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Musica

Antwood fa la club music delle intelligenze artificiali

Il nuovo gioiello di Planet Mu è Antwood, e qui ci presenta il suo full length d'esordio in cui reinventa la club music immaginandola composta dai robot.

Antwood è l'alias di Tristan Douglas, colto producer, microbiologo da Nanaimo, British Columbia. Il suo ultimo EP risale all'anno scorso, è uscito per la netlabel B.YRSLF Division, si chiama Work Focus ed è una di quelle gemme a cui non si è prestata la giusta attenzione. Dentro ci sono botte di footwork fratturato e trasformato in qualcosa di amorfo, né da una parte né dall'altra, cosa che non poteva passare più di tanto inosservata, specie agli occhi di Mike Paradinas, boss di Planet Mu.

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In quel periodo Douglas usava ancora il moniker Margaret Antwood, un pigro spoonerismo della famosissima poetessa e scrittrice Margaret Atwood. "Ho pensato che sarebbe stato divertente prendere una figura radicata nell'inconscio collettivo e trasformare il suo nome nella sua storpiatura più ovvia e ridicola," mi spiega. "È così amata in Canada, mi pareva divertente fare riferimento a lei in questo tipo di contesto."

Meno di un anno dopo, e abbandonato il "Margaret," Antwood è pronto a rilasciare il suo primo full length su una label vera e propria. L'opportunità gli è arrivata dopo che Paradinas l'ha contattato tramite Soundcloud, dandogli così la possibilità di evolvere il suo sound proprio a partire dai beat scheggiati di Work Focus. Il risultato è Virtuous.scr, un tuffo possibilmente ancora più profondo in quella strana dimensione in cui la sperimentazione sonora incontra la club music.

Questo territorio quasi del tutto inesplorato fa da giusta scenografia a un tema altrettanto intrigante e diffuso in tutto l'album, cioè la nozione se l'intelligenza artificiale possa o meno avere un suo assetto di moralità. "Gran parte del lavoro quotidiano di un microbiologo è meccanicizzato e ripetitivo, così spesso, quando dovrei pensare alla microbiologia, mi ritrovo a fare musica," racconta Douglas. "Mi stavo solo chiedendo se un'intelligenza artificiale potesse in qualche modo essere facilitata a godere di un codice etico, e se sia possibile programmarlo forzatamente al suo interno, o ricreare un tessuto neurale artificiale, che possa far sviluppare autonomamente il suo proprio codice etico."

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Può suonare fin troppo concettuale per un genere la cui funzione principale è far muovere corpi, ma Virtuous.scr è molto più neurale in natura, che fisico. Serve uno sforzo intellettuale non indifferente da parte dell'ascoltatore per cogliere tutte le sue complessità. Una volta che lo si fa, l'intento dell'album non sarà più opaco, ma chiarissimo.

Il conflitto sussiste già nelle singole tracce, dato che il robotico protagonista del disco cerca di espandersi dalla sua esperienza dichiaratamente aliena a questo mondo.

"Con 'Sneakers,' ho immaginato che se un'intelligenza artificiale avesse mai posseduto un'idea anche solo didascalica della musica pop di oggi—che in questo caso è rappresentata da dai ritmi footwork sincopati, e dai suoni di vetri rotti che si sentono spesso nella club music—avrebbe sicuramente tentato di replicarla, ma non avrebbe trovato il giusto contesto su cui riversarle," spiega. "Così l'album è questa sorta di aggregato di cliché e traslazioni che fanno avanti e indietro, facendo suonare tutto super strano."

In tutto l'album si può sentire l'intelligenza artificiale che scalcia e si dimena tentando di creare, o anche solo di capire la musica dance. "C'è una specie di scarto nel disco, in cui l'estetica cambia e diventa meno brutale, e più melodica," dice Douglas. "È una rappresentazione dell'intelligenza che si procura una specie di intelligenza emotiva, che però resta del tutto automatizzata, costruita. Può originare dei prototipi di emozioni, ma in una forma musicale aliena a tutto ciò che una persona da sola potrebbe mai comporre."

Virtuous.scr è un percorso sonoro strano e intrigante, dove tutto scrocchia, si dissolve e muta incessantemente. C'è anche il tocco stilistico del celebre sound designer e musicista americano Richard Devine, che lo rende meno abrasivo e più accessibile al pubblico. Nonostante il concept potenzialmente rivoluzionario, Antwood non se ne vanta quasi mai. Le tracce sono abbastanza forti ed espressive per conto loro, senza bisogno di ulteriori specificazioni. Se questo è il background dietro all'idea del producer di un album che lo presenti, stento a immaginare cosa possa venire dopo. Sicuramente nulla di mediocre, o che vi aspettate.

Virtuous.scr esce venerdì 29 aprile su Planet Mu, preordina l'album qui.

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