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Musica

I Big Cream hanno un cuore di panna ricoperto di fuzz

Il cantante dei Big Cream ci è rimasto davvero sotto dopo la sua ultima storia, così ha deciso di alzare il volume dell'ampli a 11.
Giacomo Stefanini
Milan, IT

Collage di Costanza de Luca, via Facebook.

Se c'è un posto dove la combinazione di chitarre Fender, Big Muff (americano), t-shirt bucate e sorrisoni stonati non ha mai smesso di essere genuina e divertente, è l'area di Bologna. In città c'è un'etichetta che si chiama More Letters, che traffica esclusivamente in cassette e lettere scritte a mano: l'attitudine perfetta per Creamy Tales, EP di debutto dei Big Cream, tre poco-più-che-ventenni da Zola Predosa (BO). Tanto più che cinque canzoni su sei (e sull'ultima ho qualche dubbio) potrebbero tranquillamente essere lettere a un amore perduto; era tanto tempo che non vedevo qualcuno rimanerci sotto così tanto (amore perduto, chiamalo, non vedi che sta male?).

Musicalmente i Big Cream sembrano veramente fissati con l'indie rock che abbiamo imparato su Our Band Could Be Your Life, Dinosaur Jr. e Sebadoh in primis, ma anche Pixies (vedi alla voce: coretti) e un po' di jangle-pop e di emo primordiale giusto perché non siamo più nel 1991. Appena li abbiamo sentiti siamo rimasti stupiti dalla loro freschezza. Certo, sono citazionisti, ma la buona musica indipendente è quella che non ti fa dire "piuttosto mi ascolto i grandi classici del genere". C'è un valore extra-musicale che è dato dalla sua immediatezza, dalla sua intimità e, in certi casi, dal contatto diretto che crea con il proprio ascoltatore. Un EP così, per di più pubblicato in cassetta, è una di quelle cose che ti fanno sentire vicino a chi sta suonando e che ti fanno venir voglia di formare una band. E sono sicuro che dal vivo tirano su un bel casino con quel fuzz.

Ascolta Creamy Tales in streaming qua sotto e acquista la tua copia in cassetta sul sito More Letters, oppure in CD sul sito di Miacameretta Records.