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Musica

41 modi per capire "The Life of Pablo"

L'album di Kanye West è talmente incasinato che una recensione non è bastata. Neanche dieci o venti. Ce ne sono volute quarantuno.

Artwork di Anna Magni

Come si dice, le opinioni sono come il buco del culo: ognuno ne ha una, qualcuno se le schiarisce, e non si può parlare di Kanye West senza tirarne fuori una. Nel corso degli ultimi tre anni, specialmente negli ultimi tre mesi, in particolare nelle ultime tre settimane e soprattutto negli ultimi tre giorni, il mondo è rimasto appeso alle labbra di Kanye, in attesa della sua prossima mossa e incapace di trattenersi dal parlarne. E ora è uscito l'album The Life of Pablo. Sei pronto a dire la tua?

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Noi lo siamo! Anche se il disco è uscito da sì e no ventiquattr'ore in formato diverso da un rip di un video, la gente ha già cominciato a giudicarlo. Forse è troppo presto per una recensione dell'ultimo album del sedicente più grande artista di tutti i tempi, ma, come si dice, chi ha tempo non aspetti tempo. Le recensioni stanno uscendo, che tu lo voglia o no. Leggerle tutte può diventare impegnativo, anche se gli articoli su Kanye non sono mai abbastanza. Per cui abbiamo convocato quarantuno dei nostri giornalisti e influencer preferiti, abbiamo fatto scrivere a ognuno la propria recensione, e le abbiamo raggruppate tutte qua sotto. Così puoi leggere tutte le opinioni che ti servono su TLOP senza dover visitare altri siti che, si sa, fanno schifo. Anche noi ci sentiamo come Pablo (Neruda, perché scriveva un sacco e anche noi abbiamo scritto un sacco).


Le contraddizioni rivoluzionarie di Kanye West, di Drew Millard

Invece di creare un bel personaggetto o tentare di nascondere gli elementi meno gradevoli della propria personalità, Kanye West ti fa visitare ogni angolo della sua psiche, anche quegli angoli che ti fanno dire "CAZZO PORCA TROIA ZIO CHE CAZZO". Questo è uno dei miei aspetti preferiti di Kanye, e The Life of Pablo prova che Kanye è un maledetto sensei di questo tipo particolare di contraddizione. Usa allegramente l'immagine di rimanere macchiati dal culo sbiancato di una modella nel crescendo di "Father Stretch My Hands Pt. 1", che per il resto è un puro pezzo gospel. Trasforma Young Thug nel nuovo Kirk Franklin in "Highlights", una canzone di cui vi ricorderete dal suo Twitter come "Quella in cui dissa Kim" (per differenziarla da "Quella in cui dice che si scoperà Taylor Swift"). La sua confessione di stampo Knausgaardiano, in cui ammette di essere preoccupato che sua moglie voglia il divorzio e lascia passare un riferimento al Lexapro per i veri fattoni, si chiama, che Dio benedica Yeezy, "FML". "Freestyle 4" in realtà è l'ottava canzone. Eccetera, eccetera, eccetera, giù a spirale verso l'infinito finché non prosciughiamo tutti le nostre carte di credito comprando i suoi abiti marron-fashion che ti fanno sembrare Dobby l'elfo di casa. Ma più che per tutte queste cose, Kanye è grande perché ogni volta che fa uscire un disco sembra che stia totalmente ricalibrando dal punto di vista sonico l'hip hop—ora, il rap deve suonare tipo goth-gospel (gothpel?) e se a qualcuno non dovesse andare bene, be', è un peccato perché è così che va adesso, ora scusatemi ma devo infilarmi questo sacco di iuta e andare a recuperare le Yeezy Boost che il fratellino di Taylor Swift ha buttato nella spazzatura.

Drew Millard è un giornalista di Los Angeles. Seguilo su Twitter.

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** The Life of Pablo La recensione in forma di Haiku, di Slava Pastuk**

odî Kanye West
a lui non interessa
ascolta il disco

Slava Pastuk è l'editor di Noisey Canada. Questo è il suo Twitter.


L'universo personale di Kanye in The Life of Pablo, di Briana Younger

I miei occhi sono quasi volati via da quanto li ho alzati al cielo quando Kanye West ha twittato che The Life of Pablo—che al tempo si chiamava Waves—sarebbe stato un album gospel. Sono stato sbugiardato nel corso dei primi novanta secondi. A essere onesti, questo è lo stesso uomo che ha infilato un inno nel suo album di debutto, per cui forse non avrei dovuto essere così scettica. L'inclusione di Kelly Price, Kirk Franklin, testimonianze e cori che si avvicinano al livello di sincerità dei God's Property è stupefacente e dà vita a molti dei momenti più alti dell'album. Anche se non si tratta certo del "vecchio Kanye" che a quanto pare lui oggi odia, bisogna dire che TLOP presenta un tentativo di patchwork di tutte le migliori versioni di se stesso: il grime pretenzioso e spesso osceno di Yeezus, il minimalismo emo di 808s, l'immaginazione ambigua di MBDTF e, a volte, il magnetismo accattivante della sua prima trilogia. Il fatto che TLOP suonasse da paura già da un rip illegale di uno stream è prova della sua qualità o prova della nostra disperata volontà di vedere Kanye come noi desideriamo che sia, o una combinazione delle due cose. Non saprei dire se il casino che è successo con l'uscita abbia messo in ombra l'album stesso—entrambi dimostrazione di una oltraggiosa battaglia tra Superego e Id—ma forse questo non importa. Kanye crea #moments, e questo è per sempre cristallizzato nella sua confusa, sacrilega arroganza.

Briana Younger è una scrittrice di Washington, DC. Ecco il suo Twitter.

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Parliamo della voce di Kanye, di Rebecca Haithcoat

Non mi piace la voce di Kanye West. Non in senso figurato. Penso che sia figo che dica che è il meglio in tutto perché adesso vi rivelo un piccolo segreto riguardo al dire che sei il meglio in tutto: la gente prima o poi ci crede. (Potresti anche convincere te stesso). No, intendo letteralmente il suono della sua voce quando rappa. Il suo suono nasale e la sua cantilena mi hanno sempre dato talmente tanto fastidio che non riuscirei ad ascoltare la sua musica se non fosse così Olivier Rousting nella produzione. In TLOP, Kanye effettivamente mette insieme suoni e tempi e ritmi che sono raffinati quanto i Balmain delle damigelle di Kim, ognuno su misura per la canzone che lo indossa, ognuno perlaceo e lussureggiante e così pieno di beat talmente dettagliati e intricati che vorresti davvero esaminarli da vicino con un buon impianto. Nell'insieme e dopo tre o quattro ascolti, TLOP mi sembra avere la mia produzione preferita tra tutti gli album di Kanye, e una buona metà delle canzoni mi hanno fatto scattare in piedi. Ma la sua voce. È l'esatto opposto della voce di Ty Dolla $ign da "ho fumato troppe Backwood e poi ho ingerito un chilo di melassa" che accarezza il ritornello di "Real Friends" o dello stormo di angeli che sposta le montagne su "Ultralight Beam". Quello che il timbro vocale di Kanye sembra manifestare è profonda frustrazione e debilitante insicurezza, ma frustrazione e insicurezza riguardo a cagate stupide e insignificanti come la ragazza che l'ha mandato affanculo in terza media. Non penso che Kanye sia pazzo. Ma sembra di essere il tipo di uomo che insiste sempre per avere ragione, il tipo di uomo che ti SCRIVERÀ SOLO IN CAPS finché non ti arrendi, il tipo di uomo da cui una donna dovrebbe guardarsi bene. Proprio come quei blogger intrombabili.

Rebecca Haithcoat è una giornalista di LA. È su Twitter.

