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Musica

Noname incarna le due anime del rap di Chicago

Noname è un punto di congiunzione tra le storie violente della drill e la scena di giovani rapper-poeti capitanata da Chance The Rapper.
KC
Queens, US
GF
traduzione di Giulia Fornetti
noname live
Fotografia di Mark Horton/Getty Images

Noname si esibirà dal vivo a Santeria Social Club, a Milano, sabato 20 aprile. In apertura ci sarà theMIND. I biglietti sono già disponibili.

WordPlay è una storica serata open mic di Chicago: chiunque può salire sul palco di una piccola stanzetta gremita di persone e rappare, suonare, declamare poesie. Sei anni fa un gruppo di giovani talenti si ritrovò lì per esibirsi: alcuni di loro erano del tutto sconosciuti, altri sarebbero emersi a breve, compreso un giovanissimo Chance the Rapper e la già eterea Jamila Woods. Insieme a loro sul palco salì un’altra giovane poeta, celata dietro una bombetta nera e una folta chioma di ricci. Tanto è difficile riconoscerla nel video di quella serata quanto è impossibile non notare la sua voce innocente ed emozionante

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"Felicemente, mai agghindata / Apatia, per sempre / Rido prima dell'estasi", rima. Le sue braccia si muovono in modo strano, quasi come quelle di un direttore d’orchestra, ma in realtà sta invitando il pubblico a partecipare a un coro. A 20 anni tiene il palco alla grande e incita la folla, nonostante il suo nome sia praticamente sconosciuto al di fuori della scena open mic di Chicago.

La scorsa settimana Noname ha pubblicato il suo primo album, Room 25. Facendolo si è lasciata alle spalle l'anonimato che aveva definito la sua carriera finora: quasi nessuna intervista, nessuna foto promozionale, nessun video ufficiale. Prima di rimuovere del tutto il “gypsy”, cioè "zingaro", dal suo nome d’arte nel 2016, aveva dichiarato che la sua creatività era "nomade," in grado di produrre musica che andasse oltre la definizione di genere. E questo album è la prima occasione in cui Noname rivela la sua personalità di artista, in modo più evidente e meno astratto.

Da sempre narratrice attenta e profonda—alle prese con ricche strofe che la sua vita a Chicago ha praticamente scritto per lei—ora Noname sembra aver preso il controllo dei suoi racconti. Room 25 contiene sonorità e tematiche che vanno ben oltre il piccolo quartiere dove era confinata da sua nonna da bambina. Sapevamo già quanto fosse sofisticata e abile nella scrittura, ma invece di affidarsi ai personaggi che la circondano stavolta ha scelto di diventare lei stessa protagonista della sua storia.

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Noname, all’anagrafe Fatimah Warner, ha dovuto faticare sei anni prima di arrivare fino a qui. Un anno dopo quell'esibizione a Chicago, comparve su Acid Rap di Chance the Rapper, il mixtape che lo fece esplodere a livello nazionale. Le loro voci si rincorrevano in "Lost", una storia d’amore e droga. Nei versi di Noname, il racconto di un sentimento straziante e non corrisposto: "Quella vuota solitudine imbottigliata, questa felicità che cerchi / Il masochismo che predichi", canta. Secondo Chance, il suo è stato “il miglior verso che un artista abbia mai cantato in un mio pezzo”.

Negli anni successivi Noname sarebbe comparsa ancora nei pezzi di Chance. Su "Warm Enough" e "Drown", le sue parole sono come appesantite dal senso di pericolo e violenza che aleggia sulla sua città. Lo stesso tema ritorna nel suo primo mixtape, Telefone. Il meglio e il peggio di Chicago traspare tra le rime: "Diddy Bop" è un mix spensierato di feste in casa e sneakers nuove di zecca, ma "Casket Pretty" è l'esatto opposto. "Tutti i miei negri potrebbero finire in una bara / Nessuno è al sicuro in 'sta città felice", canta Noname. Mentre in sottofondo sentiamo un bambino sussurrare qualcosa, Noname sentenzia un potente, "Rose per le strade, là fuori c'è un orsacchiotto, un proiettile alla sua destra".

Con i suoi racconti di morte e gravidanze indesiderate, Telefone riflette l'imprevedibilità della vita in un quartiere povero di una grande città, Da una parte è casa; dall’altra, l'unica tua certezza è la scarsità. Mancano le risorse, mancano i soldi e l’unica cosa di cui tutti dispongono in abbondanza sono i traumi. Eppure, con i suoi sottotoni blues e jazz, Telefone sembra fungere da antitesi alla violenta e controversa Chicago: uno spaccato di vita che racconta la realtà delle strade del quartiere, oltre che la sua pessima reputazione. “Quando l’ho creato, volevo che fosse una sorta di conversazione con la tua prima cotta,” disse Noname.

