Abbiamo definitivamente perso Drake?

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Musica

Abbiamo definitivamente perso Drake?

Nel video di "God's Plan", Drake sembra aver perso del tutto il contatto con la realtà.
Marc-Aurèle Baly
Paris, FR

È da un po' che Drake sta conducendo la sua carriera praticamente a ruota libera, senza seguire il classico ciclo annuncio-promozione-uscita-tour. Potremmo dire che tutto è cominciato quando pubblicò If You're Reading This It's Too Late completamente a sorpresa. Poi scoprì il suo potenziale come meme grazie a quei balletti nel video di "Hotline Bling" che ci hanno fatto chiedere se gli fosse venuto il colpo di frusta. Poi arrivò quel monolite di album di VIEWS, e infine More Life, il non-album (o "post-album", come ne parleremo dopo in questa analisi) in cui si è dilettato a inserire nel suo rap elementi salsa, house, lo-fi, bossanova e approssimazioni giamaicane.

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In tutto questo, però, non c'è ancora stato un momento preciso in cui a tutti è sembrato di aver perso definitivamente Drake—fino ad ora. Finalmente ci siamo: Drake è passato dall'altro lato della barricata ed è entrato nel regno dell'assurdo. Un luogo da cui è difficile tornare sani e salvi, e lo sappiamo noi come lo sa lui.

Credo che il video di "God's Plan" marchi un punto di svolta nella carriera di Drake, e non particolarmente positivo. È come se avesse perso contatto con la realtà. Il tono della narrazione dietro al video viene messo in chiaro nei suoi primi secondi: Drake, che si sta lentamente trasformando in un filantropo, ha deciso di donare l'intero budget affidatogli dalla sua casa discografica agli abitanti di un quartiere svantaggiato di Miami. Per essere chiari, se non avete visto il video, stiamo parlando di una cifra vicina al milione di dollari. Questo tipo di beneficienza basata non sul gesto in sé ma sulla figura che la compie non è niente di nuovo nell'ambiente mediatico americano: esempi celebri sono Oprah Winfrey, che è solita regalare qualsiasi cosa al pubblico del suo show, e il programma televisivo Extreme Home Makeover, nient'altro che una grande pubblicità per Sears, una celebre catena di grandi magazzini che viene costantemente visitata durante le varie puntate. "God's Plan" è un caso particolare di questa, potremmo dire, "carità flagrante": è rappresentata con indulgenza e scioltezza, come se per Drake fosse la normalità.

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Ed è qua che le cose si fanno interessanti. Non prendete il video per quello che, a un primo sguardo, sembra voler fare (cioè essere un banale tentativo di diventare virale grazie a una narrazione trita e ritrita, oltre che piuttosto triste, che relega delle persone reali con problemi reali nel ruolo di comparse in maniera potenzialmente problematica nonostante parta da buone, ottime intenzioni). Prestate attenzione ai suoi dettagli, che si fanno sempre più assurdi—e convincenti—con il proseguire dei minuti. A un certo punto Drake osserva la folla che si è radunata per venire a vederlo e, credendosi il papa, strizza gli occhi come se fosse abbagliato dal sole. Tiene in mano, nascoste dietro la schiena, delle mazzette. Si guarda attorno, come ad aspettare il segnale del producer del video. Sembra dire "Ok, posso cominciare a dare questi soldi a una persona svantaggiata?" Poi viene inquadrato un neonato con un ciuccio in bocca e una mazzetta in mano.

Il tema che sembra attraversare i sei minuti del video è l'ambivalenza del rapporto tra Drake e il denaro. In un articolo pubblicato poco dopo l'uscita di Nothing Was the Same, nel 2013, il critico, accademico e teorico musicale Mark Fisher, autore del noto blog k-punk e del libro Realismo Capitalista, recentemente tradotto e pubblicato in Italia da NOT, parla proprio di questo nel contesto dell'opera del rapper canadese, e lo considera il sintomo di un nuovo colore nel rap e nell'R&B contemporanei. Fisher parla di come la cultura hip-hop non abbia disposto per intero dei suoi codici machisti, ma abbia invece integrato in sé una propria critica nei loro confronti. Nelle persone che ne fanno parte si è sviluppata la capacità di giocare con i propri archetipi, abusandone però quando necessario. Drake rappresenta questo nuovo stato di cose: è sincero, tenero, sensibile, sa come cantare. Ma è un personaggio duplice: vive un edonismo esagerato in cui si crogiola e, simultaneamente, gli causa angoscia. Fisher si interroga sull'integrità di questo approccio secondo il tema della "redenzione attraverso l'amore":

