Polezsky e una marea di colori

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Musica

Polezsky e una marea di colori

Guarda il primo video tratto da About Nightmares And U, il nuovo EP del beatmaker Polezsky.
Mattia Costioli
Milan, IT

"Quando ho visto il video ho pensato: cazzo, questo è proprio il suo video", mi racconta Polezsky, producer e beatmaker di stanza a Monza che negli ultimi anni ha lavorato con vari esponenti della scena rap italiana, a volte su commissione e a volte perché legato da rapporti di amicizia.  L'atmosfera del pezzo è qualcosa di molto malinconico e, allo stesso tempo, molto adolescenziale, proprio come raccontano i colori del video disegnato e animato da Morcky di Hello, Savants, che al telefono mi racconta come sia stato partecipare alla creazione dell'ultima uscita targata Avantguardia mentre cerca un'area di sosta per far fare la pipì alla figlia, in autostrada: "Scusami, è un momento di panico. Mi fa piacere che Polezsky sia stato felice del video, ma io personalmente non ho mai avuto nessun contatto con lui e ho cercato di abbandonarmi completamente al pezzo, prima di lavorare al video che hai visto. Non è una dinamica che capita molto spesso in questo lavoro e avere la possibilità di esprimersi senza dover ricevere il feedback o le richieste di un committente è sempre la cosa più divertente. A volte anche involontariamente tendi a farti influenzare pure dal committente stesso, perché magari hai già visto altri suoi lavori, o sai cosa gli piace… In questo caso non è successo, tutte le informazioni a mio disposizione sono arrivate unicamente dal brano, che ho consumato fino allo sfinimento prima di mettermi al lavoro".

La copertina dell'EP, realizzata da Pepsy Romanoff.

Se avete seguito il percorso della label/factory Avantguardia saprete già quest'ultimo tasto è quello più premuto sulla loro consolle di comando: la libertà d'espressione è fondamentale, fino al punto di essere quasi un presupposto creativo, come nel caso della realizzazione di questo video. "Io non posso che esserne felice," mi dice Polezsky: "poter lavorare ad un EP che porta soltanto il mio nome è una possibilità di crescita del modo in cui concepisco la musica. Quando lavori con un rapper devi sempre scendere a compromessi con la tua musica, in un certo senso. Magari sono cose che sembrano insignificanti, ad esempio un piatto che copre la voce, ma nella tua testa sei già condizionato, sai che devi rispondere alle aspettative di qualcun altro". Polezsky ha lavorato a questo progetto per un anno ed è stato viscerale, più trasversale che parallelo rispetto all'approccio verso i beat: "In realtà le idee c'erano già da prima, ma questa fase è stata quella concretamente creativa. Non dico che rinuncerei a fare i beat o che in determinate circostanze non sia ancora super stimolante lavorare a delle produzioni rap, ma questo lavoro è più mio, in un certo senso. Quando ho fatto sentire un mio inedito a Pablo abbiamo dovuto risolvere alcune pratiche burocratiche e poi ho avuto subito la possibilità di applicarmi al mio progetto e devo dire che la visione è stata condivisa con tutti, da Shablo ai professionisti che gravitano attorno all'etichetta".

"Adesso come adesso il mio obiettivo principale è rimanere sul mio, se ti piace bene e se non ti piace lascia stare. Si tratta di esprimere la propria arte, e forse è una delle cose più intime che si possano fare con la musica".

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