Al Cairo, la capitale dell'Egitto, l'unica cosa che si sente per le strade è il mahraganat. È un genere di musica elettronica nato nelle parti più povere della città—un'enorme metropoli in cui vivono quasi 20 milioni e mezzo di persone—negli anni della Primavera Araba, a partire dal 2011. Il mahraganat, che significa "festival" in arabo e a volte viene chiamato "electro chaabi", è diventato parte integrante della cultura urban egiziana: è un miscuglio assurdo di ritmi locali e rap autotunato che manda gli egiziani fuori di testa. È percepito come qualcosa di controverso da parte della scena locale, ma ha un indubbio potenziale creativo: è musica da matrimoni urbani, un ricettacolo di slang, il sottofondo delle acrobazie di breakdancer locali e un'ottima scusa per mettersi in testa delle creste assurde.
Una delle figure fondamentali della scena mahraganat è Mahmoud Refat, fondatore dell'etichetta locale 100Copies. Non è un personaggio di spicco del genere—le sue radici sono nell'heavy metal e nell'elettronica sperimentale. Ma Refat vide il potenziale del mahraganat già nei suoi primi anni, tra il 2011 e il 2012, e negli ultimi tempi ha collaborato con artisti locali come Sadat, Islam Chipsy con i suoi EEK e Filo, lavorando come loro produttore, ingegnere del suono, esibendosi anche assieme a loro e organizzando concerti mahraganat a livello globale.
Tutto questo per dire che siamo andati a trovare Refat agli uffici della sua etichetta al Cairo per parlare dei pezzi migliori a cui ha lavorato negli ultimi anni—pezzi che, tra l'altro, gli hanno permesso di essere ormai economicamente indipendente. Anche se la 100Copies è nata come un progetto underground (il nome viene dall'idea di stampare solo, appunto, 100 copie in CD di ogni album pubblicato), l'anno scorso l'etichetta si è spostata da un ufficio e studio al secondo piano di un palazzo del centro del Cairo a un enorme quartier generale vicino a piazza Tahrir. Il loro ufficio è al decimo piano e ha una vista clamorosa sulla città e uno studio dedicato. Lì, Refat ci ha raccontato la storia dietro alle sei produzioni mahraganat più importanti a cui ha lavorato negli ultimi anni, una serie di esempi per capire in che direzione sta andando l'elettronica nordafricana.
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1. Hysa, Halabessa and Sweasy - "Hitta Minni"
2. Sadat & Alaa Fifty - "Hooga"
3. Hysa & Halabessa - "T3arif"
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