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Musica

Le recensioni della settimana

Quali dischi ci hanno fatto vomitare e quali ci hanno messo il sorriso questa settimana: Coez, Mac DeMarco, Kasabian e altri.

Ogni Settimana Noisey recensisce le nuove uscite, i dischi in arrivo e quelli appena arrivati. Il metro utilizzato è estremamente semplice: o ci piacciono e ci fanno sorridere, o non ci piacciono e ci fanno vomitare.

PETIT SINGE
Akash Ganga
(Haunter Records)

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Viviamo tempi difficili, in cui la musica cosiddetta indie fa particolarmente schifo e il rap e il mainstream, che sono più o meno la stessa cosa, non sono male ma neanche in grado di scaldarci davvero il cuore. Al di sotto di tutto questo, nell'underground, si muove della roba davvero bella, che purtroppo rischia di essere soffocata dal chiacchiericcio riguardo a tutto il resto (sì, sto pensando alla homepage di Noisey). Non mi stanco di dire che quest'anno in Italia stanno uscendo cose bellissime, e questo disco, considerate le altre cose che ho recensito questa settimana, è una boccata di aria fresca, un disco vero da parte di un'artista vera, che sta seguendo un percorso artistico vero, di grande qualità - come del resto già dovreste sapere, visto che la sua uscita precedente (Tregua) è stata una delle più belle sorprese che l'elettronica ha regalato negli ultimi anni a questo disgraziato paese. Se dovete ascoltare una canzone sola fra le cose che recensiamo questa settimana, fate che sia il pezzo di chiusura di questo album.
BIRSA BALENCIAGA

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KASABIAN
For Crying Out Loud
(Sony)

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Guardate, io non me la sento nemmeno di dire niente; perché sono sicuro che i Kasabian sono molto più contenti di stare al mondo di me e ricavano tantissime soddisfazioni dalla loro carriera di rockstar e che l'idea che io, uomo italiano sovrappeso che in questo momento indossa una maglietta di Linus, li consideri degli sfigati senza talento non li sfiora nemmeno. Fatto sta che il loro disco è irritante, irritante come solo una cosa che dieci anni fa avrebbe fatto impazzire migliaia di ricchi figli di papà come oggi li fa impazzire la trap riesce a essere. Ha le marcette, i testi ammiccanti, un po' di elettronica messa lì un tanto al preset e tanta, tanta voglia di fare soldi. Inoltre, i quattro credono di essere incredibilmente sexy, ma forse hanno anche ragione. Di sicuro loro non hanno la maglietta di Linus addosso e un barattolo di burro d'arachidi vuoto a fianco.
GG ALLOCCO

SIX ORGANS OF ADMITTANCE
Burning The Threshold
(Drag City)

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Archiviati i diagrammi e i mazzi di carte da Mago Silvan di Hexadic, Ben Chasny torna a comporre come meglio gli riesce: di pancia e non di testa. Come per magia, Six Organs Of Admittance torna quell'artista che vuoi nello stereo quando hai bisogno di un vecchio amico, di un momento in cui dedicarti a te stesso, di nutrire la tua immaginazione e i tuoi pensieri. Abbandonando le regole Chasny recupera tutta una serie di riferimenti e influenze culturali extramusicali che vanno dal teatro alla poesia, anzi compone Burning The Threshold mentre lavora ad una colonna sonora teatrale per un'opera originale dedicata al poeta Wallace Stevens, dalle cui session è uscita "Things As They Are". Proprio il componimento di una colonna sonora in parallelo porta Chasny a fare di Burning The Threshold il suo disco più facile e dolce, quasi del tutto privo delle psych-zuzzurellonate che caratterizzano il nostro nei Comets On Fire (e quindi che nel 2012 caratterizzarono Ascent, visto che si trattò di un disco di 6OoA solo nel nome), ma pregno della sensibilità di un grande musicista e di americanità.
GUITARRISTA ILLUSIONISTA

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AT THE DRIVE-IN
in • ter a • li • a
(Rise)