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Kanye West, artiste?, di David Drake

Più schizzi e spruzzi di colore che ritratti, The Life of Pablo è una raccolta di idee più che di canzoni. In qualche modo dà un feeling minore, anche se certi momenti—l'eleganza melodica di "Highlights", lo zoppicare lo-fi alla Timbo di "Feedback"—trascendono il resto dell'album. I testi passano da profondo-finché-non-ci-pensi (per quanto possa essere vero "Name one genius that ain't crazy" sembra la razionalizzazione difensiva di uno stronzo) a slogan esuberanti ("Any rumor you heard about me was true and legendary"). Zig-zagga pure tra roba motivatrice da poster coi gatti all'inclusione di "trash" basso ("Awesome, Steve Jobs mixed with Steve Austin") al trattare gli oggetti come donne, man. Come la maggior parte della produzione recente di Kanye, il tuo godimento di questo materiale sarà proporzionale al tuo apprezzamento o alla tua tolleranza del brand Kanye, anche ora che è totalmente sbocciato come mattacchione.

Raramente sembra interessato a connettere con il proprio pubblico tramite ciò che è familiare—accontentare il desiderio di "vecchio Kanye"—, mentre si lascia guidare piuttosto da un'onestà brutale, che poi era sempre la strategia del vecchio Kanye. Una delle sue canzoni più fredde è anche una delle sue migliori, in cui il poco calore filtra dai bordi malinconici ("Real Friends"). È inaspettatamente comprensibile. Non è che il suo stile di vita da reality TV sia finto, ma serve a mostrare i limiti della "sincerità" come una finestra sull'arte che vale la pena ascoltare: Kanye è uno strano, più facile da apprezzare per la sua sincerità in astratto che da viverci insieme. Se Kanye asseconda qualcuno, si tratta di chi vede l'arte al suo punto più alto come un catalogo di sogni post moderno. Il suo lavoro è un mettersi in mostra—il fatto che abbia messo sotto contratto Desiigner sembra sminuire liquidare la carriera di Future come una questione di pitch, il suo utilizzo della storia della musica sembra voler privare i critici dei propri strumenti. Nel complesso, The Life of Pablo non è una ritirata dopo lo shock di Yeezus, ma probabilmente resterà un peso piuma. Ci sono molte idee qua sopra, però, boccioli che non fioriranno mai del tutto, come se Kanye non avesse avuto il tempo o la forza di volontà di dare loro più della scintilla iniziale di vita.

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David Drake è un giornalista di Chicago. Seguilo su Twitter.


L'avventura di Kanye West, di DVS

Come molti americani, quando ho sentito dire la settimana scorsa che c'era un tipo di nome "Kanye West" mi sono detto "Porca vacca! QUESTO non me lo posso perdere!" ADORO quando la gente ha dei nomi. Sono andato alla biblioteca di quartiere, che è stata bruciata, e ho chiesto alla bibliotecaria se aveva dei libri sulla "gente" e sull'"imparare le cose". Lei ha detto che no, per via che era bruciata. Questo "Kanye" ce la mette proprio tutta per non farsi notare.

All'improvviso, la bibliotecaria mi ha preso da parte e mi ha detto che aveva mezzo grammo di "America Online" nel gilet ed era disposta a condividerlo. Non appena ho appoggiato i cristalli colorati gusto frutta sulla lingua, ho istantaneamente saputo tutto. In quel momento ho imparato che Kanye una volta si chiamava "Logan" ma fu rapito dal Governo del Canada, ribattezzato "Weapon X" e nelle sue ossa fu iniettato il metallo finto ma FOLLEMENTE duraturo "adamantium", che migliorò le sue abilità di autoguarigione e la sua grande forza. Poco dopo incontrò il professor Charles Kanye, che lo inserì tra i "Kanye-Man", un gruppo di studenti che condividevano simili incredibili abilità e poteri. Fu così che cambiò nome per provare la sua dedizione alla causa e per riaffermare il suo ruolo come braccio violento del gruppo. E poi ha anche fatto… un album prog rock fuori di testa. Si intitola tipo Hey Here Comes Pablo, He's Your Friend. Anche il titolo è fuori di testa.

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DVS l'altro artista vivente più grande del XXI secolo. Complimentati su Twitter.


Ah già, c'è anche un album, di Jessica Goodman

La lunga marcia verso la Yeezy Season Three si è conclusa quando Kanye West è entrato dentro al Madison Square Garden preceduto da una mezza dozzina di Kardashian vestite in outfit personalizzati Balmain x Yeezy, perché nessuno si dimentichi a che famiglia Ye è sposato o che il suo status di star internazionale ora gli permette di twittare "BILL COSBY INNOCENT" e comunque fare il tutto esaurito nell'arena più grande del mondo alle quattro del pomeriggio di giovedì. Certo, lo spettacolo avrà anche potuto essere tecnicamente incentrato su vestiti beige e una grande sorpresa, ma quando infili la famiglia più famosa del pianeta, Anna Wintour, un centinaio di rapper famosi, duemila modelle, altrettanti giornalisti e ventimila fanatici di Yeezus dentro un posto, è praticamente la mossa più arrogante che un umano possa tentare. Giravano canne, cavi aux e discorsi motivazionali sulle corporation e code da due chilometri per comprare il merch e cori di FUCK NIKE e ringraziamenti a Dio e hype su Tidal e Tyga. C'era anche la musica però, giusto? Quella spacca. Mi piace un sacco.

Jessica Goodman è editor delle sezioni musica digitale e libri dell'Entertainment Weekly. Seguila su Twitter.


Teen Time: Kanye? Kan-okay, non Kan-yay, di Eli Zeger

Kanye West è un coglione e con The Life Of Pablo il suo atteggiamento lunatico e concitato ha decisamente messo in ombra il suo lavoro. Secondo l'opinione (narcisista) dell'artiste, secondo i suoi numerosi tweet, questo è passato dall'essere "l'album della vita" definitivo, a "UNO degli album migliori", ma TLOP si merita un ulteriore passo avanti: è semplicemente un buon album, lungi dal meritarsi l'ipotetica eredità culturale che vanta il suo creatore. TLOP ha i suoi momenti, tuttavia, tanto che alcuni riescono a farmi dimenticare il mio disgusto—"Real Friends" per essere precisi. È impossibile rimanere impassibili davanti all'atmosfera viscerale e inquietante della traccia. "Real Friends" non ha nulla a che vedere con le strumentali abrasive di MBDTF; anzi, dipinge uno scenario R&B minimale e intimo. Quel loop di piano granuloso e quell'eco da caverna sul beat insieme danno i brividi, e le brevi quasi-armonie che Ye canta durante i ritornelli sono splendide.

Mi piace anche quel sample di Arthur Russell su "30 Hours"; anche se la canzone è più vivace di "Real Friends", anche lei ha un feeling minimalista. I momenti migliori di Ye sono quando le strumentali suonano modeste e (al di là dell'improvvisazione su "30 Hours") sintetiche.

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Eli Zeger è il corrispondente di Noisey dal mondo dell'adolescenza. Fallo sentire amato su Twitter.


La fan fiction definitiva di Kanye, di Ezra Marcus

Quando avevo dodici anni, in pieno boom Harry Potter, sono entrato dentro alla stanza di mia madre e ho trovato uno spesso blocco di fogli sul suo comodino. L'aveva stampato da Internet e graffettato con le sue mani. Ho dato un'occhiata e, ta-dah!, era un racconto di fan fiction erotica in cui Severus Snape aveva rapporti proibiti con Harry Potter, Ron e, dio santo, Albus Dumbledore. Rimasi pietrificato.

La fan fiction erotica è uno dei più famosi prodotti di Internet: siti come AdultFanFiction e AO3 offrono milioni di storie in cui amati personaggi di film, TV, letteratura, musica e il mondo delle celebrità si ammazzano di botte tra loro. Magari non avete mai letto questa roba, ma ci sono buone probabilità che la ragazza con il cappello con le orecchie da gatto o il ragazzo con forti opinioni su Sherlock l'abbia letta. Sai chi altri ha scritto fan fiction selvaggia? Kanye West. In "Famous" descrive una tresca immaginaria tra lui e Taylor Swift. Certo, ne viene fuori un po' imbarazzante e disperato. Ma per nulla originale. Questa è una storia erotica tra Kanye e Taylor. Questa è un'altra. Qui Taylor si scopa Kanye con uno strap-on. È piuttosto arrapante. È anche perfettamente normale. Centinaia di migliaia di nerd si immaginano i loro idoli fare porcate ogni giorno. È giusto giudicare Kanye con un occhio di riguardo solo perché uno dei protagonisti delle sue fantasie è lui stesso?

