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Musica

YouTube sta crescendo molto più in fretta di tutte le altre piattaforme musicali messe insieme

A quanto pare l'umanità non ha mai consumato così tanta musica. Questo non vuol dire che la compra, anzi.

Ogni giorno nasce un nuovo servizio di streaming musicale, o almeno così sembra. Mentre Spotify, Google Play, Rdio, Soundcloud e compagnia bella continuano a battersi per ottenere subscriber, non sorprende che il caro vecchio (e gratuito) YouTube rimanga il servizio preferito per la maggior parte degli utenti. Ma vedere i dati di crescita quantificati scientificamente è abbastanza inquietante: secondo quanto raccolto da Nielsen Music, i siti di streaming video come YouTube/Vevo stanno crescendo del 60.6 percento più velocemente rispetto a tutti gli altri servizi di streaming on-demand messi insieme, siano essi gratuiti o a pagamento.

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Questo significa che ci sono stati 76.6 miliardi di visualizzazioni di video musicali solo nella prima metà del 2015, che è il 109 percento in più dell'anno precedente. Se confrontate questo dato con i 58,6 miliardi di play complessivi dei servizi di streaming audio, i dati sono spaventosi. Sarà interessante vedere come si comporteranno i servizi a pagamento di YouTube, come Music Key, che è in fase beta dallo scorso novembre, e un altro servizio per ora senza nome, che a quanto pare verrà lanciato prima della fine dell'anno.

Nonostante tutti sappiamo che l'industria musicale è in declino e palle varie, a quanto pare stiamo consumando una quantità di musica gigantesca, rispetto alla storia della fruizione musicale, e questo grazie alle piattaforme di streaming. I dati parlano chiaro: finora, nel 2015, abbiamo ascoltato il 14 percento di musica in più rispetto a tutto l'anno scorso.

Lo streaming è il modo più immediato con cui oggi si arriva alla musica, ma è anche uno dei più remunerativi, almeno per le aziende che lo propongono. Più di 135 miliardi di tracce sono stati suonati nei primi sei mesi del 2015, ossia il 92.4 percento in più dello stesso periodo nell'anno scorso. Quello che rimane pressoché identico sono le vendite di album in digitale, e per quanto riguarda le copie fisiche… Be', non parliamone neanche.

L'altro formato tradizionale che cavalca l'onda è il vinile, le cui vendite sono salite del 38 percento rispetto all'anno scorso, anche se questo mercato copre circa il 9 percento delle vendite complessive, almeno nella prima metà del 2015 (il vinile più venduto, per dire, è stato 1989 di Taylor Swift).

Ricordatevi comunque tutti delle parole sante di Jack White: "Digital in the car, vinyl in the bedroom, baby."