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Musica

Abbiamo chiesto ai Descendents di mettere in classifica i loro stessi dischi

Gli album della band californiana dal più brutto al più bello secondo il leggendario frontman Milo Auckerman, prima dell'uscita del nuovo "Hypercaffium Spazzinate".

Trentaquattro anni fa, la band punk californiana Descendents pubblicò Milo Goes to College.

L'album si può descrivere come venti minuti di assalto frontale hardcore e pop sognante, con canzoni che parlano d'amore, di perdenti, di genitori e di ragazze con i jeans Jordache e che fotografano alla perfezione i sentimenti e le frustrazioni degli adolescenti punk dei sobborghi in ogni grande città del mondo.

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La storia lo ha consacrato come uno dei migliori album punk di tutti i tempi.

Da allora, la band ha continuato a produrre classici su classici, compreso Hypercaffium Spazzinate, in uscita questa settimana su Epitaph.

Abbiamo chiesto a Milo Aukerman, il frontman cinquantatreenne della band, di stilare una classifica dei sei album che hanno preceduto Hypercaffium Spazzinate nella storia di questi pionieri del pop punk.

6. Cool To Be You (2004, Fat Wreck)

Noisey: L'ultimo posto è il più difficile. Perché hai scelto Cool To Be You?
Milo Aukerman: Be', il motivo è che Bill [Stevenson, batterista] aveva portato alcune ottime canzoni, ma la mia performance non fu all'altezza. Penso di essermi comportato abbastanza bene con alcuni dei pezzi di Karl [Alvarez, bassista], ma su quelle di Bill non riuscii a dare il meglio. E poi Stephen [Egerton, chitarra] non scrisse neanche una canzone per questo disco, e si sente la sua mancanza. È più tranquillo, non è aggressivo come gli album precedenti. Il contesto in cui l'abbiamo creato era tutt'altro che ideale. Non andavamo in tour da anni e la mia voce era davvero arrugginita, e penso che questo abbia avuto una forte influenza sulla mia percezione di questo disco.

5. I Don't Wanna Grow Up (1985, New Alliance)

Questo fu composto e registrato troppo velocemente?
No, ma non provammo le canzoni nel modo giusto. Bill era in tour con i Black Flag e finimmo a provare nel garage di Tony [Lombardo, bassista]. Bill doveva usare una batteria da bambini e suonavamo tutti a volume estremamente basso perché eravamo nel garage di Tony. Così quando andammo in studio eravamo impreparati e penso che la componente giocattolosa abbia influito sul risultato finale, perché suona molto più leggero rispetto al primo album.

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Ho letto che il produttore era sbronzo per gran parte delle registrazioni!
La fase di registrazione fu sicuramente resa più difficile dai problemi del produttore. Se ne dovette occupare Bill. Fu il primo disco dietro al mixer per lui. Sostiene di aver rovinato il disco perché non sapeva che cosa stesse facendo. Era un neofita totale nelle questioni tecniche.

L'album include "Silly Girl", che è uno dei vostri pezzi più pop.
Sì, la suoniamo tuttora dal vivo, ma ci mettiamo un po' più di palle. Alcune delle canzoni di quel disco sono tra le migliori di Bill, ma lo mettono un po' in imbarazzo perché sono scritte dal punto di vista di un ragazzo di 19 anni. Scriveva dei testi molto romantici. Ma la gente le ama ancora e io non ho alcun problema a cantarle, solo che Bill ogni volta pensa: "Argh, questo testo l'ho scritto io…"

Ma c'è anche "Pervert".
Già, anche quella la suoniamo ancora. Su quel disco abbiamo mescolato il romanticismo con la roba più disgustosa.