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Per usare le immortali parole di SamuelX: "Sdraiato supino sopra il letto king-size, Kanye tentò di abbozzare il suo caratteristico ghigno sentendo il proprio culo cedere alle spinte di Taylor Swift". Amen.

Per quanto mi riguarda, The Life of Pablo spacca il culo, ma questo lo sapevate già.

Ezra Marcus è il cugino che ha rubato il computer di Kanye. Rincorrilo Twitter.


We're all on an Ultralight Beam now, di Brian Josephs

Ci sono rimasto troppo sotto con "Ultralight Beam" perché mi fregasse qualcosa del resto dell'album. Quando Kanye West ha twittato che The Life of Pablo sarebbe stato un album gospel, ho pensato che fosse una figata. Dopo qualche giorno si è messo in prima linea per difendere il proprio ano—aveva chiaramente bisogno di Gesù. Ce l'ha ancora: chi è che promuove il proprio album su Saturday Night Live come se fosse un mixtape di DatPiff?

A dir la verità, tutti abbiamo bisogno di essere salvati. L'altruismo del gospel è spesso più un'aspirazione che un sentimento genuino. Ma in "Ultralight Beam" Chance The Rapper si lascia andare al cento percento, senza rete, e Kirk Franklin gli guarda le spalle. Credo che, se l'eco del coro sul finale non ti ispira una reazione viscerale, tu sia condannato alla dannazione eterna.

Brian Josephs è un giornalista di VICE. Seguilo su Twitter.


Fanculo tutto il resto, parliamo della vera star, di Paul Thompson

Non voglio parlare di Kanye West—per lo meno non strettamente—ma ascoltatemi comunque. Per quanto possa essere fico per un rapper-producer di Chicago fare il tutto esaurito al Madison Square Garden per una sfilata di moda, è pur sempre una sfilata in cui modelli e modelle sono soggetti a liste lunghe pagine di istruzioni in ALL-CAPS e in cui i vestiti vengono venduti all'affrontabilissimo prezzo di 455 dollari per un pullover beige senza maniche. Quindi anche se la produzione di The Life of Pablo ha un suono superbo, la vera magia di giovedì è arrivata quando Kanye ha pensato di aver finito e ha deciso di passare in giro il cavo aux.

Ora potremmo parlare di Vic Mensa che tenta di nuovo a pubblicare il singolo del cambio di marcia, o potremmo parlare di Kanye che si rimette a perseguitare la Nike. Ma non sono qui per parlare di Kanye. La canzone che ha spaccato la giornata di giovedì è arrivata da Young Thug, lo scheletrico rapper di Atlanta che era appena sceso dalla passerella con una bottiglia di (ahem) Sprite nella tasca della giacca militare di cuoio e pelliccia. È salito lentamente sul palco ed ha attaccato "Ridin' Through the City", una lezione universitaria su diamanti neri e insufficienza renale e AK47 appoggiati sulle gambe. C'è qualcosa di interessante da dire su quello che aspetta tre anni tra un album e l'altro, attira decine di migliaia di fan, parla a voce alta e senza compromesso del proprio ruolo nella cultura di oggi e nella storia. Ma c'è anche qualcosa di interessante da dire su quello che gli frega il posto sotto i riflettori. "Fanculo questa roba, diamoci dentro".

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Paul Thompson ne ha due piene. È anche su Twitter.


The Life of Pablo supera le aspettative, di Ty Howard

Lasciatemi cominciare con il dire che ero sinceramente spaventato da come questo album avrebbe potuto suonare. Kanye non ci ha mai veramente deluso (a parte quando non ha fatto produrre Yeezus alla 808 Mafia in toto), ma questo album mi preoccupava senza dubbio. Ogni mia paura è stata messa a tacere dopo averlo ascoltato. Solo Kanye poteva mettere insieme Kelly Price, Frank Ocean, Rihanna, Young Thug, Post Malone, Metro Boomin, Chance The Rapper, Kirk Franklin e molti altri in un album senza farlo scoppiare. Speravo che ci fossero 'Ye e Kirk Franklin sopra una base di Metro, ma vorrà dire che dovremo aspettare fino al prossimo album per questo. Però c'è Kanye che tira dei colpi al fratello di Brandy sulla stessa traccia ("Highlights") di Thugger Thugger, The-Dream ed El DeBarge, ed è tanto fico quanto sembra. Se dovessi scegliere un pezzo preferito in questo momento, sarebbe sicuramente "Highligths".

Nel complesso, 'Ye ha buttato fuori un altro disco della madonna che Internet non apprezzerà fino all'anno prossimo e sarà la colonna sonora della vita fino all'uscita di Views from the 6. Grazie, Pablo—volevo dire, Kanye.

Ty Howard è l'editor del blog hip-hop Fake Shore Drive. Seguilo su Twitter.


The Life of Pablo: una relazione complicata, di Aly Comingore

Ciao. Sono la tua amica che ha abbandonato il carrozzone Kanye dopo la storia di Cosby e poi ha ceduto all'ansia sociale e ha seguito l'intera presentazione al Madison Square Garden dalla propria scrivania. Ora sono qui per dirti che la Yeezus Season è un vero ottovolante di emozioni e che non c'è problema ad apprezzare The Life of Pablo perché, in effetti, questo disco è davvero bello, cazzo. Il verso su Taylor Swift è misogino? Sì! Lei l'ha approvato? Non lo so. Tutto questo non importa perché il sample di Sister Nancy in quel pezzo è oro colato. È egoista che Kanye scriva una canzone su Kanye che scrive una canzone su Kanye? Sì! Dovresti essere infastidito dalla sua arroganza? Probabilmente sì. Il coro di "Ultralight Beam" mette in ombra tutto ciò? Al cento percento! Ti senti combattuto? Perfetto.

Aly Comingore è la managing editor di VICE's Live Nation TV. Seguila su Twitter.

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The Life of Pablo: l'ardua recensione metaforica, by Jeremy Larson

La Teoria della Relatività Generale di Einstein è stata confermata giovedì, tramite la collisione di due buchi neri: sì, Kanye West ha detto una cosa brutta su Taylor Swift, e Internet ha risposto. Ma limitarsi a questo vorrebbe dire guardare ai pianeti e ignorare la galassia: The Life of Pablo è un paradosso cosmico. Come un balletto galattico, Kanye presenta una guerra tra l'infallibilità e la mortalità sul piano astrale. È pieno di raggi di luce più luminosi di qualunque stella e antimateria così buia da eludere ogni legge della scienza e della ragione. Ci sono corpi celesti che Kanye esplora con una GoPro, universi paralleli che contengono "Feedback" da TLOP e "I'm In It" da Yeezus, e l'attrazione gravitazionale di Kanye stesso che dimostra che in effetti tutto gira attorno a lui. Kanye rappa del suo cazzo sopra dei sample di Nina Simone perché queste sono le leggi immutabili del suo universo. È il creatore di meme e il divoratore di LOL. Per Kanye non esiste Dio o l'Uomo, solo un'insondabile collisione intergalattica tra i due: Pablo.

Jeremy Larson è un raggio di luna e un raggio di sole, l'Alfa e l'Omega. Illuminati su Twitter.


Metro Boomin? Vorrei di più, ma me lo faccio andar bene, di Trey Smith

Questa è musica da domenica mattina per chi non va in chiesa e pensa che gli avanzi di alcolici della sera prima si possano definire brunch (è così). Kanye ha cattivo gusto per certe cose, come abbiamo imparato dai suoi tweet delle ultime due settimane, ma la musica non fa certamente parte di queste cose. Non pensavo che il disco sarebbe stato brutto, ma il circo social-mediatico non mi aveva reso esattamente smanioso di ascoltarlo.

Tutto è cambiato durante lo spettacolo Season Three non appena "Ultralight Beam" mi ha fatto venire la pelle d'oca su tutto il corpo. Ora che ho ascoltato uno stream integrale, credo che sia la cosa più completa dopo My Beautiful Dark Twisted Fantasy. Se un progetto nel 2016 non è prodotto almeno per metà da 808 Mafia o Metro Boomin ci sono buone probabilità che faccia schifo, e questo per qualche motivo non fa schifo.

