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Musica

Abbiamo tradotto le parti migliori di "The Heart Part 4" di Kendrick Lamar

Vi aiutiamo a capire il testo di "The Heart Part 4" e il dissing furioso di Kendrick Lamar a Drake anche se non avete fatto la vacanza studio a Brighton.

"Avete tempo fino al sette aprile per prepararvi," dice Kendrick Lamar alla fine di "The Heart Part 4", il suo nuovo pezzo uscito settimana scorsa. Dato che il sette aprile è un venerdì, è piuttosto probabile che tra poco meno di due settimane potremo quindi ascoltare il successore di To Pimp a Butterfly, cioè uno dei dischi hip-hop più importanti dell'era contemporanea—e azzarderei della storia, data la quantità di letteratura che ha generato e la sua innegabile importanza nell'aver messo in primo piano, in forma musicale, la questione della violenza della polizia statunitense nei confronti degli afro-americani.  Con delle premesse simili, la canzone guadagna un peso enorme: è un'anticipazione di uno degli album rap più attesi dell'anno, se non del decennio, e verrà quindi smembrata e decostruita fino alla nausea nei giorni che ci separano dall'uscita del nuovo disco di Kendrick. E dato che tradurre i testi di K-Dot mi piace molto—qua trovate la mia traduzione integrale e commentata di To Pimp a Butterfly—ho pensato di fare come ho fatto con More Life di Drake e preparare una traduzione delle parti più significative di "The Heart Part 4", per spiegare che cosa significa nel contesto della carriera di Kendrick e della scena hip-hop tutta. Pronti? Via.

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CAPITOLO 1, IN CUI KENDRICK SI AUTOPROCLAMA SALVATORE DELL'HIP-HOP

Trenta milioni dopo, i miei futuri favori,
Lo stato leggendario di un salvatore delle rime, un salvatore dell'hip-hop.
Viaggio attorno all'atlante in questa navicella spaziale
Tutta cromata, è da una vita che passo
Il mio turno di giorno a rovinare risme di fogli.

Cominciare un pezzo con una dichiarazione del proprio conto in banca è un grande classico dell'hip-hop, ma vederlo fare da Kendrick significa doversi fermare un attimo a pensare perché lo sta facendo. To Pimp a Butterfly parlava infatti di denaro come un grande corruttore, e K-Dot stesso narrava il processo di disumanizzazione che il successo aveva avviato in lui per poi trovare la salvezza nella propria identità africana ancestrale. I "trenta milioni" non sono quindi da considerarsi un vanto, ma solo ("solo", lol) una riprova della fama globale di Kendrick (rappresentata dall'atlante), e vengono accoppiati ai suoi "futuri favori"—che possono qualificarsi sia come "i soldi che farà" che "i soldi che donerà".  Kendrick quindi sa che i soldi sono uno strumento del demonio, e al loro aumentare sa di dover coerentemente aumentare il suo impegno artistico e sociale—è arrivato quindi il momento di confermare nei fatti ciò che diceva ai tempi del dissing a mezzo mondo di "Control" e dire senza mezze misure che il suo è "lo stato leggendario di un salvatore delle rime, dell'hip-hop", che nonostante i suoi trenta milioni fa ancora un "turno di giorno", come un operaio o un artigiano, a scrivere e riscrivere su "risme di fogli" per perfezionare la propria arte, il tutto con un riferimento a una "navicella spaziale" che sa tanto di tributo all'afrofuturismo e a George Clinton dei Parliament-Funkadelic, suo collaboratore, come ad inserirsi in una grande tradizione nera non limitata all'insularità del mondo hip-hop. Insomma: l'obiettivo di Kendrick è evitare il bragging a tutti i costi, restare coi piedi per terra nonostante la fama.

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CAPITOLO 2, IN CUI KENDRICK COMINCIA A DISTRUGGERE DRAKE E SI PARAGONA A BIGGIE E 2PAC

Cammini in punta di piedi attorno al mio nome, negro, che sfigato!
Quando verrò a prenderti, amico, non dirmi che stavi solo scherzando.
"Oh, stavo solo scherzando K-Dot, lo sai che 'sto negro è dalla tua, fratello!"
Stai zitto, cazzo, sembri l'ultimo negro che mai vorrei conoscere,
Potresti diventare l'ultimo negro che conosco—Oh, non vuoi lo scontro?
Negro, io so solo che ho messo il piede sull'acceleratore e ho abbassato la testa.
Salterò fuori dalla macchina prima dello schianto, non mi ferma nessuno,
E grido, "Uno, due, tre, quattro, cinque, sono il miglior rapper in vita!"
Sono così grande, figlio di puttana, che sono morto
E quella che stai sentendo è una vibrazione paranormale.

Dopo una strofa dedicata alla propria carriera e un cambio di beat, Kendrick volge lo sguardo al suo caro Drake riaccendendo la rivalità che serpeggia tra loro da qualche annetto a questa parte. In breve: da quando K-Dot ha detto la parola "Drake" in "Control", i due si sono scambiati colpi di fioretto lirici a un ritmo più o meno regolare. Kendrick basa il suo nuovo attacco sul fatto che Drizzy non ha mai esplicitamente detto il suo nome in una canzone, arrivandoci però vicinissimo nel suo verso su "For Free" di DJ Khaled: "E come dice il vostro amico di Compton / Lo sapete che 'sto cazzo non è gratis", citando la sua "For Free? (Interlude)" e mettendo in chiaro che Kendrick è il vostro amico, non il suo amico. Dopo aver detto nella prima strofa che "non è ancora così santificato da poter dire che non sparerà," Kendrick mette la sesta e sceglie—restando in metafora—di lanciare la navicella spaziale del verso precedente contro il suo collega canadese, in un glorioso e definitivo schianto. Il riferimento alla propria morte si qualifica infine come un riconoscimento della qualità mitica conferita ai più grandi MC scomparsi—su tutti Tupac Shakur e Biggie Smalls, eterne leggende del genere sotto alla cui protezione Kendrick si mette, sostenendo che il suo flow emani vibrazioni così forti da poter essere paragonate alle loro. E c'è da dire che non ha tutti i torti se ci limitiamo a un punto di vista meramente tecnico.