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Ci sono due categorie di persone: quelle a cui fa schifo qualsiasi prodotto mai uscito dalle menti combinate di Cedric Bixler-Zavala e Omar Rodriguez-Lopez e quelle che, invece, non disdegnano i titoli degli album con gli spazi e i pallini. Io sono della seconda parrocchia, e mi è capitato spesso di pregare all'altare dei nostri messicani strambi e, un tempo, drogatissimi preferiti. Quello che non mi convince di in • ter a • li • a è la generale mollezza del modo in cui cerca di parlare degli schermi che ci strappano gli occhi e i media che marciscono al sole nella classica modalità "facciamo un mischione di parole complesse, lanciamole contro il muro e vediamo quali restano appiccicate". Pratica che in passato ci ha dato un sacco di gioia, e non è qua (coerentemente) troppo esasperata come lo era nei Mars Volta, ma metti nel mix anche un po' di canzoni musicalmente anonime—tipo "Ghost Tape No.9", che sembra un pezzo dei Thrice, e i Thrice son bravi se vogliamo, ma insomma non credo fossero il termine di paragone che i nostri si erano prefissati dicendo "hey facciamo un altro album"—ed esce una cosa un po' meh. Non brutta, eh. Ma meh.
CEDRIC BIXLER-BANANA

COEZ
Faccio un casino
(Undamento)

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Una volta una ragazza mi ha chiesto di uscire perché secondo lei somigliavo a Coez. Da allora ho un pregiudizio positivo nei suoi confronti, nel senso che mi sta simpatico, anche se in realtà le sue canzoni non mi hanno mai preso più di tanto (non è vero, c'è un'eccezione: la cover di "Verso Altri Lidi" mi piace moltissimo). Il pezzo che ha anticipato questo disco è carino, e io non ho davvero nulla contro Coez, se non il fatto che il tipo di rap-pop che fa non è davvero il mio genere, e non ascolterei mai di mia spontanea volontà 40 minuti consecutivi di questa roba se non fosse per via dei moltissimi soldi che mi dà Noisey per farlo. Non penso neanche però che sia roba particolarmente brutta o fatta male, alcuni pezzi presi singolarmente (soprattutto quelli della parte centrale) mi piacciono pure, quindi potrei anche metterci tranquillamente la faccina che sorride, se non fosse che poi, se non ci sono un po' di faccine che vomitano, i commentatori su Facebook ci scrivono "ma come? tutte positive? ma allora mi vado a leggere Rockit!". E quindi, caro Silvano, visto che 'sta settimana ho già messo due smiley ti tocca beccarti il pukey (del resto "non dai più peso alle parole di una rivista", quindi che te frega) - mi dispiace un po' però, se vuoi ti offro da bere. Ah: la tipa poi poco dopo si è fidanzata, e al momento mi piace una sua collega, pensa a volte la vita.
NICCOLÒ CONFESSA

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TEDUA X NADER X VAZ TE X DISME X BRESH X NEBBIA
Amici Miei
(Autoprodotto)

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Il mio rapporto con la Liguria è sempre stato piuttosto estemporaneo. Si prendeva la macchina, si andava in giornata alle Cinque Terre, parcheggiando a Monterosso e prendendo il trenino sgarruppato per La Spezia che faceva tutte le fermate. Quando c'erano li sordi si pigliava il cono di pesce fritto, altrimenti focaccia e via a mangiarla su uno scoglio al sole. Ogni tanto partiva la camminata tipo da Vernazza a Monterosso, il sentiero dell'amore, che da un po' di tempo devi pagare cinque euro per farlo ed è tutto ripido e pericolante e c'è questa gag che se ci porti il tuo partner senza avvisarlo/a dello sbattimento e non ti manda affanculo arrivati alla fine allora è la persona giusta per te. Genova l'ho vista poche volte, ma le volte che mi è capitato son rimasto lì preso bene tra i vicoletti marci e i palazzoni epici, antichi e nuovi che siano, tra i saliscendi e le gallerie, la sporcizia e il cielo, i tornanti e le strettoie. Insomma, la Liguria di un turista. Poi sono arrivati i ragazzi di Wild Bandana, hanno portato il mare a Milano e hanno narrato la loro regione, i loro paesi e le loro città con una scrittura vibrante, genuina, innovativa facendocela sentire anche un po' nostra. E questi sono loro che si beccano di notte in studio, improvvisano, cazzeggiano e registrano, presi bene a farci prendere bene.
J DRILLA

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BAD BREEDING
Divide
(La Vida Es Un Mus)

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Per la rubrica "il disco hardcore della settimana", vi offriamo questa mannaiata in faccia direttamente da un posto di merda chiamato Stevenage, a nord di Londra. È il secondo album dei Bad Breeding in meno di un anno di esistenza, e non stupisce che ci mettano così poco a scrivere i pezzi: tanto per cominciare, dubitiamo che a Stevenage ci sia tanto di meglio da fare; e poi le dieci canzoni di questo Divide sono talmente esplosive da sembrare scritte in un raptus. L'hardcore dei Bad Breeding è oscuro, ultradistorto e seppellito da una calugine cancerogena, ma i suoi riferimenti non si trovano solo negli anni Ottanta della paranoia nucleare, alcuni pezzi esibiscono dissonanze e follie ritmiche anni Novanta. E per chi, come me, ama venire trascinato nel fango ogni tanto, ci sono anche due brani lenti e pesanti come un'incudine legata alle caviglie. Consiglio di fare un bel respiro prima di premere play perché poi tirare fiato è un'impresa.
COMITATO ESTINZIONE UMANA