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Visto che gli esperimenti di Kanye con i nuovi media diventano sempre più importanti, TLOP potrebbe essere il suo ultimo album per un po' di tempo—forse per sempre. Se così sarà, si tratterà della miglior conclusione (o di un inizio di pausa molto lunga, perché si tratta di Kanye) With his ventures into new mediums picking up speed, TLOP could be Kanye's last album for a while—maybe ever. If that's the case, this is about as great a conclusion (or beginning of a super extended hiatus, because this is Kanye) che potessimo sperare. E la traccia che Thugger ha messo all'evento è una bomba e non vedo l'ora che esca Slime Season 3.

Trey Smith è un esperto di prodotti da forno e allevamento di api. Scopri di più su Twitter.


La grande domanda a cui The Life of Pablo non risponde, di Annalise Domenighini

Dopo tre anni, mesi di tira e molla, un ciclo di stampa eccessivo e stressante mai visto prima, almeno tre crolli nervosi e chissà quante strane, fino ad allora inesplorate emozioni questo album mi ha costretta a provare, c'è una cosa soltanto che sono riuscita davvero a estrapolare da The Life of Pablo, ed è che Kanye e Drake devono limonare ASAP.

Annalise Domenighini è la Social Producer di Noisey. Ovviamente è su Twitter.


Pizza alta e pensiero profondo: l'identità di Chicago è forte in Kanye, ma la vostra identità è che dovete darvi una calmata, by Ernest Wilkins

"Name one genius that ain't crazy"

Mentre il metodo di presentazione del nuovo album di Kanye non dovrebbe essere replicato da nessun altro—e mi riferisco a te, rapper famoso rimasto senza idee al di fuori di "Uhm, prendiamo Metro Boomin?"—quel verso continua a perseguitarmi.

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Kanye West è mio cugino. Non letteralmente, ma condividiamo una storia simile, dalla mamma con mille lauree che lavoravano all'Università Statale di Chicago all'andare al centro commerciale di River Oaks ogni weekend tra il 1999 e il 2003. Sono contento se lui ha successo, anche quando dice cazzate o si comporta da bambinone perché una donna lo ha lasciato e ci sta ancora male anni dopo. Sarà pure un narcisista che avrebbe bisogno che qualcuno gli dicesse di no ogni tanto, ma è il NOSTRO narcisista.

Per quanto riguarda l'album… sai cosa? No.

Questo è l'equivalente musicale di una persona che aspetta le 11.55 per consegnare l'esame. Oh, mi ha fatto piacere sentirlo fare riferimento finalmente al miglior diss di tutti i tempi, "I Hit It First" di Ray J, anche se tre anni dopo l'uscita. Smettiamola di prenderci in giro. Non sono qui per convincervi. La gente di Chicago sarà contenta che ci sia gente di casa sul disco (YAY CHANCE), chi lavora nei media sarà contento di avere qualcosa da scrivere e il resto del mondo si concentrerà sul produrre meme mentre cerca di comprare delle Yeezy tarocche dai cinesi. L'Internet della critica musicale nel 2016 è Galactus: quando si focalizza su una cosa, finisce sempre per distruggerla. Me ne torno a dormire.

Ernest Wilkins non è quello che ha rubato il computer di Kanye. Le prove sono su Twitter.


Davvero, ci avevano promesso più Young Thug, di Haley Potiker

Prima di tutto, io volevo più Young Thug. Mi era stato esplicitamente promesso più Young Thug di così. Voglio dire, sarei stata comunque contenta dell'album, ma la delusione delle aspettative porta alla disperazione. E poi: perché c'è un imitatore di Future su "Pt. 2"? Una teoria non confermata è che Kanye abbia chiesto a Future di collaborare all'album, e Future abbia chiesto una cifra esorbitante. 'Ye, visto che è nella merda coi soldi, ha trovato un Future tarocco—Desiigner—che facesse un'imitazione perfetta e l'ha messo sotto contratto per un decimo del prezzo. Sulle prime, Kanye ha pensato a un piano per far diventare Desiigner ricco e famoso solo per dare fastidio a Future. Poi si è impigrito e si è limitato a dargli una strofa sull'album.

Ecco una cosa che non capisco: su The Life of Pablo si parla tantissimo di scopare con altre donne. Per cui Kim Kardashian se n'è stata in studio con Kanye giorno e notte ad ascoltarlo parlare di scoparsi tutte le tipe che trova in palestra e gli ha detto solo "grandi barre, caro"? Ma parlando di barre, trovo rassicurante sapere che Kanye prende il Lexapro.

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Niente di tutto ciò significa che non mi piaccia The Life of Pablo o che non abbia passato l'intera mattinata a imparare a memoria "I Love Kanye".

Haley Potiker è una giornalista di LA. Seguila su Twitter.


Il Vangelo di Pablo, di Judnick Maynard

Quando Kanye ha dichiarato che il suo nuovo album sarebbe stato un disco gospel, ho costruito un'arca di positività attorno a me stessa perché sapevo che Twitter sarebbe stato sommerso da un'infinità di hot take. Kanye è nero; noi non scherziamo con la parola gospel. Non mi sono fatta prendere dall'ansia o dal nervoso in attesa di cosa sarebbe successo. Avevo fede nella sua capacità di mantenere la parola da musicista perché non ho mai conosciuto quest'uomo in altro modo. Se le lacrime che ho versato domenica mattina significano qualcosa, è che essere neri è ancora una cosa meravigliiosa, e che i giovani neri sono ancora i veri trendsetter. L'ultima generazione non l'ha fatto impazzire come avevate previsto, vecchi puzzoni. Se c'è una cosa che va detta al riguardo è che ancora una volta Kanye ha legato l'immagine esausta e noiosa di Taylor Swift alla storia della musica nera. Non l'ha resa famosa; l'ha resa rilevante per l'unica cultura che conta.

Judnick Maynard è una giornalista di Brooklyn. Seguila su Twitter.


Kanye West pubblica il suo album più personale, di Joe Zadeh

Dal titolo alla vecchia foto di famiglia in copertina, The Life of Pablo è molto chiaro nel dire: questo sarà riflessivo e autobiografico, ok? Per cui ha senso che suoni come una riduzione di ogni sfumatura di Kanye che abbiamo mai conosciuto. Ci sono gli scintillii soul alla College Dropout e le barre di classe alla "No More Parties in LA"; la gioia gospel in stile "Jesus Walks" su "Ultralight Beam"; l'introspezione di "FML"; l'autoconsapevolezza cronica di "I Love Kanye"; il caldo groove da Chicago house di "Fade"; e le dosi concentrate di Yeezus che macchiano qua e là come sangue su una maglia bianca fatta di synth piacioni su "Feedback" o di agguerrito animalismo su "Feedback 4".

Il risultato è un album che non sembra avere alcun concetto o tema o progresso narrativo e, dopo album come MBDTF e 808s, è facile rimanere delusi da ciò. Ma forse è proprio questo il punto. TLOP è una raccolta caotica e incostante che vive coraggiosamente dei propri movimenti impulsivi. La decisione di rifare "Facts" è un colpo da maestro; la decisione di ribaltare completamente "Wolves" è stata una merda. Il testo passa come un ubriaco da virtuoso e significativo a volgare e pigro, ed è spesso difficile capire se ci si trova in una cappella o in uno strip club, e i campionamenti sembrano fatti da un bambino che prende a pugni i pulsanti della radio con le migliori stazioni di tutti i tempi. Eppure c'è una sorta di magnificenza in quanto è incasinato, in come la sua visione retrospettiva assomiglia alla memoria, frantumata e illogica. Grazie a questa sensazione da greatest hits, questa imprevedibilità incontrollata e a questo bisogno disperato di prosperare al di fuori del mondo, è probabilmente l'album più Kanye di tutti.

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Joe Zadeh è l'editor di Noisey UK. Qui è su Twitter.


