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Musica

Recensione: Four Tet - New Energy

L’Energy delle nuove canzoni di Four Tet non è proprio New, ma è rinnovata e ritrovata.

Tornare sulla scena del crimine, dopo anni passati a flirtare con la movida notturna, i locali, i beat martellanti. Kieran Hebden torna a fare hebdenismo, a quasi un decennio di distanza, dopo che There Is Love In You segnò l'inizio del cambiamento, della svolta, del sempre più ballabile e sempre meno sognabile. Quindi via i martellamenti di Beautiful Rewind, che pure non erano male, e via gli esperimenti formato macro di Morning/Evening, che invece erano un po' più male, e diamo il bentornato alle liquidità glitchy che ci aiutavano ad andare a fare la nanna con il sorriso quando eravamo giovani e pieni di speranze.

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Passa l'intro e "Two Thousand And Seventeen" tiene fede al suo nome e fa scivolare le delicatezze di Rounds nell'epoca degli smartphone e dell'ultra-HD. È come se quell'angelo che nel 2003 dondolava avanti e indietro con i suoi layer di tastiera e synth fosse stato ritrovato in un angolo della cameretta, con i suoi beat in downtempo, i suoi suoni tondi e morbidosi arricchiti da un sitar in primo piano che ci fa venire la malinconia. La malinconia quella bella, quella che fa bene, quella non per tutte le cose che abbiamo perso, ma per tutte le cose che abbiamo vissuto e ci portiamo dietro e non ci dimenticheremo mai.

Four Tet è stato un po' come Benjamin Button: quando tutti saltavano e ballavano e si riempivano di piste e di paste, lui dialogava, si liquefaceva, girava in tondo e ci coccolava. Poi, la crisi di mezza età gli ha fatto provare ad avvicinarsi a quel mondo che ha sempre e comunque amato, e via di clubbing, ma alla maniera di chi ne sa comunque un po' di più e può permettersi il proprio inconfondibile stile, uno che a scuola dava le dritte a Burial, uno che semplicemente knows better.

Adesso però, pur senza rinnegare niente, si torna indietro, si torna ad essere positivi nel calduccio di casa, ma con qualche vibrazione danzereccia sparsa ("SW9 9SL") perché non è che ci si deve più rinchiudere nel nostro angolino. E il mood generale è sempre quello positivo e confortevole, che nonostante la crisi e Trump e la Brexit e la secessione catalana andrà tutto bene e ci salveremo e il mondo rimarrà sempre un posto rigoglioso di vita ("Lush") e i ricordi ci scalderanno il cuore ora e sempre ("Memories"). Chiude una riflessione in 4/4 sul nostro amato "Planet", dove le corde di nuovo sovrastano una base di bollicine sbiruline e un beat sincopato, leggero, ma un po' nervosetto; tutto primi '00, con qualche suadente sussurro in sovraimpressione.

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L'Energy delle nuove canzoni di Four Tet non è proprio New, ma è rinnovata e ritrovata, è giocosa. Non martella il dancefloor, rimbocca le coperte.

New Energy è uscito venerdì 29 settembre per BMG.

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