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Musica

Com'è andare in discoteca quando sei su una sedia a rotelle

E come mantenere la calma se c'è una rampa per portare dentro i fusti, ma non le persone.

Foto di Aaron Hockley

Daniel Savage è un topo da club, come lui stesso si definisce, oltre che un DJ a tempo perso. È anche in sedia a rotelle. Un incidente avvenuto quando aveva ventun'anni lo ha lasciato paraplegico, e da allora Daniel ha dovuto mettere a punto il suo modo di vivere la notte, ma non ha mai e poi mai preso in considerazione l'idea di mollare il colpo. Non c'è bisogno di dire che la maggior parte dei club non sono fatti per chi deve convivere con una disabilità. Pensate un secondo a quelle scale con troppi gradini, o all'illuminazione troppo bassa, cose che rendono la vita difficile a tutti, dopo un po' di drink. Ecco, ora aggiungete una sedia a rotelle a sto casino e vi renderete conto che entrare in un club e passarci una serata, per alcuni è un'impresa titanica—il che è assurdo. Dopotutto convivere con un handicap non significa che non ci si vuole più divertire, solo che ci si deve impegnare di più.

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THUMP: Ciao Dan, parlaci della tua routine preparatoria.
Daniel Savage: Prima di uscire, se so che andremo in una nuova discoteca, la cerco su Google e uso street view per capire se è accessibile. A volte controllo anche le foto su Facebook per capire com'è l'interno. O chiamo il posto. Appena chiedo se è accessibile, di solito rispondono di sì, ma se poi io chiedo "se cercassi di entrare e girare per il locale spingendo un carrello della spesa, ci riusciresti?" allora capiscono quanto può essere difficile. Allora si ricordano di tutti gli ostacoli e delle scale, che lo rendono inaccessibile. È davvero frustrante quando mi rendo conto che hanno una rampa per portare dentro i fusti, ma non una per l'accesso dei disabili.

Bevi molto quando esci?
Devo decidere in anticipo se voglio bere e quanto, perché questo influenza la mia abilità di muovermi con la sedia a rotelle e la necessità di un bagno accessibile [ride].

Non ci avevo pensato. Si trovano spesso locali con le rampe, ma i bagni per disabili sono più rari.
Se c'è un bagno per disabili, ci sono buone probabilità che sia riservato allo staff o usato come magazzino. In certi casi le coppie non disabili li usano per farci sesso, oppure ci si portano gli amici che devono vomitare. In entrambi i casi, il bagno per disabili viene ridotto male. È un problema perché molte persone con handicap hanno bisogno di ambienti molto puliti, in quanto rischiano delle infezioni.

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Che strategia adotti in questi casi, quando il bagno per disabili è occupato o non è presente?
Ho preso l'abitudine di controllare se il locali hanno un vicolo con un tombino sul retro. Sono stato sgamato dagli sbirri qualche volta, ma con la risposta "scusate, ma manca un bagno per disabili" mi guadagno sempre un "ok, tranquillo".

E la gente di solito ti tratta bene?
In generale benissimo. Una volta entrati dentro al locale, la gente fa il possibile per aiutarmi in tutti i modi. Capita che la gente si agiti un po' troppo per il fatto che una persona con handicap sia fuori a divertirsi. Andando in giro, specialmente quando facevo il DJ, la gente mi schiacciava il cinque quando passavo per strada, o mi rincorreva per darmi il cinque. Ti fa capire molto sulla percezione della disabilità in Australia: abbiamo aspettative talmente basse che ogni minima cosa è considerata incredibile.

Come finiscono le tue serate?
A fine serata c'è un vantaggio: ho lo sconto sui taxi. Ma è davvero totalmente necessario. È difficile trovare un taxi per me, perché non va bene ogni tipo di auto. Quando esco ho sempre un piano di fuga: sapere dov'è il parcheggio dei taxi, quando passa l'ultimo treno, stare sempre insieme a qualcuno, tenere d'occhio la batteria del telefono e, se necessario, la strada per andare a casa da solo.

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Foto di Daniel Savage

Quindi bisogna pianificare tutto per una serata fuori.
Accessibilità, possibilità di muoversi e un bagno accessibile sono le tre cose principali. La maggior parte delle volte ai locali ne manca almeno una. C'è molto abilismo passivo.

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Abilismo passivo?
È il termine che uso per indicare la mancata azione verso l'accessibilità. La gente non cerca attivamente di escluderci, ma non fa alcuno sforzo per rimuovere le barriere che ci escludono. Non capiscono che rendere i luoghi accessibili può portare grandi vantaggi economici. Nella comunità dei disabili condividiamo le nostre esperienze, per cui se troviamo una buona discoteca tendiamo a dirlo in giro e a portare gli amici.

Che cosa deve cambiare per rendervi le cose più facili?
Al momento, di base, nessuno fa niente. I locali ti accontentano per la serata ma non cercano di cambiare nel lungo termine. I posti più piccoli non possono permettersi di farlo da soli, e non ce la si può prendere con loro. Sarebbe fantastico se il governo finanziasse questi cambiamenti nelle discoteche. Se ci fosse una legge che costringesse i locali a mettere online informazioni sull'accessibilità, sarebbe un grande passo in avanti. Non solo aiuterebbe le persone con disabilità, ma attirerebbe l'attenzione dei gestori verso i piccoli cambiamenti che potrebbero mettere in atto da subito.

E più in generale?
Bisogna cambiare totalmente il modo di vedere la disabilità, come società. L'Australia non è certo il posto peggiore in quest'ottica. Di tutti i Paesi OECD, l'Australia ha uno dei maggiori tassi di disoccupazione per le persone con disabilità. Lo stesso vale per le persone disabili che vivono sotto la soglia di povertà. Davvero, sarebbe bello se le persone con disabilità potessero entrare a far parte della società. Sarebbe un grande passo in avanti se il modo in cui se ne parla nell'opinione pubblica diventasse più positivo e più normale.

(N.d.T. In Australia il tasso di disoccupazione per i disabili è del 50%, mentre in Italia è del 79% secondo le statistiche).

Mi sembra che ci stiamo concentrando troppo sugli svantaggi; quali sono i pro di andare in discoteca in sedia a rotelle?
Posso fermare all'istante qualunque rissa, se mi metto in mezzo io nessuno alza un dito. E una volta, quando stavo ancora in ospedale, andai a Melbourne per vedere Diplo con un'amica che va pazza per lui. Dopo il concerto siamo andati verso il backstage, mi sono avvicinato al buttafuori e ho detto: "Hey, mi spiace molto disturbarti, ma sono appena uscito dall'ospedale, questa è mia sorella ed è la prima volta che mi porta fuori, ed è una grande fan di Diplo." Così il buttafuori è entrato, ha preso Diplo e lo ha portato fuori per farsi delle foto con noi e firmare un autografo per "mia sorella". Cose così te le puoi permettere, anche se penso che la gente cominci a mangiare la foglia. C'è sempre più gente in sedia a rotelle che esce a divertirsi, quindi si stanno facendo furbi.