Tutti amano Kanye?, di Emilee Lindner

Nel bel mezzo del suo listening party al MSG Kanye urla che bisognerebbe riconoscergli più credito. "Questa roba è stata difficile", abbaia ripetutamente quando i fan non urlano abbastanza forte per il suo nuovo video game. Per cui urlano più forte quando li costringe a guardarlo ancora. Ascoltano Yeezus. Quando dice di essere un dio (o, nel caso di TLOP, "Steve Jobs meets Steve Austin"), loro ci credono.

Possiamo essere influenzati da Kanye o farne la parodia. Gli vanno bene entrambe le cose. La sua misoginia fa cagare, ma anche quella sembra essere lì per estetica. Chiama sua moglie bitch e la tratta come un oggetto quando canta "I bet me and Ray J would be friends but we love the same bitch / Yeah he hit it first but I'm rich". Si attribuisce il merito della fama di Taylor Swift e si sente autorizzato a prendersi il suo corpo cantando "I feel like me and Taylor might still have sex. I made that bitch famous".

Non posso far finta di non vedere la misoginia—che sia un personaggio o no—per cui non ho altre idee da esprimere su TLOP. L'unica visione che ho è Kanye circondato da vestiti di merda e modelle annoiate, alla ricerca disperata di attenzione mentre i suoi fan lodano il suo lavoro a comando, ignorando i problemi.

Emilee Lindner è una giornalista di New York. La trovi su Twitter.


** The Life of Pablo Guida pratica a e all'Equinox di Soho, di Kyle Kramer**

Non riesco a "capire davvero" un album se non "entro nel suo mondo". E il mondo di The Life of Pablo è un mondo che non conosco. Per esempio, non sono mai stato in una palestra Equinox, dove vanno tutte le cagne. Ho cercato su Yelp per capire se la clientela tiene testa alle aspettative e ho trovato la seguente recensione di L.D.: "Prima di tutto, vorrei mettere in chiaro che Equinox non è per gli atleti. È per 'clienti' che hanno paura della morte e persone brutte". Forse non è qualcosa di cui canterebbe The-Dream, ma sembra il posto per me, non è vero? Bianca Z. aggiunge: "Una cosa positiva è che c'è uno spazio comune in cui sedersi (una specie di foyer) tra il juice bar al primo piano e la reception al secondo piano".

Non ho nemmeno mai visto un buco del culo sbiancato. Ho guardato alcune soluzioni omeopatiche per lo sbiancamento su wikiHow e ho scoperto che il sapone alla papaya è una buona soluzione. O, se non riesci a trovare il sapone alla papaya, "puoi anche frullare un pezzo di papaya matura e applicarne un bel mucchio sull'area desiderata. Lascialo agire per trenta minuti e poi lavalo via. Tempo un paio di settimane e dovresti vedere uno schiarimento significativo". Vuoi sapere la mia? Kanye non dovrebbe preoccuparsi di macchiarsi la maglietta, anche se mi è capitato di versare della candeggina sui vestiti in passato ed effettivamente è molto fastidioso. Vuoi sapere l'altra mia idea? La vecchia storia di Kanye che sarebbe meglio come producer che come rapper potrebbe finalmente essere vera in questo album, ma questa è un'altra storia.

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Kyle Kramer ha recentemente annullato il suo abbonamento a Planet Fitness. Dàgli del ciccione su Twitter.


I tanti, a volte cristiani, messaggi di The Life of Pablo, di Brandon Soderberg

Prova a separare The Life Of Pablo dallo stupendo listening party tra Dune e The Warriors se fosse stato diretto da Isaac Julien e anche dalla lista crescente di tweet idioti di Kanye e, poi, ignora i passaggi dell'album in cui Kanye sembra Dirty Grandpa. Se fai tutte queste cose, The Life of Pablo è un gran casino imbottito di clip audio, pezzi di musica d'altri (più che sample), mezze canzoni e mode radiofoniche Kanyezzate. È una celebrazione dell'incoerenza e una giustificazione per la mancanza di tatto—la seconda metà è più "coesa" ma meno coinvolgente, il che ci fa capire qualcosa su quanto i difetti non siano sempre difetti. Anche se ogni mossa non-musicale che Kanye fa ultimamente fa pensare che si preoccupi molto di quello che le persone sbagliate pensano di lui (perché sente il bisogno di entrare nel partito anti-stimolazione anale?), la sua musica non è così. È vero che in alcuni punti suona come un disco gospel, e quando succede succede eccome, ma ogni album di Kanye—pieno di esuberanza agrodolce—è un disco gospel se ci pensi bene. La cristianità di Kanye in ogni caso è noiosa a fianco della religiosità di convenienza di Chance the Rapper o di Kendrick Lamar. Il sampling metatestuale qui (grazie ai sample Rihanna si trasforma in Sister Nancy e in Nina Simone, la trap e la house diventano una cosa sola, e Kanye diventa un genio dell'avanguardia del passato, Arthur Russell), quei contrattempi del Kanye IRL (furto di computer, pazzie da Lexapro) e le cose più propriamente personali/politiche (il paragone tra l'economia in crisi e i fallimenti del padre, un verso sulle violenze della polizia) sono più profondi dell'immaginario cristiano infilato a forza. Comincia in chiesa e finisce dentro un capannone a Chicago negli anni Ottanta, e i due posti finiscono per essere la stessa cosa.

Un aspetto per cui questo disco è molto cristiano è il disprezzo caustico e disinvolto per le donne. Dovremmo sfidare Kanye su questo argomento (anche se forse dovremmo anche considerare questo quasi-commovente tweet anti-transfobia), ma vorrei aggiungere anche che quando noi ascoltatori—in particolare ragazzi bianchi—pretendiamo "di meglio" da Kanye ma non dai rapper che balliamo nel club o in camera o in macchina, stiamo perpetrando uno schema di aspettative basato sulle respectability politics verso alcuni artisti di colore e questo tipo di vecchie stronzate politiche andrebbero abbandonate oggi che entriamo nella seconda fase del Movimento per i Diritti Civili—il quale, a proposito, sarebbe stato lecito aspettarsi avesse un influenza maggiore su questo disco. Quel verso ripetuto in "Feedback", però, è perfetto! E anche Chance che menziona Jason Van Dyke (almeno su SNL).

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Brandon Soderberg è l'editor della sezione arte del Baltimore City Paper. Seguilo su Twitter.


Kanye West ci costringe a prestare attenzione, di Olivia Becker

Per dire quanto poco ho badato all'uscita dell'album di Kanye: quando mi hanno detto di guardare il live stream su Tidal, ho googlato TIDAL perché pensavo fosse il titolo dell'album. Per cui questo dovrebbe darvi un'idea di quanto sono aggionrata sulla Kanye-mania che ha preso il sopravvento del mio Twitter e, a quanto pare, del mondo. Detto questo, TLOP mi è piaciuto (anche TIDAL non era male). Una volta fatta la distinzione tra la musica di Kanye e il suo personaggio, non è difficile capire perché è così riverito. Le mie parti preferite di TLOP sono quelle in cui Kanye non rappa, il che è una cosa inaspettata perché dei suoi album precedenti mi sono sempre piaciuti più che altro i testi (c'è qualcosa di più sinteticamente poetico di "I live by two words: 'fuck you, pay me'"?). Ma quello che mi ha colpito di più di TLOP è stato il suono. La stratificazione, i sample e i beat tutti intrecciati assieme fanno sembrare l'album un'esperienza totalizzante per cui ti devi sedere, invece di qualcosa che mi ascolterei indifferentemente in cuffia mentre vado al lavoro.

TLOP dimostra ancora una volta che Kanye è una di quelle rare figure culturali che hanno una propria forza gravitazionale: ogni cosa che fa causa una reazione di massa e funziona tutte le volte semplicemente perché lui è lui.

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Olivia Becker è una giornalista di VICE News. Seguila su Twitter.


Ho già scritto la mia opinione in un altro articolo su Noisey e sarebbe ridondante parlarne anche qui ma se proprio ci tenete ecco qua, di Kat George

Kanye West non ha rispetto per le vittime di abusi sessuali.

Kat George è una giornalista di New York. Seguila su Twitter.


