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Musica

Trent'anni dopo Dinosaur, Lou Barlow invecchia ma non si arrende

Abbiamo parlato con il fondatore di Dinosaur Jr. e Sebadoh di come ci si sente a essere una leggenda.

Foto di Rachel Enneking

Quest'anno Lou Barlow è impegnatissimo. Presto si svolgeranno le celebrazioni per il trentesimo anniversario dell'album di debutto dei Dinosaur Jr., Dinosaur, con una settimana di concerti alla Bowery Ballroom di Manhattan in dicembre, ogni serata dedicata a uno dei sei dischi registrati dalla formazione originale della band. Sono passati esattamente vent'anni dall'inaspettato successo della hit "Natural One" del side project di Barlow, Folk Implosion, dovuto al suo ruolo di supervisore musicale per il controverso film sui ragazzini di strada di New York Kids, di Harmony Korine e Larry Clark. Barlow è anche ritornato alla sua terra natale, il Massachusetts, dopo aver passato vent'anni in California, e ha pubblicato un nuovo album solista folkeggiante. Brace the Wave è un album prevedibilmente di transizione, registrato in pochi giorni nello studio di Justin Pizzoferrato, tecnico che ha lavorato sugli ultimi due album dei Dinosaur Jr., Farm e I Bet on Sky.

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L'atmosfera rarefatta di Brace the Wave si potrebbe facilmente scambiare per negatività, visto anche il recente divorzio di Barlow dopo vent'anni di matrimonio; ma mentre il disco precedente, il ritorno dei Sebadoh Defend Yourself del 2013, sembrava fortemente influenzato dalla fine del rapporto, l'ultimo accetta in maniera matura la deriva degli eventi e il cambiamento come conseguenze inevitabili della crescita, invece di esprimere sofferenza per istanze particolari. Quando ho parlato con lui in agosto, ero curioso di sapere se l'immagine della coppia che si prepara all'impatto di una grande onda descritta nella quasi-title track "Wave" esprimesse il tema dell'album. Lui è stato affabile, anche se un po' preoccupato (era la prima vacanza dei due figli dai nonni a Dayton, Ohio), e non ha voluto ammettere nessun concept per l'album, optando invece per un semplice, sincero: "Mai arrendersi". Detto da un artista conosciuto per due famosi gruppi dai metodi creativi diametralmente opposti, è difficile non percepirla come una dichiarazione d'intenti.

Lou Barlow è un maestro della giocoleria. Fin dagli anni Ottanta, quando, intimidito dal talento autoriale del leader dei Dinosaur Jr. J Mascis, cominciò ad accumulare registrazioni soliste fragili e seppellite dal fruscio del nastro, Barlow ha schivato ogni tentativo di classificazione. Con Mascis, Barlow era il discreto, a volte assente bassista di un gruppo rock incredibilmente potente, che, a parte in un paio di sue canzoni, recitava il ruolo della controparte ansiosa rispetto alla parlata strascicata di Mascis. (La spettrale "Poledo" di Lou, nel disco del 1987 You're living all over me, è famosa per aver fatto innamorare senza che l'avesse mai visto la donna che poi sposò). Quando il rapporto con i Dinosaur Jr. si inasprì, le registrazioni casalinghe divennero la sua attività primaria, e i Sebadoh si espansero da progetto acustico frammentario a gruppo rock senza fronzoli con gli album ancora giocosi ma sempre meglio riusciti III e Bubble and Scrape. Inoltre Barlow negli anni Novanta iniziò il progetto Folk Implosion per sperimentare con nuove sonorità e finì in cima alle Hot 100 di Billboard in meno di due anni. Il ritmo è poi rallentato nel decennio successivo, con lo stop di Sebadoh e Folk Implosion, ma dalla reunion dei Dinosaur Jr. nel 2005 Barlow è tornato a tenersi molto occupato.

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Parte del motivo per cui Barlow continua è che non ha mai pensato di fare nient'altro. "Quando si è giovani non si pensa a fare nulla che duri nel tempo, fai fatica ad afferrare il concetto della stabilità", dice, riflettendo su trent'anni di concerti e registrazioni. "Voglio dire, pensavo che sarei già stato morto. Ma poi vedevo i Rolling Stones, non che abbia fatto nulla di paragonabile a loro… Ho sempre avuto l'impressione che i vecchi facessero musica. Voglio dire, ci sono questi musicisti bluegrass che vanno in tour finché non cadono stecchiti". Barlow non è vecchio—non ha nemmeno cinquant'anni—ma Brace the Wave, con la sua preoccupazione per il movimento e il cambiamento, assomiglia a una riflessione sull'invecchiamento. Questo sottotesto è esplicitato in "Pulse", un attacco di preoccupazioni salutiste a tarda notte ("I can't take on nature by myself / It's not a fight, it's my body aging" - "Non posso affrontare la natura da solo - Non è una lotta, è il mio corpo che invecchia"), e "Redeemed" è una brutale esplorazione del dolore del ricordo: "Memories are made of razor blades, even when they're good" - "I ricordi sono fatti di lamette, anche quando sono belli".

