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Musica

Rik & The Pigs sono il grugno del punk rock di adesso

Abbiamo intervistato Rik per farci raccontare il suo nuovo album che suona un po' glam, un po' Dead Boys, un po' rissa e un po' festa.
Foto: Josh Robicheaux.

Rik & The Pigs sostengono di essere i più pigri e delinquenti porcelli del mondo. Saranno pure delinquenti, ma dopo le varie uscite dell'ultimo anno, compreso un nuovo 7" per Feel It e un nuovo LP in arrivo per Total Punk, è difficile immaginarseli come dei totali fancazzisti.

Nel loro nuovo album A Child's Gator, la band di Olympia, Washington ci consegna una bella dose di punk rock nervoso e veloce che è tanto feroce quanto divertente.

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Quando il frontman Erik 'Rik' Meyer ringhia "We make noise for all the girls and boys" nel pezzo "Sweet Donny" non c'è dubbio che sia sincero. La canzone ha un selvaggio incedere glam rock più vicino a “Them Kinda Monkeys Can’t Swing" degli Slade (da Flame) che a qualunque cosa abbia mai fatto Marc Bolan.

Meyer ha cominciato a suonare nelle cantine di St. Louis e tra i suoi vari progetti c'erano anche gli Sweet Tooth, formati con suo fratello Martin (che poi sarebbe Lumpy, di Lumpy and the Dumpers). Aveva formato Rik and the Pigs come progetto solista quando si è trasferito a Portland, ma ora si è ormai evoluto in un sestetto completo.

Abbiamo mandato un po' di domande a Rik per saperne di più.

Noisey: "Donny Says" ha una bella patina glam. Chi è Donny?
Rik: Donny è un mio amico e ha un fantastico senso dell'umorismo. Si lascia scroccare le sigarette ed è uno dei chitarristi migliori della città. Passa quando vuole e sono sempre contento quando mi viene a trovare perché di solito significa che la band tornerà a suonare. Il titolo fa riferimento scherzosamente al pezzo bomba dei Ramones su End of the Century che parla del loro manager Danny Fields. Ad ogni modo se mi cercate potrete trovarmi nel mio teepee a guardare la TV con Joey e Dee Dee.

Vivi ancora secondo il motto ‘Fanculo il punk, sta' a casa’? Che cos'hai fatto per Capodanno?
Ho preso le mie medicine e sono stato a casa a suonare la chitarra. Ho provato a guardare la TV ma era troppo fastidiosa. Sono stato troppo malato nella testa per far festa con la gente ultimamente. È a questo che serve andare in tour, no? Devo stare fuori città all'asciutto per un po', poi potrò tornare a stapparne un paio.

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Puoi dire quello che vuoi di Phil Spector ma ho sempre pensato che “Danny Says” fosse uno dei suoi lavori migliori come produttore. Qual è la tua opinione su End of the Century in generale e sull'influenza di Spector sul sound della band?
Per prima cosa voglio dire che deve andare a fanculo, è un pezzo di merda misogino. Non gioco a questo gioco. Tipo che le sue opinioni e le sue azioni verso le donne dovrebbero essere perdonate solo perché è lui? Perché questo tipo di mentalità non fa altro che rafforzare e perpetuare ciò che la società e la cultura ci hanno già instillato nel cervello. Naturalmente adoro quel disco ma non so nemmeno se vada considerato un disco dei Ramones perché, come racconta Dee Dee nella sua biografia, Spector era tutto fottuto e a un certo punto li ha addirittura sequestrati nella sua villa a Beverly Hills tenendoli sotto tiro con una pistola. Quindi, certo, diamo pure una pacca sulla spalla al vecchio Phil, gli ha proprio fatto un bel trattamento. Senza dubbio sapeva fare una canzone, ma probabilmente questo non è bastato a salvargli il culo in prigione, sai? Ben gli sta.

Hai pubblicato un sacco di musica. Qual è la differenza tra A Child's Gator rispetto ai dischi precedenti?
Beh, prima gran parte della registrazione e della performance sui dischi era fatta da me. Questo disco (e il recente 7" Blue Jean Queen) invece ha la band al completo che suona la sua parte, registrata su nastro in analogico nello studio in cantina del nostro amico Cpt. Tripps Ballsington, qua a Olympia. Le versioni delle canzoni sul disco sono le migliori grazie alla band che, per la mia umile opinione, è tecnicamente eccellente, molto meglio di me e anche di gran parte degli altri musicisti là fuori. Il nostro batterista Peter David Hietkemper-Connelly ha suonato anche la traccia di piano in "Don't Tell On Me (Tattlesnake)" in una take senza averla praticamente mai suonata prima. Sì è seduto e l'ha suonata, è stato incredibile! Quello che voglio dire è: "MAN, questi qua SANNO SUONARE!"