Alcuni pensieri su Paul Newman, di Nick Greene

L'ultimo ruolo di Paul Newman è stato in Cars della Disney. Ha interpretato la voce di Doc Hudson, un'auto da corsa parlante che, da quando è andata in pensione, è diventata una macchina/dottore/giudice. Il personaggio, come Newman, era morto prima dell'uscita di Cars 2 (Wikipedia: "Per omaggiare l'attore, la Piston Cup venne rinominata in onore del personaggio"). Naturalmente, nessun necrologio di Newman citava Cars. C'è tanto altro di cui parlare se si vuole ricordare la vita di Paul Newman. Era un attore da Oscar, un esperto di ragù e condimenti per insalate, un benefattore e un marito devoto. Era un veterano della Marina e, secondo chiunque l'abbia conosciuta, Paul Newman era una persona molto bella. Un santo! Quasi troppo—se si può dire che avesse un difetto. Anche se non pensi che recitare sia difficile, se non pensi che la tecnica sia compatibile con, per dire, il titolo di "genio", devi comunque considerare Paul Newman un genio di fronte alle sue numerose conquiste. Per dio, possedeva anche una scuderia di auto da corsa! (Per questo fu scelto per Cars). Parlo di Newman perché sto ascoltando "Feedback", un'ottima canzone sul nuovo album di Kanye West The Life of Pablo. Noisey mi ha chiesto di scrivere cosa ne penso, e io mi sono bloccato sulla frase di quella canzone "Name one genius who ain't crazy".

Paul Newman. Paul Newman è un genio che non era pazzo. Kanye probabilmente se ne è dimenticato perché ha completato The Life of Pablo troppo in fretta.

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Ad ogni modo, se ci fosse una persona che si potrebbe paragonare a Kanye per la quantità delle proprie imprese, sarebbe proprio Paul Newman. Lui capirebbe.

Nick Greene viene chiamato anche Nick Mano Fredda. Sfidalo su Twitter.


Le tante vite di Kanye West, di Brandon Caldwell

The Life of Pablo è stato annunciato come un album gospel da Kanye West. Forse sarebbe stato più giusto chiamarlo The Life of Job. Il modo in cui West ha pianificato questa uscita sembrava seguire le Prove di Giobbe: alta autostima e arroganza sono state usate come maschere per la maniacalità e per il desiderio di accettazione. Arrivare a questo punto è stato un casino, e altri alleati della Kanye West Think Tank se ne sono andati. Eppure, TLOP risulta un magnifico tuffo nelle profondità della mente di un trentottenne che può ancora permettersi di pensare di avere otto anni. Forse è per questo che le tonalità di TLOP fanno riferimento a ogni travestimento che ha indossato da College Dropout del 2004: backpacker, outsider industriale che non capisce che il suo messaggio è il nuovo establishment, misogino che conosce solo la mascolinità del rap. "Ultralight Beam," "Low Light" e "Father Stretch My Hands" sono pezzi gospel che lottano per la loro identità all'interno di un album che celebra un edonismo pornografico degno di Yeezus ("Freestyle 4"), il picco dell'egomania di West ("Famous", "I Love Kanye") e il matrimonio tra i due ("Highlights", "Waves"). TLOP prosegue il mantra di West di spremere il meglio dai propri ospiti, che si tratti di un contributo minimale (Andre 3000, Young Thug, KiD Cudi) o enorme (Chance The Rapper). Kanye avrà trovato la perfezione nell'oscurità nel 2010. Eppure è ancora tormentato e riluttante a lasciare andare alcune cose di cui credeva di essersi liberato.

Brandon Caldwell è un giornalista di Houston. È su Twitter.

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L'editor di Noisey Australia recensisce The Life of Pablo, di Tim Scott

Io vivo in Australia, per cui non sono riuscito ad andare al Kanye Fest 16 al Madison Square Garden. Anche se vivessi a New York dubito che avrei sborsato 160 dollari di biglietto per guardare la star dell'hip hop che mette le canzoni del suo nuovo disco da un computer, mostra i suoi nuovi vestiti e annuncia un videogame che sembra comprenda la sua defunta madre Donda che vola in cielo. Né ho fatto parte degli stimati venti milioni di persone in tutto il mondo che hanno guardato il live stream dell'evento.

Questo è un nuovo album di Kanye, e a questo punto sappiamo cosa aspettarci: canzoni su Kanye. Un primo ascolto di The Life of Pablo conferma questo preconcetto. Tra i vari diss ci sono versi come "I miss the old Kanye, shit from the gold Kanye / Talking 'bout the soul Kanye, set all his goals Kanye". Uno dei migliori versi che Kanye ha scritto su se stesso da molto tempo a questa parte. Mi piace anche che voglia mettersi una GoPro sul cazzo.

Tim Scott è l'editor di Noisey Australia.


Ci servono più di quegli Emoji col fuoco, di Kathy Iandoli

The Life Of Pablo, wow. Se Graduation, 808s and Heartbreak, e Yeezus avessero copulato in un'orgia molto scomoda e impacciata, Pablo sarebbe il figlo illegittimo che poi cresce e diventa un ricco uomo di successo. Oh, non si può dire nulla della cura che Kanye ha messo in quest'album, anche perché ha aggiunto tracce fino all'ultimo minuto al pacchetto. I producer—che vanno da Metro Boomin al signor Yeezus in persona—si inquadra perfettamente in questo patchwork casuale. Gli ospitoni—Rihanna, The-Dream, El DeBarge, Kirk Franklin, e cazzo, pure Young Thug—sono tutti lì per un motivo. Anche le sclerate che Kanye ultimamente fa su Twitter suonano molto meglio su disco, tipo "I feel like me and Taylor might still have sex, I made that bitch famous", famosa strofa di "Famous." O che ne dite di "Blac Chyna fuckin' Rob, help him with the weight" poetica strofa tratta da "Highlights"? E chiaramente sappiamo tutti che dare della prostituta a una donna non è carinissimo, e nemmeno è proprio la cosa più fine del mondo sventolare il culo della moglie come un trofeo, ma a un certo punto con Kanye fai una scelta: smetti di considerarlo e ascolti soltanto la sua musica. E in questo modo non ci sono più elementi di disturbo e rimangono unicamente le sue scelte coraggiose, la musica e tutto l'impegno che ci mette. Ad alcuni girano le palle perché in molti volevano che The Life of Pablo si rivelasse un disco di merda. E invece sorpresa: non lo è! E forse ora, ogni volta che lo ascoltate, vi potrete immaginare Naomi Campbell vestita da gattona o Thugger appena uscito da un bagno di sangue o ancora le sorelle Kardashian vestite da famiglia di Crudelia De Mon, ma non è forse questo che voleva comunicarci Kanye?

Kathy Iandoli scrive e vive a New York. La trovi su Twitter.

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Pensieri più caldi del caldo, di Dan Ozzi

Sabato scorso è uscito il tanto atteso album nuovo di Kanye West, e se avete acceso Internet negli ultimi giorni vi sarete già sucati mille articoli e recensioni che ne parlano, mille editoriali, pensieri a caldo e listoni. Quindi lasciate che vi tolga sto peso dicendo: non mi esprimerò su quest'album a caldo.

In quest'epoca internet-anarchica, essere i primi a pubblicare qualcosa significa cercare disperatamente di racimolare click sul proprio sito, e questa pratica ha fatto sì che perdessimo la capacità di concedere il tempo necessario all'analisi di ciò che abbiamo davanti. Chiunque dica che ha compreso a fondo un album ascoltandolo una o due volte—in particolare un album a cui un artista ha lavorato magari per anni e anni e considera essere non solo l'album della sua vita, ma l'album della vita di tutti, anzi, il miglior album di sempre—è un farlocco.

Mi ascolterò quest'album quando mi pare e piace. Lascerò passare sicuramente il weekend e forse anche la settimana successiva. Lascerò che piano piano gli strati di questo lavoro si discostino l'uno dopo l'altro per farmi arrivare alla comprensione del nucleo. Ma quello che non farò è cedere a queste stupide dinamiche di clickbait del giorno d'oggi. BILL COSBY COLPEVOLE.

Dan Ozzi scrive per Noisey ed è l'unico critico musicale degli USA. Qui su Twitter.


