Certe volte l'imporvvisazione musicale può essere una prova fisica non indifferente. Ci sono musicisti che la prendono come una sfida a dominare l'estremo, a giocare con livelli folli di intensità sonica e manifestare il caos senza provare a dominarlo né disciplinarlo. Insomma: mettere il proprio intuito sonoro e le proprie doti techniche al servizio della caciara più infernale, e trovarci del godimento. in questo, Massimo Pupillo, Mats Gustafsson e Brian Chippendale sono dei veri maestri: lo fanno da anni, con risultati quasi sempre grandiosi. I primi due hanno suonato assieme un sacco di volte, dentro e fuori gli Zu, mentre Chippendale, che ovviamente conosciamo tutti come martellatore implacabile in Lightning Bolt e Black Pus, è un "acquisto" relativamente nuovo.Questo trio si è trovato nel 2014 per una serie di concerti europei votati all'impro totale e al radicalismo di cui sopra, ed è dalle registrazioni di uno di questi (al Radialsystem di Berlino per l'A L'ARME! Jazz Festival) che è nato Melt, il disco da poco pubblicato dalla viennese Trost. Tre movimenti di gioioso annichilimento: dove l'indiavolamento totale lascia a volte spazio a lunghi droni rumorosi lacerati dalle urla sovreccitate di Chippendale, e a groove mutanti che si lasciano triturarevolentieri. Il sax trattato di Gustafsson sembra un animale agonizzante e impazzito, mentre Pupillo riesce come sempre a far suonare il suo basso come un'eruzione vulcanica. "Ascoltate con dolore" dicevano gli Einsürzende Neubauten, ma è proprio facendosi male che ci si diverte di più.
Pubblicità