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Cara polizia, ACAB non è ancora un insulto

A Berlino, uno studente multato per aver indossato una maglietta con l'acronimo A.C.A.B. durante una manifestazione è stato assolto. Ma i casi simili, sia in Germania che altrove, fanno capire che sul tema c'è un po' di confusione.

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La polizia, talvolta, ha un animo un po' troppo sensibile. Non servono necessariamente gli attacchi di qualche manifestante o degli insulti per scombussolare un poliziotto––ogni tanto bastano quattro lettere. In Germania, per esempio, basta una maglietta o una patch con la scritta A.C.A.B., perché nessun poliziotto crede davvero che l'acronimo significhi "All Colours Are beautiful."

All'inizio della settimana scorsa, a Berlino, uno studente è stato assolto dopo che nel 2014, a una manifestazione a Kreuzberg, aveva indossato una maglietta con la scritta A.C.A.B. Qualche tempo dopo si era visto arrivare una multa a casa proprio per aver indossato quella maglietta. All'epoca lo studente si era rifiutato di pagare la multa da 1600 euro (una somma con la quale si potrebbero comprare un sacco di magliette) e ora il giudice gli ha dato ragione, poiché la scritta non si riferiva a un gruppo preciso ma a tutto il corpo armato.

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Nella primavera del 2014 la corte costituzionale federale aveva già deciso che sia polizia che soldati rappresentano un gruppo troppo ampio per far sì che un'offesa all'intero corpo possa essere soggetta a denuncia.

Pertanto, in Germania, l'acronimo A.C.A.B è troppo generico per essere considerato un'offesa diretta e punibile. Lo stesso vale, per inciso, per la stessa affermazione relativa ai soldati. Dare a un singolo poliziotto o un singolo militare in servizio del bastardo è un altro paio di maniche.

Due anni fa ad Amburgo era successo qualcosa di analogo: un ragazzo con un berretto con la scritta A.C.A.B. era stato denunciato da una poliziotta. Il ragazzo aveva poi vinto la causa. Qualche settimana fa, invece, una donna di Monaco è stata condannata a 36 ore di servizi sociali perché aveva con sé una borsa con scritto "FCK CPS."

[NdE: in Italia sul tema vige ancora una certa confusione, ma tra i casi più recenti c'è quello di un tifoso genovese che, durante una partita di pallanuoto di A1, ha esposto uno striscione con l'acronimo A.C.A.B. Il 32enne sarebbe poi stato denunciato per incitazione alla violenza, minacce e ingiurie, e segnalato per un Daspo per le successive manifestazioni sportive.]