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"Sicuramente non può essere così semplice e sentimentale come l'annoso, vecchio modo dire "il denaro può comprarti tutto, ma non l'amore?" Insomma, è questo il punto a cui il rap era destinato ad arrivare: il rapper come personaggio di una telenovela, tutto spaccone, furioso, consumatore super-vistoso così da nascondere la sua natura di ragazzo-a-cui-manca-qualcosa che verrà salvato dalla donna-redentrice alla fine della puntata? Ancora quella roba? 'La prossima volta che scopiamo non voglio scopare, voglio fare l'amore… voglio fidarmi'. Nemmeno Drake sembra credere al suo stesso numero, perché dovremmo crederci noi? Sa benissimo che questo modo di esprimere sensibilità potrebbe benissimo essere parte dello stratagemma di un pick up artist… ha passato così tanto tempo a mentire e poi rivelare le sue menzogne che non sa più se sta provando a fregarci o a parlare apertamente, o a quale sia la differenza tra le due cose. Piange lacrime vere con un occhio, mentre con l'altro fa l'occhiolino alla telecamera che lo sta inquadrando guardando l'obiettivo col mento appoggiato sulla spalla della sua ultima conquista."

Sebbene qua Fisher parli di seduzione, potremmo applicare il suo ragionamento all'intera traiettoria artistica di Drake e sostituire le donne che dice di conquistare con il suo intero pubblico. Dopotutto, come Fisher sostiene nel testo, Drake ha molte cose per soddisfare la sua fame: cibo, alcol, sesso, droghe; qualsiasi cosa possa essere consumata. Nel frattempo, il suo pubblico resta e resterà sempre un orizzonte immateriale. E il video di "God's Plan" rappresenta il momento in cui le relazioni di Drake con il mondo—seccate, ambivalenti, leggermente subdole—sembrano aver raggiunto uno stato avanzato di deteriorazione, se non di delirio e pazzia. In "Started From The Bottom", indubbiamente uno dei suoi pezzi migliori, Drake si confida con noi ascoltatori usando il "noi" plurale" invece dell'"io" singolare, creando un momento di inclusione. È una bella pirouette che sostiene le sue origini relativamente benestanti sottolineando la generosità del suo approccio e la sua elevata consapevolezza di quanto la sua educazione borghese impatti sulla sua credibilità. In "God's Plan", che è qualcosa di completamente diverso, Drake dimostra una tracotanza contemporaneamente confusa e malata.

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In "God's Plan," Drake si tiene sempre a debita distanza dal suo pubblico. Usa il "loro" come un prudente osservatore ben intenzionato invece di adottare l'"io" e il "noi" che lo avrebbero incluso più candidamente nel mondo che sta descrivendo. Questo gli permette di evitare un eccessivo coinvolgimento, di mantenersi al sicuro nella sua gabbia dorata. La pesantezza dei soldi, però, permane. Non fanno altro che cambiare mano, e vengono pietosamente saccheggiati (nonostante le apparenze) più che realmente resi oggetto di disillusione.

Nonostante non sia mai stato completamente un avanguardista, Drake si è sempre posizionato come cantore di un post-modernismo accomodante. Ha sostenuto di aver inserito per primo il cantato nel rap, posizionandosi come post-rapper. Poi ha provato a introdurre il concetto di post-album nella forma di More Life, proclamandolo una "playlist" così da considerare che cosa significhi il formato di un album nell'era della smaterializzazione della musica. Oggi, però, Drake sembra essere entrato in una nuova fase della sua carriera. Potremmo chiamarla "post-malessere", in assenza di termini migliori. È un approccio che imbarazza l'ascoltatore, spingendolo al riso e all'incredulità, per poi affascinarlo e fargli porre una domanda: e se fosse Drake, in fondo, il primo spettatore—e quindi la prima vittima—delle sue stesse mielose illusioni di grandezza? Qualsiasi sia la risposta, sarà difficile scacciarsi di testa questo dubbio.

Questo articolo è apparso originariamente su Noisey Francia.

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