IZI
Pizzicato**
(Sony)**

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A Noisey pensavano, assegnandomi questa recensione, di bastonare un po' un rapper italiano, che insomma li stiamo trattando un po' troppo bene ultimamente, e stiamo pure dando loro un sacco di spazio. Quello che non sapevano è che a me invece Izi piace, mi piace molto il suo modo superveloce di rappare e come si mangia le parole in modo che devi andarti a leggere i testi per capire cosa cazzo sta dicendo, proprio come quando ti ascolti gli americani. Peraltro quello che è probabilmente il suo pezzo che preferisco, tanto per dare un altro colpo alla mia credibilità di amante delle musiche più avanguardistiche e underground, è proprio il singolone che ha fatto breccia nel cuore dei ragazzini, cioè quella "Chic" da 12 milioni di visualizzazioni. Questo disco invece non è particolarmente pop ma è una mezza mina, con bei suoni, produzioni piuttosto fighe, testi cupi, e un Izi molto in forma. Magari un paio di pezzi in meno avrebbero giovato, è un disco piuttosto lungo per gli standard attuali, ma sicuramente anche il più maturo che Izi abbia fatto fino a qui. Siccome devo fare anche un po' lo stronzo aggiungiamo "speriamo che ora impari anche a fare i live".
OLIVER HUTTON

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DISBELIEF
The Symbol Of Death
(Listenable)

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Il ritorno dei Disbelief dopo sette anni di iato poteva anche chiamarsi "Come Sprecare Qualche Ottimo Riff In Un Mare Di Vuoto", che è poi il secondo nome dei Disbelief da che io ricordi. I primi tre minuti di "Full Of Terrors" lasciano quasi ben sperare: il build-up è truzzo, il riff pure, le due chitarre se la viaggiano discretamente, poi arriva quel rallentamento che ti fa temere il peggio, ma la batteria torna a salire di colpi e il pezzo si salva, anche se sono quasi sei minuti che contengono cose che potevano stare benissimo in tre. Poi un po' di vuoto, poi una titletrack da melodeath da seconda metà dei '90, quella che viveva di gravi crisi artistiche in campo death metal (ve li ricordate i Callenish Circle? I Gardenian? No? Ecco, c'è un motivo). Poi "To Defy Control", paradigma dell'album: un riff che più che due chitarre sembrano un rullo compressore, ma dopo 25 secondi arriva quel mid-tempo che ti fa cadere i coglioni finché non ricompare il rullo compressore di cui, e questa alternanza è la cifra di tutto il disco, che tra l'altro dura più di un'ora, mica spicci. Rispetto agli Olandesi e Svedesi in parentesi, i Tedeschi hanno due differenze. Primo: a cavallo tra i due millenni non hanno virato verso il sound da primi anni zero che tempo qualche anno sarebbe poi sfociato in quella nefandezza che porta il nome di metalcore. Secondo: sono più ostinati, e non hanno capito che è il momento di smettere.
RICHARD "ME DUELE LA" CABEZA

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MAC DEMARCO
This Old Dog
(Captured Tracks)

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Ciao Mac, è il 2017 e sei riuscito a sopravvivere alle droghe che si sono portate via il tuo amico Zachary Cole Smith, non ti sei messo a fare il paxxo come Ariel Pink e non ti sei fissato con robe mega barbose tipo Christopher Owens dei Girl o i tizi dei Foxygen. Sei sempre tu, col tuo dente spanato, a fregartene se il tuo album leaka che tanto sei lì dal vivo a suonare e fare il pirla. Se ti chiedono ancora di quella volta che ti sei messo una bacchetta della batteria nel culo mica ti arrabbi, anzi, ti metti a ridere come se fosse la prima volta che ci ripensi. Tu, con il tuo Instagram pieno di gag super stupide sui piselli. E i cagnolini! Perché li hai pure messi nel titolo del tuo album, ben conscio che ormai doggos > catz, soprattutto nelle lande virtuali dell'internet che tanto successo ti hanno dato e continuano a darti. Quindi buttaci addosso tutte le canzoni che vuoi, che siano più elettronichine e semplici come queste, o col kazoo, oppure anche con tu che fai le scurregge con le ascelle. Noi ti vorremo sempre bene.
MICKEY MAUS

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