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CAPITOLO 3, IN CUI KENDRICK PARLA ALL'AMERICA DI TRUMP E ALLA RUSSIA DI PUTIN

Il mondo intero è impazzito,
I corpi aumentano, il mercato sta per crollare,
Ci sono negri falsi ricchi e tipe false fighe,
Neri che fanno i bianchi, bianchi che dabbano.
Donald Trump è un fesso—sai che pensiamo, delinquente?
Ditegli che Dio se lo prenderà
E che alla Russia serve un replay, state tramando qualcosa.
Voti di collegi elettorali che sembrano voti per un memoriale,
Ma la verità dell'America non ignorerà i voti. To Pimp a Butterfly aveva caratterizzato Kendrick come principale voce artistica dell'America nera, oppressa dalle tendenze razziste ed elitarie degli Stati Uniti contemporanei. Ora che tutto è andato in merda e gli anni di Obama sembrano stati un'illusione collettiva, K-Dot dedica qualche barra allo stato del mondo, a Donald Trump e ai suoi legami con la Russia cripto-totalitaria di Putin. Il tutto, concludendo con un attacco al sistema elettorale americano, in cui la vittoria viene assegnata in base ai collegi elettorali vinti e non al voto popolare—in altre parole, come è successo a Trump, si può vincere le elezioni senza aver ottenuto il maggior numero di voti. "Ma la verità dell'America", cioè il cuore pulsante multiculturale degli Stati Uniti, "non ignorerà" la realtà: la maggioranza è contro Trump, e la lotta deve continuare. Il tutto condito da un commento tagliente sulla tendenza all'apparenza che domina la cultura contemporanea: "neri che fanno i bianchi, bianchi che dabbano," in una logica di reciproca appropriazione culturale che Kendrick giudica come socialmente dannosa.

CAPITOLO 4, IN CUI KENDRICK GIURA LEALTÀ A JAY Z E CI SALUTA

Guarda il pubblico, tipo— (Nah, non mi piace quella roba)
Guarda il mio sorriso, è un sorrisetto
Calmo ma insistente (Non è quello lo stile, cazzo!)
Così tanti versi che non riesci ad accettarlo (Cazzo!)
Così tanti versi che non li finisco mai (Cosa?)
"Lo stai facendo innervosire, il volume è alto."
Puttana, Jay Z è nella Hall of Fame, tu resta seduto! (Tu resta seduto!) Per conclude il pezzo, Kendrick torna a dire due cosette a Drake e si concentra su due punti. Il primo sono le sue frecciatine a Jay Z, presenti anche in More Life—Drizzy si è vantato di avere avuto successo nonostante non abbia seguito i consigli di Jay, quindi Kendrick gli ricorda gentilmente come Hov sia stato così influente da essere stato il primo rapper mai ammesso alla Songwriter Hall of Fame, un'organizzazione che onora i più grandi autori pop della storia. Ma è sul secondo punto che Kendrick ci dà davvero dentro, tirando in mezzo le accuse di ghostwriting fatte a Drake nel 2015.  Questo significa che non sei più grande del rap (E poi?)
Questo significa che non ha più senso restare dietro le quinte (E poi?)
Il mio nome è stato identificato come "Quel Re",
Lascerò voi a preoccuparvi delle liste, io sono su un altro livello:
La differenza tra risultati e meraviglie.
Sapete che ora è, quella di alzare l'asticella, questa roba è per sempre,
Avete tempo fino al 7 aprile per prepararvi. 

Due anni fa, Meek Mill accusò Drake di aver usato scrittori esterni per i suoi versi. Le risposte di Drake, sotto forma di "Charged Up" e "Back to Back", furono abbastanza efficaci da renderlo teoricamente vincitore dello scontro—con l'aggiunta della dichiarazione d'intenti del suo produttore e spalla destra Noah "40" Shebib: "Insieme, andiamo oltre i normali confini entro cui i rapper vogliono addormentarsi e restare bloccati." In altre parole: secondo 40, Drake è più di un rapper, è un curatore. Kendrick vuole quindi riportare Drake alla realtà e ricordargli che no, non è "più grande del rap", e che avere un ruolo "editoriale" sulle sue cose non significa che possa scegliere di non esporsi (la barra può anche riferirsi a "Gyalchester" in cui Drake si vanta di poter guadagnare di più da altre operazioni commerciali che dalla sua musica). Il tutto, usando gli "e poi?" recentemente usati da Jay Z nel suo verso su "I Got the Keys" di DJ Khaled, tanto per mettere in chiaro la fedeltà di Kendrick.

Il pezzo si conclude con un'ultima, tagliente dichiarazione di forza: Kendrick dice che non perde tempo a paragonarsi ad altri colleghi, che il suo ruolo di "Re" è ormai affermato, e che non gli interessa ottenere "risultati" quanto meravigliare chi lo ascolta. E il 7 aprile saremo tutti pronti a restare a bocca spalancata, date le premesse.

Elia ha Twitter e traduce canzoni.
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