. Ero così ingenuo. I ragazzi di colore con cui stavo di guardia erano tutti armati con fucili da caccia o anche più potenti.

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L'immagine di un attivista per diritti civili armato non è poi così comune, soprattutto considerata la reputazione di non-violenza del movimento. Ma le armi giravano. Si suppone che persino Martin Luther King avesse in casa un suo piccolo "arsenale". Come mai se ne parla così poco?
Immagino che sia per non contraddire l'immagine di pacifisti che hanno i sostenitori dei diritti civili. La pubblicità che ricevevamo in questo senso era dovuta a giornalisti—essi stessi pacifisti e anti-armi; per questo difesa personale e porto d'armi non erano cose con cui andavano d'accordo, e tanomeno avevano il desiderio di descriverle.

Ti sei dichiarato non favorevole all'uso di armi, eppure il tuo lavoro è stato usato da chi lo fa, come quei tizi di Portland che passeggiano per i caffè del centro coi fucili carichi. Non rimpiangi di aver sostenuto persone del genere?
Ci sono persone che usano le loro armi come manifesto delle loro idee. Camminano per strada armati come se questa fosse l'affermazione del loro punto di vista. Non è mai stato il mio modo di fare e, anzi, mi sembra un comportamento estremo, sebbene non lo condanni—mi sembra semplicemente insensato. Posso concordare col loro punto di vista, ma non penso che debbano esprimerlo così.

Cosa pensi delle persone con posizioni più radicali, come i gruppi paramilitari?
Il movimento delle milizie mi sembra un fraintendimento del Secondo Emendamento. Una vera milizia viene autorizzata e ingaggiata dal governo, loro no. Guarda, non mi oppongo al fatto che il loro gruppo possegga delle armi. Ma non sono quello che George Washington o Thomas Jefferson avrebbero chiamato "milizia".

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In generale, comunque, non rimpiango quello che ho fatto né le conclusioni di molti dei miei articoli. Io credo, come ci credevano i Padri Fondatori, che permettere alla gente di possedere e portare armi sia una cosa giusta e utile.

Negli Stati Uniti molti crimini sono connessi all'uso di armi da fuoco. Ma i gruppi pro-gun sostengono che l'unico modo per fermarli sia usare ancora più armi. Per favore, spiegami com'è possibile.
Se vogliamo fermare i reati commessi con armi da fuoco, tutto quello che dobbiamo fare è costruire un mucchio di prigioni federali e dichiarare che, se vieni sorpreso con una pistola e hai dei precedenti, finisci dentro per 15 anni. Ma oggi non succede, perché non ci sono prigioni—quelle esistenti sono già colme di altri criminali. E non siamo disposti a spendere soldi per costruire nuove prigioni e assumere personale, finché le persone che hanno commesso questi crimini sono in libertà.

I criminali violenti sono meno di un milione—sono una minoranza. Se volessimo, potremmo metterli tutti dentro. Ma costa troppo, quindi non lo facciamo.

Ma gli Stati Uniti hanno il tasso di incarcerazione più alto del mondo. Quindi credi che stiamo mandando in prigione le persone sbagliate?
Niente affatto! Non è un fallimento della legge, ma delle forze dell'ordine. E dell'intera società che non vuole costruire altre prigioni e assumere personale per gestirle.

Non dovrebbero esserci dei limiti al tipo di armamenti che le persone possono avere?
No. Ma ci sono persone a cui non dovrebbe essere permesso averle in assoluto, ad esempio i condannati. Queste leggi andrebbero applicate meglio.

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Ma una persona non diventa un criminale finché non commette un crimine. E se compra un fucile e lo usa per compiere il suo primo crimine, non è troppo tardi?
Lo sarebbe se si trattasse di un fenomeno diffuso. Ma virtualmente ogni assassino ha una lunga fedina penale. A volte si tratta di reati minori, ma sono comunque indicativi. Nel 1989 Patrick Purdy ha usato un AK-47 per attaccare una scuola di Stockton, in California, dove ha ucciso un insegnante, cinque bambini e se stesso. Aveva legalmente acquistato quelle pistole in California. Perché? Perché le rapine e le altre violazioni che aveva commesso in precedenza erano state etichettate come reati minori da pubblici ministeri pigri che non avevano voluto condannarlo.

Quali sono le tue considerazioni sul compromesso raggiunto in Senato questa settimana, che comporta un controllo dei precedenti prima dell'acquisto di un'arma?
Dal punto di vista costituzionale, non vedo nessuna obiezione ai controlli. Eppure costano molto più di quello che effettivamente raggiungono. I criminali non si riforniscono nei negozi di armi, né in qualunque altro posto che operi dei controlli sui precedenti. Ma, viste le ingenti somme di denaro spese inutilmente dal governo federale, l'aggiunta di un programma inutile in più sotto il capitolo "spese" non mi disturba granché.

Cosa ne pensi della chiusura dei gun-show? Non aiuterebbe a prevenire il rifornimento di armi da parte dei criminali?
In teoria ci sono casi in cui potrebbe aiutare, ma non sono a  conoscenza di nessuna statistica che provi che i criminali si procurino le loro armi ai gun-show. Ricorrono ad amici, parenti, o al mercato nero. Aumentare i controlli dei precedenti, sebbene non sia una misura irrazionale, non farà molto per migliorare la situazione.

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Paranoid shopping sul sito della NRA

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