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In quel momento Ali Dia era bloccato in un limbo tanto frustrante quanto comodo: la consapevolezza che, nel mondo del calcio, non sarebbe mai diventato nessuno. A un certo punto però un pensiero fugace iniziò a farsi largo nella sua testa, portandolo a riconsiderare la sua strategia: invece di cercare un ingaggio seguendo la strada lunga e tortuosa di provini e selezioni, Ali decise di entrare nel calcio che conta dalla porta principale.Nel 1995 Ali Dia era un giocatore del Blyth Spartans. Attraverso i contatti di un amico si era messo in contatto con l'allenatore del West Ham United, Harry Redknapp. Lì portò a compimento la prima parte del suo piano: presentatosi come il liberiano George Weah (!), spiegò di avere un cugino "tutto tecnica e velocità" pronto per giocare in Premier. Non funzionò: Redknapp non abboccò. Ma Dia, invece di perdersi d'animo, continuò a provarci. E a un certo punto Graeme Souness, vecchia leggenda del Liverpool e allenatore del Southampton, parve interessato alla possibilità di avere tra i suoi un cugino di Weah.
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Ma Ali Dia non aveva raccontato solo di essere il cugino di Weah. A Souness aveva detto di aver giocato in tre occasioni con la nazionale del Senegal, e che dopo una buona stagione col Paris Saint Germain era al momento svincolato. L'allenatore scozzese si era bevuto tutta la storia come una pinta di birra: voleva credere alla storia del calciatore ostinato a seguire i passi del cugino-idolo e pronto a dimostrare tutto il suo talento.Souness non si era fatto troppe domande—ad esempio, perché il liberiano Weah avrebbe dovuto avere un cugino senegalese—e offrì a Dia un contratto di un mese. Così è iniziata la breve e fantasmagorica avventura del giocatore di Dakar nel Southampton della stagione 1995-96.Con la stessa espressione fintamente rilassata che adotti sui mezzi quando non hai il biglietto e avvisti i controllori, Ali Dia iniziò gli allenamenti con la nuova squadra. Non ci volle molto perché i compagni iniziassero a dubitare di lui, ma tutti decisero di rimandare il verdetto alla prima partita—per quanto fosse chiaro che quell'uomo con le gambe un po' storte non era esattamente di casa in Premier League.Il 23 novembre del 1996, il Southampton doveva giocare contro il Leeds United. Souness, che continuava a mantenere il suo atteggiamento fiducioso sorprese tutti quanti decidendo di convocare Ali Dia. Al minuto 32 dell'incontro, uno dei calciatori più famosi della storia del Southampton, Matt Le Tissier, fu costretto a uscire per infortunio. Souness si girò verso la panchina e indicò Ali Dia, a cui sarebbe toccato il compito praticamente impossibile di sostituire l'eroe del match. Il senegalese, che non aveva chiaramente previsto quell'evenienza, non ebbe altra scelta che cambiarsi ed entrare. Improvvisamente, il suo piano—passare un po' di tempo in una squadra di livello, guadagnare qualcosa e vivere una storia da raccontare ai nipoti—si era scontrato con la realtà. Ovviamente fu un disastro. Ali Dia durò soltanto 53 minuti. All'85esimo Souness decise di sostituirlo con Ken Monkou. Il difensore, che a differenza del compagno non aveva mentito sul suo curriculum, fece il suo ingresso sul terreno di gioco interrompendo così il sogno di Dia. Nei minuti trascorsi in partita, il senegalese aveva vagato per il campo senza un'idea precisa della posizione da adottare o dello schema degli avversari. Nel frattempo, più tempo passava, più cresceva la vergogna di chi aveva creduto alla storia del finto cugino di Weah—primo fra tutti, ovviamente, l'allenatore Graeme Souness.Ali Dia
Convinced Southampton manager Graeme Souness he was George Weah's cousin, only appearance sub vs Leeds Utd. pic.twitter.com/kCdNbqA9ai
— Flop Footballers (@FlopFootballer) 4 gennaio 2016
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