The Life of Pablo è Gospel Punk, di Byron Yan

Se dovessi descrivere quest'album a qualcuno così, di getto, direi che è un disco gospel con testi punk. I testi di Kanye sono spesso secchi, diretti, e a tratti molto autoanalitici, anche per un ego gigante come il suo. In certi momenti ti fa ridere, in altri scuoti la testa o alzi un sopracciglio perché dice robe decisamente fuori dal mondo. Credevo davvero che Yeezus sarebbe stato il suo disco più punk, ma The Life Of Pablo lo batte di gran lunga. Dalla sua zine (grazie Kanye per averci insegnato come pronunciare correttamente questa parola), al merchandising, all'album stesso, tutto urla PUNK. Aspettiamo solo che si allarghi i lobi e si tatui sulle mani.

Byron Yan vive e scrive a Toronto. Eccolo su Twitter.

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Quello era il primo Kanye, questo è il Kanye maturo, di Al Shipley

Il Kanye dell'ultimo periodo potrebbe essere compreso se lo si legge come un atto di satira pesante nei confronti dei cliché dello showbusiness, come il flm del 2007 Walk Hard, la storia di Dewey Cox, una delle poche commedie prodotte da Judd Apatow che Mr. West non ha ancora citato in nessun modo. Yeezus è stato il "dark fucking period" di Dewey Cox, mentre The Life Of Pablo è il risultato di ore e ore passate sul mixer, a chiedere che ti venga fornito "un maggior numero di percussionisti aborigeni e un esercito di didgeridoo." A Kanye sembra importare sempre meno la sua carriera come MC, mentre tira staffilate a gente tipo la Nike, Ray J e Taylor Swift—roba che, se non fosse per lui, ci saremmo già dimenticati da un pezzo. Il Più Grande Esteta Vivente non molla e continua a infarcire le sue opere con interessantissime gallerie di suoni e voci, che fanno da corollario alla sua. E gli artisti secondari coinvolti non possono che ringraziare, tipo Chance, che coglie al balzo l'occasione fornitagli per essere la Nicki-di-"Monster" o il Jay-di-"Diamonds" di quest'album. "I Love Kanye" è il riassunto perfetto del rapporto un po' à la Lennon anni Settanta di West coi propri fan, quelli che sperano ancora che torni il Kanye dei vecchi tempi, un po' come me. Ma non è nemmeno giusto mistificare il passato: anche Late Registration era un casino, anche se forse era un casino migliore di questo.

Al Shipley è uno scrittore di Baltimore. Qui il suo Twitter.

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Ci manca il vecchio Kanye?, di Nevona Friedman

In un'intervista, Drake ha dichiarato che la nostalgia per i suoi vecchi album sotto sotto non è altro che la nostalgia per la vita passata dell'ascoltatore. Non ti manca So Far Gone; ti manca andare in giro con il tuo ragazzo delle superiori e cantare con lui. Non mi ero mai accorta di quanto mi mancasse "Il Vecchio Kanye" e quanto onestamente mi mancasse rimanere fregata da Kanye. Ci ha tenuti a distanza per anni e poi ci ha imposto di mandare giù tutto in poco più di un'ora (e in 240p su Tidal tra l'altro). The Life of Pablo non era ancora uscito, il che ci ha obbligati a farcene un'idea basandoci sui rip comparsi su KTT e i vari Periscope.

Se in Yeezus Kanye si lanciava contro una (fisica e) metaforica montagna, TLOP lo vede scendere lungo una cascata, immediato ed effimero. Indignazione ("Fuck Nike"; "Maybe Fuck Dad too?") e isolamento (fare figli fa paura) in parti uguali, dove i suoi predecessori hanno stabilito trend e tecniche, sembra che Kanye trovi la sua dimensione nell'assenza di pionerismo. E poi, come ha già detto, a tutti piace un album gospel.

Nevona Friedman è una maître à penser e una cospirazionista di Ted Cruz che vive a New York. Seguila su Twitter.


Una veloce recensione scritta sul telefono per strada dopo aver a malapena ascoltato il disco, di Eric Sundermann

È stata una settimana stressante. Kanye, con una mossa da Kanye, ha mandato totalmente affanculo il piano di uscita dell'album. Ha preso l'idea di sorpresa e l'ha ribaltata, dato che essenzialmente ha fatto uscire The Life of Pablo pezzo per pezzo nel corso dell'ultimo mese. È stato fastidiosissimo, specialmente per chi lavora nel campo della stampa musicale, ma il risultato finale è speciale. Ho ascoltato l'album intero soltanto una volta, ma alcune di queste canzoni—in particolare "Waves", "FML" e "Wolves"—sono tra le più dinamiche della sua carriera. TLOP è come se Yeezus, My Beautiful Dark Twisted Fantasy, e 808s & Heartbreak avessero scopato e da questi fosse nata una creatura di nome Pablo. Kanye è entrato totalmente nella sua fase Steve Jobs, accettando il suo sociopatico interiore, e ora sta chiedendo a Mark Zuckerberg di regalargli un miliardo di dollari per le sue idee. Non vedo l'ora di leggere i suoi prossimi tweet.

Eric Sundermann si sta lasciando andare. Questo è il suo Twitter.

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Ho un paio di cose da dire su Sia, di Jabbari Weekes

L'ho già detto e lo ripeto: non scriverò più niente su Kanye West. Mi rendo conto che il mio lavoro rende questo proposito impossibile da realizzare, ma ho deciso. Invece vorrei parlare della cantautrice Sia Kate Isobelle Furler, anche conosciuta con il nome di Sia. Forse vi ricordate di lei per il suo famoso singolo "Chandelier", ma sapevate che ha anche firmato alcune hit di Rihanna, Beyoncé, Britney Spears e un'ex-cliente di Roc Nation? Quell'ex-cliente è Rita Ora, ma anche chiamandola per nome penso non sappiate di chi si tratti. Ecco perché mi riferisco a lei usando la sua occupazione. Ad ogni modo, Sia è anche vegana e vive con un cane di nome Pantera. Da non confondere con Panthera, del pessimo remake del 2011 di Thundercats. A proposito di mammiferi di terra, Sia non compare più su "Wolves" e Chance The Rapper si riferisce a lei come fantasma nella prima traccia. Cazzo.

Jabbari Weekes è la massima autorità mondiale su "Wolves" CDQ. Lo trovi su Twitter.


Un ottimo lavoro, di Yung Costanza

Nonostante tutti gli insulti che gli sono stati rivolti, il percorso travagliato che ha attraversato, le varie etichette di genere che ci si possono appiccicare, The Life of Pablo è incredibile. Ammetto che tra la linea di abiti, i suoi tweet incostanti e offensivi e il costante rifiuto di rispettare una data di uscita, le aspettative si sono abbassate. Ma quali che fossero le tue aspettative, la musica che ha creato è bellissima. "Ultralight Beam" spicca come la perfetta traccia di apertura (e la strofa di Chance è la mia parte preferita dell'album). Vorrei dire che questo disco è come un ponte temporale tra College Dropout e Yeezu, ma suona anche completamente diverso, impossibile da inserire in una fase temporale. È come se in ogni album fino a questo punto Kanye avesse imparato a suonare uno strumento, e ora abbia raggiunto lo status di artista completo, diverso. Non è un cambiamento radicale come Yeezus, è un'evoluzione. E, pur pensando che questo sia un album meraviglioso da ogni punto di vista, non posso fare a meno di pensare che tutto questo, TUTTO QUESTO, l'abbia messo insieme nel suo "tempo libero". Incredibile. Semplicemente, suona da dio e nient'altro gli si avvicina. Non dubiterò mai più della sua abilità compositiva.

Yung Costanza rimane preoccupato per il debito di Kanye. Rassicuralo su Twitter.

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Il mio diario su The Life of Pablo, di Zach Kelly

11 febbraio 2016

Non sono un tale purista da avere bisogno di ascoltare il nuovo album di Kanye per la prima volta in qualità da CD (ma sì, "Wolves" mi piace come piace a tutti voi occupanti del carrozzone), ma sono abbastanza sicuro di non volerlo ascoltare durante un livestream su Tidal alle quattro del pomeriggio, che è poi esattamente l'ora in cui cerco di piazzare il mio grasso culo sul tapis roulant. La questione è la seguente: non sopporto i collezionisti di scarpe, le uscite di album mal programmate, gli adolescenti ricchi, e tutte le altre cose che i miei coraggiosi colleghi giornalisti di NYC hanno dovuto sopportare ieri al MSG.

