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Musica

Jean-Michel Jarre è il vero inventore dell'EDM

Sono piuttosto convinto che la prossima ribellione di questa generazione sarà contro internet. Rifiutare internet sarà considerata la moda più fica.

Nelle sacre scritture della musica elettronica Jean-Michel Jarre è una divinità. Il compositore, originario di Lione, ha trasformato la musica ambient in una questione di orgoglio nazionale con il suo Oxygéne, uscito nel 1976 e che può fregiarsi di 12 milioni di copie vendute e di una rivoluzione che ha preso a calci i sintetizzatori di mezzo mondo. La scorsa settimana ha pubblicato il suo diciannovesimo album, Electronica 1: The Time Machine.

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L'album contiene sedici tracce realizzate in collaborazione con artisti di spicco come Boys Noize, Gesaffelstein, Massive Attack, Air, M83, Armin van Buuren, Fuck Buttons, e anche Pete Townshend dei The Who. È un lavoro più che ambizioso che si propone di ricontestualizzare la musica di Jarre.

Sui divani di Chateau Marmont, una villa a Sunset Boulevard che conserva ancora il fascino di una Hollywood che non esiste più, Jarre ha tracciato le tappe fondamentali che l'hanno condotto a questo disco. "Ho mandato qualche invito, come se fosse una festa di compleanno, e tutti mi hanno risposto", racconta ridendo mentre si libera del peso dei successi passati con un sorriso schivo. "Ho contattato solo quei musicisti per cui credevo che la collaborazione avesse un senso concreto, e ho assolutamente voluto lavorarci di persona. Trovarsi fianco a fianco è l'unico modo in cui sono in grado di lavorare".

Ciò che ne è conseguito sono stati anni di andirivieni in giro per il globo e nottate passate negli studi personali delle persone che aveva contattato per mettere insieme la struttura ossea di Electronica. "La sfida è stata riuscire a mantenere il suono consistente. Tra Massive Attack, M83, Tangerine Dream, Gessafelstein… Be', è difficile vedere chiaramente un nesso".

"Eppure c'è: il nesso sono io" mi spiega. "Ho dato dei demo strutturati a tutti, ma c'era anche dello spazio per esprimersi liberamente. Questo è quello che ha creato una sinergia tra i pezzi. Si riesce ancora a distinguere chi ha fatto cosa, ma allo stesso tempo c'è una matrice comune consistente tra le collaborazioni".

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Strumenti analogici, prospettive cinematografiche e un (in)volontario retro-futurismo scorrono nelle vene di Electronica. I collaboratori portano la loro cifra stilistica, ma tutto viene incastrato nella visione artistica di Jarre, un panorama sonoro pixellato che è meno ambientale e più narrativo, in accordo con il cambio di prospettive del suo gusto estetico musicale.

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C'è un legame diretto tra le folle che è riuscito a radunare Jean-Michel Jarre e il pubblico odierno dell'EDM. Nel 1970 è stato tra i primi a portare elementi visuali nei suoi live set di musica elettronica. La sua Place de la Concorde a Parigi, nel 1979 (nel video sotto), era un one man show come se ne potrebbero vedere oggi a Las Vegas. Ma anche una mente proiettata nel futuro come la sua non avrebbe mai potuto immaginare che quel gusto si sarebbe trasformato nello sfarzo odierno dell'EDM.

"Quando ho iniziato a fare musica elettronica ho realizzato l'importanza dei visual sul palco," spiega Jarre. "Probabilmente ero l'unico, insieme ai Pink Floyd, a dare qualche importanza a ciò che la gente sta guardando. Stare in piedi dietro un laptop con un sintetizzare non è esattamente la posa più sexy o interessante che esista, e se qualcuno sta pagando un biglietto per un concerto si aspetterà che parte dell'esperienza sia visiva, perché in caso contrario potrebbe starsene a casa con le cuffie. Se torniamo molto indietro nel tempo, che ne so, ai tempi di Wagner, la regola valeva comunque. I musicisti lavoravano con pittori, ballerini e altri artisti per creare un contorno alla performance sonora. Ora abbiamo laser, video e aggeggi elettronici".

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Nonostante l'amore di Jarre per i laser, è improbabile che lo troverete avvolto in un tunnel di luci stroboscopiche mentre indossa un copricapo da capo indiano al Coachella, anche se la sua critica ai festival contemporanei è concentrata sulla modalità di consumo della musica, più che su un difetto di produzione. "Questi festival creano una specie di Disneyland per adulti e le persone si sentono sempre più all'interno di un parco a tema, senza nemmeno curarsi di conoscere la proposta musicale che andranno ad ascoltare. Il pubblico vuole solo qualche ora di svago tranquillo e senza pensieri, non gli frega nulla del dj o del produttore sul palco. In ogni caso questo è solo un lato della questione, e non credo sia sufficiente per mettere in discussione l'uso di visual nella musica elettronica. Quello visiva è ancora un pezzo importante dell'esperienza sia da un punto di vista tecnologico che emozionale".

Ma è possibile che il colpo di scena sensoriale di questi nuovi ritrovi tolga la vera sostanza dall'esperienza di un festival? La luca stroboscopica è sempre una buona idea? Quanto fumo di c02 è troppo fumo di c02? "Non si può mai andare troppo oltre," risponde Jarre. "Voglio dire, si può sbagliare, ma non è mai permesso andare troppo oltre". Fa una pausa, ci pensa bene: "Mentre a volte devi andare troppo oltre".

Molti della vecchia guardia sono pronti a smontare la recente traiettoria della musica elettronica, ma Jarre è più diplomatico e affronta il dibattito con una pazienza quasi zen. "Non credo che la nuova generazione abbia perso nulla," dice. "Non credo in quel tipo di nostalgia, non mi piace pensare che ieri sia stato meglio di domani. Ci sono molto cose interessanti in giro, soprattutto da un punto di vista tecnologico. Le persone si sono già chieste tutto sull'identità dell'EDM, perché non è un genere nato con Avicii. Prima c'era l'EDM degli anni Ottanta, e ora puoi scegliere tra quella o la musica che verrà nella prossima decade".

"Sono sempre stato convinto che la musica elettronica non sia catalogabile come un vero e proprio, ma che rappresenti più che altro un modo nuovo di approciare la composizione, di scrivere e suonare la musica, e anche di distribuirla. Nella musica elettronica ci sono molti genere, e l'EDM è solo una parte della EM, e come tutti i generi, pure nell'EDM ci sono cose interessati e altre meno interessanti".

Possiamo mettere via i forconi. Jarre è ottimista sul futuro della musica dance: "Anche la musica pop comincerà ad essere più ambiziosa, perché ad un certo punto si raggiunge una soglia in cui si pensa, 'Grande! Non è male fare questa roba, ma proviamo a fare un passo in un'altra direzione'. Questa generazione salta da un genere all'altro ed è alla continua ricerca di nuovi stimoli. Sono piuttosto convinto che la prossima ribellione sarà contro internet. Rifiutare internet sarà considerata un'attitudine come un'altra".