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Musica

Dieci motivi per cui "Believe" di Cher è la migliore canzone da club di tutti i tempi

Cher ha appena compiuto 70 anni, così abbiamo deciso di festeggiare nell'unico modo che conosciamo: analizzando maniacalmente una delle sue canzoni.

Oggi è il settantesimo compleanno di Cher, così abbiamo deciso di festeggiare nell'unico modo che conosciamo: analizzando maniacalmente una delle sue canzoni e scrivendoci una lista. Qualcuno aveva proposto di ricreare il video di "Turn Back Time" ma non saremmo riusciti a fare entrare un enorme—ed enormemente fallico—cannone E una nave da guerra nel parcheggio della sede di VICE UK, quindi tocca accontentarsi.

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Anche se è più famosa come una delle utenti Twitter più divertenti del momento, abbiamo pensato che sarebbe stato più giusto concentrarsi sulla sua carriera discografica. "Believe", il capolavoro del 1998 che è rimasto per sette settimane in cima alle classifiche UK, è un'opera d'arte al pari di Ulisse e Harry Hill's TV Burp, una eminente testimonianza della capacità degli esseri umani di creare qualcosa di grande più della stessa vita.

È anche una bomba totale, per cui ecco a voi dieci motivi per cui "Believe" è la migliore canzone da club di tutti i tempi.

1) L'intro con quei suoni sibilanti è quello che senti quando ti sale la miglior pasta che sia mai stata sintetizzata.

2) "Believe" è probabilmente il miglior bangerone emotivo mai scritto. Spiego per i profani: le caratteristiche fondanti di un bangerone emotivo sono una bella cassa gigante a cui non frega un cazzo, un testo zuccheroso ma in cui è impossibile non immedesimarsi e il non riuscire a trattenerti dall'allungare l'Angelo Azzurro che stai bevendo con le tue lacrime. Tipo "Pretty Green Eyes" di Ultrabeat o "Another Chance" di Roger Sanchez, o "Your Loving Arms" di Billie Ray Martin. "Believe" è la più emotiva e la più pestona di tutte.

3) "No matter how hard I try/you keep pushing me aside" è l'archetipo del verso da bangerone emotivo. Neanche Leonard Cohen sarebbe stato in grado di rendere meglio la sensazione da mal di mare di ritornare alla tua pozza di vomito amorosa—anche se sai benissimo che sfregare la faccia nella viscosa brodaglia di rifiuto, umiliazione, rimorso, imbarazzo e rimpianto è l'ultima cosa che vorresti davvero fare. Come incipit è superato solo da "If you see me walking down the street/And I start to cry each time we meet/Walk on by, walk on by" nella classifica del Cuore Spezzato. Il dettaglio che la rende imbattibile è che si tratta di una canzone concepita per essere ascoltata in un locale tamarro dopo nove bicchieri di vino e uno shot. Il quale, come sappiamo tutti, è il momento migliore per esaminare ogni fottuto errore che tu abbia mai commesso in amore. Cin cin!

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4) Il riff di chitarra metallica che accompagna il ritornello è come se Dio ti pisciasse in testa. In senso buono. Ce l'hai in testa adesso, vero? Sei seduto alla tua scrivania e lo stai canticchiando, giusto? Perfetto.

5) L'outfit di Cher all'interno del video è uno dei più fichi da quando il primo essere umano è emerso dalla palude e si è fabbricato un perizoma con della pelle di rettile.

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6) Non so se c'è ancora qualcuno interessato all'autotune—Jay-Z l'ha ucciso definitivamente qualche anno fa, no?—ma l'uso che ne fa Cher, con "Bartender" di T-Pain è la prova che, almeno per un po', l'autotune è stata una tecnologia davvero incredibile. Nel caso di "Believe" dà alla canzone un'atmosfera stranamente—e perversamente—intima, come se Cher potesse comunicare il suo sentimento di perdita così reale, così vero, così umano solo attutendolo con una macchina vibrante che la fa suonare come un Microsoft Sam dotato di anima.

7) L'autotune fa molto ridere ed è molto divertente da imitare.

8) "Believe" è il suono di ogni grandiosa serata che hai passato condensato in tre minuti e cinquantacinque secondi di pura gioia incontaminata. Ha il sapore di Bacardi Breezer e taxi e sigarette e kebab e di quel momento in cui il sole comincia a sorgere e tu e i tuoi amici decidete di non andare neanche a letto. Finché qualcuno non sbianca e sviene rovinando tutto.

9) È la prova del fatto che F. Scott Fitzgerald non aveva capito un cazzo con la sua teoria sulle vite Americane e i secondi atti. Prima di "Believe" Cher era solo un avanzo del passato prossimo, un relitto di un'età pronta per essere totalmente superata, una performer per pacchetti nostalgia. Poi è arrivata "Believe". E ora lei spara un tweet incredibile dietro l'altro. Il Grande Gatsby fa schifo, tra parentesi.

10) "DO YOU BELIEEEEEEEEEEEEEEEEEEVE IN LIFE AFTER LOVE/I CAN FEEL SOMETHING INSIDE ME SAY 'I REALLY DON'T THINK YOU'RE STRONG ENOUGH"

Buon compleanno Cher!