Ma se devo essere sincero, mi sono sentito anche un po' invidioso. Tu no? Mi piace l'idea dei listening party, è la realizzazione che di solito è insostenibile. Nonostante Yeezy Season 3 appaia raffazzonato (mi sono sintonizzato dopo che aveva finito il disco, in tempo per ascoltare un frammento del nuovo Young Thug che è stato una bomba come previsto, ma ancora più radiofonico del previsto), era difficile non rimanere meravigliati da quanto Ye sia capace di rendere esclusivo un evento inclusivo, e viceversa. Prima passi il cavo aux a un tipo che probabilmente non si merita tutto questo POTERE; il momento dopo stai cercando di scopire chi tra queste persone abbia avuto un ruolo nell'assassinio di Liberace.

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Quel pomeriggio non ho sentito neanche un secondo di The Life of Pablo. E probabilmente non riuscirò ad ascoltarlo nemmeno domani. Ma quando lo ascolterò, spero di sentirlo insieme a tutte le persone a cui interessa davvero. Fino ad allora, continuerò a odiare le sue scarpe del cazzo.

15 febbraio 2016

Alla fine l'ho ascoltato come tutti voi, su Tidal alle tre del mattino (ricordatemi di chiudere l'account). Sono indeciso.

Zach Kelly sta sul tapis roulant, non all'Equinox. È anche su Twitter.


Questioni di famiglia: The Life of Pablo, by Angus Harrison

Le prime parole in The Life of Pablo vengono pronunciate da un bambino, che con voce squillante grida "non vogliamo diavoli in questa casa". Consapevole o no, questa è stata la cosa che mi è rimasta impressa dopo il primo ascolto. L'album mi ha dato l'idea dei demoni di MBDTF e Yeezus che fanno un casino dentro un appartamento, come se Kanye cercasse di costruire una casa fondata sul rimpianto e l'eccesso. Penso che questo disco sia quello che mi è piaciuto di meno di Kanye, ma mi aspetto che dopo vari ascolti si riveli quello più interessante. È senza dubbio il più conflittuale, quello in cui ringrazia Dio con più fervore ma allo stesso tempo assesta i colpi più bassi e sporchi contro gli uomini e, purtroppo, più spesso le donne che lo circondano. Passaggi salienti: "FML" con the Weeknd, il sample di Sister Nancy in "Famous" e la nuova versione di "Fade". Alcune delle sue decisioni liriche mi fanno incazzare, ma non c'è alcun artista che potrebbe lasciarmi senza fiato, quasi in lacrime in certi punti, allo stesso modo. Nonostante tutte le sue colpe, è uno di famiglia.

Angus Harrison è un editor di Thump UK. Seguilo su Twitter.


Ho scritto questa recensione troppo presto e non ho avuto tempo di rifarla, by Jeff Rosenthal

"I hate the new Kanye, the bad mood Kanye, the always rude Kanye, spaz in the news Kanye. I miss the sweet Kanye…" La cosa divertente di Kanye è sapere che qualunque cosa tu voglia, non la otterrai—e qualunque cosa tu ottenga, ne vorrai ancora. A volte ci conosce meglio di quanto ci conosciamo noi stessi; forse è davvero un dio. Per cui eccomi qui, ad ascoltare in repeat un rip incompleto e imperfetto di uno stream di Tidal di The Life of Pablo rubata da Zippyshare alle 6:45 del mattino. È bello! È brutto! È probabilmente incompiuto e forse potrebbe essere il suo album migliore (come hanno detto alcuni) se solo riuscissi a capire che cazzo sto ascoltando. Ora capisco perché nessuno è stato capace di esprimersi, nelle interviste. Suona come tutto e niente, come se si fosse impegnato troppo o troppo poco. Suona come tutte le versioni di Kanye, spalla a spalla a spalla, posizionate come dei giocattoli delle Kardashian o di Star Wars dentro alle scatole. O forse, se vogliamo essere sinceri, suona come Desiigner e Pastor TL Barnett. E chi se lo sarebbe aspettato?

Jeff Rosenthal sta pensando di passare a Zippyshare Premium. Questo è il suo Twitter.


Mi sento Pablo scrivendo questa recensione, di Alex Hancock

Kanye West è tre Pablo su The Life of Pablo. È l'apostolo (che ha rivelato essere l'ispirazione per il titolo) che racconta il viaggio doloroso compiuto per mantenere il favore del Signore, evitando la Sua luce, reso cieco ma anche il più importante messaggero di Cristo. È Escobar, un uomo sopraffatto da uno stile di vita fatto di denaro, donne e droga, che lotta con la stessa idea della perdita di libertà legata al matrimonio e alla paternità che lui affrontata in Yeezus. È Picasso, dipinge un paesaggio sonoro e scolpisce un blocco di marmo fino a raggiungere la sua idea di album, con tutte le sue astrazioni. L'album in sé è bello, anzi, fantastico. Ma l'aspetto più interessante di The Life of Pablo è la strategia di uscita, un tipo di sociocreatività new age che ha quasi raggiunto vette di post-modernismo e dadaismo. Tanto West quanto Kardashian, questa è stata la prima volta che siamo davvero stati invitati a scoprire il processo creativo e che ci è stato concesso uno sguardo dietro le quinte sulla formazione di un album di Kanye West, senza il misticismo delle session di My Beautiful Dark Twisted Fantasy. L'iconico bloc notes, i tweet, la performance al MSG, il battesimo su Saturday Night Live—senza queste cose l'album non è così speciale. Fidatevi, non ho mai raccontato una bugia online.

Alex Hancock ama Kanye quanto Kanye ama Kanye. Amalo su Twitter.


La musica ci ricorda che siamo tutti umani, di Ryan Bassil****

Quando guardi qualcuno negli occhi, ti viene dato accesso temporaneo alla sua anima. Può accaderti con uno straniero o qualcuno che ami, ma l'aesperienza resta comunque di grande valore e apre dei passaggi di comunicazione così speciali che trascende il linguaggio. Per questo motivo mentre la telecamera si soffermava sui visi di modelli e modelle raggruppati davanti al Madison Square Garden per la serata d'apertura di The Life of Pablo, l'idea che gli occhi di questi sconosciuti stessero guardando dentro ai miei sprigionava un potere unico. È raro percepire della musica per la prima volta come un corpo unico come ci è successo giovedì, eppure sono questi momenti di connessione che hanno umanizzato l'esperienza. È stato come non solo ascoltare un album, ma condividere un momento. Senza parlare di quello che abbiamo davvero ascoltato, ha reso la giornata speciale. Con quegli occhi a guardarci, c'era un'immobilità e un silenzio in quelle facce che ha creato uno spazio per pensare al potere enorme, toccante che la musica può esercitare su di noi.

Ryan Bassil cerca di allineare i suoi chakra. Resta in contatto su Twitter.


Kanye West è dolce, di Larry Fitzmaurice

Allo stesso tempo saggio, tagliente, nostalgico e al passo coi tempi, The Life Of Pablo è l'exploit più pop di Kanye West, un album in cui una delle più prominenti icone della cultura pop si allontana dalle trappole geografiche che lo avevano ingabbiato nei suoi primi lavori. Il titolo non è solo un riferimento all'anno di nascita di West, ma anche al pop pulito e soffocante di metà anni Ottanta, a cui il disco attinge spesso. I coautori Max Martin ("Shake It Off") e Jack Antonoff ("Out of the Woods," "I Wish You Would") danno il loro contributo, ma i fan non faticheranno a sentire la mano di West su questo disco. Ci sono dei passi falsi, perché anche gli dei sbagliano—"Wildest Dreams", che pare un reboot stanco di Lana Del Rey e dei Pet Shop Boys—ma per il resto West ci regala un album da sogno febbrile millennial pop, un gesto generoso in cui gli hater hanno ampio spazio per odiare.

Larry Fitzmaurice pensa che Yeezy Season 3 = #squadgoals. È su Twitter.

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