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Attualità

Guardare 'Jennifer's Body' nel 2018 ha tutto un altro significato

Dieci anni fa era solo il 'Twilight per maschi,' ma oggi è chiaro che il film tratti tematiche ben più attuali e significative.
Megan Fox in 'Jennifer's Body'
Megan Fox in 'Jennifer's Body'.

Attenzione: l'articolo contiene qualche spoiler importante sul film. La buona notizia è che ora puoi guardarlo su Netflix e poi tornare a leggere l'articolo.

Forse Jennifer’s Body avrebbe meritato più successo nel 2009. Con quell'irriverenza da Mean Girls e la stravaganza un po' dark alla Licantropia Evolution, il film diretto da Karyn Kusama non ha nulla da invidiare a questi due grandi cult del genere. Scritto da Diablo Cody, che aveva da poco vinto un Oscar con Juno, il film vanta un cast prodigioso (Megan Fox e J.K. Simmons) ed è inspiegabile come possa essere stato catalogato come un banale film di serie B.

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Per darvi un'idea, ha ricevuto il 44 percento di voti positivi su Rotten Tomatoes da parte dei critici più esperti, e solo il 34 percento dal pubblico. E nonostante i voti positivi, molti di loro lo giudicano vuoto e privo di contenuti, un'accozzaglia di stereotipi da teen horror che dura 102 minuti.

Ma il film è molto più potente e convincente di quanto potrebbe sembrare. Megan Fox interpreta Jennifer, cheerleader e ragazza popolare del liceo, che una sera va al concerto di una band (i Low Shoulder, una specie di mix tra Killers e Dashboard Confessional) con la sua amica Needy. C'è qualcosa di sospetto nella band, ma la protagonista sembra non accorgersene. Adam Brody, leader del gruppo, sembra avere un interesse per Jennifer e discute con i compagni sulla presunta verginità della ragazza. A un certo punto del concerto, il locale va a fuoco (ve l'avevo detto che c'era qualcosa che non andava) e nessuno dei componenti della band sembra sorpreso o preoccupato dall'accaduto. Nonostante morti e dispersi, Jennifer decide di andarsene insieme alla band, contro la volontà di Needy.

Dopo il concerto, Jennifer non sarà più la stessa. Ha un appetito insaziabile e nonostante il clima apocalittico che si respira in città, lei è comunque piuttosto allegra. Scopriremo più tardi cosa è successo davvero quella sera: credendola vergine, i membri dei Low Shoulder hanno sacrificato la giovane al demonio. Il malinteso ha compromesso il rituale e ha trasformato Jennifer, dandole dei superpoteri e un'inspiegabile voglia di divorare carne umana.

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Pur essendo uno dei pochi critici ad avere commentato positivamente il film, Rogert Ebert, nella sua analisi, ha sorvolato su alcune delle tematiche più importanti del film, etichettandolo superficialmente come il "Twilight per maschi," ma scritto meglio. L'elemento chiave che sfugge al critico è il personaggio di Jennifer stessa: "è una specie di demone o mostro non ben definito," dice, "la cui missione nella vita è attaccare i giovani teenager." È tutto quello che ha da dire a riguardo.

Se permettete, non sono d'accordo. L'aggressione di Jennifer è una delle scene più brutali e inquietanti di tutta la pellicola. Non si vede l'aggressione sessuale, ma lo scenario che si crea è piuttosto chiaro. Appena salita sul furgone della band, Jennifer chiede in modo sommesso se i ragazzi siano dei violentatori, per via di alcuni oggetti strani che vede in giro. Subito dopo inizia il sacrificio di Jennifer, un'aggressione contro una donna indifesa da parte di un gruppo di uomini noncuranti, che fanno battute idiote e canticchiano mentre la ragazza urla disperata e chiede pietà. La scena è terrificante e dovrebbe colpire chiunque vi si trovi davanti, soprattutto perché fino a pochi istanti prima il film sembrava il solito horror divertente. Se la lettura di Ebert è la norma, non mi sorprende che Jennifer's Body non sia stato capito dalla maggior parte dei critici e degli spettatori.

Questa scena è il momento cruciale che rivela il vero scopo di Cody e Kusama: offrire quello che sembra un racconto di violenza e vendetta, in cui gli aggressori sono gli unici a scamparla senza conseguenze. Ed è proprio questo il momento di satira dark che nel 2018 verrebbe interpretato in modo radicalmente diverso, alla luce del fatto che, per fare solo uno dei tanti esempi possibili, gente come Louis C.K., Matte Lauer e Charlie Rose stanno pianificando il loro ritorno sulle scene dopo anni di successo sulle spalle delle loro vittime.