4. Enjoy! (1986, New Alliance)

L'album della cacca! Ai tempi eravate spesso in tour, e molte di queste canzoni suonano come le barzellette sceme che si raccontano dopo ore e ore di furgone.
Quando una band gira così tanto finisce per isolarsi un po' dal mondo al di fuori del furgone. Ti crei il tuo piccolo mondo e finisci per ridere di cose che per il resto delle persone non hanno senso. Avevamo raggiunto un punto in cui il nostro senso dell'umorismo girava tutto attorno alla cacca e alle scoregge.

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Ma sperimentaste anche di più musicalmente.
Gli esperimenti funzionarono una volta sì e una volta no. Quelli belli sono molto belli, gli altri sono abbastanza "boh". Sull'album ci sono alcune belle collaborazioni, ad esempio "Green" e "Sour Grapes".

3. All (1987, SST)

Bill ha dichiarato che questo è il punto più vicino all'essenza dei Descendents dopo Milo Goes to College.
Bill credeva avessimo raggiunto la perfezione dal punto di vista della produzione. E i due nuovi membri della band portarono delle canzoni davvero esaltanti. "Coolidge", scritta da Carl, è la migliore del disco. E poi ci sono alcuni pezzi che non funzionarono affatto. "Schizophrenia" mi fa venire i brividi a ripensarci. Posso chiamarle "sperimentali" ma più che altro erano riempitivi.

Questo materiale "sperimentale" e improvvisato era influenzato dai Minutemen?
Certo, e anche dai Black Flag che a quel punto avevano già pubblicato The Process Of Weeding Out, e penso che Stephan lo abbia usato come rampa di lancio per proporci le sue melodie più strane, e poi Bill e io ci mettevamo sopra delle parole.

2. Everything Sucks (1996, Epitaph)

Il vostro ritorno ai fan vecchi e nuovi.
Già, finimmo per riconquistare la gente che ci ascoltava già negli anni Ottanta e che aveva copiato i nostri dischi su cassetta per i fratellini minori o addirittura per i figli. Ci venivano a vedere generazioni diverse. Fu una cosa totalmente inaspettata. Prima di questo disco, gli altri avevano suonato negli All per, metti, otto anni, ed erano diventati grandi compositori. Ci ritrovammo con circa trentacinque canzoni da cui scegliere. Questo fu uno dei miei dischi preferiti da registrare perché ci sentivamo tutti molto ottimisti.

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La pausa che ti prendesti ti aveva rivitalizzato?
Proprio così. Avevo lavorato nel campo scientifico ma la mia carriera non aveva fatto molti progressi. Non ne potevo più. Decisi che se avessi potuto registrare un altro disco con la band e scrivere alcune canzoni, non avrei dovuto perdere l'occasione. E i ragazzi furono tutti contentissimi della mia proposta. Era davvero il momento perfetto. Voglio dire, pezzi come "I'm the One" e "Everything Sucks" sono perfetti per quella formazione.

1. Milo Goes to College (1982, New Alliance)

Questo non poteva che essere il numero uno!
Sicuro, è il ritratto perfetto di come eravamo allora. Mi piacerebbe essere in grado di separare la mia percezione da quella del pubblico su questo disco, ma penso che le due siano legate troppo strettamente ormai. Fu il nostro primo disco, e fu davvero magico per noi, quindi credo l'avrei messo al numero uno in ogni caso. E poi ha avuto una vita lunghissima e influenza ancora oggi molte persone.

È uno degli album punk più importanti di tutti i tempi.
Wow, ok.

No, sul serio. Fu anche la prima comparsa del personaggio Milo; soltanto l'illustrazione è diventata un'icona sacra per il mondo punk.
Già, c'è anche quella componente. Tutto iniziò da lì. Avevamo già pubblicato alcune cose ma questo fu il disco. Non fece il botto appena uscì, però, si trattò di una crescita a fuoco lento. Andammo in tour con quel disco nell'85 e nell'86, due anni dopo l'uscita. Quei due tour contribuirono alla sua popolarità, ma ci volle comunque un po' di tempo.

Hypercaffium Spazzinate è disponibile dal 29 luglio su Epitaph.

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