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Musica

I fan dei Wu Tang non cacano oro

Per questo vogliono distruggere il nuovo disco dei loro idoli.

L’universo dei fan può essere molto eterogeneo. Ci sono fan che vorresti non si estinguessero mai. Come i beliebers, per esempio: non c’è una volta che non si battano per difendere il loro idolo. Darebbero la vita per lui. Sono pronti a immolarsi pur di difenderlo da chiunque tenti di aggredirlo, fisicamente o verbalmente. Stessa cosa succede con i fan dei Subsonica. Poi ci sono i fan più “alternativi”, quelli che, per capirci, se ne stanno chiusi in camera a rivendicare la propria superiorità su tutti coloro che dalla cameretta sono tagliati fuori. Ecco, questo tipo di fan, invece, se ne sta tranquillo fino a che qualcosa—nessuno sa bene cosa—non scateni in lui una furia animale, la stessa furia che la gente normale riserva di solito ai pedofili, o a Flavio Briatore. Infine ci sono i fan dell’hip hop. Ecco, loro sanno essere i più feroci di tutti. Soprattutto quando qualcuno si arrischia, per esempio, a parlare male di DOOM o, peggio, ne scrive il nome senza aver attivato il CAPS LOCK. SÌ, PROPRIO IL CAPS LOCK CAPITO? Insomma, i fan del rap sono spesso dei duri e, ancora più spesso, sono scoppiatissimi. Tra tutte le fanbase rap del mondo, quella che vince, è sicuramente quella del Wu-Tang Clan.

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Nessuno avrebbe potuto immaginare che il Wu-Tang potesse mai fare incazzare i suoi fan. E invece si sono incazzati, e anche di brutto. La storia la conoscono tutti: tra poco uscirà un nuovo disco, che sarà contenuto in una scatola super elaborata in argento e nikel e che verrà stampato in una sola copia. L’album si chiamerà The Wu - Once Upon A Time In Shaolin e sarà venduto all’asta per un sacco di soldi. Roba da diversi milioni di dollari. Prima di essere venduto, però, il disco farà il giro delle più importanti gallerie d’arte del mondo, dove se sei un coglionazzo potrai ascoltarlo a suon di 50 dollari a botta. Per opporsi a questa diabolicissima strategia di marketing, i fan del Clan hanno ben pensato di dare vita a un’imponente iniziativa di crowdfunding su Kickstarter per cercare di vincere l’asta, accaparrarsi il disco e diffonderlo gratis in tutto il mondo in nome della cultura, del bene comune e bla bla bla.

Chris Everhart è uno di quelli che ha preso questa cosa più sul serio. E visto che l’atteggiamento degli altri fan non gli andava troppo a genio, ha deciso di lanciare su Kickstarter una campagna tutta sua. Il suo obiettivo? Raccogliere 6 milioni di dollari, prendersi il disco e poi DISTRUGGERLO nel modo più grandioso e creativo possibile. La prima raccolta di fondi, quella originaria e ufficiale, si è chiusa qualche giorno fa, raccogliendo circa 15.000 dollari grazie all’aiuto di 700 donatori. Everhart li marca stretti, visto che ha raggiunto già più di 10.000 dollari, grazie all’aiuto di soli 25 donatori. Peraltro, gli rimane ancora più di un mese per raggiungere il suo obiettivo. Abbiamo deciso di contattarlo per cercare di capire perché un fan del Wu-Tang Clan debba avere voglia di raccogliere tutti questi soldi per acquistare un disco del genere con il solo intento di distruggerlo.

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Noisey: Parliamone seriamente: sei davvero convinto che riuscirai a raccogliere sei milioni di dollari?
Chris Everhart: Sì, ne sono abbastanza sicuro. Io credo davvero in questo progetto, e credo che in giro ci siano tantissime persone come me, disposte a collaborare, a dare una mano. L’importante è che se ne parli, che la gente venga a conoscenza di questa iniziativa. Detto questo, sono più cauto nel pensare che i sei milioni riuscirò davvero a raccoglierli tutti entro il prossimo mese con Kickstarter. Se questa raccolta di fondi non dovesse andare a buon fine, ho già un piano B. Insomma, come vedi non sto cazzeggiando. IO VOGLIO QUEL DISCO.