Brace the Wave è così severo tanto per le circostanze in cui è nato quanto per necessità formale. La registrazione è avvenuta in seguito ad alcuni cambiamenti significativi nella vita dell'artista, ma l'album prende gran parte del proprio mood notturno dal forte desiderio di lasciare da parte le chitarre elettriche per un po'. "Volevo assolutamente che questo fosse tutto acustico", dice della costruzione solitaria, da "un uomo e la sua chitarra", dell'album. "Non lo facevo da molto tempo. Anche l'ultimo album solista [Goodnight Unknown, del 2009] era parzialmente elettrico". Il nuovo album cerca anche di "ricatturare un po' dello spazio dei primi tre dischi [dei Sebadoh]", una stranezza esuberante e libera, lasciata alle spalle da Barlow e da Jason Lowenstein quando addomesticarono il suono dei Sebadoh in Bakesale nel 1994, rendendolo memorabile guitar-pop.

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La pulsione conflittuale a spingere verso il muro di rumore e contemporaneamente a cercare la quiete è centrale nel lavoro di Lou Barlow. Di giorno, è un guerriero di prima linea in uno dei gruppi rock più potenti di sempre. (Sul famoso volume dei Dinosaur Jr. dice: "Il nostro tecnico del suono Noel Ford vide i 13th Floor Elevators a quattordici anni, e anche gente tipo Jimi Hendrix. Mi dice sempre: 'Non vi avvicinate nemmeno al volume dei Vanilla Fudge!'"). Altrove, Barlow elude con grazia le convenzioni del power-trio elettrico. "Se facessi sempre un gran casino tutto il tempo, diventerei pazzo", spiega. "Ecco perché torno a queste canzoni più tranquille. Mi tengono in equilibrio. Scusa l'espressione, odio usare questa parola, ma mi mantiene tranqui, non che questo disco sia particolarmente tranqui." (Se ti sembra strano sentire un pioniere del lo-fi usare parole da ragazzini, sta' tranqui: i figli lo tengono aggiornato sulla cultura pop. Apprezza il nuovo Taylor Swift e sembra entusiasta quando menziono Carly Rae Jepsen. Sua figlia lo ha recentemente spinto a provare "Shut Up and Dance" di Walk the Moon: "Non mi è piaciuto un granché").

L'ultimo quarto dell'anno di Lou Barlow comporterà una serie di concerti di promozione per Brace the Wave che culmineranno nei sopramenzionati show dei Dinosaur Jr. alla Bowery. Vorrebbe che questi ultimi coinvolgessero tutte le persone che hanno mai suonato nella band—Mascis portò avanti i Dinosaur negli anni Novanta insieme al collaboratore di Mark Lanegan Mike Johnson e alcuni altri, dopo aver cacciato Barlow nel 1989 post-Bug—ma non sa se sarà possibile. Chiedo provocatoriamente se passerà un altro decennio prima di un nuovo album dei Sebadoh, e Barlow dà la colpa alle costrizioni geografiche (Lowenstein e il batterista di Defend Yourself Bob D'Amico abitano a Brooklyn, dove, per un periodo, sono stati la sezione ritmica dei Fiery Furnaces). "Mi piacerebbe molto farne un altro insieme a loro", dice, "ma due di noi hanno figli, ed è difficile far venire su da me i ragazzi da New York. I Dinosaur Jr. mi tengono piuttosto occupato, e avrei bisogno che venissero loro da me."

Sembra un sogno, ma per venticinque anni anche il ritorno di Barlow nei Dinosaur Jr. è parso impossibile. Che ritornasse e finisse per restare nella band anche più a lungo della prima volta è un avvenimento doppiamente provvidenziale. È l'abilità di lasciar perdere la band e poi riprenderla che mantiene in piedi i riformati Dinosaur Jr. J ha passato il 2014 a seguire le sue muse tramite side project acustici, power pop e metal, e la deviazione folk autunnale di Lou darà nuova linfa vitale al duo per i Dinosaur alla fine dell'anno. Gira anche voce che un nuovo album sia in preparazione. E per quanto riguarda gli ospiti speciali che potrebbero salire sul palco alla Bowery: "Non per rovinare la sorpresa a nessuno, ma potrebbero esserci alcuni membri dei Sonic Youth".

Brace the Wave è uscito per Joyful Noise Recordings. Clicca qui per avere maggiori informazioni sull'evento per il trentennale dei Dinosaur Jr.