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Musica

Abbiamo intervistato gli Ufomammut e abbiamo pure una loro traccia in esclusiva

"Plouton", estratta dal loro album Ecate, che uscirà a fine marzo.

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Gli Ufomammut sono la band italiana con il nome più bello della storia, se non si contano gli Odio Contro i Vecchi, uno dei gruppi-simbolo di qualcuno della redazione. La band è attiva da più o meno 15 anni e ha prodotto, oltre che 6 album, una serie quasi infinita di date in giro per il mondo, motivo per cui questa première/intervista sta andando online in contemporanea da quattro parti diverse del globo.

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Ora stiamo per celebrare il quindicinale della band, composta da Poia, Urlo e Vita, con il settimo full-length, intitolato Ecate, che prevede per la prima volta un super tour negli Stati Uniti, sempre supportato dalle grafiche del collettivo Malleus, composto da due terzi degli Ufomammut. Oggi vi facciamo ascoltare in anteprima la traccia "Plouton", aspettando l'uscita dell'album, prevista per il 30 marzo via Neurot Recordings.

Noisey: Un vostro album parlava di Eva, poi avete pubblicato un doppio LP a tema oro e il tema di quest'album è Ecate. Spiegateci il concetto.
POIA: Il titolo Ecate viene dalla dea greca Hecate, una figura femminile simbolica controversa che attraversa diversi sistemi mitologici da che abbiamo conoscenza della civiltà.
URLO: Se si ripercorre la storia dei nostri dischi, una delle idee ricorrenti è il rapporto tra conoscenza e ribellione. Tutti i nostri album sono in qualche modo dedicati a personaggi negativi che sono stati deviati da secoli di ignoranza.

In "Temple," che sembra essere un salto rispetto alle vostre precedenti tracce, la linea vocale è più netta e incisiva. Questo tipo di taglio sarà ricorrente in Ecate? Che altri cambiamenti ci dovremmo aspettare da questo nuovo album, in rapporto ai precedenti?
POIA: Abbiamo tentato di concentrarci sulla costruzione delle tracce, bilanciando la nostra "pesantezza" crescente con un approccio diverso alla psichedelia. Abbiamo lavorato sul suono e sulla stratificazione degli effetti, più che nel passato, con lo scopo di avvicinarci alla nostra idea di come dovrebbe suonare un prodotto degli Ufomammut, lasciando da parte tutto ciò che ci sembrava superfluo, tentando quindi di essere più diretti e secchi.
VITA: Ecate è più pesante dei nostri lavori precedenti ed è un po' più complesso. Anche un po' più metal.
URLO: Ecate è un album molto diverso dagli altri che abbiamo fatto, come dice Vita, è più complesso e le strutture creano un sacco di sentieri che portano a realtà differenti, a diversi paesaggi sonori che abbiamo tentato di esplorare in modi nuovi. Per quanto riguarda i vocal, ci ho lavorato parecchio per questo disco, sono felice che tu ci abbia fatto caso.

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I vostri dischi hanno un concetto abbastanza definito per quanto riguarda i testi e i suoni, e ogni elemento delle tracce arriva con fierezza. Questa solidità è condizionata da un approccio perfezionista e attento ai dettagli? O preferite lasciare le cose più al caso e vedere che direzione prendono?
VITA: Stiamo sempre molto attenti ai suoni. Succede abbastanza spesso che durante le registrazioni variamo riff o beat.
URLO: Da quando abbiamo iniziato a suonare, abbiamo sempre dato una grossa importanza al suono. Molti dei ragazzi che abbiamo incontrato nel nostro percorso ci hanno aiutato a strutturarlo.
POIA: Ci prendiamo cura di ogni aspetto degli Ufomammut. Siamo perfezionisti, sicuramente… Ma a modo nostro. Non vogliamo suonare asettici o scientifici… Lasciamo che molti elementi rimangano nascosti, lasciamo spazio per il cambiamento, per l'improvvisazione, lasciamo andare i feedback dei rumori che produciamo, il rumore bianco.
URLO: Siamo i perfezionisti più casinisti in circolazione, ma siamo sicuramente molto concentrati sull'obiettivo, su cosa vogliamo otenere come risultato finale. Vogliamo strutturare la nostra musica in modo che possa considerarsi finita una volta che abbiamo chiuso il disco, ma allo stesso tempo che rimanga aperta a variazioni quando la portiamo in giro dal vivo.

Prendete ispirazione da suoni che sentite quotidianamente per formare i vostri riff? C'è qualcosa di strano che vi ispira mentre componete?
POIA: Non c'è una regola precisa e le influenze arrivano da diverse fonti, non solo dalla musica, ma da libri, film, altre forme d'arte…
VITA: Di solito non ho una fonte particolare d'ispirazione quando lavoro su un disco. Diciamo che prendiamo ispirazione da ciò che stiamo vivendo, da quello che ci circonda.
URLO: Ci sono un sacco di ispirazioni che ci hanno traghettato dove siamo. Quando iniziamo a scrivere roba nuova io inizio a pensare a un'idea che posso sviluppare, ma prima dell'idea arriva la musica.