Qual è il tuo piano B?
Lancerò un’altra campagna su un’altra piattaforma, senza limiti di tempo. Vedrai che allora i soldi arriveranno e sarò in grado di rimborsare anche tutte le persone che hanno contribuito su Kickstarter.

Che figata! Una volta hai detto anche che se dovessi riuscire ad avere il disco, organizzerai la distruzione come un vero e proprio evento. Insomma, sarà una specie di rito totemico, di evento sacro. Hai già deciso cosa farai di preciso?
No, per ora ho solo un po’ di idee sparse. Questo progetto è ancora in divenire e varierà anche a seconda di come si metteranno le cose. Se, per esempio, spenderò tutti i soldi raccolti per acquistare il disco, non avrò molta copertura economica per organizzare l’happening della distruzione. Se invece dopo l’acquisto mi dovesse rimanere ancora qualche soldo, be’ a quel punto la faccenda prenderebbe tutta un’altra piega. Giusto per darti un’indiscrezione, sto pensando a un metodo per liquefarlo. O per riportarlo alla sua matrice terrena. Insomma, una cosa lunga e complessa, sì un rituale.

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A che cosa pensi quando parli di rituale? Hai qualche esempio a cui ti rifai o ti ispiri?
La crocifissione di Cristo, senza dubbio. Oppure all’Egira, quando per la prima volta Maometto si è recato alla Mecca. Non sono un esperto di sette come la Five-Percent Nation, ma so che il Wu-Tang Clan ha diverse cose a che fare con loro. È per questo che vorrei che il mio rito si rifacesse almeno in parte a una di quelle tradizioni.

Ma che cos’è che vuoi dimostrare con questa iniziativa?
Non ho proprio niente da dimostrare. La mia è un’opera d’arte, il mio obiettivo è fare arte. E l’arte non ha bisogno di dimostrare niente a nessuno. L’arte ha diverse espressioni, diversi volti, che variano anche a seconda del contesto, delle motivazioni o dell’autore stesso. Per quel che mi riguarda, l’arte oggi ha a che fare con tutto ciò che succede, tutto ciò che è evento. È per questo che credo che un processo distruttivo abbia di diritto lo stesso statuto “artistico” di un processo creativo. Se c’è una definizione che descrive bene quello che sto cercando di fare, questa è: “arte di protesta”. Io sono contrario alla mercificazione di un’opera d’arte. Quella del Wu-Tang è un’operazione borghese che limita la fruibilità dell’opera a partire da un criterio puramente sociale. Io faccio parte del proletariato e non accetterò mai che le cose vadano in questa maniera.

In una delle tue dichiarazioni, hai accusato il Wu-Tang di essere autocelebrativo. Sbaglio io, o anche la tua operazione ha un che di autocelebrativo?
Secondo me l’operazione del Wu-Tang Clan è autocelebrativa per diverse ragioni. Per prima cosa basta considerare il prezzo che hanno dato al disco per vedere quanto sia alto il valore che attribuiscono alla propria arte. In secondo luogo, questo dispositivo di auto-consacrazione troverà conferma quando qualcuno (sempre che ci sia qualcuno disposto a farlo) spenderà milioni di dollari per accaparrarsi quel disco.