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noname telefone

La copertina di Telefone, il primo mixtape di Noname. Cliccaci sopra per ascoltarlo.

Con Room 25 Noname sembra avventurarsi lungo una strada del tutto nuova. Nella prima traccia, “Self,” elenca tutte le persone a cui pensa l'album possa piacere. Ma a metà del pezzo si interrompe, come se si rendesse conto di stare pensando troppo a una cosa che le dovrebbe venire spontanea: "Credevate davvero che una bitch non potesse rappare, eh? No, in realtà questa è roba per me", dice.

È una sorta di dichiarazione d’intenti. Mentre Telefone sembrava fortemente radicato nella sua comunità, Room 25 è una lezione di autodifesa, il monito che la giovane rapper si ripete: prima di aiutare gli altri, devi aiutare e sostenere te stessa. Rappa con fare da spaccona, più di quanto non avesse mai fatto: "La mia figa insegna inglese alle superiori / La mia figa ha scritto una tesi sul colonialismo".

Figa? Un termine che Noname non aveva usato in Telefone, ma che ripete diverse volte già nei primi due minuti di Room 25. In passato, i versi a sfondo sessuale finivano con una battuta. Ora, Noname non scherza più quando si tratta di provocazioni, "So che me la lecca come fossi sua moglie", dice in "Montego Bae", che si conclude con lei che racconta una fellatio con delle Adidas ai piedi. "Ripeto ‘pussy’ tipo mille volte nel disco," ha detto. "Ho pensato, OK, ora che anche la mia pussy è diventata una protagonista del mio libro, come posso rendere la storia più interessante?"

Sempre in quell'intervista, Noname ha raccontato di avere preso coscienza della sua sessualità con la perdita della verginità, dopo il tour di Telefone. "L’unico motivo per cui non facevo sesso era la mia insicurezza, la paura di essere nuda di fronte a un’altra persona," ha detto. E questa insicurezza pervade tutto il disco, sia quando parla delle sue esperienze sotto le lenzuola che del suo ruolo nel mondo.

noname room 25

La copertina di Room 25 di Noname. Cliccaci sopra per ascoltarlo su Spotify.

I commenti di Noname sulla situazione sociale e politica rappresentano i momenti più forti dell’album. "Blaxploitation" si ispira a sonorità anni Settanta e contiene diversi campioni di dialoghi tratti da film del genere da cui prende il nome, quella serie di pellicole tutte sesso-e-violenza dedicate al pubblico afroamericano che sdoganò le colonne sonore soul e funk sul grande schermo. Tra questi c'è anche Dolemite, classico del 1975: "La rivoluzione non è mai semplice", dice un uomo; "La libertà è di tutti", afferma un altro. Noname si allontana un po’ dai suoi classici motivetti orecchiabili e sceglie un flow più veloce e marcato. Con riferimenti che vanno dai menestrelli di strada fino a Hillary Clinton, Noname prende un sottogenere cinematografico utilizzato per mercificare la vita delle persone di colore e lo trasforma a sua immagine: una scelta deliberata dopo il successo di film come Sorry to Bother You e BlacKkKlansman nell’ultimo anno.

Ma Noname non si limita a crogiolarsi nella fiducia che ha trovato in se stessa. A tratti, torna alla scoperta del candore e della vulnerabilità che ce l'hanno fatta scoprire e amare. "Prayer Song" suona come un perfetto caos organizzato, che fa da sfondo alla domanda "Perché, oh perché mi sta andando in tiro? / La violenza mi eccita?" in “Don’t Forget About Me.” Noname si rivolge direttamente al pubblico: "Il segreto è che c'è qualcosa di rotto, in me", confessa su un groove malato, con una chitarra che riverbera in sottofondo. "Ditegli che Noname continua a non avere soldi / Ditegli che Noname ha bevuto troppo ed è quasi svenuta / Il segreto è che pensa veramente che salvi la vita". Anche se non sappiamo ancora tutto sul suo conto, con questa canzone ci sentiamo più vicini che mai alla rapper di Chicago. Mentre chiede disperatamente a chi la circonda di ricordarsi di lei, anche se lei stessa non si ricorda di sé. Questo articolo è comparso originariamente su Noisey US. Segui Noisey su Instagram, Twitter e Facebook.