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Il film si spinge ancora oltre, offrendo una serie di sfumature significative che oggi non possiamo ignorare. I tropi classici del teen horror ci sono tutti, ma sono in qualche modo rivisitati per ribaltare le regole del gioco. Il film è pieno di contraddizioni—o almeno, quelle che sembrano contraddizioni per chi cerca lo stereotipo tradizionale (l'amica timida e studiosa, Needy, che viene da una famiglia problematica ma è sessualmente attiva, ad esempio).

Tra tutti questi contrasti inattesi, la trasformazione di Jennifer è quella che spicca su tutto. Megan Fox non rappresenta la teenager pura, casta e vergine nemmeno all'inizio del film. Fin da subito mette in chiaro la sua personalità dominante, il suo animo un po' cattivo ed egoista. Dopo la possessione da parte del demonio, la ragazza non riversa la sua rabbia sui suoi aggressori, ma diventa un mostro che va a caccia di innocenti e rinnega la sua migliore amica.

In pratica, Jennifer vuole ricordarci che non esistono vittime perfette: che la ragazza sia antipatica e venga da un paesino, vergine o no, ubriaca o no, vestita in abiti succinti oppure no, nulla giustifica la violenza. Ok, sembra scontato, ma oggi più che mai questa rappresentazione ha un significato profondo. Se vi sembra esagerato, pensate per un attimo a tutte quelle ragazze americane che solo poche settimane fa hanno ricevuto un messaggio chiaro e inequivocabile da parte del loro presidente e dei senatori eletti, e cioè che qualsiasi cosa faccia loro un ragazzino in età adolescenziale non ha nessuna importanza, e non sarà mai punito. È questo il concetto che emerge dalla nomina a presidente della Corte Suprema di Giustizia di Brett Kavanaugh, nonostante le pesanti accuse di violenza sul suo conto.

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Oggi simili tematiche sono generalmente affrontate nei cosiddetti "prestige horror" come It Follows e Get Out. Anche se, piano piano, anche gli horror "di bassa categoria" si stanno allontanando dallo schema mainstream per esplorare tematiche sociali più attuali. L'ultimo Halloween della saga, ad esempio, è stato già osannato per la sua capacità di rappresentare il trauma, in particolare quello intergenerazionale, e star del calibro di Jamie Lee Curtis hanno sostenuto l'importanza del film nell'era del #MetToo.

Infine, c'è forse un'ultima ragione dietro lo scarso successo di Jennifer's Body che oggi risuonerebbe in modo diverso: stiamo parlando di Megan Fox.

Nel 2009, infatti, l'attrice e protagonista di Transformers era appena stata buttata fuori dalla saga per volere di Micheal Bay, il regista della serie. All'apparenza, Fox sarebbe stata punita per aver paragonato Bay sul set a Hitler. Ok, siamo d'accordo, qualsiasi riferimento al nazismo non è mai una scelta felice, ma visto che stiamo parlando di Hollywood, non mi sembra proprio il crimine peggiore che potesse capitare.

Dopo l'intervista, tre membri della crew di Transformers hanno scritto una lettera aperta in cui difendevano Bay, ma soprattutto attaccavano Fox senza pietà, scagliandosi contro di lei con ogni tipo di insulto e auspicando la morte del suo personaggio. Con il tatto e la professionalità che contraddistinguono il regista, Bay aveva pubblicato questa lettera sul suo sito. E tutto questo accadeva mentre Fox promuoveva Jennifer’s Body.

Mi piace pensare che nel 2018 una battaglia così feroce e aggressiva contro un'attrice sarebbe stata contrastata con forza. Poco tempo fa, Natalie Portman è intervenuta a un evento di Variety e ha detto: "Se un uomo dice che una donna è pazza o difficile, chiedetegli, 'Quali cose terribili le hai fatto?' Quella è una parola in codice. Sta cercando di screditare la sua reputazione." Ed è proprio quello che è successo a Fox: è stata insultata in ogni modo, con buone dosi di slut-shaming che oggi, mi auguro, farebbero insorgere la community femminile e non solo.

La domanda è, se l'opinione pubblica fosse insorta contro Bay all'epoca, Jennifer’s Body avrebbe ottenuto il riconoscimento che merita? Nessuno può dirlo. Ma intanto io continuo a sognare un mondo migliore, in cui Bay sarebbe stato messo a tacere e il pubblico avrebbe tifato per Megan Fox. E in cui Jennifer’s Body sarebbe stato accolto come l'inizio di una nuova fase della sua carriera.

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