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RZA ha detto che la musica contenuta in questo disco è un’opera degna di Mozart. Dai, di che cazzo stiamo parlando? Dire una cosa del genere è pesissimo. Insomma, MOZART è MOZART, è uno che dopo duecento anni suona ancora perfettamente. Dai RZA, guarda che nel tuo repertorio ci sono anche delle belle merde, roba tipo The W o “Gravel Pit”. Cose che, a voler essere teneri, sono inascoltabili. E poi non ho ricordi che Mozart abbia mai fatto la colonna sonora per la pubblicità del liquore al malto St. Ides “Premium”. Smettila di farti le seghe con i tuoi dischi e lascia che sia la storia a giudicare. Affermazioni di questo tipo sono degne di Kanye West, cazzo.

Perché ti rifiuti anche di ascoltarlo, il disco?
Per due ragioni. La prima è per protestare contro questa loro scelta del cazzo, che è una scelta politica ed economica allo stesso tempo. E, due, perché gli ultimi due dischi del Wu-Tang Clan facevano davvero cagare. Il mondo sarà felice di sapere che anche questa stronzata non finirà nel salotto di nessuno. Né nel mio, né in quello di qualche ciccione ricco sfondato.

Che strategia comunicativa hai adottato per far conoscere la tua iniziativa?
Nessuna strategia comunicativa. Sono convinto che se un’iniziativa è meritevole raggiungerà un sacco di gente senza bisogno di comunicazione. Io sono un ottimista e sono propenso a credere (forse ingenuamente) che il bene, prima o poi, finirà per trionfare sul male.

In un’altra occasione hai detto che secondo te l’arte dev’essere condivisa con tutti. Cosa ne pensi, dunque, di quei pezzi che si possono ascoltare solo se acquistati su iTunes?
iTunes non rappresenta un problema per me. Lì acquistare la musica costa pochissimo ed è accessibile a tutti. Inoltre non solo puoi acquistare quei brani, ma puoi riprodurli quando e dove ti pare, ma soprattutto puoi farlo con chi ti pare. Perché questi stronzi del Wu-Tang Clan, se pensano che la loro merda sia oro, non si limitano a cagare lingotti e a distribuirli tra chi ne ha bisogno? Semplice, perché preferiscono cagare oro e mettere la loro merda al sicuro nel bagno di qualche riccone del cazzo.

Se dopo tutto questo ti capitasse di incontrare per strada RZA o uno qualunque del Wu-Tang Clan, che cosa faresti? Cosa gli diresti?
Questa è una domanda molto delicata. Niente. Non direi proprio un cazzo. Né a RZA, né a Method Man, né a U-God a Deck o a 'Kwon, o a Ghost. Se i Wu-Tang recitassero in una serie tipo i Power Ranger sono sicuro che farebbero tutti la parte degli ubriaconi e avrebbero costumi marroni, marroni come la merda. A parte Method Man, che avrebbe invece solo un dente dorato.

Non credo che a Raekwon faccia piacere essere associato a un Power Ranger ubriaco che porta addosso una tutina di merda. Vuoi ritrattare?
Io sono un fan del Wu-Tang Clan. Mi ricordo precisamente di quella volta che, appena uscito da scuola, ho preso la mia bicicletta e sono andato a comprarmi Wu-Tang Forever. Questi stronzi oggi hanno fatto il cash e credono di essere superiori a tutti, ma si sbagliano. Non è così. Fareste bene ad ascoltare il vostro amico Hank Moody, lui si che è un tipo a posto. Attenti, perché se oggi siete i Wu-Tang lo dovete solo ai vostri fan. E i vostri soldi sono soldi che i fan hanno speso per voi. Ecco, questo è tutto quello che ho da dire. Qualche tempo fa mi immaginavo di dire a mio figlio: “Non preoccuparti, non serve che tu faccia tutte queste ore di lezione a scuola. Ascoltati questo disco del Wu-Tang Clan, ti basterà. Alla tua educazione penseranno loro.” Ecco, io questa cosa non potrò mai dirla. E sai perché? Perché quel disco ce l’avrà solo un riccone del cazzo nel suo stereo con un impianto da migliaia di dollari. No, brutti figli di puttana, il Wu-Tang non è per sempre.