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Musica

Che cazzo succede ai video musicali?

Ora che il canale principale non sono più le TV musicali ma YouTube, cosa cambia per i videomaker?

Dev’essere successo qualcosa di catastrofico ai video di musica dance, ultimamente. Una crisi di mezza età che potrebbe essere dovuta a due fattori. Primo: sono finiti gli anni Novanta. Secondo: sono passati i primi dieci anni del Duemila, quando MTV deteneva il monopolio di tutto ciò che aveva a che fare con la musica. D’un tratto ci siamo ritrovati catapultati in un’epoca nuova, fatta di Vevo e di YouTube, un’epoca dominata dalla più feroce competitività. Un’epoca dove la corsa alla hit è spesso a scapito della qualità dei contenuti. Insomma, un cambio di paradigma che sembra avere avuto un impatto decisivo sulla musica dance commerciale.

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Quei giorni felici, quei pomeriggi d’estate passati a fare zapping tra un pezzo su MTV e uno su ALL MUSIC (dopo i tempi magici di TMC) sono andati per sempre. Non c’è voluto molto perché YouTube prendesse il sopravvento e diventasse la piattaforma preferita da chi fa musica. Leggero, versatile, ma soprattutto molto più accessibile rispetto ai network televisivi tradizionali. YouTube ha messo fine a tutte le trafile per entrare in rotazione su qualche cazzo di TV, alle decine di mail per implorare i direttori della programmazione. E soprattutto a tutte le liberatorie, limitazioni e frustrazioni connesse a quel vecchio mondo.

Con la diffusione di YouTube i canali televisivi hanno iniziato a essere superflui, se non addirittura ridondanti. L’attenzione degli spettatori ha toccato i minimi storici. I contenuti hanno iniziato a differenziarsi sempre meno, la lotta all’ultima visualizzazione si è fatta sempre più spietata e la qualità ha ceduto sempre più terreno alle strategie commerciali.