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Ci sono vere e proprie canzoni d'amore nell'album? “Dear Ricki" è una canzone d'amore? Non sei riuscito a coinvolgere Christine nelle nuove registrazioni come avevi fatto in Baked Transformer.
C'è un po' di melassa immagino. "Dear Ricky" è la preferita di tutti. È come una lettera a me stesso da un fanboy/girl fuori di testa, e poi c'è la mia risposta tutta sarcastica. Ma la sensazione dominante è quella agrodolce, lascia un po' l'amaro in bocca. Bello che tu abbia citato Christine, sì, lei ha interpretato nella vita vera la sua parte della canzone originale con una precisione quasi profetica e, credimi, non ho avuto molto da ridere da allora. "(Baby I'm) Electric" è una sbrodolata su quanto sia bello innamorarsi di qualcuno di nuovo, quindi immagino sia un seguito appropriato a quella pillola che ho dovuto mandar giù.

Sembra che sia cambiato molto sia nella band che nel punk rock in generale dal tuo debutto nel 2015. Suonate ancora “Leather Gloves” live?
Non suono "Leather Gloves" live da oltre un anno, da quando Kurt e Mike erano ancora nella band. La nuova line up non l'ha mai imparata perché stavamo sempre lavorando su qualcosa di nuovo per questo disco. Ci sono un po' di vecchie canzoni sull'album perché la versione della band attuale suona molto meglio e molto diversa dall'originale che avevo fatto io da solo. Come ho detto, la band sa suonare.

Foto: Alexa Pantalone

Ti sei trasferito da St Louis a Portland nel tardo 2011 e sei a Olympia da un po'. Come mai hai scelto la costa Ovest?
Era ora di andare. Odiavo il Midwest a quel punto e avevo bisogno di un posto nuovo e fresco. La gente me lo fa davvero pesare, per qualche atto d'orgoglio del Midwest o che ne so. Non sono mai stato uno capace di stare fermo in un posto molto a lungo. Un paio di anni passano e mi rompo le palle della routine, anche quando le cose cambiano con il tempo il posto è sempre lo stesso e tu ti annoi. Oh, beh, che ci vuoi fare? È ora di andare da un'altra parte e vivere in un posto nuovo. C'è stata una casa bruciata a un certo punto?
Sì, ho perso tutto. Cosa sei, malato? Vuoi davvero farmi parlare di questa roba? Prossima domanda, please. Sia Portland che Olympia avevano due scene punk piuttosto ben avviate. È stato facile entrarci e far succedere cose?
Sì, ma solo perché avevo il desiderio di farlo e di continuare a farlo. Ho conosciuto le persone giuste ed ero in una posizione buona per mettere insieme le cose e trasformarle in qualcosa di più di un semplice progetto solista. Continuo a scrivere le canzoni e la band continua a entrare in gioco soltanto quando mi serve. Portland continuava a peggiorare e costare sempre di più a vista d'occhio, quindi me ne sono andato a Olympia e ho iniziato a fare i Pigs con Mike e Corey dei Vexx. I tempi cambiano, la gente va e viene, ma la formula è più o meno sempre rimasta la stessa. Nel nuovo LP c'è una lista di ringraziamento a tutte le persone che sono state nella band. A tutti i maialini, se siete là fuori e leggete questa intervista, sappiate che mi mancate molto e non potrò mai ringraziarvi abbastanza per il vostro aiuto, non ce l'avrei fatta senza di voi. Da Olympia è venuta fuori dell'ottima musica negli ultimi anni. La scena è unita? Ti capita di incontrare i ragazzi dei Milk Music al bar?
Sì, ci si conosce tutti. Anche nel fitto del bosco a chilometri di distanza dalla civiltà ti aspetti sempre che qualcuno salti fuori da dietro un albero e dica "Hey Ricky come va? Non pensavo di trovarti qua". Mi piacciono i ragazzi dei Milk, Dave Harris [bassista] a volte mi serve il pranzo alla pizzeria in centro quando passo di là. Coxen di solito è in giro con le Crocs e una maglietta dei Grateful Dead a condividere qualche pensiero profondo con chi incontra. Sua moglie Abby era la mia coinquilina, e ogni tanto mi taglia i capelli. Mi piace incontrare quel gruppo al bar anche perché inevitabilmente qualcuno accende una sigaretta stupida e finiamo tutti a sghignazzare nel vicoletto. Tuo fratello Martin ti ha dato qualche consiglio dopo il suo tour dell'Australia e dell'Europa con Lumpy and the Dumpers? Ti piacerebbe fare la stessa cosa con i Pigs?
Non proprio. Voglio dire, penso che qualcuno a loro abbia pagato il volo. Noi (Pigs) siamo adepti della filosofia "mettimi su una sedia a rotelle e spingimi fino al palco". Quindi se c'è qualche pazzo coglione che vuole sprecare i risparmi dei suoi genitori per anticipare i costi dei nostri voli, non avremo nessun problema ad andare a suonare dall'altra parte del mondo. C'è qualche possibilità di una reunion degli Sweet Tooth?
Non ora né mai. È meglio lasciarli nel brodo birroso dei nostri ricordi, che le generazioni future si godano i dischi dai cestoni a un dollaro, sempre detto che qualcuno tra qualche anno sappia di che cosa si tratta. Allora magari significherebbe qualcosa. "A Child's Gator" esce il 16 gennaio per Total Punk.

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