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Música

La scala gerarchica ufficiale della musica

La musica ti piace ma non sai qual è il tuo ruolo all'interno del meccanismo? Eccoti qualche indizio.

La musica ti piace ma non sai qual è il tuo ruolo all'interno del meccanismo?

Ti svelo un segreto: prima o poi morirai.

Ora che non te ne frega più niente, ecco una cosa che puoi leggere su quell'aspetto della musica di cui stavo parlando.

Questa è la Scala Gerarchica Ufficiale della Musica:

In cima c'è la razza aliena di uomini-lucertola che detiene soldi e potere. Rappresentano lo 0,00001 percento della popolazione, e se stai ancora leggendo questo articolo significa che non ne fai parte.

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I musicisti a tempo pieno.

– Musicisti che fanno roba davvero figa.

– Musicisti che non fanno roba figa anche se pensano di farla, perché ciò che considerano figo in realtà non lo è; musicisti che ci mettono il cuore ma falliscono; musicisti che facevano roba figa ma adesso non se lo possono più permettere perché si devono pagare la casa; musicisti che ogni tanto, a caso, partoriscono qualcosa di decente, ma in realtà vogliono solo sfornare successi e fare soldi; musicisti che facevano roba figa ma hanno smesso perché non hanno più punti di riferimento, avendo passato gli ultimi 45 anni a imitare Lou Reed; musicisti che non hanno mai nemmeno pensato di fare qualcosa di figo e ora suonano come bassisti nell'ultimo progetto di Huey Lewis; musicisti che potrebbero produrre qualcosa di figo ma sui quali non hai voglia di documentarti perché probabilmente si tratta di roba esoterica e terribile tipo "le nuove frontiere della comunità di violinisti techno" o "il rilancio delle jug band armene"; musicisti che fanno volutamente musica "non figa" in una sorta di pseudo critica priva di talento nei confronti della "roba figa", chiamati anche "novità merdose".

– I gruppi metal, che sono sempre fighissimi e tremendi allo stesso tempo.

Gli ingegneri e i produttori che sono un po' i responsabili della musica che sentiamo, ma non del tutto.

– Quelli bravi.

– Quelli merdosi.

– Scherzavo, non ne esistono di bravi.

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Le persone che si mantengono con la musica ma che non la creano, come i proprietari delle etichette discografiche, dei negozi di dischi, dei locali, i manager, gli agenti, i PR e così via.

– Quelli a cui piaceva il lavoro, l'hanno fatto, e per caso hanno fatto i soldi.

– I VISCIDI a cui piaceva l'idea di fare i soldi, quindi si sono messi a fare un lavoro che per caso gli piace.

I giornalisti.

– Quelli che scrivono di musica perché vogliono i dischi gratis e/o non sono disposti ad abbandonare le mura domestiche per nessuna ragione al mondo e devono trovare un modo per mantenersi senza uscire (ovvero, rivendendo i dischi che gli arrivano gratis).

– Quelli a cui non importa che il loro nome finisca sotto in un comunicato stampa di un'etichetta e lo chiamano "recensione" o "intervista", sempre a patto che l'etichetta in questione compri delle pagine della rivista o del giornale per cui scrivono.

I dilettanti o i semi-professionisti delle suddette categorie.

– I musicisti dilettanti o semi-professionisti, noti anche come "baristi".

– Gli ingegneri e i produttori dilettanti o semi-professionisti, detti anche "stronzi con i soldi e gli strumenti".

– I capi dilettanti o semi-professionisti delle etichette discografiche, proprietari di negozi di dischi, manager, proprietari di locali, agenti, PR e via così, chiamati anche "commessi dei negozi di dischi", "spacciatori di coca", "alternativi che fanno credere ai genitori di andare all'università", "festaioli" e "festaiole".

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– I giornalisti dilettanti o quasi-professionisti, detti anche "giornalisti".

I Fan.

– Quelli pazzi scatenati che possiedono ogni disco, che vanno a qualsiasi concerto e che vengono presentati ai nuovi buttafuori come "Questo è Greg"; quelli che vanno nei locali a leggere libri sulla fotografia negli anni delle Guerre Boere, mettendosi in fondo, vicino al pianoforte, fino a quando non suona un gruppo in cui c'è una ragazza; quelli che hanno pubblicato svariati numeri di fanzine su un argomento così specifico che la maggior parte del mondo ne ignora l'esistenza; quelli che hanno la soffitta piena di dischi e bootleg di cui è meglio non chiedergli il contenuto, e che non si lavano perché non riescono nemmeno a trovare la doccia nel loro casino, anche se sanno di averla.

– Quelli parzialmente pazzi che riescono a entrare in possesso dei dischi perché ospitano i gruppi che suonano nella loro città; quelli che vanno ai concerti abbastanza spesso da presentarsi ai nuovi buttafuori come "Io sono Greg"; quelli che a casa hanno una stanza in più per fare non si sa bene cosa; quelli che a fine serata ti invitano da loro per farti vedere qualcosa di "interessante" che in realtà non ti interessa, ma tu ci vai lo stesso perché sai che hanno della droga; quelli che si riferiscono a gruppi o a etichette famose dicendo "il nuovo gruppo di Paul" o "l'etichetta di Dina" in frasi tipo "Hai ascoltato il vinile del nuovo gruppo di Paul? Penso che lo pubblichi l'etichetta di Dina."

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– Quelli sfegatati ma normali, che comprano un disco o due ogni settimana di ritorno dall'ufficio, facendosi consigliare un album adatto per lavare i piatti; quelli che vanno ai concerti ogni tanto e che salutano il buttafuori; quelli che ogni settimana danno almeno uno sguardo a tre blog diversi, hanno la TV via cavo e un divano comodo e sono i più puliti e sistemati del loro gruppo di amici.

I non-fan.

– I fan normali.

– Quelli che odiano la musica.

– Quelli che leggono Pitchfork tutti i giorni.