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Musica

Tutte le icone post-punk fatte fumetto

Siouxsie, Morrissey, Ian Curtis e tutti i divi del post-punk letteralmente nelle vesti di supereroi. Ringraziate Butcher Billy.
Sonia Garcia
Milan, IT

A casa ho una guida alla new wave rubata a un tipo con cui mi vedevo lustri fa, che ai tempi lessi almeno venti volte fino a impararla praticamente a memoria. Da qualche parte l'ho spiegato che è stato il primo genere serio che abbia mai approfondito, e per questo motivo ci sono molto legata anche adesso che ho quarantatré anni. Fortunatamente per le generazioni a venire, non ci sarà sempre bisogno di rubare oggettistica altrui per farsi una cultura. Un primo passo verso il progresso è fare come ha fatto Butcher Billy, artista brasiliano che di questi tempi sta finendo praticamente su ogni sito di musica/arte/cultura rivolta alle masse. Abbiamo voluto parlarne qui, prima che finisca nella temibile colonna destra di Repubblica.

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Ma qual è il contributo di Butcher Billy al post-punk e alla new wave? Come spiega scaltramente il titolo, ha tramutato in fumetti—quelli più famosi della Marvel, roba inconfondibile—tutti i maggiori protagonisti della scena, negli suoi anni più d'oro di sempre, cioè gli Ottanta. Inutile vi stia a dire i nomi, è tutto limpido e cristallino come nel più frivolo dei cartoni animati. A diciassette anni credo ci avrei tappezzato camera e me la sarei menata tantissimo con le mie amiche, dato che comunque ero anche abbastanza in fissa con Man Ray e la pop art (darò dei soldi a chi mi dirà di non esserlo stato a quell'età).

PS. In realtà l'idea mi è venuta dopo aver letto questo inserto su Dangerous Minds. Però voi dovete voler bene comunque a Butcher Billy, sia su Facebook che su Behance.