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Vi ispirate anche a fatti che stanno accadendo in Italia? O preferite focalizzarvi su temi meno attuali?
POIA: Viviamo in Italia, e sicuramente certe cose hanno un'influenza sulla nostra musica, forse a livello di reazione inconscia. Non lo so. Ma non siamo interessati a raccontare momenti particolari in una cornice dettagliata di tempo. Preferiamo solcare il cielo della mente umana.
URLO: Ci sono un paio di riferimenti alla vita quotidiana e a cose che succedono intorno a noi, ma non è mai nulla di specifico. Cerchiamo di pensare a tutta la storia, alla mente umana e a ciò che la circonda e la riempie.

Per suonare abrasivi come in "Temple" anche nel resto di Ecate, come avete confezionato i suoni e i diversi strati strumentali?
POIA: Questo è merito del nostro ingegnere preferito, Lorenzo, con cui abbiamo sperimentato diversi tipi di microfoni posizionati in maniera differente e un uso particolare dello spazio, dell'eco delle stanze in cui abbiamo registrato, con diversi effetti.
URLO: Abbiamo registrato nello stesso studio dove registrammo ORO, ma, come dice Poia, abbiamo usato strumentazione differente e un altro modo di registrare, specialmente per quanto riguarda la chitarra e il basso. Mettiamo molto sforzo nella fase di mixing con Lorenzo.

Ho l'impressione che sperimentare nelle jam vi sia molto d'aiuto in fase compositiva. Mi sbaglio? Provate regolarmente?
VITA: Improvvisare è un grande segreto. È anche l'unico modo con cui iniziamo a comporre: quando siamo tutti insieme in sala prove. Improvvisiamo e quando ci rendiamo conto che abbiamo trovato un riff o un beat che ci convince iniziamo a lavorarci. Di solito non arriviamo preparati.
POIA: Certo, provare è fondamentale per comporre bene, per costruire un'idea attorno a uno scheletro, a un riff… Oltretutto noi registriamo le prove, così possiamo renderci conto di cosa è successo davvero, se c'era qualcosa di figo da ascoltare, oltre che da suonare. Per Ecate abbiamo registrato una pre-produzione prima di arrivare in studio, dove abbiamo aggiunto anche le linee vocali e i synth.
URLO: C'è sempre una parte improvvisata in cui costruiamo gli scheletri delle tracce e poi c'è un'altra parte in cui riflettiamo su tutte le parti più raffinate, sui synth e sui vocal e su come metterli insieme a quello che abbiamo, sulla lunghezza della traccia, su come modulare le parti e così via.

Quali band ispirano il vostro suono e la vostra relazione con la musica e con i vostri fan?
VITA: Ci sono un sacco di band che hanno ispirato gli Ufomammut, nel loro suono e nella loro attitudine. I Pink Floyd, i Beatles, i Black Sabbath e i Blue Cheer ci hanno dato l'idea di come si dovrebbe suonare, mentre i Sex Pistols, i Clash e la scena punk in generale ha influenzato il modo che abbiamo di suonare.
POIA: Come dice Vita, alcune delle band che ha nominato sono le nostre preferite. I Pink Floyd e i Beatles su tutte. Poi ognuno ha i propri gusti e punti di riferimento. Ma qui ci sarebbe da fare liste lunghissime…
URLO: Alcuni gusti molto simili altri totalmente diversi.

Per quanto riguarda il metal, ci sono dischi che ci vorreste consigliare?
POIA: Ci sono alcune band molto fighe nella scena metal, ma recentemente non mi ha colpito nulla. Forse dovrei andare a ripescare Blackjazz di The Shining… Un album del 2010.
URLO: Stessa cosa… Ci sono un sacco di band fighe, ma non lo so, non ascolto solo metal e le cose più fighe ultimamente sono uscite da altri generi, almeno per me.

Band fighe in Italia di questi tempi?
VITA: In Italia ci sono alcune band ma non c'è una scena molto forte. Anche se abbiamo sempre avuto parecchie band molto fighe, specialmente negli anni Settanta, non si è mai formata una vera e propria cultura rock. Molti ascoltano musica di merda, in Italia.
POIA: Conosciamo un sacco di band davvero interessanti e originali, tipo The Secret, Ovo, Lento, Zu, Morkobot, I.C.O… E molte altre: solo che sto parlando di roba underground. Gente che ha la giusta attitudine.
URLO: Abbiamo avuto band davvero fighe in passato, ma ancora adesso ne abbiamo, solo che devono riuscire a scavarsi la loro via per uscire dall'underground: the Secret, Zolle, Lento, Zu, Ovo, ICO, Morkobot, Runi e molti altri.

Siete molto fan delle cover art, il che spiega l'attenzione che ponete verso le vostre. Quali sono i vostri artisti preferiti?
POIA: Tutti gli artwork degli Ufomammut sono dei concetti grafici… A me piace disegnare e mi piacciono le cover disegnate, come per esempio In the Court Of The Crimson King dei King Crimson o In Search Of Space degli Hawkwind. Ma se dovessi scegliere il mio preferito è Storm Thorgerson. La mia preferita è la cover che fece per Atom Heart Mother dei Pink Floyd.
URLO: Poia ed io, insieme a Lu (che sta dietro ai visual degli Ufomammut) siamo Malleus, un collettivo artistico che lavora sulla poster art, principalmente. Abbiamo iniziato i due progetti allo stesso tempo, sono cresciuti insieme e ci siamo sempre presi cura del lato musicale e di quello visivo in parallelo. Personalmente adoro Jack Kirby e Mike Mignola, disegni che sono apparentemente semplici. Per quanto riguarda le cover art, adoro quella di Meddle dei Pink Floyd. E molte altre, chiaro.