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Musica

Recensione: SOPHIE - OIL OF EVERY PEARL'S UN-INSIDES

Il primo album della regina del pop accelerazionista porta all'estremo tutti i luoghi comuni della musica di consumo.

La scelta di Sophie in questo caso non è un famoso romanzo, ma quella della produttrice scozzese di base a Los Angeles di far finalmente uscire un primo vero album, dopo l’epocale Product, che era soltanto una compilation di singoli.

La paladina della bubblegum bass e di conseguenza regina del pop accelerazionista finalmente si mostra in volto e in voce, portando all’estremo tutti i luoghi comuni del mainstream e spappolandoli, distorcendoli, aggrovigliandoli in una specie di discarica-supermercato della musica di consumo di tutte le ere, in cui tutto splende di mille colori e dà alla testa come una pesante droga lisergica.

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Interprete perfetta dei tempi che viviamo, SOPHIE batte sul suo stesso campo personaggi come Charli XCX, di cui tra l’altro è produttrice, che nel suo iperrealismo non riesce a superare la barriera dell’allucinazione. SOPHIE invece lo fa, senza ritegno, tra l’altro superandola anche a livello vocale, con un timbro personalissimo e ovviamente contraffatto, con vocine e vocette ma anche una certa sicurezza nel buttarsi verso l’R'n'B.

C’è tutta la palette di sentimenti al silicone della teen-degeneration di oggi, nelle irresistibili "It's Ok To Cry", nella disturbata (al limite del noise) "Infatuation", omaggio sottile a Prince, c’è il fuoco da puro ornamento di camino digitale in "Face Shopping", c’è la nausea dei troppi desideri in “Is It Cold In The Water?” c’è l’eurodance presa a sberle che si frammenta in un incubo autechriano di “Not Okay”, c’è l’illbient dolcissima, contraddizione in termini, che sembra una virata di “Stanlow” degli OMD verso il futuro.

Qualsiasi cosa SOPHIE faccia, anche la più estrema, risulta pop. In un modo talmente naturale che, sì, veramente crediamo ci sia speranza in questo mondo e ossigeno anche quando le polveri sottili ti annichiliscono le nari. E poi SOPHIE come una Madonna illuminata (con la quale, se ricordate bene, ha collaborato) in “Immaterial”, la risposta a "Material Girl" che cercavamo da tempo. È “advertising music”? Meglio così. Almeno, una volta tanto, sappiamo davvero cosa stiamo comprando.

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OIL OF EVERY PEARL'S UN-INSIDES è uscito il 15 giugno per Future Classic.

Ascolta OIL OF EVERY PEARL'S UN-INSIDES su Spotify:

TRACKLIST:
01. It’s Okay to Cry
02. Ponyboy
03. Faceshopping
04. Is It Cold in the Water?
05. Infatuation
06. Not Okay
07. Pretending
08. Immaterial
09. Whole New World/Pretend World

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