Perché così pochi calciatori si mettono a fare i DJ?

FYI.

This story is over 5 years old.

Musica

Perché così pochi calciatori si mettono a fare i DJ?

Davvero non capisco perché non facciano tutti come Cissè, dopotutto sono già ricchi, hanno un sacco di tempo libero e un ego spropositato.

È di questa settimana la notizia che Djibril Cissé—dopo essere passato per il Liverpool, l'Olympique Marsiglia, il Panathinaikos, la Lazio e squadroni del calibro dell'Al-Gharafa—ha deciso di ritirarsi dal gioco più bello del mondo™. Il che non è strano, di per sé. Dopotutto, arrivati a un certo punto, tutti i giocatori devono farla finita. Un tempo, dopo il ritiro, i calciatori avevano due traiettorie principali: potevano diventare imprenditori, aprendo un baretto o un ristorantino; o potevano mettersi a fare gli allenatori o i commentatori, pompando un po' di cash nel loro fondo pensionistico grazie ad argute osservazioni tipo, "Senza una difesa solida è difficile non prendere gol." Ma Cissé non ci è stato, dannazione. Ha scelto di reinventarsi completamente. Gente, Djibril Cissé è diventato un DJ. "Mi piaceva fare il calciatore, e il pallone è stato la mia vita finora," ha dichiarato Cissé a Yahoo! Sport: "Mi sarebbe piaciuto continuare a giocare ma devo ammettere che ormai per me è finita. Ma mi dedicherò, con la stessa passione e con tutto me stesso, alla mia carriera di DJ, produttore e consulente, e svilupperò anche il mio brand di moda. Grazie a tutti per il vostro supporto. L'avventura continua, è l'inizio di una nuova vita. Un leone non muore mai." E insomma, raga, è roba che fa pensare. I leoni non muoiono mai, e neanche le leggende. Ma Cissé non può essere il primo calciatore della storia che ha deciso di devolvere il proprio tempo all'arte oscura che è fare il DJ, vero? E no, quell'esultanza di Emile Heskey non conta.

Pubblicità

I calciatori sono ragazzi giovani che guadagnano paccate di soldi e portano sempre con sé una quantità considerevole di capitale sociale, e quindi ogni tanto finiscono a ballare. Ora, dato che ovviamente anche il più scarso dei difensori centrali spinto sulle tristi rive inglesi da chissà quale paradiso esotico per giocare in League Two è comunque considerabile un atleta a tutti gli effetti, non possiamo certo immaginare che i calciatori buttino giù medie e pasticche come noi poveri mortali. Probabilmente, quindi, bevono Perrier e studiano l'arte di mettere i dischi in un silenzio monacale, per poi tornare nelle loro villone di campagna e abbandonarsi a un sonno profondo tormentato da incubi pieni di cross sbagliati e allenatori incazzati.  Tutti possono fare i DJ—davvero, tutti—ed essere sobri è una qualità necessaria per farlo bene. Quindi è piuttosto sorprendente che i calciatori non si innamorino più spesso dei Pioneer. Vi piace dire ai vostri amici che fate i DJ, vero? A me piace un sacco. E se io e voi ci prendiamo bene a mettere una chiavetta in un CDJ impolverato in un club mezzo vuoto il giovedì sera, perché non possono prendersi bene anche Frankie Lampard, Jan Molby o Pelè? Sono sempre esseri umani, in fondo. Ma, nonostante la loro umanità, le quantità imbarazzanti di tempo libero e i soldi infiniti che compaiono ogni settimana sul loro conto in banca, pochissimi calciatori diventano davvero DJ.

Pubblicità

Forse ci sono calciatori che hanno fatto i DJ e non ce ne siamo accorti? Cacchio, sapete chi passa notti insonni su Beatport a comprare pezzi scontati in cerca di qualcosa che faccia muovere il culo a Elton John e Gigi Hadid? David Beckham. Ok, voglio dire, l'unica prova che abbiamo della cosa è una singola sua foto in cui è alla consolle assieme al suo vecchio amico Dane Bowers nel 2001, ma che foto. Guardate come Becks guarda intensamente il mixer! Guardate quanto assomiglia a Villalobos quando è fattissimo e non capisce da che parte è girato! Immaginate di essere lì, quella sera: voi e i vostri migliori amici, a buttar giù Moretti da 33, mentre Beckham e Bowers sparano successo dopo successo. Ma fanculo lo Studio 54! Al diavolo il Paradise Garage! Chissenefrega del Berghain, la punchline noiosa dietro a qualsiasi battuta sul clubbing mai pensata dopo il 2008! OK, Beckham non ha davvero fatto il DJ quella sera. È da un po' che il leader musicale dello spogliatoio di Old Trafford è Ashley Young, che un tempo metteva bombe funk su espressa richiesta del loro ex-allenatore Louis Van Gaal; quindi è difficile immaginare David che sceglie i pezzi sul suo iPod con le casse Bluetooth accanto a David De Gea—che è un metallaro convinto. E in ogni caso: no, per quanto possiate crederci, mettere su dei pezzi dal cellulare andando su Spotify non è "fare il DJ".  Steven Gerrard, un altra leggenda del Liverpool, ha avuto qualcosa a che fare con un DJ una volta. Ma per quello che ne sappiamo—noi e la polizia—dopo aver dato tre pugni in faccia a Marcus McGhee, il DJ resident del Lounge Inn di Southport, perché non voleva mettere su "la sua canzone", il centrocampista non ha avuto l'opportunità di salire in consolle e mettere su "Easy Lover" o "In the Air Tonight" del suo amato Phil Collins.

Il che ci lascia con un improbabile trio di ex-professionisti che effettivamente ogni sabato fanno il loro sporco lavoro di DJ: Djibril Cissé, Gaizka Mendieta e Pat Nevin. Nevin si è ritagliato un piccolo spazio per affermare la sua identità di ala scozzese a cui piace l'indie che fa anche il DJ, e si esibisce spesso mettendo dischi dei Pastels. Mendieta, che ai tempi del Middlesbrough litigò con il suo allenatore Alex Southgate e venne quindi messo da parte, si metteva un cappello e usciva di notte per mettere su pezzi dei Kings of Leon di fronte a un pubblico che, presumibilmente, si chiedeva perché diamine il tizio che stava mettendo su "Molly's Chambers" aveva una fedora in testa. In fondo, Cissé rimane solo: una luce nella notte, un faro per la vera club culture. Fabric, dategli un'opportunità il prima possibile, e speriamo che ad alcuni dei suoi ex compagni di squadra venga voglia di prendersi la responsabilità di aprirgli.

Segui Noisey su Facebook e Twitter. Altro su Noisey: Ascolta "Higuain", il nuovo singolo di Enzo Dong La bellezza dei video di calcio con sottofondo di musica tamarra Serena Williams ha perso gli US Open ed è quasi sicuramente colpa di Drake